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Russia, Caucaso, Asia Centrale

Briciole di pane

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Guerra in Georgia: tutte le potenze sono fautrici di guerra!

Ancora una volta il Caucaso è stato messo a ferro e fuoco. Nello stesso momento in cui Bush e Putin assaggiavano dei dolci a Pechino e assistevano praticamente fianco a fianco alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici, preteso simbolo di pace e di riconciliazione tra i popoli, il presidente georgiano Saakachvili da una parte - protetto dalla Casa bianca - e la borghesia russa dall’altra, inviavano i loro soldati per compiere un terribile massacro di popolazioni. Questa guerra ha dato luogo ad una nuova

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Ottobre 1917 : la rivoluzione proletaria è necessaria e realizzabile

Nelle nostre discussioni, soprattutto con giovani elementi, sentiamo frequentemente "E’ vero che tutto va male, che vi sono sempre più miseria e guerra, che le nostre condizioni di vita degradano, che l'avvenire del pianeta è minacciato. Bisogna fare qualche cosa, ma che cosa? Una rivoluzione? Ma questa è un’utopia, è impossibile"!

Sta qua la grande differenza tra maggio 1968 ed oggi. Nel 1968, in un momento in cui la crisi aveva appena cominciato nuovamente a fare sentire i suoi colpi, l'idea di rivoluzione era dovunque presente. Oggi, la constatazione del fallimento del capitalismo è diventata generale ma esiste invece un grande scetticismo in quanto alla possibilità di cambiare il mondo. I termini di comunismo, di lotta di classe, risuonano come un sogno di un altro tempo. Anche parlare di classe operaia e di borghesia parrebbe anacronistico.

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Dopo l'Asia, la Russia e l'America latina, la catastrofe economica raggiunge il cuore del capitalismo

La crisi finanziaria, che si è manifestata da poco più di un anno nel sud-est asiatico, è attualmente in via di prendere la sua vera dimensione. Essa ha conosciuto una nuova impennata nel corso dell'estate, con il crollo dell'economia russa e con le convulsioni senza precedenti nei “paesi emergenti” dell'America latina. Ma sono ora le principali metropoli del capitalismo, i paesi più sviluppati d'Europa e d'America del nord, che si trovano in prima linea con una caduta continua dei loro indici borsistici e con previsioni di crescita continuamente riviste al ribasso.
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Rivoluzione del 1905 in Russia (II parte): Il proletariato afferma la sua natura rivoluzionaria

Nella prima parte di questo articolo (vedi RI n.140) abbiamo sottolineato il contesto internazionale e ricordato il quadro generale della rivoluzione del 1905 in Russia. Abbiamo anche ricordato l’importanza delle lezioni tirate per la classe operaia.

Nella seconda parte di questo articolo, come abbiamo già annunciato, noi torniamo sulla natura proletaria di questi eventi e sulla dinamica dello sciopero di massa che ha condotto il proletariato a far sorgere dalla sua lotta dei nuovi organi di organizzazione e di potere: i soviet. Vedremo come tutta la creatività della classe operaia, all’alba del declino del capitalismo, si sia effettuato senza alcun ruolo significativo da parte dei sindacati o della lotta parlamentare. La capacità della classe operaia di prendere nelle proprie mani il suo avvenire, sulla base dell’esperienza accumulata e della solidarietà, prefigurava già nuove responsabilità per questa e per la sua avanguardia. Così, posizioni decisive per il movimento operaio nella fase di decadenza del capitalismo erano già inscritte e presenti nel 1905.

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Rivoluzione del 1905 in Russia: Il proletariato afferma la sua natura rivoluzionaria

Cento anni fa il proletariato ingaggiava in Russia il primo movimento rivoluzionario del XX secolo, conosciuto sotto il nome di Rivoluzione russa del 1905. Non essendo stata vittoriosa come fu dodici anni più tardi per la Rivoluzione di ottobre, questo movimento è oggi quasi completamente caduto nell’oblio. Tuttavia, la Rivoluzione del 1905 ha apportato tutta una serie di lezioni, di chiarificazioni e di risposte alle questioni che si ponevano al movimento operaio dell’epoca senza le quali la Rivoluzione del 1917 non avrebbe certamente potuto vincere. E, benché questi movimenti abbiano avuto luogo un secolo fa, il 1905 è molto più vicino a noi politicamente di quanto si possa credere ed è necessario, per le generazioni di rivoluzionari di oggi e di domani, riappropriarsi degli insegnamenti fondamentali di questa prima rivoluzione in Russia.

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Massacro in Ossezia: No al terrore di Stato! No al terrorismo nazionalista! Per la solidarietà di classe!

La morte di 340 persone nella città di Beslan, nell’Ossezia del nord, la metà delle quali bambini, non può non provocare indignazione, orrore e ripulsione. Come gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, questo è un crimine di guerra le cui vittime sono, come sempre, i membri più indifesi della società civile.
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Corrispondenza con l’Unione Comunista Internazionalista (Russia): comprendere la decadenza del capitalismo

Pubblichiamo una lettera ricevuta dal gruppo russo UCI (Unione Comunista Internazionalista) (1). Questa lettera è essa stessa una risposta ad una lettera che avevamo mandato precedentemente a questo gruppo; essa contiene infatti numerose citazioni della nostra lettera che appaiono in corsivo.

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1933-46: L'enigma russo e la Sinistra Comunista Italiana

La "Sinistra Comunista" è in gran parte il prodotto di quelle sezioni del proletariato mondiale che hanno rappresentato la minaccia più grande per il capitalismo durante l'ondata rivoluzionaria internazionale che ha seguito la guerra del 1914-18: il proletariato russo, quello tedesco e l'italiano. Sono queste sezioni "nazionali" che hanno dato il contributo più significativo all'arricchimento del marxismo nel contesto della nuova epoca di decadenza del capitalismo inaugurata dalla guerra. Ma coloro che si sono elevati più in alto sono anche quelli che sono caduti più in basso.

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