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Briciole di pane

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Autunno caldo 1969: un momento della ripresa storica della lotta di classe, II parte

Nel precedente articolo abbiamo rievocato la grande lotta portata avanti dalla classe operaia in Italia alla fine degli anni ‘60 che è rimasta nella storia con il nome di “autunno caldo”, nome che, come abbiamo già ricordato nel suddetto articolo, è troppo angusto dal punto di vista temporale per designare una fase di lotte che ha investito i proletari in Italia per almeno tutto il biennio 1968-69 e che ha lasciato una traccia profonda negli anni successivi.

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Il paradosso della borghesia italiana

La situazione politica attuale, che dura da qualche tempo in Italia, ha qualcosa di paradossale. Da una parte infatti abbiamo un governo che sembra essere tra i più odiati di tutta la storia repubblicana, che va avanti menando mazzate a più non posso contro lavoratori, immigrati e povera gente ed esibendo al tempo stesso il disprezzo più elementare per un senso di giustizia e di equità sociale, intascando tutto quello che si può razziare sul piano economico e garantendosi tutte le impunità attraverso la creazione di leggi ad hoc...

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Italia: la maturazione della lotta di classe

Dall’inizio del 2010 ad oggi ci sono state molte novità. Il governo e il padronato da una parte hanno sferrato attacchi furibondi contro la classe operaia, dimostrando così di essere perfettamente consapevoli del fatto che la crisi economica non è affatto finita e che il peggio deve ancora venire. Ma anche i lavoratori, da parte loro, non sono rimasti a guardare è hanno espresso una resistenza niente affatto passiva, sviluppando uno strumento che va acquisendo sempre più peso e importanza per la classe operaia: la solidarietà tra settori diversi.

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FIAT, Pomigliano: Lettera aperta di un’operaia al figlio, 11 giugno 2010

Questa è l’ennesima lettera di una persona che soffre, di una lavoratrice che grida il proprio dolore per non poter svolgere il suo ruolo naturale di madre passando del tempo a giocare con i propri figli perché il lavoro sfiancante della fabbrica glielo impedisce.

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Lettera di solidarietà dei lavoratori della FIAT di Tychy (Polonia) a quelli di Pomigliano

Pubblichiamo qui di seguito la lettera degli operai polacchi della Tychy ai loro compagni di classe di Pomigliano.

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FIAT di Pomigliano d’Arco e di Tychy in Polonia: un nuovo importante esempio di solidarietà internazionale

Dopo i tagli e la riduzione dello stato sociale imposti per decreto dallo Stato ai lavoratori del pubblico impiego, segue a ruota naturalmente l’attacco del padronato privato, nelle vesti dell’amministratore delegato della FIAT Marchionne che farà da battistrada, ne siamo certi, a tutti gli altri capi e capetti delle medie e piccole imprese. Di che si tratta? Del piano strategico 2010-2014 di riconversione dell’automobile imposto di fatto da Marchionne alle maestranze FIAT che prevede 20 miliardi di euro di investimenti in Italia di cui 700 milioni per produrre dal secondo semestre 2011 la nuova Panda nell’impianto di Pomigliano d’Arco (mentre quello di Termini Imerese verrà chiuso). Ma Marchionne è molto chiaro su questa transizione: “Per Pomigliano bisogna chiudere l'accordo. Se non si chiude, sono disposto a non far partire l'investimento.” Come mai Marchionne è così preoccupato quando deve semplicemente fare degli investimenti per migliorare la produzione dell’impianto?

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La borghesia scarica sui proletari la crisi e tutto il suo marciume

I tempi che viviamo sono senz’altro inediti e pieni di elementi di riflessione, tempi di una maturazione della storia che, e ci sono tanti elementi a farlo pensare, non può sboccare che in grandi sconvolgimenti.

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Italia: la difficile ma inesorabile crescita della lotta di classe

Una delle questioni su cui, tra proletari, ci si ritrova più frequentemente a discutere è la prospettiva della lotta di classe.

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Elezioni regionali: l’astensionismo ed il peso dell’ideologia democratica

I risultati delle elezioni regionali, pur avendo una valenza diversa da quelle politiche del 2008, hanno di nuovo lasciato l’amaro in bocca a molti per la reiterata vittoria del centro destra e l’altrettanto reiterata dimostrazione della inconsistenza politica della sinistra come alternativa all’odiato governo Berlusconi.
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I perché dello scontro Fini-Berlusconi

Il giorno 22 aprile 2010, dopo 16 anni di politica di stretta alleanza, dopo quasi due anni dalla co-fondazione del PDL e a un mese circa dalla conclusione di una tornata elettorale che li ha visti stravincere su una sinistra sempre più pallida e insignificante, Berlusconi e Fini hanno dato luogo ad uno scontro storico, epocale, di quelli di cui la stampa di tutti i paesi è sempre ghiotta perché dà da scrivere per settimane e settimane. Ma cosa è mai successo? Si tratta di un dissapore momentaneo o di una spaccatura permanente? E Fini non poteva evitarla? E se no, perché si è deciso soltanto adesso? Ed infine, cambierà qualcosa, cambierà qualcosa a favore dell’Italia?

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