Sinistra Italiana

La Sinistra Italiana venne formata dai gruppi espulsi dalla Terza Internazionale, e quindi dal Partito Comunista Italiano, negli anni 1920. Rimasta fedele alla tradizione dell'internazionalismo proletario, la Sinistra Italiana (soprattutto attorno alla rivista Bilan) ha due grandi punti di forza: la sua insistenza sulla chiarezza ed il rigore teorico, e sull'importanza della questione organizzativa. La CCI è oggi la più importante erede della Sinistra Italiana

Dibattito: all'origine della CCI e del BIPR, I parte. La Frazione italiana e la Sinistra Comunista di Francia

Nel numero 89 del nostro organo internazionale Revue Internationale (di cui pubblichiamo in lingua italiana periodicamente solo una selezione di articoli) abbiamo pubblicato un articolo in risposta a quello di Revolutionary Perspectives N°5 (pubblicazione della Communist Workers’ Organisation – CWO) dal titolo «Sette, menzogne e la prospettiva perduta della CCI». Non potendo, per mancanza di spazio, trattare tutti gli aspetti affrontati dalla CWO, ci siamo limitati a rispondere ad uno solo dei problemi posti: l’idea secondo la quale la prospettiva delineata dalla CCI per l'attuale periodo storico sarebbe completamente fallita. Noi abbiamo messo in evidenza come le affermazioni della CWO si basavano essenzialmente su di una profonda incomprensione delle nostre posizioni e soprattutto su di una totale assenza di un quadro di analisi del periodo attuale. Assenza di quadro che è, d’altra parte, rivendicata con fierezza dalla CWO e dal BIPR (Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario, a cui questo gruppo è affiliato), nella misura in cui si considera che è impossibile per un'organizzazione rivoluzionaria identificare la tendenza dominante nel rapporto di forza tra proletariato e borghesia, ovvero se ci sia un corso verso scontri di classe crescenti o verso la guerra imperialista. In realtà, il rifiuto del BIPR di prendere in considerazione il fatto che per i rivoluzionari sia possibile -e necessario- identificare la natura del corso storico, trae le sue origini dalle condizioni stesse in cui si è costituita, alla fine della 2a guerra mondiale, l’altra organizzazione del BIPR ed ispiratrice delle sue posizioni politiche: il Partito Comunista Internazionalista (PCInt ). In un altro articolo «Le radici politiche della debolezza organizzativa della CCI», pubblicato sul n. 15 della rivista teorica in lingua inglese del BIPR, Internationalist Communist (IC), questa organizzazione ritorna sul problema delle origini del PCInt e di quelle della CCI. Nel presente articolo parleremo essenzialmente di questo argomento.

L'antifascismo, formula di confusione (da Bilan n. 7, maggio 1934)

Quando i nostri compagni di Bilan (pubblicazione in francese della Frazione di sinistra del Partito Comunista d’Italia) hanno redatto il documento che ripubblichiamo in qui di seguito, il fascismo era una realtà in molti paesi europei, Hitler era al potere in Germania dal 1933. Ciò non li ha condotti a perdere la testa ed a lasciarsi trascinare nella frenesia de “l’antifascismo” che ha preso non solo i partiti socialisti e stalinisti, ma anche correnti che si erano opposte alla degenerazione dell’Internazionale comunista nel corso degli anni 20, a cominciare dalle correnti trotskiste. Essi sono stati in grado di produrre una messa in guardia estremamente ferma e chiara contro il pericolo dell’antifascismo e che, poco prima della guerra di Spagna, aveva un carattere incontestabilmente profetico. In effetti, in questa guerra, la borghesia “fascista” non fu capace di scatenare la repressione ed i massacri contro la classe operaia fin tanto che quest’ultima, benché si sia armata spontaneamente contro il putsch di Franco del 18 luglio 1936, si fece deviare dal suo terreno di classe, la lotta intransigente contro la repubblica borghese, in nome della priorità della lotta contro il fascismo e della necessità di costituire un fronte di tutte le forze che lo combattevano.

Introduzione ai testi di Bilan

Ripubblicando i testi di Bilan sulla guerra di Spagna non intendiamo fare opera di storici. Il nostro obiettivo e tutt’altro. Se la storia dell’umanità è sempre la storia delle lotte di classi, le lotte di ieri non si presentano al proletariato come un passato fisso, morto, ma come momenti sempre viventi della sua lotta storica per la trasformazione rivoluzionaria della società, della sua lotta sempre presente. La comprensione delle sue lotte di ieri costituisce per il proletariato, sola classe rivoluzionaria nella società capitalista, uno sforzo necessario e incessante per conoscere sempre più a fondo il contenuto e i mezzi della lotte che conduce, per superare le sue debolezze e i suoi errori, per evitarne le deviazioni, per forgiare la sua coscienza e le sue armi per le future battaglie e la vittoria finale.

Il conflitto arabi/ebrei: La posizione degli internazionalisti negli anni trenta: Bilan nn. 30 e 31

Gli articoli che seguono sono stati pubblicati nel 1936 nei numeri 30 e 31 della rivista Bilan, organo della Frazione italiana della Sinistra comunista. Era fondamentale che la Frazione esprimesse la posizione marxista di fronte al conflitto arabo-israeliano in Palestina, a seguito dello sciopero generale arabo contro l’immigrazione giudea che era degenerato in una serie di pogrom sanguinari. Benché da allora un certo numero di aspetti specifici della situazione siano mutati, ciò che colpisce in questi articoli è a qual punto, ancora oggi, essi siano applicabili alla situazione di questa regione.

1933-46: L'enigma russo e la Sinistra Comunista Italiana

La "Sinistra Comunista" è in gran parte il prodotto di quelle sezioni del proletariato mondiale che hanno rappresentato la minaccia più grande per il capitalismo durante l'ondata rivoluzionaria internazionale che ha seguito la guerra del 1914-18: il proletariato russo, quello tedesco e l'italiano. Sono queste sezioni "nazionali" che hanno dato il contributo più significativo all'arricchimento del marxismo nel contesto della nuova epoca di decadenza del capitalismo inaugurata dalla guerra. Ma coloro che si sono elevati più in alto sono anche quelli che sono caduti più in basso.

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