Questa violenta accelerazione degli attacchi è l’immediata conseguenza di un nuovo aggravamento della crisi economico-finanziaria scoppiata nel 2008 e che non era mai stata superata, al di là di una relativa ed effimera ripresa della produzione.
Ed infatti i motivi che l’hanno provocata nel 2008 non solo sono tutti lì, ma si sono anche aggravati: i debiti sovrani, cioè i debiti degli Stati, sono ulteriormente aumentati, sia per l’aiuto dato alle banche per salvarle dal fallimento (almeno per alcuni Stati come gli USA), sia per la mancanza di nuove entrate dovuta alla stagnazione dell’economia, un’economia che non è ripartita perché alla base della crisi c’è una carenza di mercati solvibili, cioè di mercati capaci di assorbire, pagandole, tutte le merci che si producono.
Se la “speculazione” si è scatenata contro gli stessi Stati è perché, dopo il venir meno della credibilità (cioè della solvibilità) degli istituti finanziari, è la solvibilità degli Stati a diventare critica: le minori entrate degli Stati, in diminuzione per la recessione, mettono in pericolo la capacità di questi di pagare gli interessi del debito accumulato, il che significa che, per poter convincere il mercato a comprare i propri titoli, gli Stati devono aumentare i loro rendimenti, con il conseguente aggravamento del debito, e così via.
Perciò gli Stati non hanno altra strada che quella di ridurre le proprie spese e cercare di rastrellare risorse dall’insieme della popolazione, ed, evidentemente, in primo luogo dalla classe operaia[2].
E’ quello che da più di due anni sta facendo il governo greco, che ha varato misure di austerità mai viste prima, da nuove tasse su tutto al licenziamento del 20% degli impiegati statali (in Italia una misura di questo tipo significherebbe più di 600.000 licenziamenti).
E’ quello che sta facendo il governo Berlusconi e non solo da questa estate: al blocco dei salari dei lavoratori del P.I. ormai da due anni (e il blocco degli scatti di anzianità significa, per quelli che l’avrebbero maturato in questi anni, la perdita di più di mille euro all’anno, ben più di quello che veniva richiesto con il cosiddetto contributo di solidarietà ai redditi, per es., di 100.000 euro), al licenziamento di più di 100.000 precari della scuola, il più grosso piano di licenziamenti che ci sia mai stato in Italia e passato quasi sotto silenzio (se non fosse per le lotte dei precari), ai ticket sulle ricette per i medicinali si aggiungono ora le misure prese in queste due ultime manovre estive:
Per tornare alla questione economica, ci siamo limitati a ricordare le misure più importanti che il governo ha preso sotto la spinta degli attacchi della speculazione, che rischiavano di far salire gli interessi sui BOT a valori insostenibili per lo Stato. Una speculazione che, da un lato, deriva dalla situazione di perdita di fiducia anche verso gli Stati sovrani e la loro capacità di far fronte ai propri debiti, ma che per l’Italia si acuisce per la presenza di un governo che sempre più si mostra non all’altezza della drammatica situazione economica. Se ne è avuto conferma nella confusione che ha accompagnato il varo di queste due manovre: la prima è stata giudicata, dai mercati e dalla BCE, non abbastanza efficace, almeno per i tempi di attuazione; la seconda ha avuto 4 riscritture prima di arrivare a quella che abbiamo descritto sopra. In più molte delle misure prese, se certamente significano sacrifici ulteriori per i lavoratori e la popolazione, non garantiscono affatto una uscita dalla crisi, anzi alcune hanno effetti controproducenti tali da annullare i benefici che portano al bilancio dello Stato:
La conseguenza di tutto questo è che presto ci vorranno altre manovre, altri sacrifici; e non siamo solo noi a dirlo, ma molti commentatori borghesi stessi: già si vocifera di un intervento più massiccio sulle pensioni, con il probabile allungamento dell’età lavorativa se non la riduzione pura e semplice delle pensioni di anzianità. E’ per questo che si parla ancora di un nuovo governo, un governo più ampio, che abbia la forza e il coraggio di prendere ulteriori misure antipopolari, e magari più efficaci (che è la vera critica che tutta l’opposizione fa a Berlusconi, un leader sempre più preso dai suoi affari personali e che non difende abbastanza gli interessi del capitale nazionale).
Insomma la borghesia si prepara a sferrare nuovi e più pesanti attacchi ai lavoratori, a questi tocca tirare le somme di quanto sta accadendo e prepararsi a loro volta a rispondere agli attacchi con le loro lotte.
Helios, 20/09/2011
[1] Poiché le due manovre si sommano e la seconda riprende anticipando alcune misure prese nella prima, è anche difficile sapere esattamente il valore della cifra che le due manovre si propongono di recuperare.
[2] Per una analisi più approfondita della situazione economica mondiale, vedere l’articolo Crisi economica mondiale: un’estate micidiale [1] e la parte sulla crisi della Risoluzione sulla situazione internazionale del XIX congresso della CCI [2], entrambi pubblicati su CCI online.
[3] Dobbiamo ricordare Termini Imerese, Eutelia, Irisbus, …?
Collegamenti
[1] https://it.internationalism.org/content/crisi-economica-mondiale-unestate-micidiale
[2] https://it.internationalism.org/content/risoluzione-sulla-situazione-internazionale-del-xix-congresso-della-cci
[3] https://it.internationalism.org/tag/4/75/italia
[4] https://it.internationalism.org/tag/situazione-italiana/economia-italiana
[5] https://it.internationalism.org/tag/situazione-italiana/politica-della-borghesia-italia
[6] https://it.internationalism.org/tag/3/47/economia