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lotte in Italia

Briciole di pane

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A proposito della cacciata dal palco di Rinaldini a Torino del 16 maggio scorso

Ci sono avvenimenti che alla borghesia cadono proprio a puntino per portare avanti le proprie mistificazioni. Un esempio è quello degli scontri fra i Cobas dell’Alfa e la CGIL durante lo sciopero degli operai FIAT del 16 maggio.
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La lotta degli studenti, in Italia come in Europa, una tappa importante della lotta di classe

Nel precedente articolo sul movimento degli studenti apparso il 5 novembre scorso sul nostro sito web[1] mettevamo già in evidenza come questo traesse la sua maggiore forza non tanto dalla sua specificità di movimento di studenti quanto piuttosto dal riconoscimento, ampiamente presente al suo interno e testimoniato proprio dalla parola d'ordine diffusa a livello nazionale "Noi la crisi non la paghiamo", di costituire la nuova generazione di proletari e, in questo senso, di essere sottoposti, già a livello di formazione, alle esigenze di ristrutturazione del capitale.

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Alitalia: la santa alleanza della borghesia porta alla sconfitta i lavoratori

Sulla vicenda Alitalia sono tantissime le lezioni che possiamo trarre. E’ molto probabile, che Berlusconi con la “cordata italiana” abbia voluto fare un favore ai suoi amichetti (a buon rendere evidentemente), così come sembra vero che nel decreto sull’Alitalia si sia cercato di fare passare in maniera nascosta un altro favore per altri amici degli amici; è altrettanto vero che il piano contenuto nella proposta di acquisto fatta da Air France in marzo era migliore

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Veltroni o Berlusconi, Casini o Bertinotti. I lavoratori non possono aspettarsi nulla dal nuovo governo

“I lavoratori italiani hanno i salari più bassi d’Europa” (Eurispes), “Il 15% delle famiglie italiane vive in condizioni di assoluta povertà!”, “In Italia ci sono morti sul lavoro ogni giorno”. Queste notizie non vengono da giornali rivoluzionari, ma direttamente da enti statali, da personaggi eminenti della borghesia e del governo e successivamente dai sindacati i quali, sentendosi chiamati in causa, portano il “loro contributo di

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La lotta di classe contro la guerra imperialista. Le lotte operaie nell'Italia del 1943

Nella storia del movimento operaio e della lotta di classe la guerra imperialista ha sempre costituito una questione fondamentale. E questo non è un caso. Nella guerra si concentra tutta la barbarie di questa società; in particolare con la decadenza storica del capitalismo, la guerra dimostra l'impossibilità di questo sistema di offrire una qualche possibilità di sviluppo all'umanità, arrivando a metterne in discussione perfino la sopravvivenza. In quanto manifestazione massima della barbarie di cui è capace il sistema capitalista, la guerra costituisce un potente fattore di presa di coscienza e di mobilitazione della classe operaia, come è stato dimostrato nel corso di questo secolo, al momento dei due conflitti mondiali.
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Melfi: il sindacato sabota la volontà di lotta degli operai

Lo scorso mese di aprile un’altra lotta operaia ha attirato l’attenzione dei mass media: quella degli operai della FIAT-SATA di Melfi. Dopo anni di silenzio, questo settore di classe operaia è stata spinta ad entrare in lotta proprio a causa di quelle infami condizioni di lavoro e salariali che erano state indicate all’epoca come un esempio delle nuove relazioni industriali e di quella flessibilità che veniva presentata come la condizione per il superamento della disoccupazione.
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Autoferrotranvieri: una lotta significativa, una lotta piena di lezioni

La preoccupazione della borghesia per gli autoferrotranvieri comincia il primo dicembre scorso, quando a Milano i lavoratori hanno deciso che gli scioperi simbolici del sindacato non servivano a niente e hanno scioperato senza rispettare le cosiddette “fasce protette”. La stessa cosa è successa il 15 dicembre, quando a non rispettare le consegne sindacali sono stati i lavoratori di diverse città, che hanno sfidato anche le minacce di precettazione, pur di cercare di dare efficacia alla loro lotta.
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Solidarietà con gli autoferrotranvieri

Quanta indignazione, martedì due dicembre, per lo sciopero degli autoferrotranvieri di Milano. Da destra a sinistra, tutti i politici li hanno condannati, giudicati degli irresponsabili; i sindacati si sono dissociati; i magistrati hanno annunciato inchieste; qualche ministro ha proposto una nuova legge antisciopero.... L’avranno proprio fatta grossa questi, viene da dirsi. Poi si leggono i giornali e si vede che semplicemente gli autoferrotranvieri di Milano hanno scioperato per l’intera giornata, cioè per tre turni, invece che per l’unico turno previsto dai sindacati. Addirittura!!
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I lavoratori devono riprendere fiducia nella loro capacità di lottare

Uno dei temi sviluppati dalla borghesia durante gli anni ’90 per mantenere il suo dominio ideologico sulla società è stato quello della supposta salute economica e prosperità del suo sistema. Secondo questa favola, dopo la recessione del 1990-91, l’economia americana avrebbe imboccato il più lungo periodo di recupero della storia. Per alcuni anni qualcuno ha finanche dichiarato che, grazie alle nuove tecnologie per le comunicazioni, il sistema era arrivato ad un’era di prosperità permanente.
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