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L’8marzo studenti della Sorbona hanno occupato le loro facoltà per tenere assemblee generali e discutere della loro partecipazione al movimento di protesta contro il CPE (contratto di prima occupazione) e gli ignobili attacchi portati contro i giovani lavoratori dal governo Villepin. Il rettorato di Parigi ha preteso lo sgombero dei locali considerati “monumenti storici”. Gli studenti rifiutano e sono accerchiati dalle forze dell’ordine che trasformano l’Università in una vera trappola per sorci . Gli studenti vengono trattati come topi, privati di cibo e di ogni contatto con i loro compagni delle altre università in lotta nel cuore della capitale (in particolare Censier, Jussieu, Tolbiac). Venerdì 10 marzo gli studenti delle altre facoltà decidono di recarsi in massa e PACIFICAMENTE alla Sorbona per portare la loro solidarietà e del cibo ai loro compagni affamati e presi in ostaggio su ordine del rettore dell’Accademia di Parigi e del ministero degli Interni. Una parte di loro, accompagnati dai lavoratori precari dello spettacolo in lotta, riescono ad entrare nei locali e decidono di prestare man forte ai loro compagni presenti sul posto da più di due giorni. Nella notte tra il 10 e l’11 le forze dell’”ordine”, a colpi di manganelli e di gas lacrimogeni , invadono la Sorbona. Cacciano gli studenti in lotta e ne arrestano diverse decine.
“L’ordine” dei manganelli e delle bombe lacrimogene
Gli studenti e i giovani in lotta non si fanno nessuna illusione sul ruolo delle pretese “forze dell’ordine”. Esse sono le “milizie del capitale” (come gridavano gli studenti) che difendono non gli interessi della “popolazione” ma i privilegi della classe borghese. “L’ordine repubblicano” è il “disordine” di una società che condanna alla disoccupazione, alla precarietà e alla disperazione delle masse crescenti di giovani che si arrabattano per cercare di avere una vita decente. Ciononostante alcuni di quelli che erano venuti a dare man forte ai loro compagni chiusi nella Sorbona hanno cercato di discutere con i celerini: essi non erano venuti per saccheggiare i locali, non erano venuti per “fare la pelle ai poliziotti” né per divertirsi e far festa come sostenevano i mezzi di informazione borghesi. Essi erano venuti per portare dei viveri ai loro compagni che avevano fame e portar loro un po’ di solidarietà!
Quelli che hanno cercato di discutere con i celerini non sono degli ingenui. Al contrario, essi hanno fatto prova di maturità e di coscienza. Essi sapevano che dietro i loro scudi e i loro manganelli questi uomini armati fino ai denti sono anche degli esseri umani, dei padri di famiglia i cui figli saranno essi stessi colpiti dal CPE. Ed è questo che questi studenti hanno detto ai celerini, alcuni dei quali hanno risposto che non avevano altra scelta che quella di obbedire agli ordini.
Oggi “l’ordine regna alla Sorbona” e il suo presidente, Jean Robert Pitte, ha dichiarato che questo avrebbe permesso agli studenti di “lavorare in normali condizioni da lunedì”. Gli sbarramenti di uomini armati e la prospettiva di una precarietà sempre più grande: ecco le condizioni “normali” dell’”ordine” capitalista. A quelli che vengono attaccati con misure ignobili come il CPE e che vogliono utilizzare le facoltà come luoghi di discussione e di dibattito per organizzare la loro risposta viene inviata la repressione, le bombe lacrimogene e i manganelli. Ecco il vero volto della nostra bella “democrazia repubblicana”. Ecco il vero volto del famoso “Libertà, uguaglianza, fratellanza” uscito dalla rivoluzione borghese del 1789!
Gli studenti in lotta non sono dei sovversivi!
Sulle reti televisive e sui giornali si cerca continuamente di presentare il movimento degli studenti come dei semplici scontri con la polizia, come dei tumulti.
I mezzi di informazione sono al servizio della classe dominante. Noi denunciamo la propaganda fraudolenta e menzognera delle loro manipolazioni ed intossicazioni ideologiche. Noi denunciamo il “Times” che, nella sua edizione dell’8 marzo, anche prima degli scontri alla Sorbona, titolava in prima pagina: “RIOTS…” E’ falso! Gli studenti non sono dei sovversivi (“riots”, in inglese, significa sommossa). Questa falsificazione del giornale al servizio di Tony Blair (che viene in soccorso del governo francese) non ha che un solo scopo: fare una amalgama tra la violenza cieca e disperata che ha incendiato le periferie nello scorso novembre e la LOTTA DI CLASSE dei figli della classe operaia e dei lavoratori (in particolare gli insegnanti e il personale IATOS) che si sono uniti al loro movimento. E non è un caso se al momento della manifestazione degli studenti, che si è pacificamente svolta giovedì 9 marzo sugli Champs Elysées, circolava un volantino molto losco di un “comitato per l’estensione della sommossa”. Chi ha fatto circolare questo foglio per far credere che le manifestazioni degli studenti erano teleguidate da un preteso “comitato di estensione della SOMMOSSA”? Elementi del sottoproletariato manipolati dal governo e dal suo Ministero dell’Interno, dei farabutti e altri provocatori o dei partiti politici che vogliono spingere gli studenti, pezzo dopo pezzo, a gettarsi mani e piedi legati sotto i colpi della repressione, allo scopo di salvare la sorte di Villepin e del suo CPE?
Non cediamo all’impazienza e alla demoralizzazione !
Oggi la Sorbona è di nuovo sotto il controllo delle “autorità”. Gli studenti in lotta non potranno riunirsi in questo luogo simbolo del Maggio ’68. Ma noi non siamo feticisti. Noi non abbiamo bisogno di “simboli” nella lotta, perché la nostra lotta non è “simbolica”. Essa è reale e viva! Se essi vogliono recuperare il loro “monumento storico”, che se lo tengano. Si può andare a costruire altrove un vero “monumento” che lascerà tracce nella Storia! Ci si può riunire in altre facoltà meno “chic” e piene di amianto. E se ci cacciano, si troveranno altri posti!
E se bisogna durare fino al tempo delle ciliegie, andremo a fare le nostre Assemblee generali nei giardini pubblici, all’ombra degli alberi e in mezzo ai fiori! In mezzo alle madri che verranno a portare i loro bebè a passeggio e che potranno partecipare ai dibattiti!
Come diceva un professore in sciopero in una Assemblea Generale della facoltà di Parigi - Censier: gli studenti di oggi hanno inventato qualcosa di nuovo e di molto importante. L’immaginazione creatrice che è caratteristica della classe operaia in lotta è già al potere in certe università! E’ il caso di quella di Censier dove l’assemblea studentesca del 9 marzo ha deciso di tenere Assemblee Generali comuni con il personale della Facoltà in sciopero e di aprire la Facoltà il sabato e la domenica per permettere ai lavoratori della regione parigina di venire a discutere con gli studenti le prospettive della lotta, di una lotta che è quella di tutta la classe operaia, perché è tutta la classe operaia che è attaccata. E anche se alcuni sognano di fare del 18 marzo una manifestazione di chiusura, se essi arrivano di qui ad una settimana a sabotare il movimento e a portarci alla sconfitta, noi avremo (forse) perso una battaglia, ma non avremo perso la guerra!
Ritorneremo alla carica appena le nostre forze saranno ricostituite. Perché la più grande vittoria della lotta è la lotta stessa! E’ l’esperienza dell’unità, della solidarietà. Sono le lezioni che avremo tirato che ci permetteranno di ripartire in lotta ancora più forti e più uniti!
I futuri disoccupati e i futuri precari in lotta della primavera del 2006 sono già andati più lontani dei loro predecessori, quegli “arrabbiati” che avevano costruito le barricate nel Maggio 1968 e che pensavano di partecipare ad un “conflitto contro le vecchie generazioni”, a una “rivolta contro l’autorità”. Gli anni ’60 erano ancora degli anni di illusione. Oggi, con la crisi mondiale dell’economia capitalista, con gli attacchi incessanti contro le condizioni di vita dei lavoratori, siamo entrati nell’era dei veri “anni della verità”! E come diceva il vecchio Karl, è nella pratica che l’uomo fa la prova della verità, della profondità e della potenza del pensiero!
Solidarietà con gli studenti futuri disoccupati e precari in lotta!
Abbasso la repressione contro i figli della classe operaia!
No alla dispersione delle nostre forze!
Per vincere, costruiamo un fronte compatto e unito di tutta la classe operaia!
Corrente Comunista Internazionale (11 marzo 2006)