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Elezione di Trump: Di fronte alla crisi e al disordine capitalistico, il proletariato deve sviluppare la sua lotta di classe!

Il 20 gennaio, Donald Trump è entrato ufficialmente in carica come presidente. Questa vittoria rappresenta un clamoroso fallimento per le fazioni più responsabili della borghesia americana che avevano cercato, durante tutto il mandato di Joe Biden, di impedire il ritorno al potere di questo triste personaggio.

Il capitalismo sta sprofondando velocemente nel caos

Se nelle elezioni del 2016 la borghesia era stata sorpresa dalla vittoria di Trump, aveva poi cercato di contenere gli umori e le incongruenze di questo inquilino dello Studio Ovale

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Né populismo, né democrazia borghese… La sola vera alternativa è lo sviluppo mondiale della lotta di classe contro tutte le frazioni della borghesia

Trump torna alla Casa Bianca quattro anni dopo la sua sconfitta elettorale contro Biden. Questa è una cocente sconfitta per la borghesia americana che arriva nonostante tutti gli sforzi impiegati dal 2020 da una parte di questa per isolare Trump e i suoi alleati, con l’impegno di Biden, del partito democratico, di una parte del partito repubblicano e di una parte dell’intellighenzia americana.

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L'elezione di Trump accelererà la decomposizione del capitalismo

Sabato 25 gennaio, dalle 15.00 alle 18.00 (ora italiana)

L'elezione di Trump è un chiaro prodotto della progressiva decomposizione della società capitalista, ma sarà anche un fattore attivo nell'accelerare questo processo, portando con sé conflitti più acuti all'interno della borghesia statunitense, un'intensificazione delle tensioni imperialiste, un nuovo tuffo nella crisi economica e un'ulteriore prova dell'incapacità del capitalismo di affrontare la crisi ambientale.

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Trionfo di Trump negli Stati Uniti: Un passo da gigante nella decomposizione del capitalismo!

Trump è tornato alla Casa Bianca, coronato da una vittoria schiacciante alle elezioni presidenziali. Agli occhi dei suoi sostenitori, è un eroe americano invincibile che ha superato tutti gli ostacoli: le “elezioni truccate”, l’“inquisizione giudiziaria”, l’ostilità dell’“establishment” e persino... i proiettili! L’immagine di un Trump miracolato, con l’orecchio sanguinante, il pugno alzato, dopo che un colpo lo ha sfiorato, rimarrà negli annali.

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Attentato a Donald Trump: la borghesia americana è impantanata nelle sabbie mobili dell’instabilità

A pochi giorni dall'attentato a Donald Trump che è costato la vita a un suo sostenitore, è ancora troppo presto per determinare l’esatto movente dell’attentatore e le ragioni del fallimento del servizio di sicurezza dell’ex-Presidente. L’attacco, tuttavia, ha sconvolto la campagna elettorale consentendo al campo repubblicano di fare un altro passo verso la vittoria.

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Scioperi negli Stati Uniti: conferma del ritorno internazionale del proletariato

Dopo più di 30 anni di silenzio quasi completo, i lavoratori in Gran Bretagna sono tornati a lottare dall'estate del 2022 seguiti da quelli di altri paesi dell'Europa occidentale, manifestando così una rottura, un cambiamento nelle dinamiche della classe operaia su scala internazionale. Ciò dimostra che il proletariato non è stato sconfitto come classe storica e che sta ricominciando ad avanzare per lottare contro la miseria che si sviluppa ogni giorno di più, contro le condizioni disumane in cui sopravvivono tutti gli sfruttati del mondo.

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Scioperi e manifestazioni negli Stati Uniti, Spagna, Grecia, Francia... Come possiamo sviluppare e unire le nostre lotte?

"Dobbiamo dire che quando è troppo è troppo! Non solo noi, ma tutta la classe operaia di questo paese deve dire, a un certo punto, che quando è troppo è troppo! (Littlejohn, responsabile della manutenzione nei settori specializzati dello stabilimento Ford di Buffalo, negli Stati Uniti).

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La superpotenza del periodo di decadenza capitalista è diventata ora l’epicentro della decomposizione sociale. I parte

L’eruzione del populismo nel paese più potente del mondo, che è stato coronato dal trionfo di Donald Trump nel 2016, ha portato a quattro anni di decisioni contraddittorie ed erratiche, a denigrare le istituzioni e gli accordi internazionali, intensificando il caos globale e portando all’indebolimento e al discredito del potere americano e accelerando ulteriormente il suo declino storico. La situazione sta diventando più grave e le divisioni interne nella vita sociale americana stanno apparendo apertamente.

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I frutti amari della “guerra al terrorismo”

In occasione del 20° “anniversario” degli attentati dell’11 settembre a New York, vogliamo ricordare ai nostri lettori il nostro articolo principale sul tema, A New York e dovunque nel mondo il capitalismo semina la morte, pubblicato su Rivoluzione Internazionale n. 122[1]. L’articolo denuncia il massacro di migliaia di civili, soprattutto proletari, come un atto di guerra imperialista, ma allo stesso tempo denuncia le lacrime ipocrite versate dalla classe dominante.

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Elezioni americane: l’illusione democratica

Gli Stati Uniti, il paese più potente del pianeta, sono diventati la vetrina della decomposizione progressiva dell'ordine mondiale capitalista. La corsa alle elezioni presidenziali ha gettato una luce sinistra su un paese dilaniato da divisioni razziali, da conflitti sempre più brutali all'interno della classe dirigente, da una scioccante incapacità di affrontare la pandemia Covid-19 che ha causato quasi un quarto di milione di morti, dall'impatto devastante della crisi economica ed ecologica, dalla diffusione di ideologie irrazionali e apocalittiche.

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