Trent'anni fa moriva il nostro compagno Marc Chirik

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Marc Chirik ci ha lasciati 30 anni fa, nel dicembre del 1990. In omaggio ai preziosi contributi del nostro compagno, di questo grande rivoluzionario nel solco di Marx, Engels, Lenin e Rosa Luxemburg, ripubblichiamo (in inglese, spagnolo e francese) la serie di due articoli pubblicati sulla nostra rivista teorica n. 65 e 66, subito dopo la sua morte. Questi due articoli ripercorrono le linee principali della sua vita e ricordano i suoi inestimabili contributi alla causa del movimento operaio e alla difesa del metodo marxista. In questa breve presentazione dei due testi, vorremmo solo sottolineare tre aspetti essenziali che hanno caratterizzato la sua vita e la sua attività rivoluzionaria.

In primo luogo, durante una vita militante attiva di oltre 70 anni, è stato, dalla sua giovinezza fino al suo ultimo respiro, un combattente implacabile e instancabile per la causa rivoluzionaria del proletariato e del comunismo. Ha dedicato tutte le sue energie alla difesa intransigente e ferma dei principi internazionalisti proletari e del marxismo. Non ha mai smesso di essere in prima linea nella lotta utilizzando tutta la sua esperienza politica, teorica e organizzativa. La militanza rivoluzionaria è stata una bussola costante nella sua vita. Anche durante il terribile periodo della controrivoluzione, Marc non ha mai smesso di lavorare con pazienza e determinazione all'elaborazione e al chiarimento delle posizioni della Sinistra comunista. In quegli anni terribili, ha combattuto instancabilmente contro i tradimenti del campo proletario ma ha anche combattuto all'interno di tutte le organizzazioni in cui ha militato, contro manovre e derive opportuniste, contro atteggiamenti centristi, combattendo fermamente le concezioni e le derive accademiche e attiviste. Seppe tenere la stessa rotta e perseguire la stessa lotta con la stessa determinazione, partecipando attivamente alla rinascita del proletariato sulla scena storica nel maggio 1968 con un entusiasmo traboccante, implicandosi totalmente nel riunire le forze rivoluzionarie che hanno dato vita all'attuale CCI. Marc ha portato tutta la sua energia militante, la sua convinzione e la sua esperienza nell'orientamento e nella costruzione di questa organizzazione, così come in seguito nei tentativi di raggruppamento e chiarimento delle posizioni delle organizzazioni del campo politico proletario negli anni '80.

Un altro tratto fondamentale del suo temperamento era la capacità di mantenere vive le conquiste teoriche del movimento rivoluzionario, in particolare quelle prodotte dalla frazione di sinistra del Partito Comunista d'Italia. Ha così potuto orientarsi in modo critico e lucido nell'analisi dell'evoluzione della situazione mondiale. Questo "fiuto" politico, basato sull'analisi globale dei rapporti di forza tra le classi, gli ha permesso di mettere in discussione alcuni "dogmi" del movimento operaio, senza tuttavia discostarsi dall'approccio e dal marxisti metodo del materialismo storico ma, al contrario, ancorandolo alla dinamica dell'evoluzione della realtà storica concreta. Alla fine della sua vita ha dato un ultimo contributo teorico, fu infatti uno dei primi nella CCI a evidenziare che il capitalismo era entrato nella fase finale del suo periodo di decadenza, quella della sua decomposizione. Sviluppò inoltre l’analisi che il proletariato non avrebbe potuto alcun modo usare a proprio vantaggio questo deterioramento in atto del sistema capitalista, ma che questa situazione implicava nuove sfide decisive per il proletariato e per la sopravvivenza dell'umanità.

L'ultimo elemento che vogliamo sottolineare è la sua determinazione a trasmettere alle nuove generazioni le lezioni del movimento operaio e l'esperienza organizzativa dei rivoluzionari al fine di formare nuovi militanti e permettere alla CCI di assicurare la continuità politica nelle future lotte di classe. Era profondamente convinto della necessità indispensabile dell’organizzazione rivoluzionaria per il proletariato, della necessità di un ponte che collegasse passato, presente e futuro della lotta di classe e della necessità vitale di preservare una continuità organica vivente delle organizzazioni rivoluzionarie. Era consapevole di rappresentare lui stesso questo filo tenue che legava la continuità organica e storica dell'esperienza di classe e la memoria viva del movimento operaio. Sottolineando costantemente che “il proletariato produce organizzazioni rivoluzionarie e non individui rivoluzionari”, insisteva molto anche sulle responsabilità individuali di ogni militante e sul sentimento di solidarietà e di rispetto tra di loro.

Niente potrebbe esprimere meglio la vita di Marc di quello che Rosa Luxemburg ha sintetizzato in una semplice frase: “Io ero, io sono, io sarò”.

Leggi: MARC: 70 anni di vita e di lotta per la classe operaia.

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Storia del movimento operaio