Corrispondenza con altri gruppi

Bollettino di discussione di Gruppi della Sinistra Comunista, Primavera 2023

Nel bel mezzo del massacro della Prima Guerra Mondiale, molto prima che grandi masse di lavoratori si riunissero nelle strade per protestare contro la guerra, un piccolo ma determinato numero di internazionalisti si era riunito nel villaggio svizzero di Zimmerwald nel settembre del 1915 per difendere l'internazionalismo e per difendere l'unificazione dei lavoratori in tutto il mondo, rifiutando le illusioni pacifiste e opponendosi ai vari fronti dell'imperialismo.

Corrispondenza sulla Dichiarazione congiunta dei gruppi della Sinistra comunista sulla guerra in Ucraina

Introduzione della CCI

Pubblichiamo qui di seguito uno scambio di lettere principalmente tra gruppi della Sinistra comunista, dalla proposta iniziale alla stesura, alla finalizzazione e alla pubblicazione della Dichiarazione congiunta.

La verità è rivoluzionaria. Per una storia veritiera della Sinistra comunista (Corrispondenza con la TCI)

Lo scorso dicembre, la CCI ha scritto alla TCI chiedendo di pubblicare la correzione di gravi falsificazioni sulla nostra organizzazione presenti sul sito web della TCI all’interno di un articolo intitolato “Sul quarantacinquesimo anniversario della fondazione della CWO[1]”.

La CCI non avrebbe richiesto tali rettifiche a un gruppo borghese. Non ci aspettiamo altro che bugie da quella parte, e denunciamo semplicemente tali calunnie come il marchio della classe nemica.

Dichiarazione di solidarietà con la TCI

Avendo letto sul sito della Tendenza Comunista Internazionalista il comunicato del 12 aprile 2015 intitolato “A proposito di alcune infami calunnie”[1] la CCI esprime la sua piena solidarietà alla TCI ed i suoi militanti che sono particolarmente sotto mira con questi attacchi da parte di ex militanti della sezione della TCI in Italia, il Partito Comunista Internazionalista.

Sinistra comunista ed anarchismo internazionalista (3): quale stato d’animo deve animare il dibattito?

Questa serie di articoli si è data come obiettivo di dimostrare che i membri della Sinistra comunista e gli anarchici internazionalisti hanno il dovere di discutere ed anche di collaborare. La ragione è semplice. Al di là delle divergenze che sono talvolta importanti, noi condividiamo le posizioni rivoluzionarie essenziali: l’internazionalismo, il rigetto di ogni collaborazione e compromesso con le forze politiche borghesi, la difesa de “la presa in mano delle lotte da parte degli stessi operai”…

Sinistra comunista ed anarchismo internazionalista (II parte). Sulle nostre difficoltà a dibattere ed i mezzi per superarle

Nella prima parte di questa nuova serie di articoli, abbiamo tentato di dimostrare che alcuni punti fondamentali di accordo avvicinavano gli anarchici internazionalisti e la Sinistra comunista.

Solidarietà con gli anarco-sindacalisti di Belgrado imprigionati

Sicuramente siete al corrente che dei militanti anarco-sindacalisti serbi, tra cui l’attuale segretario dell’AIT, sono detenuti nella prigione di Belgrado. La procedura adottata nei loro confronti è quella di “terrorismo” e, per il momento, non sappiamo fin dove essa arriverà. L’accusa si basa su delle citazioni per danni materiali minimi che sarebbero stati commessi da un gruppo anarchico contro l’ambasciata greca di Belgrado in solidarietà con un compagno greco ancora incarcerato. Gli imputati negano i fatti, ma rischiano dai 3 ai 15 anni di reclusione.

Corrispondenza con un lettore. Qual è il nostro atteggiamento verso compagni che si richiamano all’anarchismo?

La prima questione che vogliamo affrontare e che sembra essere una delle tue preoccupazioni è il “nuovo” atteggiamento della CCI verso l’anarchismo. La nostra posizione in proposito non è cambiata. Quando parliamo dell’anarchismo dobbiamo fare varie distinzioni perché, se mettiamo in un unico sacco tutto quello che si riferisce all’anarchismo, facciamo confusione.

Una nuova riunione pubblica nella Repubblica dominicana: Crisi e decadenza del capitalismo

Lo scorso 25 giugno si è tenuta una riunione pubblica a Santiago, seconda città della Repubblica dominicana, organizzata dal Nucleo di discussione internazionalista della Repubblica dominicana (NDIRD). È la seconda volta che il nucleo organizza una riunione pubblica e che invita la CCI a fare la presentazione del tema che, questa volta, è stato: “Crisi e decadenza del capitalismo.

Replica al BIPR: LA NATURA DELLA GUERRA IMPERIALISTA

Il BIPR ha risposto, nella International Communist Review n.l3, al nostro articolo di polemica "La concezione del BIPR sulla decadenza del capitalismo", apparso sul n.79 della nostra Revue Internationale.

Nella misura in cui questa risposta espone chiaramente le tesi del BIPR, essa costituisce un contributo al necessario dibattito che deve esistere fra le organizzazioni della Sinistra Comunista, che hanno una responsabilità decisiva nella costruzione del partito comunista del proletariato.

Il dibattito fra il BIPR e la CCI si situa all’interno del quadro della Sinistra Comunista:

·         non é un dibattito accademico e astratto, ma una polemica militante, il cui scopo é di arrivare a stabilire posizioni chiare, libere da ogni ambiguità o concessione all'ideologia dominante, in particolare sulle questioni della natura della guerra imperialista e delle condizioni fondamentali per la rivoluzione comunista;

·         é un dibattito fra sostenitori dell'analisi della decadenza del capitalismo: dall'inizio del secolo il sistema é entrato in una crisi permanente che minaccia sempre di più la sopravvivenza stessa dell'umanità e del pianeta.

All'interno di questo quadro comune di posizioni, la risposta del BIPR insiste sulla sua visione della guerra imperialista come mezzo di svalorizzazione del capitale e per la ripresa del ciclo di accumulazione, giustificando la sua posizione su una spiegazione della crisi storica del capitalismo basata sulla caduta tendenziale del saggio del profitto. La nostra risposta verterà pertanto su questi due punti fondamentali

Coordinamento di Sesto S. Giovanni : un chiaro segno del processo di maturazione nella classe dal ’68 ad oggi

Segnaliamo e raccomandiamo ai compagni la lettura e la discussione dei due documenti pubblicati dal Coordinamento degli operai delle fabbriche Breda, Falck e Magneti Marelli di Sesto San Giovanni. Il primo, “La svolta sindacale gli interessi degli operai” costituisce una critica del documento economico del direttivo delle confederazioni CGIL-CISL-UIL del gennaio 1978 in cui si analizza il ruolo di sostegno e di difesa del capitale svolto oggigiorno dai sindacati, l’irreversibilità della crisi e la prospettiva di guerra cui già si prepara la borghesia. Il secondo, il “Manifesto politico del Coordinamento degli operai di Sesto San Giovanni”, oltre ad una breve presentazione sulla formazione del coordinamento, costituisce tanto una sorta di piattaforma politica e programmatica, quanto un appello “per l’unificazione dell’avanguardia di fabbrica, per la lotta politica indipendente degli operai”.

Abbiamo letto. IL PROBLEMA DELL’AVANGUARDIA DI CLASSE: COORDINAMENTO DI OPERAI O ORGANIZZAZIONE POLITICA PROLETARIA?

Quella che segue è una lettera che abbiamo spedito ai due compagni del Gruppo Operaio Fiat, estensori di un documento di minoranza dal titolo “Dove va ‘Operai Contro’, dove vanno i gruppi operai”. Questo documento, scritto in occasione del Convegno di Milano del 6 novembre '82 e fornitoci contemporaneamente da uno dei due compagni nel novembre scorso, attende ancora una risposta dalle persone cui esso è rivolto. Non poteva essere che così visto che i compagni estensori, in larga misura in maniera inconsapevole, hanno fornito in esso le prove del fallimento del gruppo operaio Fiat, del Coordinamento di cui esso fa parte, nonché del giornale “operaio” prodotto da quest’ultimo.

Polemica con le concezioni moderniste. I dubbi sulla classe operaia

Questo articolo è stato scritto a metà del 1983; esso è scritto sotto forma di polemica con dei gruppi modernisti, ora scomparsi, ma l'importanza degli argomenti lo rende ancora attuale, soprattutto dopo tutti i dubbi sulle possibilità rivoluzionarie della classe operaia seminati dalla forsennata campagna borghese sulla "fine del comunismo".

Polemica con Battaglia Comunista. Dietro la "mondializzazione" dell'economia l'aggravamento della crisi del capitalismo

Uomini politici, economisti e giornalisti vari ci hanno ormai abituato alle più stravaganti teorizzazioni, pur di nascondere il fallimento del capitalismo e giustificare la serie di attacchi senza fine contro le condizioni di vita della classe operaia.

Venticinque anni fa, un presidente americano portavoce del conservatorismo più retrivo, Nixon, si sgolava a proclamare: "Siamo tutti Keynesiani". Erano tempi in cui la borghesia cercava di rispondere alla crisi con "l’intervento dello Stato" e lo sviluppo dello "Stato sociale " come elisir magico. Era in nome di queste politiche che si chiedeva ai lavoratori qualche sacrificio momentaneo per "uscire dal tunnel".

Negli anni 80, di fronte all'evidenza del marasma economico, bisognò trovare qualcosa di nuovo. Ed ecco che il responsabile di tutti i mali diventa lo Stato ed il nuovo elisir magico é “meno Stato”. Sono gli anni d'oro della “Reaganomics”, che provocano la maggior ondata mondiale di licenziamenti dopo gli anni '30, una politica organizzata dallo Stato.

Polemica con Le Proletaire. Il proletariato non deve sottostimare il nemico di classe

Con il crollo dei regimi stalinisti dell’Europa dell’est alla fine degli anni ‘80 e tutte le campagne propagandistiche che si sono scatenate sulla “morte del comunismo”, la “fine della lotta di classe”, o ancora la “scomparsa della classe operaia”, il proletariato mondiale ha subito una sconfitta ideologica massiccia, una sconfitta aggravata dagli eventi successivi, in particolare la guerra del Golfo del 1991, e che hanno ulteriormente amplificato il suo senso di impotenza. In seguito, soprattutto a partire dai grandi movimenti dell’autunno 1992 in Italia, il proletariato ha ritrovato il cammino delle lotte di classe, attraverso molte difficoltà ma in maniera indiscutibile. Ad alimentare questa ripresa delle lotte proletarie sono stati essenzialmente gli attacchi continui e sempre più brutali che la borghesia di tutti i paesi è costretta a sferrare a mano a mano che il suo sistema economico affonda in una crisi senza uscita. La classe dominante sa perfettamente che non potrà far passare questi attacchi ed impedire che essi portino ad una radicalizzazione delle lotte operaie a meno che non metta in piedi tutto un arsenale politico destinato a deviarle, a condurle in vicoli ciechi, a svuotarle e annullarle. E per fare ciò essa deve contare sulla efficacia di questi organi dello Stato borghese in ambiente operaio che sono i sindacati. In altri termini la capacità della borghesia di imporre la sua legge alla classe sfruttata dipende e dipenderà dal credito che i sindacati ed il sindacalismo saranno capaci di guadagnarsi presso quest’ultima. E’ proprio ciò che gli scioperi della fine del 1995 in Francia ed in Belgio hanno dimostrato in modo chiaro., così come la successiva agitazione sindacale nel principale paese europeo: la Germania.

Dibattito: all'origine della CCI e del BIPR, II parte. La formazione del Partito Comunista Internazionalista

Per i comunisti lo studio della storia del movimento operaio e delle sue organizzazioni non corrisponde affatto ad una curiosità di tipo accademico. E' al contrario un mezzo indispensabile per permettere loro di fondare su solide basi il loro programma, di orientarsi nella situazione presente e stabilire in modo chiaro le prospettive per l'avvenire. In particolare, l'esame delle esperienze passate della classe operaia deve permettere di verificare la validità delle posizioni che sono state allora difese dalle organizzazioni politiche e tirarne le lezioni. I rivoluzionari di un'epoca non si pongono come giudici dei loro antenati. Ma devono essere in grado di mettere in evidenza le posizioni giuste come gli errori delle organizzazioni del passato, e devono saper riconoscere il momento in cui una posizione corretta in un certo contesto storico diviene caduca quando le condizioni storiche cambiano. In mancanza di ciò, incontrano grandi difficoltà ad assumere le loro responsabilità, condannati a ripetere gli errori del passato oppure a mantenere una posizione anacronistica.

Polemica con "Il Comunista". Rifiutare la nozione di decadenza porta alla smobilitazione del proletariato di fronte alla guerra

Nei numeri 90, 91, 92 della rivista Programme Communiste (Rivista teorica, in francese, del Partito Comunista Internazionale, che in italiano pubblica il giornale Il Comunista) (1) si trova un lungo studio su "La guerra imperialista nel ciclo borghese e nell'analisi marxista", che fa il punto delle concezioni di questa organizzazione su una questione di primaria importanza per il movimento operaio. Le posizioni politiche fondamentali che vi sono affermate costituiscono una chiara difesa dei principi proletari di fronte a tutte le menzogne portate avanti dai vari agenti della classe dominante. Certi sviluppi teorici, però, sui quali sono fondati questi principi e le previsioni che ne vengono fuori, non sono sempre all'altezza delle affermazioni di principio e rischiano di indebolirle anziché di rafforzarle. Questo articolo si propone di sottomettere a critica queste concezioni teoriche errate al fine di sviluppare su basi più solide possibili la difesa dell'internazionalismo proletario.

 

 

 

Polemica con il PCI-Le Prolètaire: La violenza cieca e distruttrice non è un’arma della classe operaia

Nel suo numero 479, datato da novembre 2005 a febbraio 2006, Le Prolétaire dedica circa quattro pagine alle sommosse di quest’autunno. Colonna dopo colonna, quest’organizzazione porta un sostegno incondizionato alla violenza dei giovani abitanti della periferia. Arriva addirittura a farne un punto di partenza per la lotta di tutta la classe operaia, un modello da seguire. "La rivolta delle periferie annuncia la ripresa della lotta proletaria rivoluzionaria!” potevamo leggere in grassetto ed in maiuscolo nel suo volantino. Pertanto, gli studenti che sono entrati in lotta quattro mesi più tardi hanno preso tutta un'altra strada. Non automobili bruciate a centinaia. Non scuole saccheggiate. Neanche notti intere ad affrontare gli sbirri, con i sassi in mano. Alla disperazione ed all'odio, all'autodistruzione ed al "non futuro", questi giovani della classe operaia hanno preferito l'unità e la solidarietà, l'auto-organizzazione e la costruzione dell'avvenire.

 

Quali sono i punti comuni tra i movimenti degli studenti e le sommosse d'autunno?

Omaggio al compagno Mauro

Sei mesi fa, il 2 maggio 2005, moriva a Milano il compagno di Battaglia Comunista Mauro Stefanini jr. Se noi oggi torniamo a rendere omaggio alla memoria del compagno, dopo averlo fatto sulla nostra stampa e di persona in occasione della cerimonia di commemorazione svoltasi alla Calusca di Milano il 28 maggio scorso, è perché una militanza politica spesa per la causa del proletariato non è una qualsivoglia attività altruistica e generosa che si compie in qualche ritaglio di tempo libero, ma è un’attività nobile e appassionante che permea completamente la vita di un militante e che costituisce un patrimonio per l’organizzazione di appartenenza e per tutto il movimento operaio. E Mauro era un militante nobile e appassionato.

lettera al Bipr

Compagni,

In primo luogo, salutiamo la tenuta di una riunione pubblica del Bipr a Parigi, il 2 ottobre, così come abbiamo salutato qualche mese fa le riunioni pubbliche della vostra organizzazione a Berlino. Non si tratta da parte nostra, come sapete, di un atteggiamento di circostanza: da molti anni, soprattutto in occasione di avvenimenti importanti della situazione mondiale, vi abbiamo fatto proposte affinché possano esprimersi nel modo più esteso possibile le posizioni della vostra organizzazione, offrendovi la nostra ospitalità nelle città dove abbiamo delle sezioni. È per lo stesso motivo che, dopo aver saputo della tenuta della vostra riunione pubblica, abbiamo informato i nostri simpatizzanti.

Lettera della CCI al BIPR

Parigi, 1 ottobre 2004

Compagni

In primo luogo, salutiamo la tenuta di una riunione pubblica del Bipr a Parigi, il 2 ottobre, così come abbiamo salutato qualche mese fa le riunioni pubbliche della vostra organizzazione a Berlino. Non si tratta da parte nostra, come sapete, di un atteggiamento di circostanza: da molti anni, soprattutto in occasione di avvenimenti importanti della situazione mondiale, vi abbiamo fatto proposte affinché possano esprimersi nel modo più esteso possibile le posizioni della vostra organizzazione, offrendovi la nostra ospitalità nelle città dove abbiamo delle sezioni. È per lo stesso motivo che, dopo aver saputo della tenuta della vostra riunione pubblica, abbiamo informato i nostri simpatizzanti.
Su questo soggetto, vogliamo fare una serie di osservazioni:

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