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Italia

Briciole di pane

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Dietro lo scandalo di escort, festini e cocaina, gli scontri nella maggioranza governativa

Dopo mesi di prime pagine de la Repubblica e dei quotidiani esteri su escort e festini, l’attenzione è adesso puntata sullo scontro Berlusconi-Fini, arrivando persino ad ipotizzare da più parti la fine del governo Berlusconi come conseguenza della reazione della parte più responsabile e sobria (come dice il vaticano) delle forze politiche di fronte alle ultime vicende berlusconiane.

In realtà, impostazioni differenti ed attriti ci sono sempre stati nel Pdl e ancor prima nella coalizione di centro-destra. E allora a cosa è dovuta la cattiva sorte in cui è caduto in questo momento Berlusconi? E’ solo una serie di coincidenze che hanno portato alla ribalta le porcherie che tutto il mondo ormai conosce, oppure c’è dietro qualcuno che ha alimentato questa dinamica? E se c’è qualcuno, chi è? La sinistra che complotta contro il premier e vuole fare un colpo di Stato, come dicono Berlusconi e Brunetta? O Fini che aspira al posto di Berlusconi come lascia intendere La Repubblica?

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L’imperialismo italiano si difende nel mondo

Se c’è un mito a cui molti credono, a proposito della storia patria, è quello degli “italiani brava gente”, secondo il quale l’Italia non ha mai fatto male a nessuno (eccezion fatta ovviamente per la parentesi nera del fascismo), e che anzi, se si è impegnata nel mondo, è solo per “difendere la pace”, per imporla alle popolazioni in guerra civile, e così via.
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Coordinamento di Sesto S. Giovanni : un chiaro segno del processo di maturazione nella classe dal ’68 ad oggi

Segnaliamo e raccomandiamo ai compagni la lettura e la discussione dei due documenti pubblicati dal Coordinamento degli operai delle fabbriche Breda, Falck e Magneti Marelli di Sesto San Giovanni. Il primo, “La svolta sindacale gli interessi degli operai” costituisce una critica del documento economico del direttivo delle confederazioni CGIL-CISL-UIL del gennaio 1978 in cui si analizza il ruolo di sostegno e di difesa del capitale svolto oggigiorno dai sindacati, l’irreversibilità della crisi e la prospettiva di guerra cui già si prepara la borghesia. Il secondo, il “Manifesto politico del Coordinamento degli operai di Sesto San Giovanni”, oltre ad una breve presentazione sulla formazione del coordinamento, costituisce tanto una sorta di piattaforma politica e programmatica, quanto un appello “per l’unificazione dell’avanguardia di fabbrica, per la lotta politica indipendente degli operai”.
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Abbiamo letto. IL PROBLEMA DELL’AVANGUARDIA DI CLASSE: COORDINAMENTO DI OPERAI O ORGANIZZAZIONE POLITICA PROLETARIA?

Quella che segue è una lettera che abbiamo spedito ai due compagni del Gruppo Operaio Fiat, estensori di un documento di minoranza dal titolo “Dove va ‘Operai Contro’, dove vanno i gruppi operai”. Questo documento, scritto in occasione del Convegno di Milano del 6 novembre '82 e fornitoci contemporaneamente da uno dei due compagni nel novembre scorso, attende ancora una risposta dalle persone cui esso è rivolto. Non poteva essere che così visto che i compagni estensori, in larga misura in maniera inconsapevole, hanno fornito in esso le prove del fallimento del gruppo operaio Fiat, del Coordinamento di cui esso fa parte, nonché del giornale “operaio” prodotto da quest’ultimo.
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Italia: NUOVE TENDENZE DEL SINDACALISMO DI BASE

Pochi sindacati sono stati capaci di presentarsi agli operai in lotta come sindacati di “base”, “combattivi”, quanto il sindacato dei Consigli italiano, voluto dai padroni per incanalare per la giusta via la rabbia operaia dell’Autunno caldo.

 

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La crisi economica si abbatte sul sistema Italia

Sono ormai due anni che quest’ultima crisi economica si è messa in moto e non si vede ancora la fine, si ipotizza solo che durerà almeno fino al 2010. Sono stati bruciati miliardi e miliardi di euro e dollari, sono crollati interi settori economici e soprattutto finanziari. Grandi e storiche banche, famosi istituti finanziari - la crema della crema a livello mondiale - sono scomparsi nel nulla. Milioni di lavoratori, soprattutto degli istituti di credito, sono stati mandati a casa; i più fortunati hanno cambiato lavoro, altri sopravvivono
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Lampedusa. Solidarietà di classe contro le politiche bestiali della borghesia

La politica del governo Berlusconi nei confronti dell’immigrazione “clandestina” (1) non è propria di questo governo, né dei governi di destra in generale. Il governo “progressista” di Zapatero, nell’ottobre 2005, ha fatto di peggio: è arrivato addirittura a far sparare dalla propria polizia sugli emigranti che cercavano di scavalcare il muro di confine con il Marocco (2). La ragione principale di questa politica di esclusione di una immigrazione regolare è che, oggi che la crisi impone ai vari capitali nazionali di risparmiare
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“Caso” Eluana: ovvero come il capitalismo cerca di bloccare la riflessione nella classe operaia

La situazione economica e sociale mondiale è ormai nota a tutti. Non siamo più i soli a denunciare che il sistema capitalista è fallito, anche se tv e giornali spostano l’attenzione più sui singoli casi che sul sistema nel suo insieme. E potendo fare di più e meglio, le televisioni e i giornali di grande audience spostano l’attenzione su fatti di cronaca che normalmente resterebbero un solo giorno o al massimo una settimana come notizia. Come spiegarsi che venerdì 6 febbraio i telegiornali di prima serata intorno alle 20 abbiano aperto tutti con la storia di Eluana? E che
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Comunicato sullo sgombero del Cox 18 e della Libreria Calusca a Milano

Una serie di messaggi pubblicati stamattina su Indymedia hanno dato la notizia secondo cui "La polizia ha occupato tutto lo stabile compreso l'archivio Primo Moroni e la libreria e non è possibile entrare. Hanno blindato il quartiere con tutte le specie di polizia e si sta creando un presidio con tutte le compagne ed i compagni disponibili. Si ricorda a tutti che anche il Torricelli/Circolo dei malfattori in via Torricelli è sotto sgombero e che si prevede possa succedere qualcosa entro i primi giorni di febbraio."

Quello a cui assistiamo è dunque l'agire del pugno forte dello Stato che cerca di ridurre al silenzio le voci di dissenso che esistono nella realtà sociale. Ma noi crediamo che ci sia in più un atteggiamento volutamente provocatorio tendente appunto ad attirare i compagni nella trappola della violenza per la violenza. L'ormai famosa intervista a Cossiga di cui abbiamo già riprodotto degli ampi estratti in un precedente articolo sul movimento degli studenti[1] non poteva essere più eloquente.

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La lotta degli studenti, in Italia come in Europa, una tappa importante della lotta di classe

Nel precedente articolo sul movimento degli studenti apparso il 5 novembre scorso sul nostro sito web[1] mettevamo già in evidenza come questo traesse la sua maggiore forza non tanto dalla sua specificità di movimento di studenti quanto piuttosto dal riconoscimento, ampiamente presente al suo interno e testimoniato proprio dalla parola d'ordine diffusa a livello nazionale "Noi la crisi non la paghiamo", di costituire la nuova generazione di proletari e, in questo senso, di essere sottoposti, già a livello di formazione, alle esigenze di ristrutturazione del capitale.

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