I riflessi mondiali delle elezioni americane

Printer-friendly version

La classe operaia non deve scegliere fra Trump e Harris, tra i Repubblicani e i Democratici. Quale che sia il vincitore, per la classe operaia non ci saranno che attacchi brutali contro le sue condizioni di vita causati dalla crisi economica e dall’economia di guerra. Quale che sia il vincitore, i lavoratori saranno confrontati alla necessità di difendersi in quanto classe contro questi attacchi.

Questo non vuol dire che noi possiamo ignorare la campagna elettorale e le sue conseguenze. Queste mettono in evidenza che le divisioni in seno alla borghesia americana, la classe dirigente di quello che resta il paese più potente del mondo, sono sempre più acute e violente. Gli Stati Uniti sono diventati l’epicentro della decomposizione del sistema capitalista mondiale e, qualunque presidente uscirà vincitore dalle urne il 5 novembre, l’elezione servirà ad acuire ancora di più queste divisioni, con gravi conseguenze sia per gli Stati Uniti che per l’intera arena mondiale.

I rivoluzionari devono quindi non solo denunciare la farsa della democrazia borghese, ma anche analizzare le implicazioni mondiali dell’elezione americana, inserirle in un quadro coerente che ci permetterà di capire come la frammentazione della classe dirigente americana è un fattore attivo della sola prospettiva che la borghesia può offrire all’umanità: uno sprofondamento accelerato nella distruzione e nel caos.

Invitiamo tutti quelli che vogliono lottare per un avvenire diverso a partecipare a questa riunione il 16 novembre alle ore 15.

La lingua principale della riunione sarà l’inglese, ma noi abbiamo la possibilità di tradurre sul posto in altre lingue. Chi vuole partecipare può scrivere a: [email protected] , indicando se può seguire e intervenire in inglese o precisando in quale altra lingua avrebbe bisogno di farlo.

Vita della CCI: 

Rubric: 

Riunione Pubblica Internazionale on line