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Iraq

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La borghesia italiana utilizza gli orrori da essa creati contro il proletariato

Ormai non passa giorno senza che arrivino notizie di nuovi orrori da qualche angolo del mondo. E questo nonostante il fatto che le varie democrazie occidentali nascondano la gran parte delle notizie, di cui arriva a noi una parte considerevole solo per la loro grande quantità e atrocità (vedi quanto siano tagliate e deformate le informazioni sulla recente strage di Beslan in Ossezia o quelle relative alle torture ai danni dei prigionieri di guerra in Iraq).
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Iraq, Medio Oriente, Torture: la barbarie delle grandi democrazie capitaliste

Tutti i giorni ci sono scontri mortali in ogni città irakena. I massacri della popolazione civile si ripetono, come nel villaggio di Makredid dove una festa di matrimonio è stata bombardata facendo almeno 40 morti, per lo più donne e bambini. Le esecuzioni sommarie di ostaggi all’arma bianca da parte di gruppuscoli fanatici e armati sempre più numerosi diventano un’abitudine. Ma quello che c’è veramente di nuovo è l’apparizione, sugli schermi televisivi, della storia delle torture inflitte ai prigionieri irakeni nel carcere di Abu-Graib. E c’è da credere che le torture non riguardano solo questa prigione, e che non sono cominciate nel mese di maggio.
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Missione italiana in Iraq: destra e sinistra uniti nel difendere gli interessi dell'imperialismo italiano

Che in Iraq ci sia una guerra è evidente a tutti. Ogni giorno arrivano notizie di attentati, di scontri a fuoco, di morti e di feriti. Ma, ci dicono i politici italiani, i nostri soldati sono là per una missione di pace. Una volta si diceva che per fare la guerra, come per fare l’amore, bisogna essere in due. Invece in Iraq c’è questa bizzarra situazione per cui le milizie irachene farebbero la guerra contro chi sta lì solo con intenzioni di pace.
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La tragedia dell’Iraq mostra la prospettiva del mondo attuale in mancanza di un’alternativa di classe

Le drammatiche notizie provenienti in questi ultimi giorni dall’Iraq stanno sempre più spingendo milioni di persone in tutto il mondo a capire cosa sta succedendo in questo paese e perché. In particolare la cattura e l’uccisione di ostaggi italiani, dopo la strage di carabinieri consumata a Nassyria, e a poca distanza dalla strage di quasi duecento lavoratori per gli attentati di Madrid, pone in termini sempre più crudi la domanda: “ma come siamo arrivati a tanto?”.
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La borghesia italiana dopo l’Iraq

Berlusconi & company possono certamente restare soddisfatti per come hanno giocato le loro carte nell’avventura irachena. Senza neanche mettere in pericolo un solo soldato, Berlusconi può adesso sedere al tavolo dei vincitori e mandare finanche le proprie truppe di occupazione… pardon, gli uomini per l’ennesima missione umanitaria.
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Sulle manifestazioni pacifiste in tutto il mondo: per lottare contro la guerra bisogna combattere il capitalismo

Lo scorso 15 febbraio, nel mondo intero, le strade delle principali metropoli di tutti i continenti hanno risuonato di slogan quali: “No alla guerra!”, “Niente sangue per il petrolio!”, “Rifiutiamo una nuova carneficina!”, “Bush, Sharon, assassini!”, “Che assurdità è la guerra!” ed altri dello stesso tipo.
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