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Guerra

Briciole di pane

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Rapporto sulla conferenza in Corea - ottobre 2006

Nel giugno 2006, la CCI ha ricevuto un invito da parte della Socialist Political Alliance (SPA), un gruppo della Corea del Sud che si richiama alla tradizione della Sinistra comunista, di partecipazione ad una "Conferenza internazionale dei Marxisti rivoluzionari"; questa Conferenza si sarebbe tenuta nelle città di Seul e di Ulsan, nel mese di ottobre di questo stesso anno. Eravamo già in contatto con la SPA da circa un anno e, malgrado le inevitabili difficoltà di lingua, abbiamo iniziato delle discussioni, in particolare sulle questioni della decadenza del capitalismo e delle prospettive per lo sviluppo delle organizzazioni comuniste nel periodo attuale.

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La lotta di classe contro la guerra imperialista. Le lotte operaie nell'Italia del 1943

Nella storia del movimento operaio e della lotta di classe la guerra imperialista ha sempre costituito una questione fondamentale. E questo non è un caso. Nella guerra si concentra tutta la barbarie di questa società; in particolare con la decadenza storica del capitalismo, la guerra dimostra l'impossibilità di questo sistema di offrire una qualche possibilità di sviluppo all'umanità, arrivando a metterne in discussione perfino la sopravvivenza. In quanto manifestazione massima della barbarie di cui è capace il sistema capitalista, la guerra costituisce un potente fattore di presa di coscienza e di mobilitazione della classe operaia, come è stato dimostrato nel corso di questo secolo, al momento dei due conflitti mondiali.
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Cina 1928-1949: ANELLO DELLA GUERRA IMPERIALISTA

Secondo la storia ufficiale nel 1949, in Cina avrebbe trionfato una "rivoluzione popolare". Questa idea, diffusa tanto dalla democrazia occidentale, che dal maoismo, fa parte della mostruosa mistificazione mesa in atto con la controrivoluzione staliniana sulla sedicente creazione degli "stati socialisti". E' vero che la Cina, dal 1919 al 1927 ha conosciuto un imponente movimento della classe operaia, parte integrante dell'ondata rivoluzionaria internazionale che ha scosso il mondo capitalista in quegli anni; questo movimento però si concluse con un massacro della classe operaia. Per contro, ciò che gli ideologi della borghesia presentano come il "trionfo della rivoluzione cinese" non  è altro che l'instaurazione di un capitalismo di Stato nella sua variante maoista, il culmine del periodo di conflitti imperialisti in territorio cinese, periodo aperto dal 1928, dopo la disfatta della rivoluzione proletaria.
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Cina 1928-1949, anello della guerra imperialista (II)

Nella prima parte di questo articolo (Rivista Internazionale n. 19) abbiamo tentato di riappropriarci dell'esperienza storica rivoluzionaria della classe operaia in Cina. L'eroico tentativo insurrezionale del proletariato di Shanghai il 21 marzo 1927 fu, al tempo stesso, il punto culminante del formidabile movimento della classe operaia iniziato in Cina nel 1919 e l'ultima esplosione dell'ondata rivoluzionaria internazionale che aveva fatto tremare il mondo a partire dal 1917. Tuttavia, le forze alleate della reazione capitalista (il Kuomintang, i "Signori della guerra" e le grandi potenze imperialiste), rafforzate dalla complicità dell'Esecutivo di una Terza Internazionale (IC) in pieno processo di degenerazione, arrivarono a distruggere questo movimento da cima in fondo.
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Africa nera, Algeria, Medio Oriente. Le grandi potenze principali responsabili dei massacri

“Più ancora che nel campo economico, il caos caratteristico del periodo di decomposizione rivela i suoi effetti in quello delle relazioni politiche tra gli Stati. Al momento del crollo del blocco dell'Est che portava alla scomparsa del sistema di alleanze uscito dalla seconda guerra mondiale, la CCI aveva messo in evidenza:

·    che questa situazione metteva all'ordine del giorno, senza che ciò fosse immediatamente realizzabile, la ricostituzione di nuovi blocchi, uno diretto dagli Stati Uniti e l'altro dalla Germania;

·         che, nell'immediato, ciò sarebbe sfociato in uno svilupparsi di scontri aperti che “l'ordine di Yalta” era riuscito fino a quel momento a mantenere in un quadro “accettabile” per i due grandi gendarmi del mondo. (…).

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Dibattito con il BIPR: il metodo marxista e l'appello della CCI sulla guerra nella ex Jugoslavia

Dopo qualche segno di riconoscimento e di dibattito tra i gruppi della Sinistra Comunista nel corso di questi ultimi anni, compresa una riunione pubblica in comune sulla Rivoluzione russa tra il Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario (BIPR) e la CCI in Gran Bretagna, la guerra nei Balcani ingaggiata dalla Nato, rappresentava un test per valutare la capacità di questi gruppi ad assumere una difesa comune dell’internazionalismo proletario quanto più larga e più forte possibile. Malauguratamente i gruppi hanno rifiutato un appello della CCI per una dichiarazione comune contro la carneficine imperialista nella ex-Jugoslavia. Abbiamo già fatto un primo bilancio delle reazioni seguite a questo appello nella nostra Revue Internationale n. 97.

In questo articolo risponderemo brevemente all’idea avanzata dal BIPR secondo la quale il metodo politico della CCI, supposto essere “idealista”, giustificava un tale rifiuto.
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Massacri in Cecenia: ipocrisia e complicità nella barbarie capitalista

Le guerre si susseguono alle guerre. Dopo il Kosovo, Timor Est. Dopo Timor Est, la Cecenia. Tutti rivaleggiano nell’orrore e nei massacri. Il conflitto tra l’esercito russo e le milizie cecene è particolarmente sanguinario e tragico per la popolazione della Cecenia. “L’ultimo bilancio da parte cecena è di 15.000 morti; 38.000 feriti ; 22.000 rifugiati; 124 villaggi completamente distrutti; ai quali si aggiungono 280 villaggi distrutti all’80%. Dicono che 14.500 bambini sono mutilati e 20.000 orfani” (The Guardian, 20/12/99).

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Iraq. Il massacro continua

L’estate del 2007 è stata ancora una volta marcata dal crescente caos militare e dall’orrore nella maggior parte del mondo. Mentre in Libano la situazione si è momentaneamente calmata (con l’eccezione della carneficina nel campo profughi di Nahr el-Bared dopo una lunga tregua tra l’esercito e gli islamici), in Afghanistan si è avuta una netta ascesa nello scontro e negli attacchi terroristici da parte dei Talebani. Nel frattempo il massacro in Iraq è continuato senza tregua. A dozzine muoiono ogni giorno, sia nei conflitti armati che negli attentati suicidi, la maggior parte dei quali diretti sulla popolazione inerme.
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Dichiarazione internazionalista dalla Corea contro la minaccia di guerra

Alla fine di ottobre 2006, l’Alleanza Politica Socialista (SPA) ha convocato una conferenza di organizzazioni, gruppi e militanti internazionalisti nelle città coreane del sud di Seul e di Ulsan. Per quanto modesti fossero i numeri delle persone presenti, l’SPA, per quanto ne sappiamo, è la prima espressione organizzata nell’Estremo-Oriente dei principi della Sinistra Comunista e questa conferenza era certamente la prima del genere. Come tale, essa ha un’importanza storica e la CCI le ha dato il suo pieno e convinto sostegno inviando una delegazione per parteciparvi. (1)  

 

 

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Conflitto in Israele, Libano e Gaza: il ‘movimento per la pace’ è un movimento per la guerra.

Il pacifismo è un alleato della guerra non solo in Italia, come facciamo vedere in altra parte del giornale. Qui riportiamo un articolo della nostra sezione in Gran Bretagna che fa vedere come anche laggiù il pacifismo non ha perso l’occasione per schierarsi a fianco di uno dei due contendenti, supposto essere “l’attaccato”

 

Le scuse per il brutale assalto delle forze armate israeliane  prima su Gaza e poi sul Libano hanno raschiato la parte inferiore del barile per trovare ‘giustificazioni’ che restano ben discutibili.

 

 

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