Spagna

Sciopero dei metallurgici a Cadice: la nostra forza è lottare come classe operaia

Mentre la pandemia e il disastro ecologico imperversano, la crisi economica ci colpisce con prezzi alle stelle, disoccupazione crescente e precarietà, e in questo contesto i capitalisti ci spremono ancora più ferocemente. Lo vediamo a Cadice dove nell'accordo nella siderurgia intendono eliminare due pagamenti extra, una perdita di 200 euro al mese.

Aprile 1939: fine della guerra di Spagna e prologo della seconda Guerra Mondiale

Ottanta anni fa si poneva fine a uno dei fatti più importanti del 20° secolo: la guerra di Spagna. Questo avvenimento, di grande rilevanza, fu al centro della situazione mondiale nel decennio del 1930. E fu al centro dell’attualità politica internazionale per molti anni. Costituì una prova decisiva per tutte le tendenze politiche che si consideravano proletarie e rivoluzionarie. Per esempio, fu in Spagna che si poté vedere lo stalinismo in azione, per la prima volta fuori dall’URSS, nel suo ruolo di carnefice del proletariato.

Scontri in Catalogna: il passato reazionario è nella democrazia e nella nazione, il futuro appartiene al proletariato

Pubblichiamo qui di seguito la traduzione di un volantino realizzato dai compagni della nostra sezione in Spagna che è stato diffuso in tutto il paese dopo gli scontri e la repressione in  Catalogna seguiti al referendum del 1° ottobre organizzato dagli indipendentisti. Si tratta della riaffermazione dell'internazionalismo proletario di fronte a una situazione che costituisce una ulteriore dimostrazione dell'attuale sprofondamento del sistema capitalista in un processo di decomposizione sociale che ha effetti pericolosi per la classe operaia e l'umanità tutta.

IL GROVIGLIO DELLA QUESTIONE CATALANA È UNA SPIA DELL’AGGRAVARSI DELLA DECOMPOSIZIONE CAPITALISTA

L’escalation dell’indipendentismo catalano lungo l’iter e le difficoltà riscontrate dal governo del Partito Popolare, e più in generale dall’intero apparato statale nell’affrontare il problema in una cornice di accordi e negoziazioni, configurano una crisi politica rilevante per la borghesia in Spagna, oltre a fungere da catalizzatore nell’opera di rottura dell'“Accordo del 1978” (le regole del gioco che lo Stato si era dato a partire dalla transizione democratica del 1975) che già risultava fortemente indebolito dalla crisi del bipartitismo (PP-PSOE), e dallo sforzo di garantire un’alterna

Dichiarazione di lavoratori di Alicante (Spagna) sullo sciopero generale

Pubblichiamo qui di seguito la traduzione di una dichiarazione di lavoratori di Alicante, una città del sud-est della Spagna, sulla costa del Mediterraneo, preceduta da una breve introduzione della nostra organizzazione. Questi due testi sono stati pubblicati sul nostro sito web in lingua spagnola.

Il peggior attacco alle nostre condizioni di vita (finora): Dove stiamo andando? Come possiamo rispondere?

Questo è un volantino prodotto dalla nostra sezione in Spagna per denunciare gli attacchi spietati contro le condizioni di vita della classe operaia di quel paese. E’ anche un’analisi della situazione con la formulazione di qualche proposta per portare avanti la lotta.

Nel 1984 il governo socialista del PSOE varò la prima Riforma del Lavoro, tre mesi fa l’attuale governo conservatore del PP mette in atto la peggiore Riforma del Lavoro … fino ad oggi. Nel 1985 il governo PSOE fece la prima Riforma delle pensioni, nel 2011 c’è stata un’altra riforma, a quando la prossima? Sono più di 30 anni che le nostre condizioni di vita sono gradualmente peggiorate, ma dal 2010 il degrado ha preso un ritmo vertiginoso e con le nuove misure del governo PP raggiunge livelli che comunque rimangono piccoli di fronti ai nuovi attacchi in arrivo.

Spagna: come possiamo rispondere agli attacchi mentre l’economia affonda?

La classe operaia in Spagna sta affrontando delle misure di austerità particolarmente dure in un contesto di profonda crisi economica, il che sta aumentando la tensione sociale. Le lotte che hanno avuto luogo nel 2011 in risposta alla crisi sono state, in molti casi, elemento di ispirazione per altri movimenti. Nel caso del movimento 15-M, questo è stato influenzato dalla primavera araba e, a sua volta, ha ispirato lo sviluppo delle lotte in Grecia e negli Stati Uniti, per esempio. L’anniversario del 15-M ha coinciso con l’inizio dello sciopero degli 8000 minatori nel nord della Spagna contro un importante ritiro di aiuti pubblici al settore che, oltre che portare alla chiusura dell’industria mineraria, metterebbe a rischio 40.000 posti di lavoro dell’indotto, in un paese che ha già il 24% di disoccupazione di cui la metà al di sotto di 25 anni. Questo articolo mira a contribuire al dibattito su quali lezioni possiamo trarre, dopo un anno, dal movimento del 15-M e sullo sciopero dei minatori.

Di fronte all’ondata repressiva a Valencia (Spagna)

Mercoledì 15 febbraio, la polizia ha represso i liceali e gli studenti che avevano bloccato la circolazione in via Xativa a Valencia in occasione della manifestazione contro i tagli di bilancio. Un giovane minatore è stato fermato. Da allora sono seguite manifestazioni ed assembramenti e lo Stato ha risposto con una vera e propria escalation della repressione: 17 persone fermate e trattate in modo umiliante, in particolare le ragazze, insultate rudemente, trascinate per terra … Quelli che si sono raggruppati di fronte al palazzo di polizia di Zapadores sono state vittime di una trappola e sono stati schedati uno ad uno.

Di fronte a tali atti, vogliamo esprimere la nostra solidarietà con tutti gli imprigionati, il nostro sostegno a tutte le manifestazioni di solidarietà che ci sono state, come pure all’atteggiamento degli abitanti della zona di Zapadores

Perché ci considerano loro nemici?

Traduciamo qui un articolo pubblicato in Accion Proletaria, organo di stampa della CCI in Spagna, a proposito di alcune dichiarazioni fatte da un capo della polizia sulla repressione degli studenti liceali ed universitari a Valencia nel febbraio scorso. Queste dichiarazioni sono effettivamente molto chiarificatrici …

Presentazione - Movimento degli indignati in Spagna, Grecia e Israele: dall’indignazione alla preparazione delle battaglie di classe

Pubblichiamo qui di seguito la presentazione fatta alle nostre riunioni pubbliche di dicembre su questo tema. La presentazione è basata sull’articolo, dallo stesso titolo, pubblicato sul nostro sito che argomenta più estesamente gli elementi di analisi qui presentati.

La mobilitazione degli "indignati" in Spagna e le sue ripercussioni nel mondo: un movimento portatore di avvenire

La parola "crisi" contiene una connotazione drammatica per milioni di persone, colpite da una valanga di miseria che va dal deterioramento crescente delle condizioni di vita, passando per la disoccupazione a durata indeterminata e la precarietà che rendono impossibile la minima stabilità quotidiana, fino alle situazioni più estreme che riportano direttamente alla grande povertà ed alla fame.

Ma ciò che è più angoscioso è l'assenza di futuro. Come lo denunciava l'assemblea degli Arrestati di Madrid in un comunicato che, come vediamo, ha rappresentato la  scintilla che ha dato fuoco alle polveri del movimento: “ci troviamo di fronte ad un orizzonte privo della minima speranza e senza un futuro che ci permetta di vivere tranquilli e di poterci dedicare a ciò che ci piace”. Quando l'OCSE dichiara che occorreranno 15 anni affinché la Spagna ritrovi il livello di occupazione che aveva nel 2007 - quasi una generazione intera privata di lavoro! -, quando cifre simili possono essere ascoltate negli Stati Uniti o in Gran Bretagna, possiamo comprendere fino a che punto questa società è gettata in un turbine senza fine di miseria, di disoccupazione e di barbarie.

Comunicato sui metodi polizieschi subiti dalle persone arrestate alla fine della manifestazione del 15 maggio 2011 a Madrid

Quello che sta accadendo in Spagna ha avuto origine da una manifestazione “contro i politici”, organizzata da Democracia Real Ya! (“Democrazia reale subito!”). Queste manifestazioni del 15 maggio hanno avuto un successo spettacolare: il malcontento generale, il malessere di fronte all’avvenire, hanno trovato in queste manifestazioni uno sbocco inatteso. Apparentemente la cosa sarebbe finita lì, ma a fine manifestazione, a Madrid ed a Granada, vi sono state violente cariche della polizia con più di 20 fermati duramente maltrattati nei commissariati. Questi fermati, una volta rilasciati, si sono raggruppati in un collettivo che ha adottato un comunicato la cui diffusione ha suscitato una forte impressione ed una folgorante reazione di indignazione e di solidarietà. Un gruppo di giovani ha deciso di creare un accampamento a “Puerta del Sol” a Madrid (piazza del centro storico). Questo stesso lunedì, l’esempio madrileno viene seguito a Barcellona, Granada e Valencia. Una nuova fiammata di repressione non ha fatto che surriscaldare gli animi e, da allora, gli assembramenti si sono estesi a più di 70 città e la loro affluenza è cresciuta ad un ritmo vertiginoso. Pubblichiamo qui di seguito il Comunicato di questo collettivo.

Repressione a Valencia: solidarietà con gli “Indignati”, indignazione contro lo Stato democratico!

Era stata orgaanizzata una protesta pacifica dinanzi al nuovo Parlamento regionale di Valenza. Chiedeva che i politici non siano più corrotti e che ascoltino i cittadini, cioè quello che portava acqua al mulino delle illusioni su uno Stato “espressione della volontà popolare”.  Questo ha risposto in modo estremamente pedagogico: molti dimostranti sono stati picchiati con violenza, trascinati a terra, sottoposti ad un trattamento arrogante e brutale. 18 dimostranti sono stati feriti e cinque arrestati. Non sono stati trattati come “cittadini” ma come delinquenti.

Solidarietà con gli “Indignados” in Spagna. Il futuro appartiene alla classe operaia!

Nel momento in cui in molti paesi i media, giorno dopo giorno, titolano sul “terremoto” dello “scandalo DSK” (Dominique Strauss-Kahn - direttore del FMI), un vero e proprio terremoto scuote l’Europa: quello del vasto movimento sociale in Spagna che si è cristallizza dal 15 maggio con l’occupazione, giorno e notte, della piazza Puerta del Sol a Madrid da una marea umana composta essenzialmente da giovani, indignati per la disoccupazione, le misure di austerità del governo Zapatero, i politici corrotti. Questo movimento sociale si è diffuso a macchia d’olio nelle città di tutto il paese attraverso i social network (Facebook, Twitter ...): Barcellona, Valencia, Granada, Siviglia, Malaga, Leon ... Ma le informazioni non hanno attraversato la barriera dei Pirenei. In Italia, in Francia ed altrove, solo i social network e alcuni media alternativi hanno ampiamente pubblicizzato le immagini e i video di ciò che è successo in Spagna. Se i media borghesi hanno fatto un tale black-out su questi avvenimenti, preferendo intossicarci con la “soap americana” sul caso DSK (o in Italia con quella di Berlusconi, le elezioni ed il referendum) è proprio perché questo movimento costituisce una tappa molto importante nello sviluppo delle lotte sociali e delle lotte della classe operaia mondiale di fronte al vicolo cieco del capitalismo.

Da Piazza Tahrir alla Puerta del Sol

Gli avvenimenti che si stanno svolgendo in Spagna, quale che sia la loro conclusione finale e quali che siano le confusioni o le illusioni dei protagonisti, stanno facendo storia, segnano un punto nell’evoluzione della lotta di classe.

C’è un tentativo di spiegare questi avvenimenti a partire da supposti fattori nazionali, cosa che viene riassunta nella famosa denominazione “Rivoluzione Spagnola”.

Niente di più falso e ingannevole! Il disincanto verso la cosiddetta “classe politica” è un fenomeno mondiale. E’ molto difficile trovare un paese i cui abitanti abbiano fiducia nei loro “rappresentanti”, siano stati legittimati nel circo elettorale o imposti con metodi dittatoriali. La corruzione, che è l’altro argomento portato come possibile spiegazione, è anch’esso un fenomeno mondiale a cui non sfugge nessun paese. Certo, sia nella “qualità” dei politici, come nella corruzione, ci sono gradi diversi a seconda dei paesi, ma queste differenze sono solo degli alberi che impediscono di vedere il fenomeno storico e mondiale della degenerazione e della putrefazione del capitalismo.

Altri ragionamenti messi in campo sono la disoccupazione massiccia, soprattutto fra i giovani. Si è parlato anche della precarietà, dei tagli sociali generalizzati già fatti e quelli che si preparano per dopo le elezioni. Tutto questo non ha niente di spagnolo. Lo si vede non solo in Grecia, in Irlanda o in Portogallo, ma anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Anche se è vero che questi attacchi alla classe lavoratrice e alla maggioranza della popolazione variano di intensità a seconda dei paesi – il capitalismo è una fonte permanente di disuguaglianze – è un errore stare a sottilizzare se X è meno povero di Y quando tutti tendiamo ad essere sempre più poveri!

La lotta degli “indignati” in Spagna: il contagio delle lotte sociali dal nord Africa si sposta in Europa

E’ ormai una settimana che decine di migliaia di persone occupano pacificamente decine di piazze delle più importanti in tutta la Spagna per far fronte ad una situazione di degrado e di sofferenza non più sostenibili. In Spagna il numero dei senza lavoro a marzo è cresciuto di 34.406 unità rispetto a febbraio, toccando quota 4,3 milioni di persone e un tasso di disoccupazione superiore al 20,5 %, che raggiunge addirittura il 44,6% per i giovani con meno di 25 anni.

Bangladesh, Cina, Spagna, Gran Bretagna… La classe operaia rifiuta di piegarsi alla crisi

Dopo il 1929 nessuna crisi economica ha mai colpito con tale violenza il proletariato mondiale. Dappertutto la disoccupazione e la povertà stanno esplodendo. Questa situazione drammatica provoca un forte sentimento di rabbia tra gli operai. Oggi è difficile convertire questa rabbia in combattività. Che fare quando la propria fabbrica chiude? Come combattere? Che tipo di scioperi o azioni fare? E per quelli che ancora hanno un lavoro, come resistere ai tagli sullo stipendio, agli straordinari non pagati, agli aumenti di produttività ...

Movimento degli studenti a Barcellona: un’espressione di solidarietà operaia

Pubblichiamo questo articolo scritto dalla nostra sezione in Spagna nel marzo scorso nel pieno del movimento degli studenti in questo paese perché mostra come la dinamica aperta dal movimento contro il CPE in Francia nel 2006 e proseguita in Italia, in Grecia ed altrove negli anni scorsi, abbia continuato ad esprimersi mostrando anche in Spagna quelle caratteristiche che fanno di queste lotte dei momenti della più generale ripresa della lotta di classe a livello internazionale.

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