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Decadenza del capitalismo

Briciole di pane

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La guerra è il proseguimento della concorrenza attraverso la forza?

Contributo di un compagno: Alcune posizioni fondamentali dell'internazionalismo proletario

L'imperialismo non è l'imposizione internazionale dello Stato più forte sul resto degli Stati nazionali, è un fenomeno storico legato allo sviluppo mondiale del modo di produzione capitalista. Il capitalismo è competizione e lotta di tutti contro tutti.

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Rapporto su pandemia e sviluppo della decomposizione

In un certo senso, “la Sinistra comunista si trova oggi in una situazione simile a quella di Bilan degli anni ‘30, nel senso che è costretta a comprendere una nuova situazione storica senza precedenti” (Résolution sur la situation internationale, 13° Congresso della CCI, Revue internationale n. 97, 1999).

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Crescita nella decadenza

Un lettore ci ha scritto: “Come può la CCI continuare a sostenere che il capitalismo è un sistema in decadenza dal 1914 quando c’è stata una tale enorme crescita nel capitalismo da allora?” Questa questione ci è stata posta diverse volte e in diversi modi: come si spiega l’enorme crescita dopo la Seconda Guerra Mondiale? E l’enorme crescita della Cina negli ultimi decenni? Tutto questo non è in contrasto con l'idea che il capitalismo sia un sistema in declino, in decadenza?

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Il profondo impatto della crisi di Covid-19 in Gran Bretagna

In Gran Bretagna la propaganda della borghesia sulla pandemia di Covid-19 ha una serie di temi, ma nessuno tanto ripetuto e falso come quello del "Siamo tutti coinvolti in questo", "Siamo tutti sulla stessa barca". Il primo ministro Boris Johnson è arrivato persino a rifiutare una pietra miliare del Thatcherismo e a dire: "Una cosa che credo la crisi del coronavirus abbia già dimostrato è che esiste davvero una cosa come la società".

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Covid-19: O il proletariato mondiale mette fine al capitalismo o il capitalismo metterà fine all'umanità

Oggi le strade di Madrid saranno teatro di ambulanze, caos nei servizi sanitari e dolore come quello degli attentati di Atocha del 2004 (193 morti e più di 1400 feriti).

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Pandemia Covid-19: il capitalismo è responsabile della catastrofe sanitaria!

La pandemia di coronavirus sta causando migliaia di morti in tutto il mondo. Perché sta succedendo tutto questo? Perché la ricerca su questo tipo di virus, nota da tempo, è stata abbandonata perché considerata non redditizia! Perché quando è iniziata l'epidemia, agli occhi della borghesia cinese era più importante fare tutto il possibile per mascherare la gravità della situazione, per proteggere la sua economia e la sua reputazione, non esitando a mentire e far pressione sui medici che davano l'allarme!

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Migranti e rifugiati: vittime del capitalismo (Parte III)

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le disastrose distruzioni causate dai conflitti imperialisti generarono un mondo di rovine e di desolazione. Nel maggio del 1945, 40 milioni di persone erano profughi o rifugiati in Europa. A questi, bisognava aggiungere gli 11,3 milioni di lavoratori che erano stati arruolati di forza dalla Germania durante la guerra. Nelle altre grandi regioni del mondo, l’indebolimento delle potenze coloniali portava all’instabilità e a nuovi conflitti, specialmente in Asia e Africa, causando nel corso del tempo milioni di migranti.

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Migranti e rifugiati: vittime del capitalismo (parte II)

All'inizio degli anni ‘30, la sconfitta del proletariato si era era ormai realizzata e la rivoluzione mondiale era stata completamente schiacciata. I bagni di sangue successivi in Russia e Germania, dopo la disfatta del proletariato a Berlino nel 1919, la ricerca di capri espiatori, l'umiliazione causata dal Trattato di Versailles e la necessità di vendetta, rappresentarono un nuovo passo in avanti nella spirale di orrori del capitalismo del XX secolo.

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La classe operaia e le guerre del capitalismo in decomposizione

Un secolo fa, il primo maggio 1916, sulla piazza di Postdam a Berlino, il rivoluzionario internazionalista Karl Liebknecht dava la risposta della classe operaia alla guerra che devastava l'Europa e massacrava tutta una generazione di proletari.

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Migranti e rifugiati: vittime del capitalismo (Parte I)

“Una cosa è certa, la guerra mondiale è un punto di svolta per il mondo (...) in seguito all'eruzione del vulcano imperialista, il ritmo del cambiamento ha ricevuto un impulso così violento che, per i conflitti che si avranno nella società e per i compiti che attendono il proletariato socialista nell'immediato futuro, tutta la storia del movimento operaio sembra essere stata finora un’epoca paradisiaca.” (Rosa Luxemburg, Brochure di Junius, 1916)

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