In Algeria il proletariato esprime la sua collera
Durante il mese di gennaio si sono sviluppati numerosi scioperi e manifestazioni in Algeria. Coscienti del “cattivo esempio” e della riflessione che questo avrebbe potuto suscitare in una parte del proletariato, dato che gli operai immigrati non avrebbero potuto non sentirsi legati a queste esperienze, la borghesia si è guardata bene da far sapere la cosa!
L’unità e la solidarietà di classe uniche armi contro gli attacchi e contro la demoralizzazione
L’unica maniera per superare le difficoltà presenti della classe è creare il massimo di collegamenti tra proletari, unire le lotte isolate tra di loro, far sentire che si tratta della stessa lotta, che non si tratta di salvarsi affidandosi al sindacalista o al politico di turno. In una parola creare nella lotta quel clima di solidarietà che solo può permettere alla classe di maturare la fiducia in se stessa per poter osare sfidare il sistema attuale e proporsi come classe rivoluzionaria
Non cessa l’attacco del capitale alla classe operaia
L’Autunno caldo 1969 in Italia, un momento della ripresa storica della lotta di classe (I)
Quello che viene comunemente ricordato come l’Autunno caldo italiano è un insieme di lotte che scuotono l’Italia dal Piemonte alla Sicilia giusto 40 anni fa e che cambieranno in maniera durevole il quadro sociale e politico del paese. Ma queste lotte non sono una peculiarità italiana. Infatti, alla fine degli anni ’60, si può assistere, particolarmente in Europa ma non solo, allo sviluppo di una serie di lotte e di momenti di presa di coscienza da parte del proletariato che mostrano, nel loro insieme, che qualcosa è cambiato: la classe operaia era tornata finalmente sulla scena sociale.
Preparare le lotte future
Perché tanti attacchi e così poche lotte?
Poste, settore pubblico, trasporti in Gran Bretagna. Evitare la trappola dell’isolamento
E in Italia, a che sta la lotta di classe?
Nell’articolo “Perché tanti attacchi e così poche lotte?”, pubblicato in questo stesso numero del giornale, affermiamo che “la violenza con cui colpisce oggi la crisi economica ha, per il momento, un effetto allarmante e dunque paralizzante” sulla classe operaia. Ma questo non significa che non ci siano lotte.