englishfrançaisdeutschitalianosvenskaespañoltürkçenederlandsportuguêsΕλληνικά
русскийहिन्दीفارسی한국어日本語filipino中文বাংলাmagyarsuomi
CAPTCHA
This question is for testing whether or not you are a human visitor and to prevent automated spam submissions.
  • Reimposta la tua password
Home
Corrente Comunista Internazionale
Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Navigazione principale

  • contatti
  • che cosa è la CCI?
    • Posizioni di Base
    • Piattaforma della CCI
    • 1975 Manifesto
    • 1991 Manifesto
    • Storia della CCI
    • Como diventare membro
  • stampa
    • ICConline
    • Rivista Internazionale
    • Rivoluzione Internazionale
  • opuscoli
    • Manifesto sulla rivoluzione di Ottobre, Russia 1917
    • Ottobre 1917, inizio della rivoluzione mondiale
  • abbonamenti
  • opuscoli e libri

Lotta proletaria

Briciole di pane

  • Home

L’Egitto ci mostra l’alternativa: socialismo o barbarie

Il sentimento che l’ordine attuale delle cose non possa continuare come prima continua a crescere nel mondo intero. Dopo le rivolte della “Primavera araba”, i movimenti degli Indignados in Spagna e quelli di Occupy negli Stati Uniti, nel 2011, l’estate del 2013 ha visto grandi folle scendere nelle strade in Turchia e in Brasile.

egypte.jpg

  • Per saperne di più su egypte.jpg
  • Per saperne di più su L’Egitto ci mostra l’alternativa: socialismo o barbarie

Manifestazioni contro l’aumento del prezzo dei trasporti in Brasile: la repressione poliziesca provoca la collera della gioventù

Un’ondata di proteste contro l’aumento del prezzo dei trasporti pubblici si sta sviluppando attualmente nelle grandi città del Brasile, particolarmente nella città di San Paolo, ma anche a Rio de Janeiro, Porto Alegre, Goiânia, Aracaju e Natal. Questa mobilitazione raccoglie dei giovani, studenti liceali e universitari e in una misura minore ma non trascurabile anche dei lavoratori salariati e autonomi.

manif_brasil_2013.jpg

  • Per saperne di più su manif_brasil_2013.jpg
  • Per saperne di più su Manifestazioni contro l’aumento del prezzo dei trasporti in Brasile: la repressione poliziesca provoca la collera della gioventù

Da più di venti anni il cadavere dei regimi stalinisti esala ancora i suoi veleni

Contro gli attacchi che continuano a crescere in tutti i paesi, le reazioni della classe operaia sono molto limitate e particolarmente laboriose. Tutto ciò conferma il fatto che la lotta del proletariato per rovesciare l’ordine costituito è una grande sfida storica che richiede tenacia e pazienza. La strada per la rivoluzione è un lungo cammino, difficile e complesso, che richiede una profonda riflessione e un reale sforzo teorico. Pubblichiamo di seguito un estratto della nostre serie: “All’alba del ventunesimo secolo: perché il proletariato non ha rovesciato il capitalismo? Questo estratto del secondo articolo esamina più specificamente un importante ostacolo per comprendere le difficoltà che ancora pesano sulla classe operaia: l’impatto ideologico del crollo dello stalinismo. Tuttavia, la spiegazione di fondo non può essere limitata o ridotta a questa sola dimensione, incoraggiamo i nostri lettori a ritornare sul contenuto di questi articoli nella loro interezza.

staline.jpg

  • Per saperne di più su staline.jpg
  • Per saperne di più su Da più di venti anni il cadavere dei regimi stalinisti esala ancora i suoi veleni

Dichiarazione di lavoratori di Alicante (Spagna) sullo sciopero generale

Pubblichiamo qui di seguito la traduzione di una dichiarazione di lavoratori di Alicante, una città del sud-est della Spagna, sulla costa del Mediterraneo, preceduta da una breve introduzione della nostra organizzazione. Questi due testi sono stati pubblicati sul nostro sito web in lingua spagnola.

  • Per saperne di più su Dichiarazione di lavoratori di Alicante (Spagna) sullo sciopero generale

Egitto, Tunisia: il vicolo cieco delle “rivoluzioni arabe”

Mentre le pretese "rivoluzioni arabe" festeggiavano il loro secondo anniversario, le sommosse e le manifestazioni di massa che si sono prodotte in questi ultimi mesi ed anche nelle ultime settimane in Egitto ed in Tunisia sono servite a ricordare di fronte al mondo intero che la cacciata dei dittatori Ben Ali e Mubarak non ha risolto niente. Al contrario, la situazione economica con il suo seguito di disoccupazione crescente, di miseria e di attacchi anti-operai, si è aggravata. E l'autoritarismo regnante come la violenza della repressione che si abbatte oggi sui manifestanti non hanno niente da invidiare a quanto succedeva nei precedenti regimi.
  • Per saperne di più su Egitto, Tunisia: il vicolo cieco delle “rivoluzioni arabe”

Sulle manifestazioni in Cisgiordania

Pubblichiamo di seguito un articolo scritto da un compagno molto vicino alla CCI in Spagna che racconta e trae degli insegnamenti dalle mobilitazioni dei lavoratori e delle masse oppresse della Palestina. Salutiamo con forza questa iniziativa. In una regione dove c'è un brutale scontro imperialistico, con enormi sofferenze per la popolazione, parole come classe, proletariato, lotta sociale, autonomia del proletariato... sono seppellite dalle parole guerra, nazionalismo, rivalità etniche, conflitti religiosi, ecc. Per questo tali mobilitazioni sono importanti e devono essere conosciute e prese in considerazione dai proletari di tutti i paesi. Ci propongono di essere solidali con nazioni, popoli, governi, organizzazioni di “liberazione” di vario tipo... dobbiamo rigettare una tale solidarietà! La nostra solidarietà può andare solo ai lavoratori e agli oppressi della Palestina, di Israele, dell’Egitto, della Tunisia e dal resto del mondo. SOLIDARIETÀ DI CLASSE CONTRO “SOLIDARIETÀ” NAZIONALE.

  • Per saperne di più su Sulle manifestazioni in Cisgiordania

Perché è così difficile lottare? Come possiamo superare le difficoltà?

Tutto sembra favorevole a un’esplosione senza precedenti della rabbia dei lavoratori. La crisi è ormai aperta, è chiara a tutti e nessuno può sfuggirne. Pochi credono ancora all’“uscita dalla crisi” di cui ci parlano tutti i giorni. Il pianeta ci mostra sempre più il suo spettacolo quotidiano di desolazione: guerra e barbarie, fame insopportabile, epidemie, per non parlare delle manipolazioni da irresponsabili apprendisti stregoni che i capitalisti operano sulla natura, la vita e la salute, al solo scopo di realizzare sempre più profitto. Di fronte a tutto questo è difficile immaginare quale altro sentimento possa pervaderci se non l’indignazione e la voglia di rivolta. E’ difficile pensare che la maggioranza del proletariato creda ancora a un futuro nel capitalismo. Purtuttavia le masse non hanno ancora ripreso appieno il cammimo della lotta.

Bisogna allora pensare che è finita? Che il rullo compressore della crisi è troppo forte, che la demoralizzazione che produce è insuperabile?

  • Per saperne di più su Perché è così difficile lottare? Come possiamo superare le difficoltà?

Dopo il massacro di Marikana, l’Africa del Sud è attraversata da scioperi massicci

Nell’ultimo numero di questo giornale (Rivoluzione Internazionale n. 177), nell’articolo Sudafrica: la borghesia sguinzaglia poliziotti e sindacati contro la classe operaia, abbiamo analizzato il contesto in cui si è sviluppato il massacro dei minatori in sciopero a Marikana operato dalla polizia sudafricana lo scorso 16 agosto. Abbiamo mostrato in che maniera i sindacati e il governo avevano nei fatti teso una trappola mortale agli operai, con lo scopo di strangolare la dinamica di lotta che attraversa da diversi mesi “la più grande democrazia africana”. Mentre i suoi sbirri brutalizzavano e assassinavano i lavoratori in completa impunità, la borghesia imbracciava il tema dell’apartheid per trascinarli sullo sterile terreno della pretesa lotta tra razze di cui i lavoratori neri sarebbero le vittime. Gli scioperi sembravano estendersi ad altre miniere, era tuttavia impossibile determinare con certezza se essi sarebbero scivolati sul terreno del conflitto inter-razziale o avrebbero continuato ad estendersi.
  • Per saperne di più su Dopo il massacro di Marikana, l’Africa del Sud è attraversata da scioperi massicci

3. Il lento procedere della lotta di classe

La dinamica della lotta di classe è una dinamica internazionale, per cui gli elementi che caratterizzano la situazione italiana non devono essere visti in sé, ma come articolazione del processo di scontro di classe in corso a livello internazionale che vede, in questo momento, la Spagna e il movimento degli indignati come l’espressione la più elevata della lotta di classe. Ciò detto, la nostra attenzione si soffermerà non solo sugli aspetti che confermano l’appartenenza dell’Italia a questa dinamica internazionale, ma anche su quelli che ne caratterizzano le differenze. In particolare occorre rispondere ad un quesito: perché in Italia, nonostante degli attacchi economici giunti ormai ad un livello decisamente sostenuto, la risposta resta ancora così debole e dispersa?

  • Per saperne di più su 3. Il lento procedere della lotta di classe

Rapporto sull’Italia 2012

Questo testo costituisce il rapporto che periodicamente la nostra organizzazione produce sulla situazione dei vari paesi in cui è presente, nel caso specifico l’Italia, ed ha come obiettivo quello di creare una base di discussione, anzitutto all’interno dell’organizzazione, ma anche all’esterno tra i contatti, i lettori in genere, per favorire un più efficace orientamento dell’attività e della presenza politica all’interno della classe operaia.
  • Per saperne di più su Rapporto sull’Italia 2012
Paginazione
  • Pagina precedente ‹‹
  • Pagina 4
  • Pagina successiva ››
Iscriviti a Lotta proletaria
Home
Corrente Comunista Internazionale
Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Footer menu

  • Posizioni di base
  • Contatto