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Il 16 novembre, la CCI ha tenuto una Riunione pubblica online sul tema "Le implicazioni mondiali delle elezioni americane".
Oltre ai militanti della CCI, hanno partecipato alla discussione diverse decine di persone provenienti da quattro continenti e da circa quindici paesi. La traduzione simultanea in inglese, spagnolo e francese ha permesso a tutti di seguire le discussioni, durate poco più di tre ore.
Ovviamente, di fronte alla rivoluzione che deve essere compiuta da tutta la classe operaia mondiale, questo piccolo numero può sembrare insignificante. Abbiamo ancora molta strada da fare prima che il proletariato sviluppi una coscienza profonda e una vasta organizzazione. Questo tipo di incontro internazionale è appunto uno strumento per avanzare su questa strada. Per il momento, le minoranze rivoluzionarie sono ancora esigue, una manciata in una città, un individuo in un'altra.
Riunirsi da diversi paesi per discutere, elaborare e confrontare argomenti, e quindi comprendere meglio la situazione mondiale, è un'occasione preziosa per rompere l'isolamento individuale, creare legami e percepire la natura mondiale della lotta rivoluzionaria proletaria. È un partecipare allo sforzo della nostra classe per creare un'avanguardia internazionale. Questo tipo di incontri è quindi una pietra miliare che prefigura la necessaria organizzazione dei rivoluzionari su scala mondiale. Questo raggruppamento di forze rivoluzionarie è un processo lungo, che richiede uno sforzo cosciente e costante. È una delle condizioni vitali per preparare il futuro, per organizzarsi in vista degli scontri rivoluzionari decisivi che verranno.
Un dibattito che ha sollevato mille domande sullo stato del mondo...
La grande partecipazione al nostro incontro rivela anche la preoccupazione, persino l'ansia, suscitata dall'elezione di Donald Trump a capo della prima potenza mondiale.
Tutti gli intervenuti hanno sottolineato, insieme alla CCI, che la vittoria di questo presidente - apertamente razzista, maschilista, odioso, vendicativo e fautore di una politica economica e bellica irrazionale - accelererà tutte le crisi e aggraverà le incertezze e il caos.
Da questa posizione comune, nel corso della discussione sono emerse molte questioni, alcune differenze e anche dei disaccordi.
Il trionfo di Trump è il risultato di una politica deliberata e cosciente da parte della borghesia americana? Trump è la carta migliore per gli interessi della borghesia americana? Le sue scelte imperialiste rispetto all’Iran, l’Ucraina e la Cina sono un passo verso una terza guerra mondiale? La sua politica protezionistica di aumento dei dazi è un tassello del puzzle verso la guerra? I suoi feroci attacchi alla classe operaia, in particolare ai dipendenti pubblici, sono legati ai sacrifici necessari per preparare l'economia nazionale a questa guerra?
O al contrario, come sostenuto dalla CCI e da altri partecipanti, l'arrivo di Trump alla guida della prima potenza mondiale testimonia la crescente difficoltà delle borghesie nazionali a impedire alle proprie frazioni più oscurantiste e irrazionali di prendere il potere? La guerra tra cricche all'interno della stessa borghesia, come la frammentazione della società in americani/immigrati, uomini/donne, legali/illegali, tutte cose che il clan Trump sta aggravando, non sono forse un segno della tendenza al disordine e al caos della società americana? La guerra commerciale voluta da Trump, con il ritorno alle misure protezionistiche degli anni '20 e '30, che all'epoca rovinarono tutti i paesi, non mostra forse l'irrazionalità della sua politica proprio dal punto di vista degli interessi del capitale americano? Allo stesso modo, le crescenti incertezze sulla politica imperialista della nuova amministrazione americana non stanno forse rafforzando le tensioni belliche tra tutti i paesi, spingendoci ancora di più verso alleanze instabili e mutevoli, verso l'ognuno per sé, la politica miope e lo scoppio di guerre che non producono altro che terra bruciata?
Per la CCI, per rispondere a tutte queste domande bisogna necessariamente soffermarsi, con maggiore profondità, sul periodo storico che stiamo attraversando: quello della decomposizione. Perché, al fondo, la vittoria di Trump non è qualcosa da prendere in sé, da analizzare isolatamente e da imprigionare nell'immediato, ma è il frutto di un'intera situazione mondiale, di una dinamica storica che vede il capitalismo marcire dalle fondamenta. La vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti o di Javier Milei in Argentina, le politiche disperate di Israele in Medio Oriente o della Russia in Ucraina, la presa dei cartelli della droga su fasce sempre più ampie dell'America Latina o dei gruppi terroristici in Africa o dei signori della guerra in Asia centrale, l'ascesa dell'oscurantismo, dei teorici della cospirazione e dei terrapiattisti, gli scoppi di violenza di alcuni settori della società... tutti questi fenomeni, apparentemente non correlati, sono in realtà espressioni della stessa dinamica fondamentale del capitalismo: la decomposizione.
Torneremo su questo tema e su tutte queste questioni in un prossimo articolo per sviluppare la nostra risposta.
... e la lotta di classe
La seconda parte della discussione, incentrata sulla comprensione dello stato attuale della lotta di classe, ha seguito la stessa dinamica. Anche in questo caso il dibattito è stato aperto, franco e fraterno e sono state poste molte questioni, con l'emergere di sfumature e disaccordi.
La vittoria di Trump significa che il proletariato è stato sconfitto, o per lo meno che anch'esso è incancrenito dal razzismo e dal populismo? Oppure il rifiuto del Partito Democratico da parte dei lavoratori porta alla consapevolezza della reale natura di questo partito borghese? L'apparizione di Trump come dittatore può incoraggiare la rabbia e la reazione della classe operaia? Oppure, la campagna in difesa della democrazia sarà una trappola mortale per il proletariato? Il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, attuato in modo estremamente brutale da Trump, Musk e la loro banda, spingerà alla lotta? Oppure questi sacrifici rafforzeranno la ricerca di capri espiatori, come lo straniero, il clandestino, ecc?
Tutte queste domande, contraddittorie, non sorprendono. La situazione è estremamente complessa, difficile da cogliere nella sua interezza e coerenza. L'attualità è punteggiata da eventi opposti: qui uno sciopero operaio, qui una rivolta, là una manifestazione populista... E come nella prima parte della discussione quello che manca è una bussola, che è quella di considerare ogni questione non isolatamente, separatamente l'una dall'altra, ma nel suo insieme e in un contesto internazionale e storico. È impossibile pensare al mondo senza riferirsi consapevolmente, volontariamente e sistematicamente alle dinamiche generali e profonde del capitalismo mondiale: il sistema sta sprofondando nella putrefazione (con tutto il fetore nauseabondo che ne deriva), ma il proletariato non è sconfitto e anzi, dal 2022 e dall'Estate della rabbia nel Regno Unito, sta rialzando la testa, ritrova la via della reazione e della sua lotta storica.
Non possiamo approfondire la nostra risposta in questa sede, ma torneremo a parlarne nella stampa e nei prossimi incontri.
Vi aspettiamo vivamente al prossimo incontro!
Questo dibattito è solo l'inizio. Incoraggiamo tutti i nostri lettori a partecipare a questo sforzo della nostra classe, ai dibattiti tra rivoluzionari, al processo collettivo di chiarificazione. Non rimanete isolati! Il proletariato ha bisogno che le sue minoranze creino legami, su scala internazionale, per organizzarsi, discutere, confrontare le posizioni, scambiare argomenti, comprendere il più profondamente possibile l'evoluzione del mondo.
La CCI vi invita caldamente a partecipare ai suoi differenti incontri: riunioni pubbliche online e internazionali, riunioni pubbliche "in presenza" in alcune città, così come agli incontri senza tema prestabilito. Tutte queste occasioni di incontro e dibattito sono regolarmente annunciate sul nostro sito web.
Oltre a questi incontri, vi invitiamo anche a scriverci, per reagire a un articolo, porre domande o esprimere il vostro disaccordo.
Le colonne della nostra stampa sono aperte, appartengono alla classe. Le vostre proposte di testi saranno benvenute.
Il dibattito è una necessità assoluta. Siamo lontani, isolati, spesso in contrasto con le idee che si sviluppano intorno a noi. Riunirsi, su scala internazionale, è fondamentale per preparare il futuro. Tutte le minoranze rivoluzionarie hanno questa responsabilità.
CCI
I seguaci della teoria della "terra piatta”
Consigliamo ai lettori di leggere o rileggere tre testi fondamentali per la CCI su questo tema:
1) Tesi su: La decomposizione, fase ultima della decadenza del capitalismo
2) Rapporto sulla decomposizione (attualizzazione delle Tesi sulla decomposizione)
3) Militarismo e decomposizione (maggio 2022)
Nel frattempo, invitiamo a leggere il nostro articolo che analizza il ritorno della combattività operaia dal 2022 e gli ostacoli che si frappongono alla ripresa delle lotte rivoluzionarie: Dopo “la rottura” della lotta di classe, nasce la necessità di politicizzare le lotte