Manifestazioni contro il green pass e assalto alla CGIL a Roma. La difesa della democrazia è un virus mortale per il proletariato

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Dopo la Francia, anche l’Italia manifesta contro il green-pass. Queste manifestazioni sono il prodotto di oltre un anno di sofferenze e di privazioni patite dalla popolazione e cristallizzano assieme, attorno a rivendicazioni multiformi, la sfiducia nello Stato e per larghi versi nei confronti della scienza, con gli appelli alla difesa delle “libertà individuali”. Tutto questo in nome della difesa della “libertà di scelta”, vale a dire sul terreno del diritto borghese che costituisce un vero e proprio veleno per la classe operaia e la sua prospettiva rivoluzionaria, finendo così per essere una manna caduta dal cielo per i media.

Perché tanta sfiducia nei confronti dei vaccini?

È pienamente comprensibile che una parte della popolazione abbia paura per le conseguenze sanitarie dopo quasi due anni di bugie quotidiane delle autorità. È assolutamente vergognoso che il governo stesso rivendichi una visione razionale e scientifica quando in più occasioni ha ignorato le insistenze degli scienziati durante le prime ondate della pandemia, dando spazio mediatico a quelli con posizionamenti più opportunisti, giustificando l’ingiustificabile per l’uso di mascherine, delle protezioni sanitarie sul lavoro, nei trasporti, relativizzando la propria incuria e responsabilità in ipocriti confronti con situazioni più catastrofiche. Tutte queste bugie e le innumerevoli mezze verità e giustificazioni inadeguate del governo hanno ovviamente creato un clima di sospetto nella popolazione.

Ma al di là dei dubbi e dei pregiudizi, la pandemia è stata l'occasione per un proliferare di teorie nebulose e affermazioni deliranti, non solo sui social media, dove i complottisti sono più attivi, ma anche da parte dei media e degli stessi politici.

Il Covid-19 ha ucciso più di 4 milioni e mezzo di persone nel mondo, non certo i vaccini! E il virus continua a mutare, infettare e uccidere, in particolare in quelle parti del mondo senza una campagna vaccinale su vasta scala. Continua inoltre a infettare e indebolire una popolazione sempre più giovane e non vaccinata nei paesi centrali.

Oggi, le dinamiche del processo di decomposizione ideologica della società capitalista, il sentimento di impotenza di fronte alla crisi, il caos in atto, impattano sulla popolazione e non fanno che deteriorare ogni capacità di ragionamento logico, scientifico e politico in un magma di concezioni e visioni reazionarie a volte deliranti.

La manifestazione di Roma del 9 ottobre

È in questo contesto di confusione e di smarrimento che si sono svolte le manifestazioni del 9 ottobre a Roma e a Milano, che ci danno dei segnali importanti da leggere adeguatamente. Intanto, in continuità con quanto già riportato sopra, è presente in questa popolazione di no-vax e no-green-pass un sentimento di abbandono da parte dello Stato. Le invettive contro il governo (“governo terrorista”, “Draghi vaffa…”) si accompagnavano a slogan che rivendicavano il proprio ruolo nella società (“noi siamo il popolo italiano”) e allo sventolare di molte bandiere tricolore. Certamente questo sentirsi esclusi che si è manifestato a Roma e a Milano è frutto del malcontento macerato per tutto il periodo di pandemia e che ha finito per produrre la più bassa percentuale di votanti alle ultime elezioni amministrative, con una percentuale a livello nazionale che ha raggiunto il record negativo del 54,69% di votanti e con 5 capoluoghi di regione su 6 in cui si è votato per le comunali con una percentuale al di sotto del 50%, cioè neanche 1 su 2[1]. È in questo stato d’animo, in una situazione in cui la gente non vede prospettive, non vede un chiaro futuro davanti a sé, che prendono corpo e si autoalimentano le fantasie complottiste le più inverosimili. Non c’è da meravigliarsi dunque se queste masse ondeggianti di popolazione possano essere facile preda di mascalzoni trascina-popolo, di destra o di sinistra. La manifestazione di Roma ne è stato un esempio. Lo stato maggiore di Forza nuova, formazione neo-fascista romana da tempo sotto il mirino della stampa e che continua imperterrita la sua propaganda, è stato praticamente alla testa del corteo di Roma e ne ha guidato una parte all’assalto alla sede nazionale della CGIL, il maggiore sindacato italiano, devastandolo da cima a fondo. I commenti di Landini, segretario generale della CGIL, fatti il giorno dopo durante la trasmissione “1/2 ora in più” secondo cui era il mondo del lavoro sotto attacco sono solo una fuga dalla realtà. Le grida “venduti, venduti”, “giù le mani dal lavoro”, “sciopero, sciopero” e le invettive come “sono quelli che hanno firmato l’accordo sui green-pass” che si sono sentite sotto la sede della CGIL, indicano inequivocabilmente che il sindacato è stato riconosciuto non come espressione del mondo del lavoro, ma giustamente come parte del potere.

Un’ultima considerazione va fatta a proposito dei commenti che sono seguiti a questo attacco, che è stato paragonato a quello del partito fascista alle Camere del lavoro, Case del popolo, cooperative e leghe negli anni 1921-22. Chiaramente l’accostamento ha due funzioni precise:

- far credere che ci sia un reale pericolo di ritorno di un regime fascista e dunque polarizzare l’attenzione della popolazione su questo, e in particolare dei proletari, distraendoli dai problemi che sono alla base, anche se inespressi, dei vari malcontenti.

- chiamare i proletari alla difesa dello Stato che sta lavorando per sconfiggere la pandemia e far riprendere l’economia nazionale, e delle sue istituzioni. In questo caso la CGIL viene presentata come una conquista dei lavoratori, loro rappresentanti e difensori dei loro diritti!

Tutto questo è possibile perché manca purtroppo al momento la voce e la presenza della classe operaia sulla scena sociale.

La prospettiva rivoluzionaria è l'unica alternativa

Il rischio in questa situazione è che si creino, all’interno della popolazione, settori schierati l’uno contro l’altro su questioni del tutto futili come quella del vaccino o del green-pass. Infatti, con la sua propaganda, la borghesia cerca di far passare più o meno apertamente tutti gli individui che dubitano o hanno paura dei vaccini per dei complottisti “no-vax” totalmente deliranti, nonché quelli che si oppongono ai vaccini come i responsabili delle nuove ondate di contagi, sdoganando il capitalismo, lo Stato, della loro irresponsabilità che ha portato alla drammatica situazione di oggi. Dall’altro lato i no-vax tendono a vedere quelli che si vaccinano come le “pecore” servili che subiscono le leggi “liberticide” della vaccinazione forzata. Queste divisioni fanno parte di una logica di scontro disastrosa in cui le vere questioni in gioco per porre fine al caos capitalista scompaiono sotto un guazzabuglio di confusione e impotenza.

Perciò queste manifestazioni di malcontento non possono portare nessun vantaggio di alcun tipo ai lavoratori né tantomeno produrre una presa di coscienza del proletariato, alla comprensione del declino crescente e dell'impasse irrimediabile di questo sistema capitalista, nella misura in cui questa opposizione, questo rifiuto si cristallizza in modo epidermico, senza valutazione né riflessione, in una rabbia impotente contro un governo e uno Stato che sono visti e percepiti come i cattivi gestori, incompetenti e inefficienti, di questo sistema, anziché come organismi di un sistema economico e sociale che ne è il primo responsabile.

Il terreno di classe non è quello della difesa dello Stato, della difesa dell'economia nazionale e del tricolore. Né quello della difesa della democrazia e della “Libertà”. La sola libertà che i lavoratori hanno nel capitalismo “democratico” o dittatoriale che sia, è quello di vendere la propria forza lavoro alle condizioni imposte dal mercato, e quando questa merce non serve più, viene gettata via e lasciata a marcire.

La sua autonomia di classe per l’affermazione della sua lotta, l’organizzazione delle sue lotte, dovrà difenderla contro tutte le forze attive dello Stato, al potere o meno, indipendentemente dai movimenti interclassisti o dai falsi amici, generalmente di sinistra, che cercheranno di deviare la sua rabbia. Il proletariato ha bisogno di lucidità e fiducia nelle proprie forze per sventare tutte queste trappole e questo è un bisogno già nell’immediato.

Ezechiele, 15 ottobre 2021