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Internazionalismo

Briciole di pane

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Dietro le rivolte in Egitto e nei paesi arabi, lo spettro dello sviluppo della lotta di classe

Mentre andiamo in stampa, la situazione sociale in Egitto si rivela esplosiva. Milioni di persone sono in strada, sfidando i coprifuochi, il regime statale e la sanguinosa repressione. Contemporaneamente, in Tunisia, il movimento sociale tiene; la fuga di Ben Ali, i rimpasti governativi e le promesse di prossime elezioni non bastano a calmare la profonda collera della popolazione. Anche in Giordania, migliaia di manifestanti esprimono il loro malcontento di fronte alla povertà crescente mentre la contestazione in Algeria è stata puramente e semplicemente soffocata.

I media ed i politici di ogni risma non smettono di parlare della “rivolta dei paesi del Magreb e degli Stati arabi”, focalizzando l’attenzione sulle specificità regionali, sui comportamenti “troppo poco democratici” dei dirigenti nazionali, sull’esasperazione delle popolazioni nel vedere da 30 anni le stesse teste al potere …

Tutto questo è vero! E sicuramente i Ben Ali, Moubarak, Rifai ed altri Bouteflika sono dei gangster, vere caricature della dittatura borghese. Ma questi movimenti sociali appartengono innanzitutto agli sfruttati di tutti i paesi. Le attuali esplosioni di collera a macchia d’olio hanno per sfondo l’accelerazione della crisi economica mondiale che, dal 2007, sta sprofondando tutta l’umanità nella più spaventosa delle miserie.

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La classe dominante della Corea del Sud lacera il velo della sua “democrazia”

Abbiamo ricevuto la notizia dalla Corea che otto militanti del “Socialist Workers League di Corea” (Sanoryun) sono stati arrestati e accusati in virtù dell’infame legge della Corea del Sud “Legge di Sicurezza Nazionale”. Questi compagni verranno giudicati il 27 gennaio.

Pubblichiamo qui di seguito la nostra traduzione del discorso pronunciato da uno di questi militanti davanti al tribunale a dicembre. Incoraggiamo i lettori a inviarci i loro messaggi di solidarietà che trasmetteremo ai compagni coreani.

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Campagna sulla caduta di Ben Ali: i mass media agli ordini della borghesia democratica

Per settimane tutti gli stati democratici, la Francia in testa, hanno dato la loro cauzione al regime sanguinario di Ben Ali. E’ stato organizzato un black-out quasi totale dell’informazione mentre tutti i governi sapevano perfettamente cosa stava succedendo in Tunisia.
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Sanguinosa repressione in Tunisia e Algeria: la borghesia è una classe di assassini!

SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE DI TUTTA LA CLASSE OPERAIA!

Da molte settimane, si assiste in Tunisia ad un sollevamento contro la miseria e la disoccupazione che colpisce particolarmente la gioventù. Ai quattro angoli del paese, manifestazioni di strada, assembramenti, scioperi sono nati spontaneamente per protestare contro il regime di Ben Ali. I dimostranti reclamano pane, lavoro per i giovani ed il diritto di vivere con dignità. Di fronte a questa rivolta degli sfruttati e della gioventù privata di ogni futuro, la classe dominante ha risposto con le pallottole.

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Una voce internazionalista in Israele

Questo articolo è stato in origine pubblicato sul sito israeliano di Indymedia e su Libcom.org. È stato scritto da un compagno in Israele che, malgrado faccia parte di una ristretta minoranza, ha sentito il bisogno di rispondere alla febbre patriottica di guerra che è diffusa in Israele e Palestina in seguito all’assalto israeliano su Gaza. La sua decisione di pubblicare una dichiarazione è stata in parte il risultato dell’incoraggiamento e della solidarietà offerta da un certo numero di testi pubblicati su Libcom (inclusi gli stessi membri del collettivo Libcom, la CCI e il gruppo di sinistra comunista turco EKS). Questo è un contributo modesto ma significativo dell’emergere di una reale opposizione al pericoloso nazionalismo che attualmente domina il Medio Oriente. WR, 10/1/09.

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Rapporto sulla conferenza in Corea - ottobre 2006

Nel giugno 2006, la CCI ha ricevuto un invito da parte della Socialist Political Alliance (SPA), un gruppo della Corea del Sud che si richiama alla tradizione della Sinistra comunista, di partecipazione ad una "Conferenza internazionale dei Marxisti rivoluzionari"; questa Conferenza si sarebbe tenuta nelle città di Seul e di Ulsan, nel mese di ottobre di questo stesso anno. Eravamo già in contatto con la SPA da circa un anno e, malgrado le inevitabili difficoltà di lingua, abbiamo iniziato delle discussioni, in particolare sulle questioni della decadenza del capitalismo e delle prospettive per lo sviluppo delle organizzazioni comuniste nel periodo attuale.

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Una voce internazionalista nelle Filippine

Da qualche tempo la CCI è in contatto con dei compagni nelle Filippine per sostenere lo sviluppo delle idee e dei principi della Sinistra comunista e per promuovere i legami fra i comunisti presenti nelle Filippine ed il resto del movimento internazionalista mondiale (vedi la nostra critica di “Ka Popoy” Lagman pubblicata sul nostro sito in lingua inglese). Le discussioni fra la CCI ed i compagni nelle Filippine ha inoltre portato alla creazione del gruppo “Internasyonalismo”, che pubblica i documenti di discussione, in filippino ed in inglese, su varie questioni teoriche, così come sulla situazione politica nelle Filippine ed a livello internazionale. Incoraggiamo i compagni a visitare il sito web di Internasyonalismo.

Il testo che pubblichiamo qui di seguito è una presa di posizione di Internasyonalismo sul significato del 1° Maggio. Noi condividiamo nel complesso il contenuto di questa presa di posizione, ma soprattutto salutiamo il risoluto spirito internazionalista in essa presente.

Diamo il benvenuto a questa nuova voce internazionalista che si sta facendo largo in un’importante frazione del proletariato dell’Estremo-Oriente.

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Internazionalisti in Turchia contro la guerra in Libano

Nello scorso numero di questo giornale abbiamo visto come, di fronte al crescere delle tensioni guerriere, il cosiddetto pacifismo si dimostri complice dei guerrafondai e abbiamo ricordato che di fronte a questa tendenza ineluttabile del capitalismo solo la lotta contro questo sistema può costituire un vero freno alla guerra, come dimostrato dalla rivoluzione russa del 1917, che spinse la borghesia mondiale a mettere fine alla prima guerra mondiale prima che questa arrivasse agli estremi della sua furia distruttiva. Questa posizione, che viene definita dell’internazionalismo proletario perché basata sul fatto che i proletari non hanno un fronte da scegliere, ma un capitale internazionale da combattere, si sta diffondendo a livello internazionale e costituisce, oggi come oggi, assieme ad una rinata tendenza alla solidarietà all’interno delle lotte che si sviluppano nei vari paesi, un elemento caratterizzante e qualificante delle nuove leve di rivoluzionari che emergono ai quattro lati del pianeta.

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Il conflitto arabi/ebrei: La posizione degli internazionalisti negli anni trenta: Bilan nn. 30 e 31

Gli articoli che seguono sono stati pubblicati nel 1936 nei numeri 30 e 31 della rivista Bilan, organo della Frazione italiana della Sinistra comunista. Era fondamentale che la Frazione esprimesse la posizione marxista di fronte al conflitto arabo-israeliano in Palestina, a seguito dello sciopero generale arabo contro l’immigrazione giudea che era degenerato in una serie di pogrom sanguinari. Benché da allora un certo numero di aspetti specifici della situazione siano mutati, ciò che colpisce in questi articoli è a qual punto, ancora oggi, essi siano applicabili alla situazione di questa regione.
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