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Questo sdegno non fa che accumularsi alle numerose altre frustrazioni che la stragrande parte della popolazione subisce giorno dopo giorno, determinate da disoccupazione da una parte e ricatto di licenziamento dall’altra, da buste paga in calo e precarietà e insicurezza per il futuro. Sembra veramente, anche su questo piano, non esserci limite al peggioramento delle condizioni di esistenza e di vita della classe lavoratrice. E’ per questo che la borghesia, preoccupata per il potenziale carattere esplosivo della situazione sociale, cerca continuamente di spostare l’attenzione dei proletari sui falsi piani dell’interclassismo e della democrazia, invocando una giustizia sociale e un’uguaglianza tra i cittadini che, all’interno di una società divisa in classi, non potrà mai esistere.
E’ stato così, ad esempio, con la manifestazione per la dignità delle donne, quella promossa con lo slogan “se non adesso, quando?”, con la sinistra che ne ha fatto un’occasione per tornare sulla scena e chiedere, guarda un po’, le dimissioni di Berlusconi. Così la giusta indignazione di 1 milione di donne e di uomini contro la mercificazione della donna è stata dirottata in una manifestazione per cacciare via Berlusconi.
Neanche il festival di San Remo resta immune dalla propaganda per la democrazia e dal tentativo di riscaldare nell’animo degli “italiani” un amor di patria piuttosto tiepido, con un monologo di oltre mezz’ora con cui Benigni ci ha spiegato il significato autentico dell’inno di Mameli e ricordato i sacri valori a cui ognuno di noi dovrebbe fare riferimento. E intanto il governo si “spacca” su grave problema se fare o meno un giorno di festa lavorativa per celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia.
Certo! La patria, la democrazia! Ma queste parole attecchivano ed avevano un senso quando, nella fase di costituzione delle nazioni nel 19° secolo, unificando la nazione e sottraendola al dominio di una potenza straniera che la voleva solo come terra asservita ai suoi interessi, il paese poteva avere uno sviluppo proprio e dare una prospettiva anche alla sua classe proletaria, alla stessa classe degli sfruttati. Ma oggi queste stesse parole sanno di niente perché effettivamente davanti a noi c’è il buio più assoluto.
Questa mancanza di prospettiva, questa mancanza di futuro che lamenta tanto e a buon motivo la nuova generazione, è in realtà il riflesso, la conseguenza immediata della mancanza di prospettive che ha la stessa borghesia. Molti in Italia, di fronte alle enormità di Berlusconi e della sua banda, si chiedono come sia possibile che la sinistra non sia capace di profittarne, come mai non sappia esprimere il benché minimo programma di alternativa al governo attuale. Questa mancanza di opposizione, così palese in Italia, non è un caso esclusivo italiano. Lo stesso si presenta in altri paesi come la Francia, dove Sarkozy è rinomato per le sue gaffe e la sua impresentabilità quasi quanto Berlusconi, ma dove la sinistra non ha ugualmente la forza di venire allo scoperto. Facendo le dovute differenze, un problema analogo si pone per i paesi del nord Africa e del medio oriente in rivolta, dove tutti i vecchi figuri stanno saltando l’uno dopo l’altro ma dove le varie borghesie locali non sanno chi mettere al loro posto perché fondamentalmente, al di là di una pulizia di facciata, i nuovi governi non hanno nessuna nuova politica da proporre sul piano sociale ed economico se non concedere … più democrazia per tutti! Così, tornando all’Italia, gli scandali che si muovono intorno alla figura di Berlusconi fanno comodo perché riempiono il vuoto, focalizzano lo sdegno contro un personaggio o anche contro un partito, facendo apparire passabili o addirittura eroiche finanche figure come quella dell’ex fascista Fini o dell’ex democristiano Casini. Quanti in questo periodo dicono: “chiunque altro è meglio di Berlusconi”, pensando che nella politica della borghesia ci sia una gradualità, un meglio e un peggio. Ma nella politica, tanto più nella politica di oggi della borghesia, non ci sono differenze sostanziali perché, al di là della maggiore o minore decenza dell’uno o dell’altro, nessuno ha da offrirci nulla e, in Italia come nel mondo intero, un partito di opposizione che va al governo non potrebbe che proseguire nella stessa direzione del governo precedente, cioè continuare con gli attacchi a tappeto contro la classe dei lavoratori. E’ per questo che non dobbiamo farci ingannare dalla trappola della democrazia e dell’antiberlusconismo, ma denunciare e combattere tutti i partiti della borghesia, di destra come di sinistra, come nostri nemici.
Ezechiele 20 febbraio 2011