Elezioni politiche... Se Monti è il meglio che ci potevano dare, non possiamo aspettarci più nulla! Come possiamo reagire?
E’ passato poco più di un anno dall’avvento del governo Monti e tutti ci ricordiamo il sospiro di sollievo che, anche tra i più avvertiti, si è tirato per la messa al bando di Berlusconi e di quell’accozzaglia di cialtroni che componevano il suo governo. Quel sospiro è durato fin troppo poco perché, come tutti ci ricordiamo, in nome del raddrizzamento dell’Italia e dello spread che continuava a salire, il nuovo governo Monti ha dimostrato di non essere affatto imbarazzato per il fatto che tutti lo chiamavano “governo tecnico” ed ha cominciato a sparare nel mucchio con degli attacchi che non si erano ancora visti fino a quel momento e che andavano ad aggiungersi a quelli che avevano già prodotto i vari governi precedenti, di destra e di “sinistra”
1. Crisi economica
Di fronte ad un mondo di terrore e miseria, il futuro appartiene alla lotta di classe!
In Siria, nel Mali e in altri numerosi punti caldi, i civili continuano ad essere ostaggi e vittime di sanguinarie guerre imperialiste. Ovunque il terrore capitalista impone il suo ordine nel sangue e la miseria. Questa estate, mentre in Francia gli sbirri del governo socialista cacciavano brutalmente i Rom, la polizia dell’ANC in Sudafrica sparava sui minatori. Dappertutto il capitale in fallimento semina barbarie! Nessuno paese viene risparmiato dalla crisi economica che fa esplodere la disoccupazione.
Ilva, Alcoa, Carbosulcis: come possiamo reagire al collasso dell’economia?
Quest’articolo, scritto in risposta ai problemi che si pongono oggi gli operai dell’Ilva, dell’Alcoa e del Carbosulcis, è di fatto dedicato a tutti i proletari d’Italia che, in varia misura, vivono esattamente gli stessi problemi, gli stessi ricatti dei loro compagni sardi o di Taranto, anche se vissuti in situazioni meno note ma non per questo meno gravi e laceranti. Come cercheremo di dimostrare, i vari casi che sorgono in giro per l’Italia non sono la conseguenza della cattiva gestione di questo o di quello, non sono la conseguenza dell’egoismo e del menefreghismo dei padroni, cose che comunque esistono, ma sono principalmente la conseguenza di una crisi economica profonda e senza uscite che investe non solo l’Italia ma il mondo intero.
Crisi economica mondiale: i BRICS non galleggiano
Giovani ed anziani, principali vittime della crisi economica in Europa
Il crollo della Grecia nella miseria prefigura l’avvenire del mondo
Crisi economica: il capitalismo sta naufragando
Venerdì 13 gennaio l’agenzia di rating americana Standard & Poor’s (S& P) declassa la nota di credito di 9 paesi della zona euro. È il “black Friday”! La Francia, l’Austria, Malta, la Slovacchia e la Slovenia cadono di una tacca, l’Italia, la Spagna, il Portogallo e Cipro di due. Questa decisione mette l’Italia allo stesso livello del Kazakhstan (BBB+) e pone il Portogallo nella categoria ad alto rischio! Inoltre S& P mette 14 paesi della zona in posizione di prospettiva negativa (in totale 15 paesi su 17 sono in prospettiva negativa). In sintesi, solo la Germania ha ancora il bollino “AAA - prospettiva stabile” in una zona euro alla deriva.
Anche in Cina la crisi economica e la lotta di classe avanzano
Gli esperti della borghesia includono la Cina nella loro collezione di potenze che hanno espresso di recente un avanzato sviluppo economico. Questa categoria, riferita con l’acronimo “BRIC” e che include anche il Brasile, la Russia e l’India, si presume possa costituire la salvezza del capitalismo in crisi. Questi paesi vengono dipinti come l’opposto di quelli che formano il “PIIG” (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna). In realtà, non sono che l’altra faccia della stessa medaglia. I PIIGS sono sprofondati velocemente nella crisi economica aperta, i BRIC sono in procinto di farlo, spegnendo le deboli speranze della classe dominante in un miracolo economico capace di superare la crisi mortale del capitalismo