Imperialismo

Rapporto sulle tensioni imperialiste, maggio 2023

Avere un'analisi precisa della situazione storica e delle prospettive che ne derivano è una delle principali responsabilità delle organizzazioni rivoluzionarie, per fornire un quadro solido al loro intervento nella classe e per proporre alla classe orientamenti precisi per comprendere le dinamiche del capitalismo o le azioni e le manovre della borghesia.

L'imperialismo americano, un fattore primario del caos capitalista

Mentre le truppe russe si precipitavano in Ucraina, il presidente Biden, nel suo discorso del 24 febbraio, ha affermato che “Putin ha commesso un attacco i principi stessi che proteggono la pace mondiale”. Il mondo si troverebbe così di fronte alla fatalità di una nuova tragedia di guerra a causa della follia di un solo uomo. Questa propaganda, che presenta l’Ucraina e gli “occidentali” come vittime che lavorano solo per la “pace” di fronte alla barbarie dell’unico orco in Russia, è una menzogna.

Stati Uniti, Russia, Unione Europea, Ucraina... TUTTI GLI STATI SONO RESPONSABILI DELLA GUERRA!

La società borghese, marcia fino all’osso, malata di se stessa, sta ancora una volta vomitando il suo turpe torrente di ferro e fuoco. Ogni giorno la carneficina ucraina diffonde la sua processione di bombardamenti massicci, imboscate, assedi e colonne di rifugiati che fuggono a milioni dal fuoco continuo dei belligeranti.

Contro la guerra imperialista in Ucraina

Di fronte ai gravi sviluppi della guerra imperialista in Ucraina, la CCI ha risposto con un volantino internazionale, IL CAPITALISMO È GUERRA, GUERRA AL CAPITALISMO!, denunciando la barbarie del conflitto e le bugie ipocrite della classe dominante in entrambi i campi, e insistendo sul fatto che lo sviluppo della lotta di classe in tutti i paesi è l’unica via d’uscita dall’incubo di questo sistema in putrefazione.

Ukraina: Militarismo e decomposizione

La guerra imperialista torna a colpire l’Europa. I combattimenti infuriano in Ucraina. Questo conflitto su larga scala, che coinvolge una delle più importanti potenze imperialiste del pianeta, ci ricorda in maniera drammatica la vera natura del capitalismo: un sistema le cui contraddizioni portano inevitabilmente a scontri militari e al massacro di popolazioni. Naturalmente, tutti i belligeranti invitano i proletari a schierarsi con un campo imperialista in nome della “democrazia”, della “pace” o della “patria”.

Ucraina: acutizzazione delle tensioni guerriere nell’Est Europa

Dimostrazione di forza dell’esercito russo con “manovre” di grande portata lungo le frontiere ucraine da gennaio, annunci quasi giornalieri da parte degli Stati Uniti di una imminente invasione russa, invio di truppe della NATO nei paesi baltici e in Romania, intenso balletto diplomatico “per salvare la pace”, campagna mediatica russa per denunciare l’isteria occidentale e annuncio di un ritiro delle truppe, immediatamente smentita da Stati Uniti e NATO, scontri fra esercito ucraino e separatisti nel Donbass: in questo macabro sabba guerriero tra borghesie imperialiste le intenzioni sono di

Crisi Russia-Ucraina: la guerra è lo stile di vita del capitalismo

Putin giustifica il rafforzamento militare al confine con l’Ucraina denunciando le intenzioni “aggressive” della NATO e delle potenze occidentali. I portavoce politici e mediatici delle “democrazie” occidentali invitano a rimanere fermi contro le minacce “aggressive” della Russia alla sovranità dell’Ucraina, indicando l’intervento delle forze speciali russe per “ripristinare l’ordine” in Kazakistan come ulteriore prova delle ambizioni di Putin di “costruire (o ricostruire) l’impero”.

Esacerbazione delle tensioni tra le grandi potenze e instabilità delle alleanze

Mentre la crisi del Covid-19 persiste da quasi due anni con il suo pesante impatto sanitario, sociale, politico ed economico sulla maggior parte degli Stati del mondo, questi non hanno in alcun modo moderato i loro appetiti imperialisti. L’aumento delle tensioni è stato particolarmente marcato negli ultimi mesi da una chiara esacerbazione dell’opposizione tra gli Stati Uniti e la Cina, evidenziata più recentemente dal cosiddetto accordo “Aukus” tra gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Australia, ed esplicitamente rivolto contro la Cina.

I frutti amari della “guerra al terrorismo”

In occasione del 20° “anniversario” degli attentati dell’11 settembre a New York, vogliamo ricordare ai nostri lettori il nostro articolo principale sul tema, A New York e dovunque nel mondo il capitalismo semina la morte, pubblicato su Rivoluzione Internazionale n. 122[1]. L’articolo denuncia il massacro di migliaia di civili, soprattutto proletari, come un atto di guerra imperialista, ma allo stesso tempo denuncia le lacrime ipocrite versate dalla classe dominante.

Medio Oriente: la crescita della barbarie militare

Dopo l'assassinio mirato da parte degli Stati Uniti del principale stratega militare iraniano Qaseem Soleimani, in molte capitali del mondo, soprattutto in Europa occidentale - che si esprimesse o meno un esplicito sostegno all'azione statunitense - si è parlato della necessità di evitare una "escalation" delle tensioni militari in Medio Oriente.

Risoluzione sulla situazione internazionale (2019): conflitti imperialisti, vita della borghesia, crisi economica

1) 30 anni fa, la CCI ha evidenziato che il sistema capitalista era entrato nella fase finale della sua decadenza e della sua esistenza, quella della decomposizione. Quest’analisi si basava su una serie di fatti empirici, ma allo stesso tempo ha fornito un quadro per la comprensione di questi fatti: "in una situazione in cui le due classi fondamentali e antagoniste della società si affrontano tra loro senza riuscire nessuna delle due ad imporre la sua risposta decisiva, la storia non si sarebbe potuta fermare.

Tensioni Iran-USA: il capitalismo è caos e barbarie

Gaza, Libano, Siria, Iraq, Afghanistan, Yemen ... la spirale infernale del conflitto imperialista continua a spingere il Medio Oriente nella barbarie più profonda. Questa regione è un concentrato di tutto ciò che è più disgustoso nel capitalismo decadente. Dopo decenni d’instabilità, invasioni, guerre “civili” e di ogni tipo di conflitto omicida, l’Iran è ora nell’occhio del ciclone.

Il Brasile entra nella tormenta

Crisi economica, spettro di una repressione sempre maggiore, approfondimento della miseria, insicurezza crescente, previsione di profondi attacchi anti-operai, minacce di guerra, rischi di caos legati alla personalità stessa del nuovo presidente, Bolsonaro, entrato in carica il 1 gennaio 2019.

Rapporto sulle tensioni imperialiste

Gli orientamenti principali del rapporto sulle tensioni imperialiste di novembre 2017 ci forniscono il quadro essenziale per comprendere gli sviluppi attuali:

- la fine dei due blocchi della ‘guerra fredda’ non significava la scomparsa dell'imperialismo e del militarismo. Sebbene le composizioni di nuovi blocchi e lo scoppio di una nuova ‘guerra fredda’ non siano all'ordine del giorno, i conflitti sono scoppiati in tutto il mondo. Lo sviluppo della decomposizione ha portato ad un sanguinoso e caotico scatenamento di imperialismo e militarismo;

Medio Oriente: il capitalismo è sempre più una minaccia per l'umanità

Pubblichiamo qui un articolo scritto a metà maggio. Dopo c'è stato l'incontro fra Trump e Kim Jong-un dove sembrava essere scoppiata la pace con l'annuncio che la Corea del Nord avrebbe sospeso il suo programma di armamento nucleare, annuncio che è stato smentito pochissime settimane dopo. Insomma, a parte qualche dettaglio che può cambiare nel tempo, il quadro delineato nell'articolo rimane quello della minaccia che il capitalismo in decomposizione costituisce per l'umanità.

In Siria, l’orrore di un campo di guerra imperialista

Sotto il capitalismo, il pozzo dell’orrore è senza fondo. Ai quattro angoli del globo, questo sistema distrugge, affama e massacra. Oggi è in Siria che questo sistema di sfruttamento scrive, con la punta di una baionetta bagnata di sangue, il nuovo atto della sua barbara storia. Laggiù, la vita vale meno del prezzo delle pallottole.

Dall’Iran alla Siria, si accelerano le manovre imperialiste

Il 29 novembre, degli studenti hanno fatto irruzione nell’edificio, causando danni agli uffici dell’ambasciata e a dei veicoli. Dominick Chilcott, l’ambasciatore britannico, in un’intervista alla BBC, ha accusato il regime iraniano di essere dietro questi attacchi “spontanei”. Per rappresaglia, il Regno Unito a espulso l’ambasciata iraniana di Londra. Questi avvenimenti sono un nuovo episodio della crescente tensione in Medio Oriente tra l’Occidente e l’Iran, sulla questione delle armi nucleari della Siria.

Intervento occidentale in Libia: un nuovo inferno guerriero

Dallo scatenamento dell’intervento militare in Libia, il 19 marzo, sotto la bandiera sia dell’ONU che della NATO, la situazione non si è affatto calmata. Ma possiamo stare “tranquilli”! L’ultimo vertice del G8 ha riaffermato che i coalizzati, dopo avere invitato il dirigente libico a lasciare il potere perché ha “perso ogni legittimità” ed al di là dei loro dissensi sono “determinati a finire il lavoro”. La stessa Russia si è unita al coro di tutti questi nuovi anti-Gheddafiani per proporsi in prima persona come mediatore con colui che “non considera più come il dirigente della Libia”.

Sull'imperialismo

Questo articolo, pubblicato nell’autunno 1979 nel n°19 della nostra Rivista Internazionale trimestrale nelle tre lingue francese, inglese e spagnolo, appare oggi anche in lingua italiana. Si tratta di un testo per noi di grande importanza perché dà un quadro a nostro avviso ampio e profondo della questione dell’imperialismo.

Militarismo e decomposizione

Con la rapida successione nel corso degli ultimi due anni di avvenimenti di considerevole importanza storica (crollo del blocco dell'est, guerra del Golfo), con la constatazione dell'entrata del capitalismo nella fase ultima della sua decadenza, la fase della decomposizione, è importante che i rivoluzionari facciano la maggiore chiarezza possibile sull'importanza del militarismo nelle nuove condizioni del mondo d’oggi.

Wikileaks conferma la crescita del caos in Afganistan

A luglio, dopo la pubblicazione ad aprile delle riprese di un elicottero Apache americano che spara sui civili, bambini inclusi, Wikileaks, in coordinamento con The Guardian, Der Spiegel e New York Times, ha pubblicato 92.000 documenti segreti americani datati da gennaio 2004 a dicembre 2009, relativi alla guerra in Afghanistan.

In Corea, le grandi potenze giocano con il fuoco attorno ad un barile di polvere

A fine maggio, la Corea del Sud effettuava delle importanti manovre navali alle frontiere marittime della Corea del Nord. In reazione a queste il governo della Corea del Nord rispondeva che si trattava da parte della Corea del Sud di “una provocazione deliberata che mira a provocare un altro conflitto militare nel mar Giallo e spingere così verso una nuova guerra” e ha minacciato di “mettere in opera delle misure militari per difendere le sue acque territoriali, e il Sud sarà tenuto responsabile delle conseguenze”.

Offensiva militare in Afghanistan: la popolazione paga il prezzo

A febbraio le forze ‘alleate’ in Afghanistan hanno iniziato una nuova offensiva contro i Talebani, denominata ‘Operazione Moshtarak’. Lo scopo dichiarato dell’operazione era di spingere i Talebani fuori dalla regione di Marja della provincia di Helmand. Le truppe britanniche hanno svolto un ruolo chiave nell’operazione con gli Stati Uniti e le truppe afgane. ‘Moshtarak’ è la prima di una serie di operazioni di nuovo tipo che dovrebbero permettere il consolidamento del controllo su tutto l’Afghanistan, con l’intento di portare a termine l’insurrezione dei Talebani.

Afghanistan. L’inferno capitalista è lastricato di cattive intenzioni

Da otto anni, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (ISAF), messa in piedi dagli Stati Uniti dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 per rispondere energicamente al “terrorismo internazionale”, imperversa in Afghanistan. Da otto anni, dopo la “grande vittoria” della democrazia dei primi mesi, abbiamo visto instaurarsi in questo paese e dintorni solo un inferno, ogni giorno più scottante.

L’imperialismo italiano si difende nel mondo

Se c’è un mito a cui molti credono, a proposito della storia patria, è quello degli “italiani brava gente”, secondo il quale l’Italia non ha mai fatto male a nessuno (eccezion fatta ovviamente per la parentesi nera del fascismo), e che anzi, se si è impegnata nel mondo, è solo per “difendere la pace”, per imporla alle popolazioni in guerra civile, e così via.

Pakistan: il nuovo fronte imperialista di Obama

Barack Obama, già prima di essere eletto, aveva affermato la sua intenzione di bombardare duramente il Pakistan:

Stanno complottando per colpire ancora. È stato un terribile errore non agire quando avevamo l’opportunità di eliminare durante  una riunione i leader di Al-Qaeda nel 2005. Se  abbiamo informazioni dai servizi su bersagli terroristici molto importanti su cui si può agire e il presidente Musharraf non lo vuole fare, lo faremo noi” (Guardian 1/8/08) “ Mr Obama… ha detto che il presidente George Bush avrebbe scelto il campo di battaglia sbagliato in Iraq e che avrebbe dovuto concentrarsi sull’Afghanistan e il Pakistan; ha detto che non esiterebbe ad utilizzare la forza per distruggere chi minacciava gli Usa e se il presidente del  Pakistan, Pervez Musharraf non agisse lo farebbe lui” (ibid 4/8/08).

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