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Lotta proletaria

Briciole di pane

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Scioperi in Sud America

Un compagno di Lima, che è in corrispondenza e discute regolarmente con la nostra organizzazione, ci ha inviato recentemente un articolo sullo sciopero dei minato in Perù dell’aprile scorso (vedere Acción Proletaria n° 195) e degli elementi su un movimento di insegnanti che si stava sviluppando quando i focolai della prima lotta non erano ancora spenti. Salutiamo calorosamente questo sforzo del compagno perché è di primaria importanza che circolino velocemente le esperienze, le lezioni, le notizie sulle lotte operaie che sorgono nel mondo. Il contributo del compagno è un esempio che incoraggiamo a seguire. L’articolo che segue è ripreso interamente dai testi e dagli elementi informativi che il compagno ci ha inviato.
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Contributo da un compagno di Lima. Sciopero di minatori in Perù

Lo sciopero dei minatori in Perù è una realtà. Iniziata dai lavoratori della compagnia cinese Shougang tre settimane fa la lotta si è estesa a tutti i centri minerari del paese.
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Scioperi in Egitto: La solidarietà di classe, punta di lancia della lotta

All’inizio dell’anno un’ondata di scioperi ha toccato numerosi settori in Egitto: le fabbriche di cemento, gli allevamenti di pollame, le miniere, i trasporti urbani e le ferrovie. Nel settore sanitario, e soprattutto nell’industria tessile, gli operai hanno scatenato una serie di scioperi illegali contro il forte abbassamento degli stipendi reali e le riduzioni dei premi di incentivazione. Il carattere combattivo e spontaneo di queste lotte può essere colto dalla descrizione che segue che riporta come, nello scorso dicembre, sia scoppiata la lotta nel grande complesso di tessitura e filatura nel nord del Cairo, Mahalla al-Kubra’s Misr, epicentro del movimento.
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Airbus, Alcatel… Ancora una volta i sindacati sabotano le lotte operaie

Licenziamenti, riduzione di posti, chiusura di fabbriche, precarizzazione, decentramento …, sempre più i lavoratori salariati subiscono la terribile realtà dell’accelerazione della crisi capitalista. Gli attacchi sono gli stessi dappertutto; in Europa per il gruppo EADS-Airbus, all’Alcatel-Lucent, Volkswagen, Deutsche Telekom, Bayer, Nestlé, Thyssen Krupp, IBM, Delfi… e sul continente americano alla Boeing, Ford, General Motors, Chrysler… In Francia, nel solo settore privato ci sono stati ufficialmente 10.000 posti soppressi nel 2006 ed altri 30.000 sono previsti da qui al 2008. Questi piani ormai su scala mondiale sono sempre più massicci e non toccano più solo settori in decelerazione o arcaici, ma settori di punta come l’aeronautica, l’informatica, l’elettronica. Non riguardano più solo le piccole e medie imprese, ma si estendono a tutti i grandi gruppi leader dell’industria ed il loro indotto; non si limitano più agli operai della catena di montaggio ma toccano anche gli ingegneri, i quadri commerciali, i settori della ricerca.
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Israele/Palestina: la lotta operaia nonostante la guerra

Malgrado la spirale di odio nazionalista che paralizza normalmente la lotta di classe in Israele e in Palestina, le gravi privazioni economiche causate dallo stato di guerra permanente hanno spinto gli operai di entrambi i campi opposti a battersi per i loro propri interessi di classe.
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Scioperi in Guinea: La combattività operaia esplode di fronte agli attacchi della borghesia

Dal 10 gennaio scorso, la Guinea conosce una situazione sociale esplosiva caratterizzata da un movimento di scioperi senza precedenti, dopo anni di scioperi che si susseguono a ripetizione. La classe operaia di Conakry, seguita da quella di numerose grandi città, come Kankan, e sostenuta dall’insieme della popolazione, si è lanciata in un movimento di protesta che esprime una gigantesca rabbia.
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Intervento della CCI in Brasile: Dibattito sulle prospettive della lotta di classe

Nel settembre scorso, la CCI ha presentato, davanti ad un uditorio di 170 studenti di un'università brasiliana, la propria analisi sulla situazione mondiale e sull’alternativa storica che si pone. I punti centrali della nostra relazione introduttiva sono stati: la guerra, la lotta di classe ed il ruolo delle elezioni. Qui di seguito facciamo un breve resoconto del dibattito sviluppatosi nella riunione.

Prima ancora vogliamo però sottolineare il modo con cui i partecipanti si sono posti rispetto alla nostra presentazione il cui contenuto non era per loro "consueto" poiché denunciava le elezioni come strumenti della borghesia e metteva in evidenza la prospettiva dello sviluppo della lotta di classe internazionale. Malgrado ciò, lungi dal provocare ostilità o scetticismo, le nostre analisi hanno suscitato al contrario un grande interesse e spesso anche un sostegno esplicito.

 

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Da Riunione pubblica CCI: Perché l’umanità può contare solo sulla lotta della classe operaia? E come possiamo riconoscerla?

Se è vero che esistono tantissime contraddizioni e sofferenze nella società in cui viviamo, la soluzione all’insieme di queste contraddizioni non potrà venire da una serie di lotte parcellari e specifiche e/o da una iniziativa popolare, ma dalla risposta dell’unica classe che ha in mano le sorti dell’umanità, la classe operaia. E’ per questo che è della più grande importanza saper riconoscere e distinguere le lotte che si pongono da un punto di vista genuinamente di classe da quelle che viceversa, nonostante la buona fede di chi le promuove, si pongono sul piano dell’interclassismo e partono dall’accettazione dello status quo.

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Tesi sul movimento degli studenti nella primavera 2006 in Francia

Queste tesi sono state adottate dalla CCI il 3 aprile 2006 mentre il movimento degli studenti stava ancora svolgendosi. In particolare, la grande manifestazione del 4 aprile, che il governo sperava meno potente della precedente del 28 marzo, ha superato quest’ultima ampiamente con una partecipazione ancora più importante di lavoratori del settore privato. Nel suo discorso del 31 marzo, il presidente Chirac aveva tentato una manovra ridicola: aveva annunciato la promulgazione della legge delle “Pari opportunità” ed aveva chiesto che il suo articolo 8 (il Contratto di Primo Impiego, principale motivo della collera degli studenti) non venisse applicato. Invece di indebolire la mobilitazione questa pietosa contorsione l’ha al contrario rafforzata.
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Ungheria 1956: un’insurrezione proletaria contro lo stalinismo

Cinquant’anni dopo la rivolta operaia che scosse l’Ungheria nel 1956, gli avvoltoi della borghesia ne “celebrano” l’anniversario nel loro stile abituale. La stampa borghese tradizionale versa una lacrima sulla resistenza eroica del “popolo ungherese” “per l'indipendenza nazionale” e contro gli “orrori del comunismo”. Tutte queste celebrazioni non descrivono che l'apparenza della rivolta, e dunque mascherano e distorcono il suo significato reale

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