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La nostra frazione, iniziando la pubblicazione del presente bollettino, non crede di poter offrire delle soluzioni definitive ai problemi terribili che si pongono ai proletari di tutti i paesi.
Certo, la nostra frazione si richiama ad un lungo passato politico, ad un insieme di posizioni politiche fondamentali; ma essa non ha l’intenzione di avvalersi dei suoi precedenti politici per chiedere delle adesioni sulle soluzioni da lei prospettate per la situazione attuale. Al contrario, essa invita i rivoluzionari a sottomettere alla verifica degli eventi sia le posizioni da essa difese attualmente sia quelle contenute nei suoi documenti di base.
Non è un cambiamento della realtà storica che ha permesso al capitalismo di superare la tormenta degli avvenimenti del dopoguerra: nel 1933, in maniera simile e più che nel 1917, il capitalismo risulta definitivamente condannato come sistema di organizzazione sociale. Ciò che è cambiato dal 1917 al 1933 è il rapporto di forza tra le due classi fondamentali, tra le due forze storiche che agiscono nell’epoca attuale: il capitalismo e il proletariato.
L’ottobre ‘17 è stato possibile perché in Russia esisteva un partito preparato da molto tempo, che aveva, nel corso di una serie ininterrotta di lotte politiche, esaminato tutte le questioni che si erano poste al proletariato russo e mondiale dopo la sconfitta del 1905.
E’ da questa sconfitta che emersero i quadri capaci di dirigere le battaglie del 1917. Questi quadri si sono formati attraverso un lavoro di intensa critica, volto a ristabilire i concetti del marxismo in tutti i campi, della conoscenza, dell’economia, della tattica, dell’organizzazione; nessun dogma bloccò l’opera dei bolscevichi, ed è proprio questo che gli ha permesso di portare a buon termine il loro compito.
In nessun altro paese il proletariato aveva potuto fare quello che i bolscevichi realizzarono in Russia. Ed è proprio la mancanza di quadri e di un partito che ha determinato la serie di sconfitte subite dal proletariato nel dopoguerra.
Noi siamo oggi ad un punto estremo di questo periodo: il proletariato forse non è più in grado di opporre il trionfo della rivoluzione allo scoppio di una nuova guerra imperialista, tuttavia, se vi è ancora qualche possibilità di ripresa rivoluzionaria immediata, essa consiste unicamente nel comprendere le disfatte passate. Coloro che oppongano a questo lavoro indispensabile di analisi storica il cliché della mobilitazione immediata degli operai, non fanno che creare confusione ed impedire l’effettiva ripresa delle lotte proletarie.
I quadri per i nuovi partiti del proletariato non possono essere frutto che della conoscenza profonda delle cause delle sconfitte. E questa conoscenza non può essere soggetta ad alcun interdizione né ad alcun ostracismo.
Fare il bilancio degli eventi del dopoguerra signifîca dunque stabilire le condizioni per la vittoria del proletariato in tutti i paesi. La nostra frazione avrebbe preferito che un tale lavoro si facesse tramite un organismo internazionale, persuasa com’è della necessità del confronto politico tra gruppi tali da rappresentare la classe proletaria di più paesi. Così come saremo molto lieti di poter cedere questo bollettino ad un’iniziativa internazionale garantita dall’applicazione di seri metodi di lavoro e dalla preoccupazione di fare una seria polemica politica.
Il nostro bollettino viene pubblicato sotto la responsabilità della C.E. della frazione di sinistra del P.C.I. Il compagno Dumont, che fa parte di un gruppo con cui la nostra frazione ha stabilito una comunanza di lavoro, collabora attivamente alla sua redazione.
La frazione, pur richiamandosi ai suoi documenti fondamentali che sono dovuti soprattutto al compagno Bordiga, non può assolutamente vincolare la responsabilità di questo compagno che si trova nell’impossibilità di far conoscere le proprie opinioni. La rivista pubblicherà molti scritti del compagno Bordiga, il che permetterà ai militanti degli altri paesi di verificare se le posizioni da noi attualmente difese si collegano a quelle espresse da Bordiga nei suoi documenti e che costituiscono l’apporto del proletariato italiano alla lotta del proletariato internazionale per la vittoria del socialismo in tutto il mondo.