All’avanguardia di questo movimento
internazionale che fermerà la guerra ed aprirà la possibilità della rivoluzione
mondiale, fin dal 1915 troviamo gli scioperi economici degli operai russi che
vengono duramente repressi. Tuttavia il movimento cresce: il 9 gennaio 1916,
l’anniversario dell’inizio della rivoluzione del 1905 viene celebrato con
grossi scioperi operai. Nuovi scioperi scoppiano durante tutto l’anno
accompagnati da riunioni, discussioni, rivendicazioni, scontri con la polizia.
“Verso la fine del1916 il costo della vita
aumenta a salti. All’inflazione ed alla disorganizzazione dei trasporti si
aggiunge una vera e propria penuria di merci. In quel periodo, il consumo si è
ridotto della metà. La curva del movimento operaio delinea una brusca ascesa. A
partire dall’ottobre, la lotta entra in una fase decisiva, che unisce insieme
tutte le gamme svariate di malcontento: Pietrogrado prende la rincorsa per il
grande salto di febbraio. Nelle fabbriche i comizi dilagano. Argomenti
trattati: i rifornimenti alimentari, l’alto costo della vita, la guerra, il
governo. Vengono distribuiti i volantini dei bolscevichi. Si proclamano
scioperi politici. All’uscita dalle fabbriche si svolgono manifestazioni improvvisate.
Capita che gli operai di certe aziende fraternizzano con i soldati. Scoppia un
violento sciopero di protesta contro il processo ai marinai rivoluzionari della
flotta del Baltico. (… ) Gli spiriti sono sovraeccitati, i metallurgici si sono
messi in prima fila, gli operai hanno sempre di più la sensazione che non c'è
possibilità di ritirata. In ogni fabbrica si costituisce un nuovo nucleo
d’azione, perlopiù raccolto attorno ai bolscevichi. Gli scioperi e i comizi si
succedono senza interruzione nel corso delle due prime settimane di febbraio.
L’8 febbraio, alla Poutilov i poliziotti vengono accolti da ‘una grandine di
ferraglie e di scarti’. Il 14, giorno di apertura della Duma, ci sono circa
90.000 scioperanti a Pietrogrado. Molte fabbriche chiudono anche a Mosca. Il
16, le autorità decidono di introdurre a Pietrogrado le tessere del pane.
Questa novità accresce il nervosismo. Il 19, vicino ai negozi di rifornimento,
si formano dei gruppi, composti soprattutto da donne, e tutti esigono pane. L’indomani,
in certi quartieri della città, vengono saccheggiati i forni. Sono i lampi che
preannunciano l’insurrezione destinata a scoppiare qualche giorno dopo.” (1).