Il 16 agosto, nei pressi delle miniere di Marikana, a nord-ovest di Johannesburg, 34 persone sono cadute sotto i colpi della polizia sudafricana e altre 78 sono rimaste ferite. Centinaia di manifestanti sono stati arrestati. Immediatamente le immagini insopportabili delle esecuzioni sommarie hanno fatto il giro del mondo. Ma, come sempre, la borghesia e i suoi media hanno sminuito il carattere di classe dello sciopero, riducendolo ad un sordido confronto tra i due principali sindacati del settore minerario e sventolando la solita solfa del “demone dell’apartheid”.