Come abbiamo già detto sulla nostra stampa, la vittoria dell’uno o dell’altro non costituiva la posta in gioco per la borghesia americana. Nondimeno, il fatto che il candidato su cui era caduta la sua scelta non è stato eletto a causa di una difficoltà a canalizzare questa parte dell’elettorato particolarmente permeabile ai temi più arcaici ed oscurantisti, costituisce un’espressione dell’indebolimento della potenza americana. In effetti l’empasse al quale è confrontata la leadership americana sulla scena mondiale si riflette in una certa difficoltà della borghesia americana a controllare il gioco politico.
Di fronte alla politica imperialista degli Stati Uniti che può esprimersi e svilupparsi solo in una direzione militare e guerriera, la conferma dell’equipe Bush per i prossimi quattro anni designa una evoluzione della situazione mondiale ancora più drammatica e barbara. La classe operaia non può aspettarsi niente dalle elezioni negli Stati Uniti, così come in qualsiasi altra parte del mondo. Ha invece tutto da temere dalla caduta del capitalismo nel caos e la barbarie.
Tino (18 novembre 2004).