Battaglia Comunista

Membro italiano del BIPR

La TCI e l’iniziativa dei comitati No War But the Class War: un bluff opportunista che indebolisce la sinistra comunista

La Tendenza Comunista Internazionalista (TCI) ha recentemente pubblicato una dichiarazione sulla propria esperienza con i comitati No War But the Class War (NWBCW), lanciati all’inizio della guerra in Ucraina[1]. Come loro affermano, “Non c'è niente di meglio di una guerra imperialista per rivelare la reale base di classe di uno scenario politico, e l'invasione dell'Ucraina lo ha certamente fatto”, spiegando che gli stalinisti e i trotskisti hanno dimostrato ancora una volta di appartenere al campo del capitale.

Polemica con Battaglia Comunista. Dietro la "mondializzazione" dell'economia l'aggravamento della crisi del capitalismo

Uomini politici, economisti e giornalisti vari ci hanno ormai abituato alle più stravaganti teorizzazioni, pur di nascondere il fallimento del capitalismo e giustificare la serie di attacchi senza fine contro le condizioni di vita della classe operaia.

Venticinque anni fa, un presidente americano portavoce del conservatorismo più retrivo, Nixon, si sgolava a proclamare: "Siamo tutti Keynesiani". Erano tempi in cui la borghesia cercava di rispondere alla crisi con "l’intervento dello Stato" e lo sviluppo dello "Stato sociale " come elisir magico. Era in nome di queste politiche che si chiedeva ai lavoratori qualche sacrificio momentaneo per "uscire dal tunnel".

Negli anni 80, di fronte all'evidenza del marasma economico, bisognò trovare qualcosa di nuovo. Ed ecco che il responsabile di tutti i mali diventa lo Stato ed il nuovo elisir magico é “meno Stato”. Sono gli anni d'oro della “Reaganomics”, che provocano la maggior ondata mondiale di licenziamenti dopo gli anni '30, una politica organizzata dallo Stato.

Dibattito con il BIPR: la visione marxista e quella opportunista nella politica di costruzione del partito

Negli ultimi mesi sono apparsi sulla stampa del BIPR articoli riguardanti la necessità del raggruppamento tra forze rivoluzionarie in vista della costruzione del partito comunista mondiale del futuro. Uno di questi, I rivoluzionari, gli internazionalisti di fronte alle prospettive di guerra e alla condizione del proletariato, è un documento maturato in seguito alla guerra in Kosovo dell’anno scorso.

A proposito di aggressioni fisiche. Ancora una volta l’opportunismo di Battaglia Comunista stravolge la realtà a proprio favore

Nel mese di marzo scorso è apparsa sul forum di BC una segnalazione, da parte di un simpatizzante di questo gruppo, di una “aggressione della CCI contro la FICCI” che sarebbe avvenuta l’11 marzo a Parigi. Questo compagno, dopo aver riportato delle informazioni a proposito di una reale aggressione di Lotta Comunista nei confronti di suoi ex militanti, ha fatto sapere di aver letto che “delle cose simili succedono anche in Francia con delle aggressioni della CCI contro la FICCI e delle persone trascinate con la forza” (14 marzo 2006).

 

 

 

Corrispondenza Apertura al confronto politico e fermezza nella difesa dei principi di classe

La lettera del compagno del gruppo "La Scintilla" che pubblichiamo qui di seguito pone al centro un problema che sempre più spesso ci viene posto da molti compagni, e cioè la lotta contro la dispersione delle energie rivoluzionarie, sulla base di un confronto serio e approfondito. Nella risposta, che abbiamo indirizzato a tutti i compagni del gruppo, oltre a sostenere pienamente la necessità di un lavoro su questo piano e più in generale per la costruzione del futuro partito (facendo riferimento alla politica che la CCI ha da sempre condotto su questo piano), ci è sembrato importante chiarire come le nostre recenti prese di posizioni sull’atteggiamento e le posizioni assunte dal BIPR (tutte pubblicate sul nostro sito web), a cui il compagno fa riferimento, siano coerenti ed assolutamente necessarie per un reale lavoro verso la costruzione del partito, che non può prescindere dalla lotta contro l’opportunismo e contro comportamenti propri della classe dominante e dunque inaccettabili all’interno del movimento operaio. L’"asprezza" dei testi a cui evidentemente il compagno fa riferimento, non è quindi dovuta alla volontà di "voler rimarcare a tutti i costi la più minima differenza", pratica che come giustamente pensa il compagno va rigettata, ma alla necessità di difendere i metodi ed i principi proletari senza i quali nessun futuro partito rivoluzionario sarà possibile e dunque nessuna rivoluzione proletaria potrà essere vittoriosa.

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