Omaggio al nostro compagno Antonio

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Il nostro compagno Antonio ci ha lasciato questa primavera, alla vigilia del 25° Congresso internazionale della CCI. Antonio era uno dei vecchi militanti fondatori di Révolution Internationale (RI, sezione della CCI in Francia) ancora presenti nell’organizzazione. Il congresso gli ha tributato un primo omaggio, sottolineando in particolare “il suo coraggio e la sua modestia”, caratteristica tanto della sua vita personale che di militante.

L’influenza del Maggio ’68 e della Sinistra Comunista

Nel 1965, come altri studenti dell’università di Madrid incuriositi dallo sviluppo delle lotte operaie nelle Asturie, Antonio inizia ad impegnarsi in politica in un contesto in cui il punto di vista classista doveva costruirsi un cammino in mezzo alla confusione dominante dei canti delle sirene della “opposizione democratica” al regime. Antonio diffidava del PCE (Partito Comunista Spagnolo) a causa del suo stalinismo, ma dovette anche imparare a diffidare dei discorsi della miriade di gruppi trotskysti e maoisti apparsi all’epoca che, per quanto apparentemente più aperti e a “sinistra” del PCE, non costituivano nient’altro che una versione più radicale della sinistra del capitale ed altrettanto controrivoluzionaria. Questo interesse del compagno per le posizioni rivoluzionarie fu all’origine della sua emigrazione in Francia, dove arrivò, nella città di Tolosa, nel 1967.

Antonio aveva allora degli interessi culturali – in quest’epoca faceva teatro in lingua spagnola – che nei fatti non abbandonò mai in seguito, anche se questi interessi dovettero spesso scontrarsi con gli impegni familiari o politici. Nell’atmosfera di effervescenza politica di riflessione e discussione di prima del maggio ’68, e soprattutto durante questo, egli trovò una risposta alle questioni che si poneva. In questo contesto seppe situarsi immediatamente in una vera prospettiva internazionalista, interessato dall’esperienza storica del proletariato evitando la trappola della chiusura in un approccio “da immigrato”, e della fissazione sulla situazione e la storia del paese di origine.

Come lui stesso raccontava, la prima discussione in Francia che lo ha aiutato a rompere con l’atmosfera gauchiste di Madrid è stata quella avuta con alcuni dei membri fondatori di Révolution Internationale sulla natura imperialista della guerra in Vietnam, sulla necessità della difesa dell’internazionalismo proletario e della solidarietà operaia, e questo in opposizione all’idea di “guerra rivoluzionaria” difesa dai trotskysti e dai maoisti.

Antonio avrebbe incontrato in seguito Marc Chirik (MC) durante una riunione nel 1968 con gli altri membri fondatori di Révolution Internationale et dei “militanti” situazionisti. Rispetto a questi ultimi MC difese la natura proletaria della rivoluzione russa del 1917, la realtà della classe operaia come soggetto rivoluzionario della storia e la necessità di un’organizzazione rivoluzionaria. Nello stesso anno partecipò anche alla riunione in cui fu approvata la prima piattaforma di Révolution Internationale, basata sui principi politici di Internationalisme che MC aveva ereditato dalla Sinistra Comunista di Francia e trasmessi a sua volta ai giovani militanti.[1]

Antonio ritorna in Francia nel 1969, nel momento in cui il nucleo iniziale di Révolution Internationale vede le sue forze ridursi a causa di alcune dimissioni, ma anche perché una maggioranza di militanti di Tolosa si era trasferito nella capitale.

Dietro un apparente atteggiamento che poteva sembrare esitante, una profonda implicazione militante animava Antonio…

Anche se successivamente avrebbe dichiarato, parlando del 1968, “io non ero un militante”, Antonio riprende pienamente l’attività in Révolution Internationale nel 1970, nel 1972 partecipa al raggruppamento con il gruppo Cahiers du Communisme des conseils di Marsiglia e quello di Clermond Ferrand, da cui uscirà la seconda piattaforma di RI come gruppo politico con un radicamento territoriale e alla ricerca di contatti internazionali. Nel 1975 partecipa al primo Congresso della CCI di cui resterà militante fino alla fine della sua vita. Nel momento in cui il movimento di lotta di classe in Spagna raggiunge il suo apogeo e lo Stato accelera la sua politica di “transizione democratica” la pubblicazione “Accion Proletaria” (AP) non può essere più assicurata. Per fare fronte al problema, la CCI decide al suo primo congresso internazionale     di mantenere la pubblicazione regolare di AP, producendo il giornale in Francia e introducendolo clandestinamente in Spagna. La sua collaborazione a questa pubblicazione è allora particolarmente apprezzata per la capacità del compagno di analizzare con cura le manovre democratiche della “transizione” in Spagna e di denunciarle con profondità. Per la sua capacità di parlare due lingue – era professore di spagnolo in Francia – si impegnò anche, a partire dal 1975, nella produzione della Rivista Internazionale in spagnolo. Il compagno ha sempre concepito il compimento delle sue responsabilità in una prospettiva internazionale e storica.

Per organizzare e sistematizzare l’intervento e la ricerca di contatti nello spazio di lingua spagnola, la CCI prende l’iniziativa di nominare una Commissione di lingua spagnola (CLE) di cui faceva parte Antonio. Per questo motivo Antonio partecipava regolarmente ai viaggi in Spagna e alle discussioni con i contatti, apportando la sua convinzione e la sua padronanza delle posizioni della CCI. I compagni che hanno viaggiato con lui hanno potuto apprezzare la sua grandissima simpatia, la sua conoscenza enciclopedica ma anche e soprattutto il suo humour, Ci torneremo!

Antonio ha partecipato a praticamente tutti i congressi internazionali della CCI, facendo parte di equipe di traduzione simultanea notevolmente efficaci – a tal punto che un gruppo di scienziati inviati ad una seduta di un congresso fu impressionato dalla qualità del lavoro. Restando anche sorpresi dai commenti di Antonio durante le pause, destinate a chiarire a dei compagni delle delegazioni spagnola, messicana o venezuelana parti di interventi non capite, … ma furono anche sorpresi dall’utilizzazione del microfono da parte di Antonio per fare delle battute.

Una lealtà incrollabile all’organizzazione e alla causa, nelle circostanze più varie

Nei momenti difficili della lotta dell’organizzazione contro lo spirito di circolo e per lo spirito di partito, Antonio ha sempre scelto la difesa dell’organizzazione. Anche se dotato di una predisposizione naturale a creare legami affinitari con dei compagni, Antonio non si è mai lasciato prendere ciecamente dalla “difesa dei suoi amici” contro i principi organizzativi della CCI. E quando qualcuno di essi ha lasciato l’organizzazione con dei risentimenti verso di essa, Antonio ha mantenuto la sua lealtà verso la CCI anche se questo poteva significare un allontanamento dai suoi vecchi amici.

Le “Antoniate” di Antonio

Pur riconoscendo alcuni suoi errori o negligenze, mancanze puntuali di attenzione o di implicazione, il compagno le inseriva spesso nella categoria delle sue “Antoniate”. Nei fatti si trattava di una categoria sufficientemente larga per includere sketch in cui il compagno faceva il "clown" per il divertimento di tutti noi.

Così, spesso, in occasione di incontri durante qualche festa, come per esempio il primo dell’anno, il nostro compagno sapeva mettere in scena il suo buon umore, il suo humour, mai caustico ma spesso pungente, sottile e amichevole rispetto ai suoi compagni. In effetti al suo repertorio appartenevano per lo più sketch improvvisati aventi per soggetto degli amici o dei compagni dell’organizzazione. Al servizio della sua “arte” Antonio sapeva utilizzare delle sottigliezze e le trappole delle lingue spagnola e francese, e talvolta anche dell’occitano. Si potevano passare delle ore in incontri conviviali tra compagni e condividere il suo buon umore.

Ma una « Antoniata » poteva anche manifestarsi in situazioni del tutto differenti e che non avevano niente di festaiolo, manifestando una particolare audacia da parte del nostro compagno

Per esempio, negli anni ’80 durante una diffusione di un volantino ai magazzini del porto di Marsiglia – roccaforte dei guardiani dell’ordine capitalista appartenenti alla CGT – una squadra di diffusione della CCI si trovò rapidamente alle prese con una pattuglia di “omoni” della CGT che volevano farci sloggiare. In tali casi l’obbiettivo è cercare di temporeggiare il più possibile per poter distribuire il maggior numero di volantini, cosa per niente facile in caso di entrata per piccoli gruppi. E Antonio, tra le risate di tutti, se ne esce a dire: “ah, ma io non posso rinunciare, io sono investito di un mandato che io sono tenuto a rispettare. Devo per forza completare questa diffusione!”

L'effetto di disorientamento che questa uscita di Antonio produsse nei ranghi della squadra sindacale ci permise di guadagnare preziosi minuti di diffusione, al termine dei quali il flusso di portuali che entravano a lavorare ci mise al riparo dalle intimidazioni.

Comunque la sua vita militante non era fatta solo di “Antoniate”, come lo testimoniano la sua implicazione regolare nella vita dell’organizzazione o ancora il fatto che lo stesso Antonio si ritrovò al centro di un episodio di difesa di una manifestazione contro i tentativi di intervento – messi in scacco – da parte dei poliziotti per fermare un giovane che si era reso responsabile di una scritta su un muro.[2]

Nella sua vita professionale certe “Antoniate” sono un vero condensato di humour, come riportato da un suo collega di facoltà venuto alle sue esequie e che ha anche sottolineato come Antonio rispettava i suoi studenti: un giorno in cui gli studenti sembravano non seguire la sua lezione, e discutevano fra di loro alle porte dell’aula, Antonio non fece nessun commento particolare, e si interruppe. Gli studenti, sorpresi, arrestarono il loro chiacchiericcio chiedendosi cosa stava succedendo. Allora Antonio riprese la parola per dire: “Oggi ho l’impressione di essere in un bar in Spagna. Nei bar spagnoli la televisione è accesa in permanenza, ma nessuno la guarda o la ascolta. Ma se una persona prova a spegnerla c’è sempre qualcuno che si mette a dire: chi ha spento la televisione? Oggi sono io la televisione del bar.” Lezione di tatto e pedagogia!

Antonio, un padre e un compagno amabile, impegnato contro le avversità

Antonio ha avuto una prima figlia che ha sempre sostenuto il suo militantismo e mantenuto una simpatia politica verso la CCI. Il suo secondo figlio soffre dalla nascita di un handicap fisico e intellettivo importante. Per poter comunicare con lui, Antonio ha imparato la lingua dei segni ed è sempre stato attento che l’handicap del figlio non lo allontanasse da tutto e da tutti. E tutti insieme i componenti della famiglia ci sono riusciti! Tra l’altro, al prezzo di un impegno instancabile di Antonio. L’implicazione del nostro compagno verso la sua famiglia è dovuta aumentare quando la sua compagna si è gravemente ammalata. Per anni hanno lottato fianco a fianco contro un cancro fino a che lei ha ceduto, consumata da questa battaglia.

La tensione fra le responsabilità personali di Antonio e le sue responsabilità militanti è stata spinta al massimo in diverse occasioni. Come detto da lui stesso, Antonio è stato parecchie volte sul punto di abbandonare la lotta politica, ma, alla fine, ha mantenuto la sua lealtà verso sé stesso, la sua famiglia e l’organizzazione, orientando la sua vita e la cura della sua famiglia a partire da quella che era la sua passione e la sua convinzione: il militantismo comunista.

Vogliamo aggiungere che la vita di questo compagno, che è riuscito a mantenere il suo militantismo per più di mezzo secolo (dal 1968 al 2023) contro ogni sorta di pressioni, costituisce un esempio di quello che noi dobbiamo trasmettere alla nuova generazione di militanti.

Benchè sia stato costretto, per lunghi periodi, a ridurre il suo impegno militante, Antonio ha potuto ritrovare in questi ultimi anni la fiamma di questa passione partecipando a riunioni comuni con compagni di AP (sezione della CCI in Spagna), RI (sezione della CCI in Francia) e di Rivoluzione Internazionale, assumendo ruoli di responsabilità organizzativa.

Un altro paradosso del nostro compagno, ovvero un’espressione della sua grande modestia o mancanza di fiducia in sé stesso: in diverse occasioni egli ha dichiarato a dei compagni che aveva difficoltà a interiorizzare il significato della nostra concezione che dice “mettere la militanza al centro della nostra vita”. Eppure è proprio quello che lui è riuscito a fare per tutta la sua vita!

L’ultima “Antoniata” di Antonio

Poco tempo dopo la morte della sua compagna, Antonio aveva avuto un attacco cardiaco che aveva affrontato da solo andando al pronto soccorso in piena notte. Il giorno dopo ne era uscito con delle arterie sbloccate ma comunque problematiche. E nei fatti Antonio ha avuto altri problemi cardiaci, curati e non ritenuti critici, ma che probabilmente sono all’origine del suo decesso, avvenuto poco tempo dopo. Quando noi insistevamo con lui perché ci informasse più regolarmente del suo stato di salute ci rispondeva che, nel suo paese natale, certe persone per dire “vi terrò al corrente” si sbagliavano e dicevano “vi terrò alla larga”. Una nuova Antoniata! L’ultima.

Anche se il compagno aveva la preoccupazione di non “disturbare” gli altri, era tuttavia perfettamente cosciente – e ne aveva già dato prova – della necessità sociale e politica di fare appello, ogni volta che fosse necessario, all’organizzazione e ai suoi militanti. Nei fatti, nella realtà ci teneva regolarmente informato sulla sua salute.

Ciononostante siamo stati tutti sorpresi della sua mancanza improvvisa. Addio compagno e amico.

Viceversa non siamo stati sorpresi dalla numerosa partecipazione al suo funerale, in particolare di vecchi suoi colleghi che ci hanno dato delle testimonianze toccanti, ma di cui non ci siamo sorpresi, relative in particolare al grande rispetto che Antonio aveva per i suoi studenti.

La CCI organizzerà nei prossimi mesi un omaggio politico al nostro compagno Antonio. I compagni che volessero parteciparvi devono scrivere alla CCI, e noi comunicheremo loro la data e il luogo.

CCI (08/08/2023)