Il Partito Democratico. Un nuovo atout giocato dalla borghesia italiana per stabilizzare il governo del paese
La lotta di classe contro la guerra imperialista. Le lotte operaie nell'Italia del 1943
La menzogna dello Stato "democratico". L'esempio degli organismi segreti nello Stato italiano
Corrispondenza: Dove porta il movimento del “Vaffa Day” di Beppe Grillo?
La perdita di coerenza della borghesia italiana di fronte alle difficoltà del periodo
L’imperialismo italiano va alla guerra con la benedizione dei pacifisti
In meno di sei mesi il nuovo governo di centrosinistra ha già abbondantemente dimostrato come qualsiasi coalizione stia al governo non fa altro che gli interessi della propria borghesia a scapito di quelli dei lavoratori.
Infatti, come se non bastassero a giustificare questo giudizio le misure prese sul piano economico con la manovra bis di giugno, tutte improntate a tagli e inasprimenti tariffari, o quelle che il governo si accinge a fare con la finanziaria 2006 (che vanno nella stessa direzione, vedi l’articolo in questo stesso numero), il governo Prodi si è dato un gran da fare sul piano internazionale per ridare slancio all’iniziativa imperialista dell’Italia, dopo gli anni di appannamento provocati dall’appiattimento del governo Berlusconi sulla politica degli USA.
Nuovo governo, nuova finanziaria, sempre gli stessi sacrifici
Una dei punti forti della mistificazione democratica è quello della “alternanza”, cioè della possibilità di scegliere tra destra e sinistra per portare al governo quella coalizione che sembra più adatta a soddisfare i bisogni dei “cittadini-elettori”. La mistificazione è doppia: non solo infatti non è la libera scelta degli elettori a portare al governo questa o quella coalizione, bensì gli interessi della classe dominante, la borghesia (1), ma c’è anche, e soprattutto, il fatto che si tratta di una falsa alternativa, in quanto destra e sinistra difendono comunque gli interessi della classe dominante e del capitale nazionale (2).
La vera differenza tra destra e sinistra è la capacità di quest’ultima di meglio mistificare sulla realtà delle proprie azioni.
Così se la destra va in Iraq semplicemente per “seguire gli USA” in una guerra “sbagliata” (secondo la definizione della sinistra), ma in realtà per difendere gli interessi dell’imperialismo italiano, la sinistra va in Libano, sempre con soldati armati, sempre per difendere gli interessi dello stesso imperialismo, ma “per mantenere la pace”.
Dopo Berlusconi, che ci riserva il governo Prodi?
La visione del partito nella concezione di Cervetto e di Lotta Comunista (III)
Nei primi due articoli, apparsi sui numeri 142 e 143 del nostro giornale, abbiamo visto come, al di là di un richiamo formale a Lenin sulla questione del partito, l’impostazione teorica e la pratica politica di Cervetto e di Lotta Comunista (LC) corrispondono ad una concezione ed a un metodo propri della visione borghese. In questo articolo vedremo come questa visione borghese non derivi da una carente comprensione degli insegnamenti di Lenin, ma da un vero e proprio stravolgimento di questi ed in particolare del Che fare?, fino ad arrivare a posizioni, ma soprattutto ad una pratica politica che non sono mai state né di Lenin, né delle varie espressioni di quella Sinistra Comunista che LC pretende di incarnare.
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