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Economia

Briciole di pane

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La borghesia non ha altre alternative all'austerità e ad attacchi sempre più brutali

Bambini piccoli che muoiono di freddo nelle case umide, scolari che fingono di mangiare da cestini vuoti: queste sono tra le illustrazioni più parlanti della "crisi del costo della vita" che, da quando è esplosa nel 2021, sta colpendo la classe operaia. La crescita dei prezzi dei generi alimentari, l'aumento vertiginoso dei costi del gas e dell'elettricità sono una realtà concreta per milioni di lavoratori.

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L'economia mondiale nel vortice della decomposizione del capitalismo

Il capitalismo è sempre più soffocato da un insieme di contraddizioni che interagiscono e si rafforzano a vicenda, minacciando la società con convulsioni di una frequenza e di una portata finora sconosciute. Di fronte a queste calamità, la borghesia ha sempre avuto come principale preoccupazione il rigetto, screditandola, di ogni spiegazione che mettesse in discussione la responsabilità del sistema. Il suo scopo è nascondere alla classe operaia la causa delle guerre, del disordine globale, dei cambiamenti climatici, delle pandemie, della crisi economica mondiale...

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Crescita nella decadenza

Un lettore ci ha scritto: “Come può la CCI continuare a sostenere che il capitalismo è un sistema in decadenza dal 1914 quando c’è stata una tale enorme crescita nel capitalismo da allora?” Questa questione ci è stata posta diverse volte e in diversi modi: come si spiega l’enorme crescita dopo la Seconda Guerra Mondiale? E l’enorme crescita della Cina negli ultimi decenni? Tutto questo non è in contrasto con l'idea che il capitalismo sia un sistema in declino, in decadenza?

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L’irruzione della decomposizione sul terreno economico (Rapporto luglio 2020)

Per quanto riguarda la crisi economica, possiamo chiaramente sostenere le due seguenti prospettive:

1. La crisi che si profila già da ora sarà, nella sua portata storica, la più grave della decadenza, superando sotto questo aspetto quella iniziata nel 1929.

2. La novità nella storia del capitalismo è che gli effetti della decomposizione avranno un peso molto importante sull'economia e sullo sviluppo della nuova fase aperta dalla crisi.

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90 anni dopo la crisi del 1929: il capitalismo decadente riesce sempre meno a arginare gli effetti della sovrapproduzione

Novanta anni fa il crollo del mercato azionario dell'ottobre 1929, che annunciò la crisi economica degli anni '30, confermò il significato della Prima guerra mondiale, vale a dire che il capitalismo era definitivamente entrato nel suo periodo di decadenza. In pochi mesi, decine e decine di milioni di persone sarebbero cadute in una miseria totale. Sicuramente dopo di allora la borghesia ha imparato a mitigare la violenza della crisi ma, nonostante le lezioni che ne ha potuto tirare, questa crisi non è mai stata superata.

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UE, Brexit, populismo: lottare contro tutti i nazionalismi!

“Inoltre, si è rimproverato ai comunisti ch'essi vorrebbero abolire la patria, la nazionalità. Gli operai non hanno patria. Non si può togliere loro quello che non hanno.” (Il Manifesto del Partito Comunista, 1848).

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BREXIT: crescenti difficoltà per la borghesia e per la classe operaia

Quando il 52% degli elettori del referendum in Gran Bretagna sul mantenimento del paese nell’Unione europea ha scelto di uscirne, questo non è stato un evento isolato, ma un ulteriore esempio del peso crescente del populismo.

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Crisi del debito in Grecia Il capitalismo significa austerità, e nessuno dei suoi partiti vi si oppone

Quando il governo greco ha deciso in tempi brevi di indire un referendum, era chiaro che le differenze tra la coalizione guidata da Syriza e la troika costituita da BCE, CE e FMI erano minime.

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Risoluzione sulla situazione Internazionale (20° Congresso della CCI)

La decomposizione del capitalismo

1. Da un secolo, il modo di produzione capitalista è entrato nel suo periodo di declino storico, di decadenza. È lo scoppio della Prima Guerra mondiale, nell'agosto 1914 a segnare il passaggio tra la "Belle Époque", quella dell'apogeo della società borghese, e "l'era delle guerre e delle rivoluzioni", come l'ha qualificata l'Internazionale Comunista all'epoca del suo primo congresso, nel 1919.

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IMU e IVA: due gocce nel mare in tempesta della crisi economica

Il 27 settembre migliaia di cittadini del Bahrein, appartenenti alle classi sfruttate, sono scesi in piazza a manifestare per la democrazia. Manifestare per la democrazia? Si illudono di cambiare la loro situazione con la democrazia!

Noi viviamo in Italia e non sappiamo nulla di ciò che succede in Bahrein, a meno che non si usi internet e si cerchino notizie particolari. Ma le nostre tv non ci nascondono solo il Bahrein: ci solo le lotte degli studenti in Cile, degli insegnanti in Messico e Spagna, dei disoccupati in Brasile e chissà in quanti altri posti. Lotte di lavoratori, di proletari.

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