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L'inganno parlamentare

Briciole di pane

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Parlamento ed elezioni parlamentari non hanno nulla da offrire alla classe operaia

La sinistra del capitale non può salvare questo sistema morente

Il capitalismo, il modo di produzione che regna su tutti i paesi del pianeta, sta morendo. In declino storico da più di un secolo, la sua decomposizione ha subito un'accelerazione costante negli ultimi tre decenni, e più in particolare dall'inizio degli anni 2020, quando le sue molteplici crisi (economica, militare, ecologica) si sono combinate per creare un vortice di morte che sta notevolmente aggravando la minaccia di distruzione dell'umanità.

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Le campagne mediatiche distillano il veleno democratico

Gli Stati Uniti, il paese più potente del pianeta, sono diventati la vetrina della decomposizione progressiva dell'ordine mondiale capitalista. La corsa alle elezioni presidenziali ha gettato una luce sinistra su un paese dilaniato da divisioni razziali, da conflitti sempre più brutali all'interno della classe dirigente, da una scioccante incapacità di affrontare la pandemia Covid-19 che ha causato quasi un quarto di milione di morti, dall'impatto devastante della crisi economica ed ecologica, dalla diffusione di ideologie irrazionali e apocalittiche.

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Bielorussia: regime autoritario o democrazia, è lo stesso sfruttamento capitalista!

Immagine rimossa.

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IL GROVIGLIO DELLA QUESTIONE CATALANA È UNA SPIA DELL’AGGRAVARSI DELLA DECOMPOSIZIONE CAPITALISTA

L’escalation dell’indipendentismo catalano lungo l’iter e le difficoltà riscontrate dal governo del Partito Popolare, e più in generale dall’intero apparato statale nell’affrontare il problema in una cornice di accordi e negoziazioni, configurano una crisi politica rilevante per la borghesia in Spagna, oltre a fungere da catalizzatore nell’opera di rottura dell'“Accordo del 1978” (le regole del gioco che lo Stato si era dato a partire dalla transizione democratica del 1975) che già risultava fortemente indebolito dalla crisi del bipartitismo (PP-PSOE), e dallo sforzo di garantire un’alterna

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Elezioni: i proletari non hanno nulla da aspettarsi dalle urne

Il carrozzone elettorale è in piena attività. “I cittadini italiani” sono invitati a recarsi ancora una volta alle urne il 24 e 25 febbraio. In questi giorni televisione, radio e stampa non parlano d’altro e tutti i politici sono in pieno fermento. Agli elettori promettono di tutto (togliamo l’IMU, creiamo sviluppo, facciamo pagare le tasse ai ricchi, salviamo i giovani, la giustizia sociale, la democrazia…) mentre tra di loro si ingiuriano, si accusano a vicenda della catastrofe dell’economia italiana, ora mantenendo le distanze, ora strizzando l’occhio a questo o a quello. E più si avvicina la scadenza, più i protagonisti della sceneggiata si infervorano nelle rispettive parti di eroici salvatori dell’Italia e dei suoi “cittadini”.
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Dopo il voto in Sicilia, cosa accadrà nei prossimi mesi? Cosa possono sperare i proletari da questa ennesima chiamata alle urne?

Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’introduzione fatta alla nostra riunione pubblica a Napoli del 24 novembre (sullo stesso tema si terrà a Milano il 15 dicembre).

Come abbiamo scritto nell’invito a questa riunione, l’apparato politico italiano della borghesia si sta preparando alla fine della legislatura del governo Monti e alle elezioni per formare un nuovo governo. E’ importante che ci prepariamo anche noi che saremo sempre più tartassati dalla campagna politica dei diversi contendenti, ma soprattutto dal richiamo a esercitare il nostro presunto “diritto-dovere” di “decidere” sulla nostra sorte futura e su quella della “nostra nazione”

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Referendum, elezioni, democrazia: ovvero quanto vale il mio voto?

Il 15 e il 16 maggio 2011 si svolgeranno le elezioni amministrative per l’elezione di sindaci e presidenti di provincia di numerose amministrazioni locali, tra cui Milano, Napoli, Torino e Bologna. Mentre il 12-13 giugno si voterà per i tre referendum abrogativi su acqua pubblica, energia nucleare, legittimo impedimento.
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Corrispondenza: A proposito delle elezioni europee

Pubblichiamo qui di seguito il contributo di un nostro simpatizzante sulle recenti elezioni europee che è ampiamente condivisibile. Il testo del compagno ci sembra interessante anche perché riesce a restituire un quadro dello stato d’animo oggi presente nella classe operaia.

 

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Elezioni politiche 2008: La sconfitta della “sinistra parlamentare” non è una sconfitta per i lavoratori

Passata l’ennesima ubriacatura di propaganda elettorale, fatte sedimentare tutte le polemiche della vigilia, ci ritroviamo un quadro politico che ha meravigliato anche i più preparati esperti politologi e prodotto stati di sconcerto, se non di vera demoralizzazione, in non pochi compagni. Cosa è successo dunque? Anzitutto le elezioni sono andate,

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L’avvenire non si trova nella scheda elettorale ma nella lotta di classe

Di fronte all'angoscia dell'avvenire, alla paura della disoccupazione, allo stillicidio dell'austerità e della precarietà, la borghesia utilizza le elezioni allo scopo di impedire la riflessione degli operai, sfruttando le fortissime illusioni che ancora esistono nel proletariato.

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