Il 4 novembre del 1918, a Kiel, porto tedesco sul Mar del Baltico, migliaia di
marinai si rivoltarono contro il comando dell'esercito che aveva ordinato loro
di lanciarsi in un'altra avventura guerriera.
Era
stato raggiunto un punto culminante di malcontento e di rigetto della guerra.
Dopo quattro anni di uccisioni di massa, 11 milioni di morti, un numero
incalcolabile di feriti, dopo l'estenuante guerra di trincea che stava causando
numerosissime perdite per gli attacchi con gas nel Nord della Francia ed in
Belgio, con la carestia che stava colpendo la popolazione operaia, dopo questa
immonda carneficina senza fine, la classe operaia tedesca fu tanto disgustata
dalla guerra da non essere più disposta a sacrificare la propria vita per gli
interessi della "nazione". Tuttavia, il comando militare impose il
proseguimento della guerra con una brutale repressione e decise di punire
spietatamente i marinai che si erano ammutinati.