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Economia

Briciole di pane

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La catastrofe economica mondiale è inevitabile

In questi ultimi mesi si sono susseguiti, uno dopo l’altro, avvenimenti di grande portata che manifestano la gravità della situazione economica mondiale: incapacità della Grecia a far fronte ai suoi debiti; minacce analoghe per la Spagna e l’Italia; richiamo alla Francia per la sua estrema vulnerabilità di fronte ad un’eventuale cessazione di pagamento da parte della Grecia o dell’Italia; blocco alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti sul rialzo del tetto del debito dello Stato; perdita per questo paese della sua “tripla A” – valutazione massima che fin qui ha caratterizzato la garanzia di rimborso del suo debito; voci sempre più persistenti sul rischio di fallimento di alcune banche, le cui smentite non ingannano nessuno, considerando le massicce soppressioni di posti di lavoro già effettuate; prima conferma di queste voci con il fallimento della banca franco-belga Dexia. Ogni volta i dirigenti di questo mondo corrono ai ripari ma le falle che sembravano aver tappato si aprono di nuovo, qualche settimana o anche qualche giorno dopo. La loro impotenza a contenere la scalata della crisi non evidenzia tanto la loro incompetenza e la loro visione a breve termine, quanto piuttosto la dinamica attuale del capitalismo verso catastrofi che non possono essere evitate: fallimenti di istituti finanziari, fallimenti di Stati, caduta in una profonda recessione mondiale.

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Il capitalismo è in fallimento, è necessario rovesciarlo!

A C’è stato un tempo, non così lontano, in cui i rivoluzionari non incontravano che scetticismo, derisione o scherno quando affermavano che il sistema capitalista stava andando verso la catastrofe. Oggi a dirlo sono i più accesi sostenitori del capitalismo “Il caos è qua, proprio davanti a noi (Jacques Attali, ex collaboratore del presidente Mitterrand, ex direttore del BERS e, attualmente, consigliere del presidente Sarkozy).

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Crisi economica: accusano la finanza per risparmiare il capitalismo!

“Ci sarà un crac e la caduta sarà violenta”. “Assolutamente nessuno crede ai piani di salvataggio, tutti sanno che il mercato è cotto e che la borsa è finita”. “I trader se ne infischiano di come si dovrà raddrizzare l’economia, il nostro lavoro è fare soldi in questa situazione”. “Io mi corico tutte le sere sognando una nuova recessione”. “Nel 1929 qualcuno era preparato a fare del denaro col crac e tutti oggi lo possono fare, e non solamente l’élite”. “Questa crisi economica è come un cancro”. “Preparatevi! Non è il momento di sperare che i governi risolvano i problemi. I governi non dirigono il mondo, è Goldman Sachs che dirige il mondo. Questa banca se ne frega dei piani di salvataggio”. “Predico che in meno di 12 mesi le economie di milioni di persone spariranno, e sarà solo l’inizio...”.

 

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Manovra finanziaria: un salasso da capogiro che servirà solo a peggiorare la situazione

Da anni ormai c’eravamo abituati a temere il momento del varo della legge di bilancio dello Stato (“La finanziaria”), perché da anni ormai queste finanziarie significano sacrifici per i lavoratori, ma quello che sta succedendo da luglio è una novità assoluta: sotto i colpi della tempesta finanziaria internazionale le manovre economiche ormai vengono varate a ripetizione, e tutte hanno sempre lo stesso carattere di dissanguamento dei lavoratori. Tra luglio e settembre sono state varate due manovre finanziarie che si proiettano al 2014, anno in cui viene promesso il pareggio di bilancio, e che superano i 60 miliardi di euro
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Crisi economica mondiale: un’estate micidiale

I mesi di luglio e agosto di quest’anno sono stati segnati da eventi apparentemente stupefacenti. Stiamo assistendo al panico diffuso dei governi, dei dirigenti, delle banche centrali e delle altre istituzioni finanziarie internazionali. I padroni di questo mondo sembrano aver perso completamente la bussola. Ogni giorno si tengono nuove riunioni di capi di Stato, dei G8, G20, della BCE, della FED, ecc ... Allo stesso ritmo impressionante, in una totale improvvisazione, vengono pronunciate dichiarazioni che appaiono ridicole rispetto ai problemi incontrati e sono annunciate decisioni senza che la crisi economica mondiale cambi il suo corso catastrofico. Il fallimento generalizzato avanza. La depressione decolla in maniera irreversibile. In poche settimane, il piano di salvataggio dell’economia della Grecia è superato e la crisi del debito guadagna spettacolarmente dei paesi importanti come l’Italia e la Spagna. La stessa prima potenza economica mondiale, gli Stati Uniti, vede svilupparsi una grave crisi politica al suo interno di fronte alla necessità assoluta per lei di alzare il tetto del debito di oltre 14500-16600 miliardi di dollari. Tutto questo nel quadro di un piano di lotta contro il deficit pubblico che ha portato direttamente al deterioramento del rating di questo gigante dai piedi d’argilla. Cosa che è una novità nella sua storia. Il treno deraglia ed i conduttori perdono il controllo della loro macchina. Ma dove va dunque l’economia globale? Perché sembra cadere in un precipizio senza fondo? Tante domande cui è necessario rispondere: dove sta conducendo l’umanità questa economia mondiale in fallimento?
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19° Congresso della CCI: la crisi economica mostra il fallimento del capitalismo

Pubblichiamo qui di seguito la prima parte della risoluzione sulla situazione internazionale adottata dalla CCI in occasione del suo 19° Congresso che si è tenuto nel mese di maggio scorso. Questa prima parte è consacrata all’analisi della situazione economica attuale. L’intera risoluzione sarà invece pubblicata prossimamente sul sito web.
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Rosa Luxemburg ed i limiti dell'espansione del capitalismo

L’attacco dei revisionisti contro il marxismo si è svolto attorno alla teoria dell'inevitabilità del declino del capitalismo per la quale le contraddizioni insolubili esistenti nei rapporti di produzione capitalista costituiranno un ostacolo insuperabile allo sviluppo delle forze produttive.
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Irlanda: un lampante esempio del crollo del capitalismo

In Irlanda i turisti sono invitati ad esplorare una terra di miti e leggende. Nel corso degli ultimi quindici anni racconti fantasiosi sullo stato dell’economia irlandese sono stati aggiunti in gran quantità alla mitologia. Nella metà degli anni 90 ci fu il mito della Tigre Celtica, della radicata prosperità irlandese. Come George Osborne (membro del Partito Conservatore) diceva nel 2006 “L’Irlanda rappresenta un fulgido esempio dell’arte del possibile nelle politiche economiche a lungo termine”. Ma da quando l’Irlanda è diventato il primo paese dell’eurozona ad entrare in recessione si sono susseguite, dal budget di emergenza dell’ottobre 2008 in poi, una serie crescente di misure di austerità e di fondi pompati nelle banche nel corso del 2009 e del 2010.
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Adesso arriva il conto della crisi. Ma noi non lo paghiamo!

VOLANTINO PER IL I MAGGIO SCARICABILE ANCHE IN FORMATO PDF
Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, Francia, Germania, Inghilterra, Italia … ovunque la stessa crisi, ovunque gli stessi attacchi. La borghesia mostra apertamente le sue intenzioni. Il suo freddo e disumano discorso si riassume in poche parole: “Se volete evitare il peggio, la catastrofe economica ed il fallimento, bisogna che stringiate la cinghia come non avete mai fatto finora!”.

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La classe operaia di fronte alla miseria

Questo breve articolo scritto dai nostri compagni in Francia sembra essere stato scritto per descrivere la situazione che vive la classe lavoratrice oggi in Italia. Stessi attacchi ai proletari, stessa preoccupazione e paura per il futuro, stesse difficoltà per la classe, ma anche stessa potenzialità per una prospettiva di rafforzamento della lotta.
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