Mentre le fiamme della guerra infuriavano su tutti i fronti, Trump ha lanciato la sua campagna elettorale con grande clamore, vestendo i panni di chi cerca la pace. Ha promesso di porre fine alla guerra in Ucraina entro 24 ore, di risolvere il massacro di Gaza e di presentarsi come un campione della pace. Ha persino affermato di essere degno del Premio Nobel per la pace. Tuttavia, il ritorno al potere di Trump non ha portato alla fine delle guerre; al contrario, ha intensificato le tensioni militari. La guerra in Ucraina continua senza sosta, Gaza è diventata il luogo di un genocidio su larga scala e, contemporaneamente, sono esplose le tensioni militari in Africa, il conflitto tra India e Pakistan e una guerra totale tra Israele e Iran. Oggi la guerra non è più solo un evento militare, ma riflette sempre più la natura del capitalismo nella sua epoca barbarica e lo stile di vita che ne deriva.
La guerra tra Iran e Israele non è il risultato di decisioni prese da leader guerrafondai, ma è l'espressione del sistema capitalista odierno. Indipendentemente dalla facciata politica adottata da uno Stato - democratico o dittatoriale, desideroso di pace o apertamente militarista - tutti condividono un tratto fondamentale: sacrificare la classe operaia come carne da cannone nelle guerre imperialiste. Senza eccezioni, sono tutti criminali di guerra.
Contrariamente alla narrazione ingannevole dei gangster “democratici” - che sostengono che gli attacchi “di precisione” di Israele mirano solo a neutralizzare il programma nucleare iraniano o a eliminare i comandanti politici e militari della Repubblica islamica - la realtà è ben diversa. In pratica, entrambe le parti hanno preso di mira infrastrutture civili, tra cui fabbriche, raffinerie, aree residenziali, luoghi di lavoro e persino ospedali. La verità è che entrambe le parti sono complici nel commettere crimini di guerra.
Tutti i gangster democratici, guidati dal criminale Trump, parlano con il linguaggio dei banditi e si vantano persino dei loro crimini. Lo stesso Trump dichiara con orgoglio: “Gli Stati Uniti producono i migliori e più letali equipaggiamenti militari al mondo, DI GRAN LUNGA, e di questi Israele ne ha molti, con molti altri in arrivo - E sanno come usarli”.
Durante la Prima guerra mondiale, Rosa Luxemburg riteneva che per rendere cosa normale i crimini di guerra, la violenza vera e propria deve essere accompagnata da una sorta di ferocia nei pensieri e nei sentimenti, in modo tale che non solo un bagno di sangue venga accettato come normale, ma venga anche considerato un motivo di orgoglio. Oggi il criminale Trump incarna chiaramente questa analisi storica. Ha parlato con orgoglio della maggiore letalità e potere distruttivo delle attrezzature militari americane e ha sottolineato che venerdì è stato un “grande giorno” per Israele perché sono state utilizzate “grandi attrezzature americane”. Questo guerrafondaio ha dichiarato apertamente di non temere lo scoppio di una guerra regionale in seguito agli attacchi di Israele. In altre parole, non solo è favorevole alla guerra, ma la vede anche come un palcoscenico per dimostrare la potenza e la superiorità tecnologica dell'America.
Purtroppo, la classe operaia israeliana, rispetto ai suoi fratelli e sorelle in Iran, è stata molto più profondamente influenzata dal nazionalismo e dalla tossica religione, il che ha permesso alla borghesia israeliana di mobilitare facilmente la classe operaia per la guerra. Al contrario, nonostante tutte le battute d'arresto, la classe operaia iraniana è in una posizione molto più forte in termini di lotta rispetto alle sue controparti in Israele - soprattutto se si considera che uno dei battaglioni proletari più militanti del Medio Oriente appartiene all'Iran, con un orgoglioso curriculum di battaglie storiche. Questa guerra potrebbe avere un impatto negativo e distruttivo sulla classe operaia iraniana e ostacolare non solo la continuazione ma anche l'avanzamento delle sue lotte a livelli più alti.
Il capitalismo impone guerre imperialiste all'umanità perché non è confrontata ad una risposta di classe seria e organizzata da parte della classe operaia globale. Ma questo non elimina, tutt’altro, la responsabilità degli internazionalisti, e in particolare della Sinistra comunista, di affrontare questa realtà: difendere coerentemente l'internazionalismo proletario, smascherare la natura imperialista di queste guerre e chiarirne le basi materiali e di classe di fronte alla classe operaia.
Bisogna dichiarare a gran voce che tutti questi conflitti sono contrari agli interessi della classe operaia. Va detto chiaramente che le conseguenze della guerra tra Iran e Israele non si limiteranno al Medio Oriente, perché il capitalismo è un sistema globale e il suo impatto distruttivo peserà sulle spalle dei lavoratori di tutto il mondo. Soprattutto, va sottolineato che il vero nemico è in casa, che sia a Teheran che a Tel Aviv, Washington, Londra, Berlino, Parigi o in qualsiasi altro luogo in cui il capitale, lo Stato e i militari sono schierati contro la classe operaia.
La storia ha dimostrato che l'unica forza in grado di porre fine alla macchina da macello della borghesia - la guerra - è la classe operaia. Fu la minaccia della rivoluzione in Germania durante la Prima guerra mondiale a costringere la borghesia a firmare l'armistizio. È sempre stato così: i criminali di guerra si ritirano solo all'ombra della minaccia proletaria, solo per prepararsi alla guerra di classe contro il proletariato. Sebbene la classe operaia mondiale non si trovi attualmente in una posizione del genere, lo sviluppo della lotta di classe può aprire questo orizzonte al proletariato.
La guerra è diventata uno stile di vita per il capitalismo nell'era dell'imperialismo. Il capitalismo non può offrire un futuro, ma si limita a diffondere la brutalità e la barbarie in un numero sempre maggiore di regioni. È un'illusione aspettarsi che i guerrafondai mettano fine alla guerra. La pace offerta dai guerrafondai può essere solo una parentesi all'interno di un capitalismo guidato dalla guerra. Dalla pace capitalista possono emergere solo le fiamme di guerre future.
Solo la guerra di classe dei lavoratori può offrire un'alternativa alla barbarie del capitalismo, perché il proletariato non ha una nazione da difendere e la sua lotta deve superare i confini nazionali e svilupparsi su scala internazionale. Solo la classe operaia mondiale, trasformando la guerra capitalista in una guerra contro il capitalismo e rovesciandolo a livello globale, può eliminare la base materiale delle guerre imperialiste e portare una pace duratura all'umanità.
I lavoratori non hanno patria!
Abbasso la guerra imperialista!
Viva la guerra tra le classi!
Difesa intransigente dell'internazionalismo ovunque!
Internationalist Voice, 19 giugno 2025