Inviato da CCI il
Siamo perfettamente d’accordo con i compagni che si tratta di un tentativo di intimidazione da parte dello Stato contro dei militanti e contro la classe operaia in generale. Il contrasto tra la severità delle pene chieste per i compagni ed il silenzio benevolo e complice che ha coperto dei criminali di guerra come Karadzic e Mladic per tanti anni dalla guerra nella ex-Iugoslavia è tanto loquace sull’ipocrisia d’accusa di “terrorismo” che di più non si può.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà verso i militanti incarcerati e le loro famiglie e incoraggiamo i nostri lettori a diffondere il più largamente possibile la dichiarazione della CNT-AIT.
CCI, 27 ottobre 2009
COMUNICATO della CNT-AIT di Marsiglia
Sicuramente siete al corrente che dei militanti anarco-sindacalisti serbi, tra cui l’attuale segretario dell’AIT, sono detenuti nella prigione di Belgrado. La procedura adottata nei loro confronti è quella di “terrorismo” e, per il momento, non sappiamo fin dove essa arriverà. L’accusa si basa su delle citazioni per danni materiali minimi che sarebbero stati commessi da un gruppo anarchico contro l’ambasciata greca di Belgrado in solidarietà con un compagno greco ancora incarcerato. Gli imputati negano i fatti, ma rischiano dai 3 ai 15 anni di reclusione.
Questa sproporzione tra i fatti addebitati e l’accusa ci fa pensare che la volontà del potere serbo sia di mettere la museruola ai nostri compagni la cui attività militante arreca visibilmente disturbo.
Vi chiediamo con la presente di diffondere il più largamente possibile il seguente comunicato dell'ASI:
“Il 4 settembre 2009, il Tribunale locale di Belgrado ha deciso che i militanti dell’ASI saranno incarcerati per 30 giorni. I nostri compagni sono accusati di un atto di “terrorismo internazionale”.
La Confederazione di sindacati “Iniziativa anarco-sindacalista” è stata informata dai media dell’attacco contro l’ambasciata greca e dell’organizzazione che l’ha rivendicata. Profittiamo dell’occasione per ricordare ancora una volta all’opinione pubblica che questi mezzi di lotta politica individualistica non sono quelli dell’anarco-sindacalismo, al contrario: noi affermiamo pubblicamente le nostre posizioni politiche e cerchiamo di attirare le masse verso il movimento sindacalista e le organizzazioni libertarie e progressiste attraverso la nostra azione.
Lo Stato vuole fare tacere le nostre critiche con i suoi mezzi di repressione e lo fa con la sua assurda logica, dichiarando sospetti quelli che esprimono pubblicamente il loro punto di vista libertario e conclude l’atto arrestandoli per dare una falsa immagine all’opinione pubblica. Si possono notare, fin dai primi momenti della detenzione, le forme poco scrupolose d’azione delle istituzioni del regime, la perquisizione illegale degli appartamenti, l’intimidazione delle famiglie e le accuse sproporzionate di terrorismo internazionale.
Sebbene noi non sosteniamo le azioni dell’ormai celebre gruppo anarchico “Crni Ilija”, non possiamo caratterizzarlo come “terrorismo internazionale” poiché il terrorismo, per definizione, è una minaccia contro la vita di civili, mentre in questo caso nessuno è stato ferito e i danni materiali sono stati simbolici. È chiaro che questa farsa dello Stato è una maniera per intimidire coloro che denunciano l'ingiustizia e la disperazione di questa società.
In questi tempi di narcosi sociale ci sono individui che scelgono di fare azioni incredibili, talvolta auto lesive, per rompere il blocco mediatico ed attirare l’attenzione sulle loro richieste (ricordiamoci dei lavoratori che si sono tagliate le dita e che le hanno mangiate, oppure di quell’uomo disperato che ha minacciato di fare esplodere una granata nell’edificio della Presidenza serba), il tutto per far conoscere in modo più ampio possibile i loro problemi.
Noi non lasceremo passare il tentativo di far credere che un tale atto simbolico di solidarietà, benché espresso in modo sbagliato, possa essere considerato come un atto antisociale o terroristico, così come qualunque atto di ribellione di coloro che sono stati privati dei loro diritti. Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni incarcerati ed alle loro famiglie e chiediamo che vanga stabilita la verità su questo fatto.
Libertà per gli anarco-sindicalisti! Iniziativa anarco-sindacalista.
5 settembre 2009