23° Congresso della CCI: I diversi aspetti dell'attività di Frazione

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La scorsa primavera, la CCI ha tenuto il suo 23° Congresso Internazionale. Questo articolo intende rendere conto dei suoi lavori.

Il punto 4 del Rapporto sulla Struttura e sul Funzionamento dell'organizzazione rivoluzionaria definisce “il Congresso Internazionale come il momento privilegiato in cui si esprime in tutta la sua ampiezza l’unità dell’organizzazione. E’ al Congresso Internazionale che viene definito, arricchito, rettificato il programma della CCI, che sono stabilite, modificate o precisate le sue modalità di organizzazione e di funzionamento, che vengono adottate le sue analisi e gli orientamenti generali, che viene fatto un bilancio delle sue attività passate ed elaborate le sue prospettive di lavoro per il futuro.”[1]

Il congresso si è concentrato sulla nostra filiazione con l'Internazionale Comunista, il cui centenario è stato celebrato l'anno scorso. Una preoccupazione fondamentale dell'organizzazione rivoluzionaria è la continuità storica e la sua trasmissione. È con tale approccio che la risoluzione d’attività adottata dal Congresso ricorda che "L'Internazionale Comunista è stata fondata nel marzo del 1919, con l'obiettivo di essere il ‘partito dell'insurrezione rivoluzionaria del proletariato mondiale’. Oggi, in circostanze diverse ma in condizioni ancora determinate dall'epoca storica della decadenza del capitalismo, l'obiettivo posto dall'Internazionale Comunista, la creazione del partito politico mondiale della classe operaia, rimane l'obiettivo finale del lavoro di Frazione della CCI". La risoluzione insiste sul fatto che "l'Internazionale Comunista non è nata dal nulla; la sua fondazione è dipesa dai decenni precedenti di lavoro della Frazione della Sinistra marxista nella 2a Internazionale, in particolare del Partito bolscevico"[2]. Per i rivoluzionari di oggi ciò significa che "proprio come il Comintern non avrebbe potuto essere creato senza il lavoro preparatorio della Sinistra marxista, così il futuro partito internazionale non potrà sorgere senza un'attività internazionale centralizzata e di Frazione degli eredi organizzativi della sinistra comunista".

Ricordando che "L'Internazionale Comunista è stata fondata nelle circostanze più difficili da immaginare: dopo quattro anni di massacri di massa e d'impoverimento del proletariato mondiale; il bastione rivoluzionario in Russia è stato sottoposto a un blocco totale e ad un intervento militare delle potenze imperialiste; la rivolta spartachista in Germania è stata annegata nel sangue e le due delle figure chiave della nuova Internazionale, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, sono state trucidate", la risoluzione sottolinea che, nonostante le differenze con il periodo della risposta rivoluzionaria alla prima guerra mondiale e con quella della controrivoluzione che ne è seguita, anche la CCI "si trova di fronte a condizioni sempre più difficili dal momento che il capitalismo decadente sta sprofondando sempre più in una nuova barbara spirale di crisi economica e conflitti imperialisti nella sua fase di decomposizione. Per compiere i suoi compiti storici, la CCI deve attingere la sua forza e il suo spirito combattivo dalle crisi a cui sarà confrontata, così come ha fatto la Sinistra marxista nel 1919".

Il lavoro come Frazione

Per iscriversi nella continuità del lavoro e degli sforzi dell'Internazionale Comunista, il Congresso ha progettato i suoi compiti con l'obiettivo di sviluppare e concretizzare il nostro lavoro come quello di una Frazione. La nozione di Frazione è sempre stata cruciale nella storia del movimento operaio. Come la classe operaia nel suo insieme, le sue organizzazioni politiche sono sottoposte alla pressione delle ideologie estranee - borghesi e piccolo borghesi. Ciò provoca, in particolare, la malattia dell'opportunismo[3]. Per combattere questa malattia, il proletariato secerne frazioni di Sinistra all'interno delle sue organizzazioni. "Nelle tre principali organizzazioni politiche internazionali del proletariato, è la Sinistra che ha sempre assunto questa continuità. È stata essa a garantire la continuità tra la Prima Internazionale e la Seconda attraverso la corrente marxista, in opposizione alle correnti proudhoniane e bakuniniste, blanquista, ecc. Tra la Seconda Internazionale e la Terza, è ancora la Sinistra a guidare la lotta, prima contro le tendenze riformiste, poi contro i ‘social-patrioti’ assicurando continuità durante la prima guerra mondiale formando l'Internazionale comunista. Nella III Internazionale, è ancora la Sinistra, la ‘Sinistra comunista’, e in particolare le sinistre italiane e tedesche, che riprendono e sviluppano le acquisizioni rivoluzionarie calpestate dalla controrivoluzione socialdemocratica e stalinista"[4]. Il proletariato ha bisogno, per il trionfo della sua lotta, della continuità storica della sua coscienza di classe. Altrimenti, potrebbe essere condannato a diventare un mezzo degli scopi del suo nemico borghese. Le frazioni di Sinistra sono sempre state le più impegnate e determinate nel difendere questa continuità della coscienza di classe, del suo sviluppo e del suo arricchimento.

Gruppi come la Tendenza Comunista Internazionalista (TCI) fanno la seguente obiezione: Frazione di cosa? I partiti comunisti legati al proletariato non esistono più da molto tempo[5]. È vero che, negli anni '30, i partiti comunisti finirono definitivamente nel campo borghese. Noi non siamo frazioni, ma ciò non significa che non dovremmo fare un lavoro simile a quello di una Frazione[6]. Lavoro che unifica in un insieme coerente:

  • La lotta contro l'opportunismo;
  • La difesa e lo sviluppo della continuità storica critica del proletariato costituendo così un ponte tra il passato del movimento operaio e il suo futuro;
  • La risposta alle nuove situazioni della società e della lotta di classe del proletariato.

Il Congresso ha approfondito la comprensione del nostro compito come   Frazione a livello della stampa, dell'intervento, dell'elaborazione teorica, della difesa del metodo marxista e dell'organizzazione. Si tratta di tutto un lavoro per costruire il ponte con il futuro partito che avrà bisogno di basi molto solide a livello teorico, organizzativo, programmatico e del metodo di analisi. E ciò non succede dall'oggi al domani, richiede un lavoro paziente, concepito a lungo termine. E' di questo che il proletariato ha bisogno per orientarsi nelle terribili convulsioni del capitalismo e per poter sviluppare un'offensiva rivoluzionaria con l'obiettivo di rovesciare questo sistema.

Nell'ambito del lavoro come Frazione, è stato presentato al Congresso un Rapporto sulla Trasmissione che, per mancanza di tempo, non è stato possibile discutere. Tuttavia, data l'importanza della questione, la sua discussione sarà affrontata prossimamente. La trasmissione è vitale per il proletariato. Più di qualsiasi altra classe rivoluzionaria nella storia, il proletariato ha bisogno delle lezioni delle lotte delle generazioni precedenti per issarsi sulle loro acquisizioni e quindi poter avanzare nella sua lotta e raggiungere il suo obiettivo rivoluzionario. La trasmissione è particolarmente necessaria per la continuità delle organizzazioni rivoluzionarie poiché esiste un'intera serie di approcci, pratiche, tradizioni, esperienze, specifiche del proletariato, che costituiscono il terreno fertile in cui si elabora il funzionamento dell'organizzazione politica proletaria e si sviluppa la sua vitalità. Come afferma la risoluzione d'attività adottata dal congresso: "la CCI deve essere in grado di trasmettere ai nuovi compagni la necessità di studiare in profondità la storia del movimento rivoluzionario e di sviluppare una crescente conoscenza dei differenti elementi dell'esperienza della Sinistra comunista nel periodo della controrivoluzione". Il Rapporto sulla Trasmissione dedica un capitolo centrale alla comprensione delle condizioni del militantismo e delle acquisizioni storiche che devono guidarlo. Formare militanti coscienti e determinati, in grado di resistere alle prove più dure, costituisce un compito molto difficile e tuttavia essenziale per la formazione del futuro partito mondiale della rivoluzione proletaria.

La decomposizione, un'epoca senza precedenti nella storia umana

Durante gli anni '80, la CCI iniziò a cogliere lo stallo storico in cui la società mondiale stava precipitando. Da un lato, il capitalismo, data la resistenza del proletariato dei paesi centrali a lasciarsi imbrigliare in una   mobilitazione militare, non ha avuto la mano libera per raggiungere l'esito organico della sua crisi storica, l'estensione della guerra imperialista. D'altro canto, il proletariato, nonostante l'avanzamento delle sue lotte tra il 1983 e il 1987, non è stato in grado di aprire la propria prospettiva verso la rivoluzione proletaria. In assenza di qualsiasi prospettiva, che solo le due classi fondamentali della società possono fornire, quest'ultima è soggetta a una dinamica di imputridimento dei rapporti sociali, di caos crescente, di proliferazione di tendenze centrifughe, del ciascuno per sé. Una manifestazione spettacolare di questa dinamica è stato il crollo del blocco dell'ex Unione Sovietica.

La CCI ha dovuto affrontare questa sfida per la teoria marxista. Da un lato, a partire dal settembre 1989, furono prodotte le Tesi sulla crisi economica e politica dei paesi dell'Est che, due mesi prima della caduta del muro di Berlino, annunciarono il brutale crollo del blocco russo e della stessa URSS[7]. D'altro, ci siamo sforzati di comprendere a fondo la nuova situazione elaborando nel 1990 le Tesi sulla Decomposizione[8], la cui idea fondamentale è che "la decomposizione generalizzata in cui sta  attualmente sprofondando questo sistema (...) non potrà che aggravarsi (...) al di là dell'aspetto strettamente quantitativo, il fenomeno della decomposizione sociale oggi raggiunge una tale profondità e una tale estensione da acquisire una qualità nuova e singolare che mostra l'ingresso del capitalismo decadente in una fase specifica - la fase finale - della sua storia, quella in cui la decomposizione diventa un fattore, se non il fattore, decisivo dell'evoluzione della società".

Il 23° Congresso ha esaminato molto attentamente la realtà di un considerevole peggioramento del processo di decomposizione sociale che colpisce in particolare i paesi centrali, le cui illustrazioni spettacolari sono state - tra altre - la Brexit inglese, il trionfo di Trump o il governo Salvini in Italia.

Tutti questi punti sono stati ampiamente supportati nelle risoluzioni e nelle relazioni del congresso che abbiamo pubblicato[9] e invitiamo i nostri lettori a leggere attentamente e criticamente questi documenti. Con questi, cerchiamo di dare risposte alle tendenze che caratterizzano l'attuale situazione.

La Decomposizione, come la vediamo su scala mondiale e che domina sempre più tutte le sfere della vita sociale, costituisce un fenomeno senza precedenti nella storia umana. Il Manifesto Comunista considera una tale possibilità: "Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi, hanno condotto in opposizione costante una guerra ininterrotta, ora latente ora aperta; lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta"[10].

Tuttavia, i fenomeni storici del crollo di un'intera civiltà a causa della "distruzione delle due classi in lotta" furono molto localizzati e facilmente superabili dalla successiva imposizione di nuovi conquistatori. Nella misura in cui la decadenza dei modi di produzione che precedono il capitalismo (schiavismo, feudalesimo) ha visto l'emergere economico molto potente della nuova classe dominante, che era anche una classe sfruttatrice, i nuovi rapporti di produzione, sviluppandosi, hanno potuto limitare i fenomeni di decomposizione del vecchio ordine e persino sfruttarli a proprio vantaggio. Di contro, questo è impossibile nel capitalismo poiché "la società comunista, l'unica in grado di succedere al capitalismo, non può in alcun modo svilupparsi al suo interno; non vi è quindi alcuna possibilità di una qualsivoglia rigenerazione della società in assenza del violento rovesciamento del potere della classe borghese e dell'estirpazione dei rapporti di produzione capitalistici" (tesi).

Ora, il proletariato deve affrontare le condizioni e le implicazioni imposte da questa nuova era storica, traendo tutte le lezioni che ne derivano per la sua lotta, in particolare quella di difendere, ancor più energicamente che in passato, la sua autonomia politica di classe perché la decomposizione la mette in grave pericolo. La decomposizione favorisce le lotte "parcellari" (femminismo, ecologia, antirazzismo, pacifismo, ecc.), lotte che non vanno alla radice dei problemi ma che si confondono con gli effetti e, peggio ancora, si concentrano su aspetti particolari del capitalismo preservando il sistema nel suo insieme. Queste mobilitazioni diluiscono il proletariato in una massa interclassista, lo disperdono e lo frammentano in una vasta gamma di false "comunità" di genere, razza, religione, affinità, ecc. L'unica soluzione è la lotta del proletariato contro lo sfruttamento capitalista poiché "la lotta contro le fondamenta economiche del sistema contiene la lotta contro gli aspetti sovrastrutturali della società capitalista, il contrario è falso ". (punto 12 della piattaforma CCI)

Situazione della lotta di classe

L'organizzazione rivoluzionaria ha un impegno militante nei confronti della classe. Ciò si concretizza nell'adozione delle Risoluzioni in cui viene analizzata la situazione attuale inserendola in un quadro storico per consentire di identificare le prospettive al fine di orientare la lotta del proletariato. In questo senso, il Congresso ha adottato una risoluzione specifica sulla lotta di classe e un'altra, più generale, sulla situazione mondiale.

La decomposizione ha colpito duramente la lotta del proletariato. Insieme agli effetti eclatanti della caduta del "socialismo" nel 1989 e all'enorme campagna anticomunista lanciata dalla borghesia, la classe operaia ha subito un profondo riflusso della sua coscienza e della sua combattività, i cui effetti persistono - e si sono persino aggravati - 30 anni dopo[11].

Il congresso ha approfondito il quadro storico per la comprensione della lotta di classe effettuando un esame approfondito dell'evoluzione del rapporto di forze tra le classi dal 1968[12]. La risoluzione sottolinea:

le acquisizioni delle lotte del periodo 1968-1989 non sono perse, anche se sembra che molti operai (e certi rivoluzionari) possano averle dimenticate: lotta per l'auto-organizzazione e l'estensione delle lotte; inizio della comprensione del ruolo anti-operaio dei sindacati e dei partiti capitalisti di sinistra; resistenza all’arruolamento nelle guerre; sfiducia nei confronti del gioco elettorale e parlamentare, ecc. Le lotte future dovranno fare affidamento sull'assimilazione critica di questi risultati andando molto oltre e certamente non sulla loro negazione o sulla loro dimenticanza;

il grande pericolo che rappresentano per il proletariato la democrazia, il democratismo e gli strumenti dello Stato democratico, in particolare i sindacati, i partiti di sinistra e di estrema sinistra, ma anche le sue campagne ideologiche e le sue manovre politiche;

l'attuale debolezza del proletariato, nonostante lo sforzo iniziato nelle lotte del 2006-2011 in cui, oltre alla ricomparsa delle assemblee, sono state poste molte domande sul futuro della società[13];

l'effetto positivo che a lungo termine possono avere determinati elementi della situazione attuale: una maggiore concentrazione di lavoratori nelle grandi città, il lavoro associato a livello globale, i crescenti legami tra giovani lavoratori su scala internazionale, l'incorporazione di nuovi battaglioni del proletariato in paesi come Cina, Bangla Desh, Sudafrica, Messico[14] ...

Il ruolo indispensabile della lotta operaia sul suo terreno di classe contro i colpi sempre più violenti della crisi storica del capitalismo.

Durante il congresso, sono apparse divergenze sull'apprezzamento della situazione della lotta di classe e delle sue dinamiche. Il proletariato ha subito sconfitte ideologiche che hanno gravemente indebolito le sue capacità? C'è una maturazione sotterranea della coscienza o, al contrario, stiamo assistendo ad un approfondimento del riflusso dell'identità e della coscienza di classe?

Tali questioni sono parte di un dibattito in corso, con degli emendamenti presentati alla risoluzione del Congresso[15].

Altre domande scottanti sulla situazione mondiale

In linea con le sue responsabilità, il congresso ha esaminato altri aspetti che determinano l'evoluzione della società mondiale, in particolare:

la tendenza dell'apparato politico della borghesia a perdere il controllo del suo gioco elettorale e della formazione dei governi, un fenomeno di cui la Brexit inglese è una testimonianza eloquente: vedi il Rapporto sull'Impatto della decomposizione sulla vita politica della borghesia (2019);

il considerevole peggioramento delle tensioni imperialiste (in particolare tra gli Stati Uniti e la Cina e nel Golfo Persico) nonché l'intensificazione della corsa agli armamenti; la guerra commerciale, che è la conseguenza del peggioramento della crisi, è anche usata dalla potenza americana come mezzo di pressione imperialista sui suoi rivali;

la prospettiva, che tende sempre più ad avvicinarsi, di nuove convulsioni dell'economia mondiale: caduta della crescita, rallentamento del commercio mondiale, debito esorbitante, l'incredibile fenomeno dei tassi di interesse negativi, ecc.

Il marxismo è una teoria vivente. Ciò significa che deve essere in grado di riconoscere che alcuni strumenti d'analisi della situazione storica non sono oramai più validi. E’ questo il caso della nozione di corso storico, un concetto pienamente applicabile al periodo 1914-1989 ma che ha perso la sua validità per comprendere la dinamica e l'orientamento dell'equilibrio delle forze tra le classi nell'attuale periodo storico. Ciò ha portato il Congresso ad adottare un rapporto su questo tema[16].

Difesa dell'organizzazione

L'organizzazione rivoluzionaria costituisce un corpo estraneo alla società borghese. Il proletariato è allo stesso tempo una classe "della società civile che non è una classe della società civile, è un ordine che è la dissoluzione di tutti gli ordini" (Marx). Gli operai non possono mai davvero trovare il loro posto nella società poiché economicamente, essendo sfruttati e privati di qualsiasi mezzo di produzione, si trovano sempre in una situazione precaria, in balia della disoccupazione e perché, politicamente, sono degli "emarginati" che possono trovare salvezza ed emancipazione solo al di fuori del capitalismo, in una società comunista che non può sorgere prima che lo Stato borghese venga rovesciato in tutto il mondo. La borghesia, i suoi politici, i suoi ideologi, possono accettare con disprezzo "gli operai-cittadini", vale a dire concepiti come una somma di individui alienati, ma essi aborriscono e rigettano furiosamente il proletariato come classe.

Come la loro classe, le organizzazioni rivoluzionarie, pur facendo parte del mondo capitalista, sono allo stesso tempo un corpo estraneo a quest'ultimo poiché basano la loro ragione d'essere e il loro programma su un obiettivo in totale rottura con il funzionamento, i ragionamenti ed i valori della società attuale.

In questo senso, l'organizzazione rivoluzionaria costituisce un'entità che la società borghese rigetta con tutte le sue forze. Non solo a causa della minaccia storica che rappresenta come avanguardia del proletariato, ma perché la sua stessa esistenza è un ricordo ossessivo della sua condanna storica, un ricordo dell'urgente bisogno davanti al quale si trova l'umanità di sostituire la concorrenza mortale di tutti contro tutti con l'associazione di individui liberi ed uguali. È questa nuova forma di radicalismo che la borghesia non riesce a capire e che la preoccupa e la mobilita costantemente contro le organizzazioni e i militanti del proletariato. Come sottolinea il Manifesto comunista, "La rivoluzione comunista è la rottura più radicale con i rapporti di proprietà tradizionali; non sorprende che, nel corso del suo sviluppo, essa rompa nel modo più radicale con le vecchie idee tradizionali".

Questa natura di corpo estraneo significa che l'organizzazione rivoluzionaria è permanentemente minacciata, non solo dalla repressione e dai tentativi di infiltrazioni e di distruzione dall'interno attraverso organi specializzati dello Stato borghese, o dalle azioni dei gruppi parassitari (come vedremo più avanti), ma anche dal pericolo permanente di essere distolto dai suoi compiti e dalla sua funzione dalla penetrazione di ideologie estranee al proletariato.

L'organizzazione può esistere solo attraverso una lotta permanente. Lo spirito di lotta è una caratteristica essenziale dell'organizzazione rivoluzionaria e dei suoi militanti. Le lotte, le crisi, le difficoltà sono i tratti distintivi delle organizzazioni rivoluzionarie. “Le crisi non sono necessariamente il segno di un crollo, di un fallimento imminente o irreparabile. Al contrario, l’esistenza delle crisi può essere l’espressione di una sana resistenza a un processo soggiacente che si era tranquillamente e insidiosamente sviluppato fino a quel momento e che, lasciato al suo libero corso, avrebbe potuto portarci al naufragio. Le crisi possono essere un segno di una reazione al pericolo e della lotta contro gravi debolezze che portano al collasso. Una crisi può finanche essere salutare. Essa può costituire un momento cruciale, l’opportunità di andare alla radice di gravi difficoltà, di individuarne le cause profonde per poterle superare. Il che può permettere, alla fine, all’organizzazione di rafforzarsi e di temprare i suoi militanti per le battaglie future.

Nella Seconda Internazionale (1889-1914), il Partito operaio socialdemocratico di Russia (POSDR) era noto per aver attraversato una serie di crisi e scissioni e, per questo, era considerato con disprezzo dai principali partiti dell’Internazionale, come dal Partito socialdemocratico Tedesco (SPD), che sembrava volare di successo in successo e il cui numero di membri e di risultati elettorali crescevano con regolarità.

Tuttavia, le crisi del partito russo e la lotta dell’ala bolscevica per superare queste crisi e trarne gli insegnamenti, hanno rafforzato la minoranza rivoluzionaria, l’hanno preparata a contrapporsi alla guerra imperialista del 1914 e a porsi all’avanguardia della Rivoluzione d’Ottobre nel 1917. Al contrario, l’unità di facciata e la “calma” all’interno dell’SPD (messa in discussione solo dai “facinorosi” come Rosa Luxemburg) ha portato questo partito al collasso completo e irrevocabile nel 1914, con il totale tradimento dei suoi principi internazionalisti di fronte alla Prima Guerra mondiale."[17]

La difesa dell'organizzazione costituisce un elemento permanente dell'attività dell'organizzazione e quindi un punto importante del bilancio e delle prospettive di attività del Congresso. Essa si effettua su più fronti. Il più importante e specifico è la lotta contro i tentativi di distruzione (attraverso calunnia, denigrazioni, sospetto e diffidenza). Ciò detto, "la CCI non è immune alle pressioni opportunistiche sulle posizioni programmatiche, alleate alla sclerosi, che, su altri livelli, hanno già indebolito gli altri gruppi della sinistra comunista" (Risoluzione sulle attività). Questo è il motivo per cui c'è unità e coerenza tra questo aspetto vitale della lotta contro la minaccia di distruzione e la necessità non meno vitale di combattere contro qualsiasi manifestazione di opportunismo che può sorgere nei nostri ranghi. "Senza questa lotta storica permanente a lungo termine contro l'opportunismo politico e la vigilanza contro di esso, la difesa dell'organizzazione, la sua centralizzazione e i suoi principi operativi in quanto tali non sarebbero di alcuna utilità. Se è vero che, senza un'organizzazione politica proletaria, il miglior programma è un'idea senza forza sociale, è anche vero che, senza una fedeltà totale al programma storico del proletariato, l'organizzazione diventa un guscio vuoto. C'è unità e nessuna opposizione o separazione tra i principi dell'organizzazione politica e i principi programmatici del proletariato"(idem.). Detto questo, dobbiamo rispondere rapidamente ed energicamente a qualsiasi tentativo di distruzione dell'organizzazione, poiché "la lotta per la difesa della teoria e la lotta per la difesa dell'organizzazione sono inseparabili e altrettanto essenziali, l'abbandono del primo è una minaccia, sicuramente fatale, ma a medio termine, mentre l'abbandono del secondo è una minaccia a breve termine. Finché esiste, l'organizzazione può riprendersi, anche teoricamente, ma se essa non esiste più, nessuna teoria la farà rivivere "(idem.)

La lotta contro il parassitismo

La storia del movimento operaio ha messo in evidenza un pericolo che oggi ha assunto notevole importanza, il parassitismo. La Prima Internazionale aveva già dovuto difendersi da questo pericolo identificato da Marx ed Engels: "È giunto il momento, una volta per tutte, di porre fine alle lotte interne provocate quotidianamente nella nostra Associazione dalla presenza di questo organo parassitario. Questi litigi non fanno che sprecare l'energia che dovrebbe essere usata per combattere il regime della borghesia. Paralizzando l'attività dell'Internazionale contro i nemici della classe operaia, l'Alleanza serve mirabilmente la borghesia e i governi" (Engels, "Il Consiglio Generale a tutti i membri dell'Internazionale", 1872, avvertimento contro l'Alleanza di Bakunin). L'Internazionale ha dovuto affrontare i complotti di Bakunin, un avventuriero che aveva usato un radicalismo di facciata come una foglia di fico per compiere un'opera di intrighi, di calunnia contro militanti come Marx ed Engels, di attacchi contro l'organo centrale dell'Internazionale (il Consiglio Generale), di destabilizzazione e disorganizzazione delle sezioni, di creazione di strutture segrete per cospirare contro l'attività e il funzionamento dell'organizzazione proletaria[18].

Ovviamente, le condizioni storiche in cui la lotta proletaria si evolve oggi sono molto diverse da quelle esistenti al tempo della Prima Internazionale. Questa era un'organizzazione di massa, che riuniva tutte le forze viventi del proletariato, una "potenza" che preoccupava i governi borghesi. Oggi il campo proletario è estremamente debole, ridotto a un insieme di piccoli gruppi che non rappresentano una minaccia immediata per la borghesia. Detto questo, il tipo di difficoltà e minacce che questo ambiente deve affrontare presenta somiglianze con quelli affrontati dalla Prima Internazionale. In particolare, l'esistenza di "corpi parassitari", la cui ragione d'essere non contribuisce in alcun modo alla lotta della classe operaia contro la borghesia, ma al contrario essa va a sabotare l'attività delle organizzazioni che svolgono questo combattimento. Al tempo della Prima Internazionale, l'Alleanza guidata da Bakunin aveva svolto il suo lavoro di sabotaggio (prima di essere esclusa al Congresso dell'Aia nel settembre 1872) all'interno della stessa Internazionale. Oggi, in particolare a causa della dispersione dell'ambiente proletario in diversi piccoli gruppi, i "corpi parassitari " non operano all'interno di un determinato gruppo ma ai margini di questi gruppi cercando di reclutare elementi sinceri ma inesperti o influenzati dalle ideologie piccolo-borghesi (come aveva fatto l'Alleanza in Spagna, Italia, Svizzera e Belgio), o facendo tutto il possibile per screditare i gruppi autenticamente proletari e sabotare la loro attività (come fece l'Alleanza quando capì che non poteva prendere il controllo dell'AIT).

Sfortunatamente, questa lezione della storia è stata dimenticata dalla maggior parte dei gruppi della Sinistra comunista. Poiché il parassitismo ha come priorità l'attacco della principale organizzazione di quest'ultima, la CCI, questi gruppi hanno ritenuto che "questo fosse un problema della sola CCI", arrivando fino al punto di mantenere, in certi momenti, relazioni cordiali con gruppi parassiti. Tuttavia, i comportamenti di questi ultimi (dal Communist Bulletin Group quasi quarant'anni fa al più recente Groupe International de la Gauche Communiste, compresi numerosi piccoli gruppi, blog o individui) parlano da soli:

  • denigrazione della nostra organizzazione e dei suoi militanti, in particolare accusati di usare "metodi stalinisti o addirittura di essere" agenti dello Stato";
  • furto di mezzi materiali;
  • ricattare e minacciare di fare appello alla giustizia borghese o alla polizia contro i nostri militanti;
  • pubblicazione di scritti di natura poliziesca che forniscono informazioni che consentono l'identificazione dei nostri militanti o che tendono a seminare sospetti tra i militanti all'interno della stessa organizzazione.

Il Consiglio Generale dell'AIT ritenne che "l'Alleanza serve mirabilmente la borghesia e i governi". Allo stesso modo, la risoluzione sulle attività adottate dal 23° Congresso della CCI stima che: "Nell'attuale epoca storica, il parassitismo lavora oggettivamente al servizio della borghesia per distruggere la CCI" e che "l'esperienza degli ultimi 30 anni [mostra che] il parassitismo politico è uno dei pericoli più gravi che dovremo affrontare. (...) Negli ultimi anni, il parassitismo politico non solo è persistito, ma ha anche sviluppato il suo arsenale anti CCI e ampliato il suo repertorio".

È così che, recentemente, abbiamo assistito a un atto più sofisticato ma anche più pericoloso: la falsificazione della tradizione della Sinistra Comunista mediante la promozione di una falsa "Sinistra comunista" basata sul trotskismo. Al di là delle sue intenzioni, una tale impresa mira a integrare il Fronte della Calunnia e della Delazione con una tattica "consistente a creare un cordone sanitario che isola la CCI dagli altri gruppi della sinistra comunista (...) e dagli elementi in ricerca ... "(Ibid.)[19].

Questo è il motivo per cui il congresso ha coinvolto l'intera organizzazione in una lotta risoluta e incessante contro il parassitismo, considerando che "un asse essenziale e a lungo termine dell'intervento della CCI deve essere una lotta politica e organizzativa aperta e continua contro il parassitismo al fine di eliminarlo dal campo politico proletario ed educare gli elementi in ricerca sul suo pericolo. (...) La costituzione del futuro partito ha quindi bisogno di una dura e perseverante lotta contro il parassitismo per la sua eliminazione dai ranghi della sinistra comunista". (Ibid.)

La lotta per il futuro Partito

Il compito di Frazione ha quindi diverse sfaccettature che formano un'unità: difesa dell'organizzazione, lotta contro il parassitismo, sviluppo del marxismo, capacità di analisi e intervento di fronte all'evoluzione della situazione mondiale. Questa unità è stata al centro del congresso e guiderà l'attività della CCI. Come abbiamo detto all'inizio di questo articolo, il 23° Congresso della CCI ha avuto come asse il ricordo combattente dell'esperienza della Terza Internazionale cercando di trarre da quest'ultima tutte le lezioni. Questo è il motivo per cui la risoluzione sulle attività si conclude con questo impegno: "Per adempiere ai suoi compiti storici, la CCI deve trarre la sua forza e il suo spirito combattivo dalle crisi che dovrà affrontare, così come ha fatto la sinistra marxista nel 1919. Se è in grado di svolgere un lavoro di Frazione, avrà i mezzi per raggruppare le attuali e nuove energie rivoluzionarie della Sinistra comunista su chiare basi programmatiche, e quindi di svolgere pienamente il suo ruolo nella fondazione del futuro partito".

CCI (dicembre 2019)

 

[1] Rapporto sulla struttura e sul funzionamento delle organizzazioni rivoluzionarie - conferenza internazionale (gennaio 82): https://it.internationalism.org/content/rapporto-sulla-struttura-e-sul-funzionamento-delle-organizzazioni-rivoluzionarie-conferenza

[2] All'interno della Seconda Internazionale, solo i bolscevichi hanno svolto un lavoro sostanziale di frazione, mentre altre correnti hanno combattuto contro l'opportunismo dilagante senza intraprendere una lotta coerente e globale su tutti i piani (Rosa Luxemburg, Pannekoek, Bordiga ecc.). Questa distinzione è importante: si veda a questo proposito la serie di polemiche con il BIPR (oggi TCI): Il rapporto Frazione - Partito nella tradizione marxista, in particolare le parti 3.1 e 3.2, il rapporto frazione-partito nella tradizione marxista (3a parte - I. Da Marx alla 2a Internazionale) e il rapporto partito-frazione nella tradizione marxista (parte 3 - II. Lenin e i bolscevichi).

https://fr.internationalism.org/rinte64/bc.htmhttps://fr.internationalism.org/rinte65/bc.htm

[3] Vedi la Risoluzione sul Centrismo e l'opportunismo nel periodo di decadenza, testo del nostro sesto congresso.

[4] Comprendere la decadenza del capitalismo (III parte): la natura della Socialdemocrazia

https://fr.internationalism.org/french/rinte50/decadence.htm

[5] Vedi Frazione e Partito nel dibattito della Sinistra Comunista, su Rivista Internazionale n.3 https://it.internationalism.org/rint/3_dibattito

[6] Vedi il rapporto sul ruolo della CCI come "frazione" adottata dal nostro 21° Congresso: https://it.internationalism.org/cci/201603/1359/rapporto-sul-ruolo-della-cci-in-quanto-frazione

[10] Marx-Engels: Manifesto dei Comunisti, capitolo Borghesi e proletari

[11] Vedi: Crollo del blocco dell'Est: delle difficoltà accresciute per il proletariato, su Rivista Internazionale n.13 https://it.internationalism.org/rivistainternazionale/200803/579/delle-difficolta-accresciute-per-il-proletariato

[13] Vedere: Tesi sul movimento studentesco della primavera 2006 in Francia, https://it.internationalism.org/rint/28_tesi_studenti ,  e Movimento degli indignati in Spagna, Grecia e Israele: dall’indignazione alla preparazione delle battaglie di classe, https://it.internationalism.org/content/movimento-degli-indignati-spagna-grecia-e-israele-dallindignazione-alla-preparazione-delle

[14] Questi fattori piuttosto positivi sono vanificati dalle tendenze all'isolamento e alla frammentazione dei lavoratori, la cui forma estrema è l'uberizzazione del lavoro, in cui i lavoratori sono definiti come "imprenditori in proprio". Il proletariato dovrà affrontare questo problema e trovare i mezzi per affrontarlo.

[15] La CCI ha sempre avuto come orientamento centrale l'espressione dei suoi dibattiti davanti a tutta la classe e al suo ambiente politicizzato. Ciò è stato fatto seguendo un metodo preciso: "Nella misura in cui i dibattiti che attraversano l'organizzazione riguardano generalmente l'intero proletariato, sarebbe conveniente portarli all'esterno, rispettando le seguenti condizioni :

- questi dibattiti riguardano questioni politiche generali e hanno raggiunto una maturità sufficiente perché la loro pubblicazione costituisca un reale contributo alla presa di coscienza della classe operaia;

- il posto assegnato a questi dibattiti non deve rimettere in discussione l'equilibrio generale delle pubblicazioni;

- è l'organizzazione nel suo insieme che decide e si fa carico di questa pubblicazione secondo i criteri validi per la pubblicazione di qualsiasi articolo sulla stampa: qualità di chiarezza e di forma redazionale, interesse che essi presentano  per la classe operaia. Sono dunque da proscrivere le pubblicazioni di testi al di fuori degli organismi previsti a tale scopo sull'iniziativa "privata" di un certo numero di membri dell'organizzazione. Allo stesso modo, non esiste alcun "diritto" formale per chiunque nell'organizzazione (individuo o tendenza) di pubblicare un testo se gli organi responsabili delle pubblicazioni non ne vedono l’utilità o l'opportunità" (Rapporto su la struttura e il funzionamento dell'organizzazione rivoluzionaria, https://it.internationalism.org/content/rapporto-sulla-struttura-e-sul-funzionamento-delle-organizzazioni-rivoluzionarie-conferenza )

[16] Vedi il Rapporto sulla questione del corso storico.

[18] Vedere: Le pretese scissioni dell'Internazionale, rapporto adottato dal Congresso de L' Aia (1872). Vedi anche il nostro articolo: Questioni di organizzazione. La Prima Internazionale e la lotta contro il settarismo, https://it.internationalism.org/rint/20_settarismo

[19] Vedi: Nuevo Curso e una “Sinistra Comunista Spagnola”. Da dove viene la Sinistra Comunista?, https://it.internationalism.org/content/1490/nuevo-curso-e-una-sinistra-comunista-spagnola-da-dove-viene-la-sinistra-comunista , e Chi c’è in Nuevo Curso?, https://it.internationalism.org/content/1521/chi-ce-nuevo-curso

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Testi del 23° Congresso della CCI