Francia: Un saluto alle nuove generazioni della classe operaia!

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La mobilitazione massiccia degli studenti in Francia contro gli attacchi economici del governo Chirac/Villepin/Sarkozy che ha voluto imporre il suo "Contratto di primo impiego" (CPE) con la forza, si inserisce pienamente nella dinamica attuale di ripresa della lotta del proletariato mondiale. Questo movimento non ha niente a che vedere con i movimenti precedenti, interclassisti, della gioventù studentesca. Appartiene alla lotta di tutta la classe operaia. Fin dall’inizio, questo movimento si è trovato su un terreno di classe, contro un attacco economico, contro il "non futuro" che il capitalismo promette alle giovani generazioni. Ed è per questo motivo che gli studenti in lotta sono stati capaci di mettere da parte le loro rivendicazioni specifiche (come la riforma del sistema dei diplomi LMD) a profitto di rivendicazioni comuni a tutta la classe operaia: "No al CPE! No alla precarietà, ai licenziamenti ed alla disoccupazione"!

 

Ciò che ha prodotto la forza di questo movimento, è prima di tutto il rafforzamento della SOLIDARIETÀ attiva nella lotta. E' serrando le fila, costruendo una rete molto stretta, comprendendo che l'unione fa la forza, che gli studenti universitari ed i liceali, hanno potuto mettere in pratica la vecchia parola d'ordine del movimento operaio: "Tutti per uno, uno per tutti"! E' così che hanno potuto trascinare dietro di sè i lavoratori delle università (professori e personale amministrativo) che, anche loro, hanno tenuto Assemblee Generali. In seguito, gli studenti delle facoltà d' Île de France hanno aperto le loro AG ai propri genitori-lavoratori, ad altri lavoratori e anche a pensionati (particolarmente a Parigi 3 – Censier). Li hanno invitati a prendere la parola e a dar loro delle "idee". La "scatola delle idee", l"urna" del movimento è circolata velocemente dovunque, nella strada, nelle AG, nei supermercati, su tutti i posti di lavoro, su tutti i siti Internet, ecc.

Le Assemblee Generali di massa sono il polmone del movimento

All'indomani della manifestazione del 7 marzo, in tutte le facoltà, a Parigi come in provincia, si sviluppano delle AG massicce di studenti: l' "uomo di ferro" Villepin, mantiene la sua politica di fermezza: il CPE sarà votato all'assemblea Nazionale perché è fuori questione che sia "la strada a governare" (come diceva nel 2003, l'ex-primo ministro Raffarin che fece passare la sua riforma del sistema delle pensioni per gettare nella miseria i vecchi lavoratori salariati dopo averli sfruttati per 40 anni). Gli studenti non cederanno a questo braccio di ferro. Le aule dove si tengono le AG sono strapiene. Le manifestazioni spontanee si moltiplicano, in particolare nella capitale. Sono gli stessi studenti ad eliminare il blackout dei media obbligandoli a "sbloccare" la legge del silenzio e della menzogna.

Quelli dall' 8 al 18 marzo sono "dieci giorni che vanno a scuotere il mondo" della borghesia francese. Gli studenti si organizzano sempre più per allargare la risposta in una sola direzione: SOLIDARIETÀ ed UNITÀ di tutta la classe operaia.

Nella capitale, questa dinamica è partita dal sagrato della facoltà di Censier che sarà all'avanguardia del movimento verso l'estensione e la centralizzazione della risposta.

Nelle AG, i lavoratori che "passavano di là" sono accolti in genere a braccia aperte. Sono invitati a partecipare ai dibattiti, a portare la loro esperienza. Tutti i lavoratori che hanno assistito alle AG, a Parigi come in parecchie città di provincia (in particolare a Tolosa), sono stati sbalorditi dalla capacità di questa giovane generazione a mettere la sua immaginazione creatrice al servizio della lotta di classe. Alla facoltà di Censier, in particolare, la ricchezza dei dibattiti, il senso delle responsabilità degli studenti eletti nel comitato di sciopero, la loro capacità ad organizzare il movimento, a tenere la tribuna, a distribuire la parola a tutti quelli che vogliono esprimere il loro punto di vista, a convincere ed a smascherare i sabotatori attraverso il confronto degli argomenti dati nella discussione, tutta questa dinamica ha verificato tutta la vitalità e la forza delle giovani generazioni della classe operaia.

Gli studenti hanno difeso continuamente il carattere sovrano delle AG, con i loro delegati eletti e revocabili (sulla base di un mandato e rimessa dello stesso) attraverso il voto a mano alzata. Tutti i giorni, sono squadre diverse che organizzano il dibattito alla tribuna. In queste squadre, sono rappresentati studenti iscritti e non ad un sindacato.

Per potere ripartire i compiti, centralizzare, coordinare e mantenere la padronanza dal movimento, il comitato di sciopero di Parigi 3 - Censier aveva deciso di eleggere differenti commissioni: stampa, animazione e riflessione, accoglienza ed informazione, ecc.

È grazie a questa vera "democrazia" delle AG ed alla centralizzazione della lotta che gli studenti hanno potuto decidere quali azioni condurre, con principale preoccupazione l'estensione del movimento alle fabbriche.

 

La dinamica verso l'estensione del movimento a tutta la classe operaia

Gli studenti hanno compreso perfettamente che la riuscita della loro lotta è tra le mani dei lavoratori salariati (come è stato affermato da uno studente in una riunione l'8 marzo "se restiamo isolati, ci facciamo mangiare vivi"). Più il governo Villepin si rifiuta di cedere e più gli studenti sono determinati. Più Sarkozy si riscalda e più rafforza la collera dei salariati e fa "brontolare" i suoi "elettori".

I lavoratori salariati più esperti nella lotta di classe, ed i settori meno stupidi della classe politica borghese, sanno che questo braccio di ferro contiene la minaccia dello sciopero di massa (e non dello "sciopero generale" sostenuto da certi sindacati e dagli anarchici) se i mascalzoni che governano si chiudono nella loro "logica" irrazionale.

E' attraverso questa dinamica verso l'estensione del movimento, verso lo sciopero di massa, che ha caratterizzato fin dall'inizio la mobilitazione degli studenti, che questi ultimi hanno potuto mandare dovunque, ai quattro angoli del paese, delegazioni massicce verso i lavoratori delle imprese vicine ai loro luoghi di studi. Queste sono cozzate contro il "blocco" sindacale: i lavoratori sono rimasti chiusi nei loro luoghi di lavoro senza possibilità di discutere con le delegazioni degli studenti. I "piccoli sioux" delle facoltà di Parigi si sono dovuti immaginare un altro modo per aggirare lo sbarramento sindacale.

Per mobilitare i lavoratori, gli studenti hanno dato prova di una ricca immaginazione. Così a Censier hanno costruito un'urna di cartone chiamata "scatola delle idee". In alcune università (come quella di Jussieu a Parigi) hanno avuto anche l'idea di parlare tranquillamente nella strada, di rivolgersi ai passanti per spiegar loro senza aggressività le ragioni della loro collera. Hanno chiesto a tutti i "curiosi" se avevano delle idee da proporre loro perché "tutte le idee sono buone da prendere". È principalmente grazie al rispetto dei lavoratori che passavano di là o che erano venuti a portar loro solidarietà, che gli studenti hanno potuto raccogliere nella loro "urna" delle idee che hanno messo in pratica. Basandosi sulla loro esperienza, hanno visto quali erano le "buone idee" (quelle che vanno nel senso del rafforzamento del movimento) e quali le "cattive idee" (quelle che vanno nel senso di indebolirlo, di sabotarlo per consegnare gli studenti alla repressione, come è accaduto con "l'occupazione della Sorbona").

Gli studenti di molte facoltà, le più avanzate, hanno aperto le aule in cui si tengono le loro AG ai lavoratori salariati ed agli stessi pensionati. Hanno chiesto a questi di trasmettere la loro esperienza del mondo del lavoro. Avevano sete di apprendere dalle vecchie generazioni. Ed i "vecchi" avevano sete di apprendere dai "giovani". Mentre i "giovani" guadagnavano in maturità, i "vecchi" stavano ringiovanendo! È questa osmosi tra tutte le generazioni della classe operaia che ha dato un impulso nuovo al movimento. La più grande forza della lotta, la più bella vittoria del movimento, è proprio la lotta stessa!  

E questa vittoria non è stata guadagnata in Parlamento ma nelle aule universitarie. Purtroppo (per loro) le spie al servizio del governo che erano presenti nelle AG non hanno capito niente. Non sono state capaci di dare delle "idee" al signore Villepin. Il trio infernale Villepin/Sarkozy/Chirac si è ritrovato a corto di "idee". E' stato dunque costretto a mostrare il vero volto della "Democrazia" borghese: quello della repressione.

 

La violenza dello Stato poliziesco rivela il "no futuro" della borghesia

Il movimento degli studenti va al di là di una semplice protesta contro il CPE. Come diceva un professore dell'università di Parigi-Tolbiac, alla manifestazione del 7 marzo: "il CPE non è solamente un attacco economico reale e puntuale. È anche un simbolo”. Effettivamente, è il "simbolo" del fallimento dell'economia capitalista.

È anche una risposta implicita agli "abusi" polizieschi (quella che, nell'autunno 2005, provocò la morte "accidentale" di due giovani innocenti denunciati come "svaligiatori" da un "cittadino" ed inseguiti dagli sbirri). Mettendo al Ministero dell'Interno un piromane, Sarkozy, la borghesia francese non è stata capace di trarre le lezioni dalla sua storia: ha dimenticato che gli "abusi" polizieschi (come quelli che provocarono la morte di Malik Oussékin nel 1986) possono essere un fattore di radicalizzazione delle lotte operaie. Oggi, la repressione degli studenti della Sorbona che volevano solamente poter tenere delle AG (e non distruggere i libri come pretende mentendo il signor de Robien) non ha fatto che rafforzare la determinazione degli studenti. Tutta la borghesia ed i suoi media non hanno cessato, ora dopo ora, di fare della pubblicità menzognera per fare passare gli studenti per "teppisti" ("gentaglia" secondo il termine adoperato dal signor Sarkozy al riguardo dei giovani delle periferie).

Ma l'inganno era troppo evidente. La classe operaia non ha abboccato all'amo dei burattini dell'informazione. E' proprio questa violenza dei teppisti della borghesia che ha rivelato con estrema chiarezza la violenza del sistema capitalista e del suo Stato "democratico". Un sistema che getta sul lastrico milioni di operai, che riduce alla miseria i pensionati dopo 40 anni di sfruttamento, un sistema che fa regnare il "diritto" e "l'ordine" con il manganello.

E per mantenere il loro potere, questi signori hanno potuto beneficiare della "solidarietà" dei media e soprattutto del loro strumento di intossicazione ideologica, il "giornale televisivo". Ciò che le immagini ignobili dei media mettono in evidenza è il fascino esibizionista della violenza cieca, la manipolazione delle folle, il deterioramento della coscienza. Ma più la televisione ne aggiunge per intimidire la classe operaia e paralizzarla, più le sue videocamere nauseano la classe operaia (ed anche lo stesso elettorato della destra).

Ed è giustamente per questo che le nuove generazioni della classe operaia, ed i suoi battaglioni più coscienti, detengono tra le loro mani le chiavi dell'avvenire, evitando di cedere alla provocazione dello stato poliziesco (ed alle sue forze di inquadramento sindacale). Hanno evitato di utilizzare la violenza cieca e disperata della borghesia, dei giovani ribelli delle periferie, di certi "anarchici" ed altri "estremisti" eccitati.

I giovani della classe operaia che si trovano all'avanguardia del movimento degli studenti sono i soli che possano aprire una prospettiva a tutta la società. Questa prospettiva, la classe operaia non può svilupparla che grazie ad una visione storica, grazie alla fiducia nella sua propria forza, grazie alla pazienza ed anche all'umorismo (come diceva Lenin). E' proprio perché quella borghese è una classe senza avvenire storico, che la cricca di Villepin si è spaventata tanto da utilizzare la violenza cieca del "no futuro" dei giovani estremisti delle periferie.

La determinazione del signor Villepin a non cedere alla richiesta degli studenti, il ritiro del CPE, rivela ancora una cosa: la borghesia mondiale non lascerà il suo potere sotto la pressione delle "urne". Per rovesciare il capitalismo e costruire la vera comunità umana mondiale, la classe operaia sarà obbligata, in futuro, a difendersi anche con la violenza contro la violenza dello Stato capitalista e di tutte le forze del suo apparato repressivo. Ma la violenza di classe del proletariato non ha rigorosamente niente a che vedere con i metodi del terrorismo o delle sommosse delle periferie (come vuole fare credere la propaganda borghese per giustificare le persecuzioni della polizia, la repressione dei lavoratori, degli studenti e sicuramente dei veri militanti comunisti).

 

La controffensiva della borghesia per sabotare e destabilizzare il movimento

Per tentare di fare passare tutti i suoi attacchi economici e polizieschi, la borghesia aveva minato il terreno della risposta anti-CPE. Ha prima puntato sul calendario delle vacanze scolastiche per disperdere la collera degli studenti universitari e liceali. Ma gli studenti non sono degli ingenui, anche se alcuni di loro vanno ancora in chiesa. Hanno mantenuto la mobilitazione e l'hanno rafforzata dopo le vacanze. Evidentemente, i sindacati erano presenti fin dall'inizio del movimento e hanno messo tutte le loro forze nella battaglia per inglobarlo.

Ma non hanno previsto che sarebbero stati isolati massicciamente nella maggior parte delle città universitarie.

Per esempio, a Parigi, più di un migliaio di studenti si sono ritrovati sul sagrato della facoltà di Parigi 3-Censier per andare tutti insieme alla manifestazione. Gli studenti si accorgono che i sindacati, CGT in testa, hanno spiegato le loro bandiere per mettersi alla testa del corteo e chiudere nel loro contesto la manifestazione. Immediatamente, gli studenti fanno mezzo giro, utilizzano i differenti mezzi di trasporti e la vitalità delle loro gambe per aggirare i sindacati. Prendono la testa della manifestazione ed innalzano le loro bandiere unitarie. Lanciano una moltitudine di slogan unificatori: "Studenti, liceali, disoccupati, lavoratori precari, del pubblico e del privato, stessa lotta contro la disoccupazione e la precarietà!"

La CGT è ridicolizzata. Si ritrova alla coda degli studenti con una moltitudine di bandiere: "CGT della metallurgia", "CGT del RATP", "CGT dell'ospedale della Pietà Salpêtrière", "CGT della città di Pantin", "CGT della Senna Saint-Denis" ecc. Dietro ciascuna delle enormi bandiere rosse della CGT, un pugno di militanti completamente disorientati. Per riprendersi le loro truppe, i quadri del partito stalinista "rinnovato" di Maurice Thorez (lo stesso che, all'indomani della seconda guerra mondiale, chiese ai minatori e agli operai di Renault in sciopero di riprendere il lavoro, di "rabboccarsi le maniche" perché "lo sciopero era l'arma dei trust") lanciano allora parole d'ordine "radicali". Provano a coprire la voce degli studenti con i loro altoparlanti. I quadri della CGT e del partito "comunista" Francese scuotono le loro truppe facendo loro cantare "L'internazionale". Il vecchio dinosauro stalinista si ridicolizza ancora più. Molti manifestanti e passanti sui marciapiedi sono piegati dal ridere. Si sentono commenti dello stile: "sono i burattini dell'Informazione"!.

I sindacati si sono smascherati da soli attraverso i loro intrallazzi. È questo che il signor de Robien non sempre ha compreso quando si è così "indignato" degli atti di vandalismo degli "studenti" alla Sorbona, esibendo alcuni libri lacerati dagli specialisti borghesi della manipolazione: "è una piccola minoranza che dirige la rivolta degli studenti". de Robien ha messo alla rovescia i suoi occhiali di presbite: infatti è una "piccola minoranza" che dirige tutta la società umana, non il movimento degli studenti. Una minoranza che non produce nient'altro che sfruttamento e repressione della grande maggioranza della classe dei produttori.

I sindacati, CGT e FO in testa, non hanno incassato il brutto colpo del 7 marzo. È perciò che certi giornalisti tra i più intelligenti hanno potuto dire alla televisione: "i sindacati sono stati umiliati". Sono stati "umiliati " ugualmente dalle manifestazioni spontanee degli studenti nelle vie della capitale il 14 marzo. Incapaci di frenare la loro collera contro gli "umiliatori", contro i lavoratori che hanno manifestato la loro solidarietà attiva agli studenti unendosi alla manifestazione del 16 marzo, i sindacati hanno finito per mostrare pubblicamente, davanti alle videocamere, la loro complicità con le truppe di Sarkozy.

A Parigi, il "servizio d'ordine" della CGT (legato al partito stalinista) e di FO (fondato grazie all'appoggio della CIA dopo la seconda guerra mondiale) era alla testa della manifestazione, mano nella mano, di fronte ai CRS (celerini). Il cordone sindacale si è aperto come per incanto alla fine della manifestazione per permettere ai piccoli "kamikaze" di introdursi nella manifestazione e di precipitasi verso la Sorbona per cominciare il loro gioco del gatto col topo coi CRS. Tutti quelli che erano in prima fila e hanno assistito a queste nuove scene di violenza hanno raccontato che è grazie al "servizio d'ordine" dei sindacati CGT/FO che Villepin/Sarkozy hanno picchiato ancora e riempito i loro cellulari.

Ma soprattutto, le immagini insistenti degli scontri violenti che hanno seguito la manifestazione a Parigi hanno per obiettivo di fare paura prima della grande manifestazione del 18 marzo. Molti lavoratori e giovani che contavano di partecipare rischiano di rinunciare per paura di queste violenze.

I presentatori del giornale televisivo annunciano la buona notizia ai telespettatori: si va verso il "deterioramento del movimento" (dalle "notizie" della sera del 16 marzo).

Quelli che vogliono "affievolire il movimento", sono i complici di Sarkozy, le forze di inquadramento sindacale. E questo la classe operaia comincia a comprenderlo. Dietro i loro discorsi "radicali" ed ipocriti, ciò che vogliono i sindacati è salvare il governo. Per il momento, questo non si è verificato!

Il partito stalinista e la sua CGT adesso occupano il loro posto nel grande Pantheon del Jurassic Park, accanto ai brontosauri dell'UMP. Se i sindacati non hanno potuto sostenere finora il loro ruolo di pompieri sociali, è perché i piromani Sarkozy/Villepin hanno dato fuoco alle loro bandiere il 16 marzo. E, se i lavoratori sono venuti a sostenere gli studenti in lotta, è perché hanno visto che i sindacati avevano sostenuto, nelle aziende, il blackout dei media sulle AG di massa degli studenti.

Dalla manifestazione del 7 marzo, i sindacati sono stati a guardare, fatto ogni tipo di contorsioni per paralizzare i lavoratori salariati. Hanno effettuato ogni tipo di manovra per dividere, mandare a pezzi la collera della classe operaia. Hanno tentato di sabotare il movimento degli studenti. Hanno radicalizzato i loro discorsi con un treno di ritardo esigendo "il ritiro del CPE prima di ogni apertura dei negoziati” (mentre normalmente non smettono di "negoziare" sulle spalle della classe operaia). Hanno brandito anche la minaccia dello "sciopero generale" per fare "piegare" il governo. In breve, hanno svelato apertamente che non volevano che i lavoratori si mobilitassero in solidarietà degli studenti. Con le spalle al muro, hanno finito per tirare fuori dalla loro manica l "asso di picche": utilizzando alcuni ragazzini eccitati per scatenare ancora e sempre la violenza.

L'unica via d'uscita a questa crisi politica della borghesia francese, è un restauro della vecchia facciata dello Stato repubblicano. E questo regalo, è la sinistra parlamentare che lo ha voluto offrire su un vassoio d'argento al signor Villepin: PS/PC/Verdi tutti uniti hanno investito il Consiglio Costituzionale per depositare il loro "ricorso" contro il CPE. Forse, alla fine, è proprio questo colpo di mano del PS che permetterà al governo di uscire dal vicolo cieco ritirando il CPE su richiesta dei "12 saggi": potrà fare ancora sua la formula di Raffarin, "non è la strada che governa", ma, aggiungendo, "i 12 pensionati del Consiglio costituzionale!"

 

La più grande vittoria è la lotta stessa

Volendo "ripulire" dagli studenti la Sorbona (e dai loro compagni venuti a portar loro del cibo) il Signore Sarkozy ha scoperchiato un vaso di Pandora. E da questo vaso dalle "idee nere", il governo Villepin/Sarkozy ha tirato fuori i "falsi amici" della classe operaia, i sindacati.

Il proletariato mondiale può dunque ringraziare la borghesia francese. Agitando il suo spaventapasseri Le Pen alle ultime presidenziali, la classe dominante tricolore è riuscita a rimettere al governo la destra più stupida del mondo. Una destra che ha applicato una politica da "repubblica delle banane!"

Comunque andrà a finire per il movimento, questa lotta di tutta la classe operaia è già in sé una vittoria.

Grazie alle nuove generazioni, la classe operaia è riuscita a rompere il "blocco" della solidarietà effettuato dai sindacati. Tutti i settori della classe operaia, ed in particolare le sue nuove generazioni, hanno vissuto una ricca esperienza che lascia delle tracce profonde nella loro coscienza.

Questa esperienza appartiene al proletariato mondiale. Malgrado il blackout dei media "ufficiali", i media "paralleli", le videocamere "selvagge" ed altre radio "libere", ed anche la stampa dei rivoluzionari, permettono ai proletari del mondo intero di appropriarsi di questa esperienza. Perché questa lotta è solamente un episodio della lotta della classe operaia mondiale. Si iscrive al seguito a tutta una serie di lotte operaie dal 2003 che confermavano che la classe operaia della maggior parte dei paesi industriali stava uscendo dal riflusso provocato da tutte le campagne scatenate dalla borghesia all'indomani del crollo del blocco dell'Est, nel 1989, e dei regimi presentati come "socialisti" o "operai". Una delle caratteristiche essenziale di queste lotte è il riemergere della solidarietà tra lavoratori (vedi l’articolo in questo stesso numero).

Il movimento degli studenti in Francia appartiene dunque ad una lotta che si sviluppa a scala storica e il cui esito finale permetterà di tirare fuori la specie umana dal vicolo cieco della barbarie capitalista. Le giovani generazioni che hanno impegnato la lotta su un campo di classe aprono oggi le porte dell'avvenire. Possiamo dar loro fiducia: in tutti i paesi, continuano a preparare un mondo nuovo sbarazzato dalla concorrenza, dal profitto, dallo sfruttamento, dalla miseria, e dal caos sanguinoso.

Evidentemente, la strada che conduce al capovolgimento dal capitalismo è ancora lunga e cosparsa di insidie, di trappole di ogni tipo, ma ha cominciato a liberarsi.

 

Corrente Communista Internazionale (17 marzo 2006)

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