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Spagna

Briciole di pane

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Spagna 1936. La sinistra del capitale sottomette il proletariato allo Stato borghese

Nel numero di giugno del nostro giornale in Francia (1) l’articolo “60 anni fa il Fronte Popolare irreggimentava gli operai per la guerra imperialista”, ricordava come il “Fronte popolare” in Francia, contrariamente alle attuali campagne ideologiche della borghesia che ne fanno n periodo di “conquiste della classe operaia”, costituì un momento della preparazione della guerra imperialista mondiale con l’arruolamento del proletariato dietro la difesa dello Stato capitalista in nome dell’antifascismo. In questo articolo affrontiamo, con la guerra di Spagna, l’ultima tappa di questo imbrigliamento del proletariato internazionale, realizzato da tutte le frazioni della sinistra borghese e dei sindacati sotto la bandiera mistificatrice della lotta “antifascista”.

 

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Sciopero della metallurgia a Vigo in Spagna, un passo avanti nella lotta proletaria

Vogliamo salutare con forza e manifestare la nostra solidarietà con la lotta che hanno condotto i 23.000 operai della metallurgia, in forte percentuale giovani operai, a Vigo nella provincia della Galizia in Spagna, dal 3 maggio. Tutti i media ed i siti web dei sindacati e delle organizzazioni politiche cosiddette radicali hanno mantenuto un silenzio tombale su questi avvenimenti, tanto in Spagna che a livello internazionale (1). Per la classe operaia è importante discutere di questa esperienza, tirarne delle lezioni con spirito critico per poterle mettere in pratica, perché tutti i lavoratori hanno gli stessi problemi: precarietà, condizioni di lavoro sempre più insopportabili, aumenti allucinanti dei prezzi, licenziamenti, attacchi alle pensioni, attacchi ai lavoratori del settore pubblico…
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A PROPOSITO DI UN FORUM SU “L’AUTONOMIA OPERAIA”: Chi può porre fine al capitalismo?

Pubblichiamo un articolo d'intervento che la sezione della CCI in Spagna (Acción Proletaria) ha messo su Internet in un Forum sull'autonomia del proletariato [www. alasbarricadas.org, in lingua spagnola].

 

 

 

All'origine di questo forum c'è la riproduzione da parte di un compagno, che noi non conosciamo, di un articolo-bilancio scritto da noi (1) a proposito di un incontro sull'autonomia operaia e l’intervento che noi vi abbiamo fatto. Questo incontro, che ha avuto luogo a Barcellona, ha provocato un dibattito appassionante, profondo e leale. Tutti i partecipanti condividevano la stessa volontà di farla finita con il sistema capitalista che sta provocando alla grande maggioranza dell'umanità tante sofferenze e di ogni tipo (economiche, psichiche, morali, ecologiche). Ma è sulla questione “chi può essere il motore di una così gigantesca trasformazione sociale?” che il dibattito si situa. In sintesi, due risposte sono apparse in maniera chiara: per gli uni, è la classe operaia, il proletariato. Per gli altri, tra cui un compagno che si fa chiamare Piti (2), è una comunità di individui ribelli, che loro chiamano proletariato

 

 

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Crisi dell’emigrazione alla frontiera Spagna-Marocco: l’ipocrisia della borghesia democratica

Nel corso delle ultime due settimane abbiamo assistito ad una serie di scene allucinanti alla frontiera sud dell’Unione Europea. Prima ci sono stati gli assalti di massa alle barriere spinate istallate dal governo spagnolo che migliaia di emigranti sono riusciti a superare, non prima di avervi lasciato brandelli di vestiti e sangue. Poi ci sono state le raffiche di pallottole che hanno stroncato la vita di 5 emigranti, raffiche sparate, con tutta probabilità, a dispetto delle contorsioni dei portavoce ufficiali, dalle forze del tanto ”democratico” e tanto “pacifista” governo Zapatero, che ama  presentarsi come un Bambi, un cerbiatto inoffensivo. Infine è arrivato lo spiegamento massiccio di truppe della Legione e della Guardia Civile con la consegna di respingere “in maniera umana” (sic!) gli emigranti. Il 6 ottobre, dopo oscuri negoziati tra i governi di Marocco e Spagna, gli avvenimenti subiscono una accelerazione: 6 emigranti muoiono mitragliati in territorio marocchino. Queste morti sono l’inizio dello scatenamento di una serie di atti sempre più brutali: emigranti abbandonati nel deserto a sud di Oujda  il 7 ottobre, rastrellamenti di massa nelle città marocchine dove si concentrano gli emigranti; voli charter per rimpatriare verso il Mali e il Senegal, con uomini e donne ammassati;  nuove deportazioni di massa di emigranti, negli autobus della morte verso il deserto del Sahara
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Attacchi terroristici a Madrid: un atto della guerra capitalista

Duecento morti e più di 1500 feriti, quattro treni distrutti, corpi umani così terribilmente straziati che possono essere riconosciuti solo con l’analisi del DNA- questo è il bilancio terribile dell’attacco terroristico del cosiddetto “Treno della morte” che violentemente ha scosso il mattino dell’11 marzo a Madrid.
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