Bilancio dell'intervento della CCI nelle lotte operaie in tutto il mondo

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A differenza dell’estrema sinistra del capitale e degli elementi esaltati della piccola borghesia che vedono lo spettro della rivoluzione sociale dietro “tutto ciò che si muove”, i rivoluzionari, per realizzare un intervento lucido, devono dotarsi di una bussola, di un metodo che ha insegnato loro il marxismo, attingendo alle esperienze della storia del movimento operaio di quasi due secoli. È proprio questo metodo che solo può consentire loro di comprendere e intervenire nelle lotte della classe operaia con una visione storica e di lungo termine, per non cadere nella trappola dell’impazienza, dell’attesa di risultati immediati, ritrovandosi così alla coda dell’estrema sinistra del capitale o addirittura del sindacalismo di base.

Durante l’estate del 2022, la CCI ha inquadrato lo scoppio delle lotte nel Regno Unito non come un semplice evento locale ma come un fenomeno di portata storica e internazionale. La ripresa delle lotte operaie, ad un livello che non si vedeva in questo paese dagli anni ’80, ha segnato una vera e propria rottura nella dinamica della lotta di classe. Di fronte a un simile evento, la CCI ha deciso di produrre un volantino internazionale in cui affermavamo che gli scioperi di massa nel Regno Unito erano “un invito alla lotta per i proletari di tutti i paesi”.

Ciò è stato pienamente confermato nei mesi successivi poiché, oltre alla continuazione delle lotte in molti settori nel Regno Unito, sono scoppiati scioperi e mobilitazioni sia in diversi paesi europei che in altri continenti. Anch’essi, nella maggior parte dei casi, hanno raggiunto livelli mai visti da anni, confermando il ritorno della combattività operaia dopo diversi decenni di atonia su scala globale.

Nell’autunno del 2022, la CCI si è quindi impegnata all’interno di manifestazioni o picchetti di sciopero. La sezione britannica della CCI è intervenuta otto volte nei picchetti di sciopero, soprattutto a Londra ed Exeter, distribuendo diverse centinaia di volantini. Ma anche durante la fiera del libro anarchico di Londra. La CCI è stata presente anche alla giornata di mobilitazione interprofessionale tenutasi in Francia, il 29 settembre 2022. Nei dibattiti, nei cortei o nei picchetti, abbiamo difeso la dimensione internazionale degli attacchi e quindi la necessità di lottare tutti insieme, reagendo in maniera unitaria ed evitando di rimanere bloccati nelle lotte locali, all’interno della singola azienda o del proprio settore.

Allo stesso tempo, la CCI pubblicava regolarmente sulla sua stampa (sito web, giornali, Rivista Internazionale) articoli che mettevano in luce il terreno proletario di queste diverse lotte, ma soprattutto il loro significato storico, sottolineando che costituivano un vero trampolino di lancio per il recupero dell’identità di classe.

Lo scoppio della lotta contro la riforma delle pensioni in Francia a partire da gennaio ha dato nuovo slancio a questa dinamica di lotte internazionali. Questo movimento avrebbe riunito, quasi ogni settimana, per quasi cinque mesi, milioni di lavoratori nelle strade per opporsi ad un attacco spregevole da parte dello Stato borghese. Durante le quattordici giornate di mobilitazione, a Parigi e nelle altre province, la CCI ha mobilitato tutte le sue forze, raccogliendo intorno a sé i suoi simpatizzanti, per diffondere il più ampiamente possibile la sua stampa, distribuendo circa 130.000 volantini e assicurando la vendita militante dei propri giornali.

La qualità dell’intervento si basava sulla capacità della CCI di adattarsi all’evoluzione della reazione di classe su scala internazionale, ma anche all’evoluzione più specifica della lotta in Francia. Questo è il motivo per cui la CCI ha prodotto sia volantini di respiro internazionale, sia volantini più “territoriali” quando necessario. E questo per rispondere al meglio alle esigenze del movimento, non solo in Francia, ma soprattutto a livello internazionale, poiché nello stesso periodo sono scoppiate lotte in molti paesi, in cui la CCI è potuta intervenire.

In misura diversa, ciò è avvenuto in Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito e Messico.

Quali sono stati allora i principali temi difesi nelle manifestazioni sia attraverso volantini e giornali territoriali sia durante le discussioni all'interno dei cortei?

– Da gennaio 2023, un nuovo volantino internazionale dal titolo: “Come sviluppare un movimento massiccio, unito e solidale?” ha evidenziato la necessità di opporsi alle divisioni operate dai sindacati, sviluppando la solidarietà al di là della propria azienda, della propria impresa, del proprio settore di attività, della propria città, della propria regione, del proprio Paese.

– Successivamente, pur continuando a difendere la stessa necessità, la CCI ha messo al centro del suo intervento la difesa dell’autorganizzazione e dei metodi di lotta che permettono di creare un rapporto di forza con lo Stato borghese. Il volantino del 2 febbraio: “Essere numerosi non basta, dobbiamo anche prendere in mano le nostre lotte” e il terzo volantino internazionale: “Ovunque la stessa domanda: come sviluppare la lotta? Come possono i governi fare marcia indietro?”, ha risposto a questa preoccupazione espressa sempre più nel corso delle settimane, in particolare nelle discussioni che abbiamo avuto durante le manifestazioni. Abbiamo difeso in particolare la necessità di creare luoghi di discussione come le assemblee generali sovrane aperte a tutti.

– Nonostante le numerose debolezze, tutte queste lotte esprimevano un tentativo reale di creare una forza collettiva, unita, solidale, per ritrovarsi non come individui isolati, ma come classe sfruttata di fronte ai propri sfruttatori. Gli echi della lotta in Francia tra i lavoratori britannici e tedeschi lo hanno pienamente dimostrato.

Una delle responsabilità dei rivoluzionari consiste proprio nel contribuire allo sviluppo di questo sforzo verso il recupero dell’identità di classe. Anche per questo abbiamo sempre improntato il nostro intervento sulla necessità di riappropriarci dell’esperienza e della storia della classe operaia. Tanto più che questa preoccupazione si è espressa spontaneamente nella lotta in Francia attraverso lo slogan “Voi mettete il 64 [la nuova età per il pensionamento], noi vi rimettiamo il [maggio] 68” gridato in tutti i cortei. O ancora, nel rinascere del ricordo della lotta contro il CPE nel 2006. Quindi il volantino: “Come abbiamo vinto nel 2006?”, ha difeso l’esperienza delle Assemblee Generali sovrane che avevano contribuito alla dinamica di estensione di quel movimento fino a far arretrare il governo. Poche settimane dopo, il quarto volantino internazionale: “Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Messico, Cina... Andate oltre rispetto al 1968!”, ha esteso questo sforzo ma soprattutto ha permesso di difendere più esplicitamente la questione storica della ripresa delle lotte operaie e la sfida che essa contiene: il rovesciamento del capitalismo e la vittoria della rivoluzione proletaria per la sopravvivenza dell'umanità.

Nel complesso, i nostri diversi volantini sono sempre stati ben accolti, i titoli spesso colpivano nel segno e provocavano le reazioni dei manifestanti: “Sì, siamo tutti sulla stessa barca!”,Sì, dobbiamo lottare tutti insieme!”, “Vengo dalla Germania e anche lì ci sono lotte!”, “Siamo italiani e siamo venuti a manifestare con gli operai francesi”, “Io ero lì nel maggio ‘68, dobbiamo rifare la stessa cosa!”, “Ah sì, bisogna proprio fare la rivoluzione!”    Queste sono le reazioni più significative emerse nelle tante discussioni che abbiamo potuto avere. Restano, certo, minoritarie e talvolta confuse ma esprimono lo sforzo di riflessione che avviene nel profondo della classe operaia per riconoscersi come classe, per prendere in mano le lotte e sviluppare la battaglia che consenta alla classe a intraprendere la via della rivoluzione.

È proprio questa dinamica storica in atto che abbiamo evidenziato nel volantino che faceva il punto sulla lotta contro la riforma delle pensioni durante l’ultimo giorno di mobilitazione del 6 giugno in cui la voglia di lottare e battersi era ancora presente. In diverse occasioni i manifestanti, concordando con il titolo del volantino, ci hanno addirittura detto: “Abbiamo perso una battaglia ma non abbiamo perso la guerra!”. Quindi sí, “la lotta è davvero davanti a noi!”.

Il nostro intervento è stato accompagnato anche dalla distribuzione di centinaia di copie del terzo Manifesto della CCI[1] che, di fronte alla spirale sempre più mortale e distruttiva della società capitalista, difende con forza che il futuro dell'umanità è nelle mani della classe operaia. Riteniamo che sia responsabilità delle organizzazioni rivoluzionarie esporre alla classe operaia nel modo più lucido possibile le condizioni storiche in cui si svolge la sua lotta e le questioni a cui è confrontata.

È con lo stesso approccio che la CCI ha organizzato anche due cicli di incontri pubblici sulla lotta di classe nel mondo. Il tema del primo era: “Non siamo i soli a mobilitarsi… Ci sono lotte operaie in molti paesi!” Quello del secondo: “Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna, Messico, Cina... Andare oltre rispetto al 1968! "[2]. Questi incontri sono stati animati dal desiderio di chiarimento attraverso il confronto con le diverse posizioni presenti. Si è trattato di veri e propri luoghi di dibattito proletario dove si sono espressi sostegno, sfumature, dubbi e domande, e anche disaccordi con le posizioni della CCI. Questa partecipazione attiva ai dibattiti è un esempio della lenta maturazione della coscienza che sta avvenendo nel profondo della classe operaia globale e che è portata avanti più in particolare da piccole minoranze, spesso appartenenti a una nuova generazione, che si stanno gradualmente riconnettendo con l’esperienza del movimento operaio e della Sinistra Comunista.

Intervenendo attivamente nelle manifestazioni, così come con la nostra stampa web e cartacea, la CCI ha pienamente adempiuto alle sue responsabilità politiche all'interno della classe operaia. Il frutto di questo intervento si è manifestato in particolare nel fatto che nuovi elementi in cerca di posizioni di classe hanno preso contatto con la CCI e sono venuti, talvolta, anche a partecipare alle nostre riunioni pubbliche.

Se dallo scorso giugno la dinamica avviata nell’estate del 2022 nel Regno Unito sembra conoscere una certa “pausa”, lo scoppio di scioperi nel settore automobilistico negli Stati Uniti dimostra chiaramente che la dinamica delle lotte continua. Per la CCI, queste lotte economiche sono il terreno privilegiato perché la classe possa sviluppare la sua riflessione e la sua coscienza. È responsabilità delle organizzazioni rivoluzionarie contribuire alla maturazione di questo sforzo vitale per lo sviluppo dello scontro rivoluzionario.

Vincent, 1 ottobre 2023

 

[1] “Il capitalismo porta alla distruzione dell’umanità… Solo la rivoluzione mondiale del proletariato può mettervi fine”,   https://it.internationalism.org/content/1719/il-capitalismo-porta-alla-distruzione-dellumanita-solo-la-rivoluzione-proletaria

[2] Per una valutazione più approfondita di questi incontri pubblici vedi: “Perché la CCI parla di “rottura” nella dinamica della lotta di classe?”, https://it.internationalism.org/content/1748/perche-la-cci-parla-di-rottura-nella-dinamica-della-lotta-di-classe

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