Gaizka tace: un silenzio assordante

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Di fronte alla pubblicazione del nostro articolo Chi c’è in “Nuevo Curso”?, che denuncia la collaborazione dell’individuo chiamato Gaizka con alti funzionari ed istituzioni dello Stato borghese, questo personaggio ha finora mantenuto un silenzio assoluto. Nessun commento… la sua risposta è il silenzio. E non possiamo credere che non conosca quello che diciamo, visto che i suoi amici hanno immediatamente preso la sua difesa[1]. Ma né l’uno né gli altri hanno avanzato una sola smentita ai fatti che abbiamo esposto. NIENTE DI NIENTE, zero.

Questo silenzio è una conferma eclatante della carriera di Gaizka, quella di un arrivista e un avventuriero. Non dicono niente perché non hanno niente da dire.

Questo silenzio è un tipo di reazione ben conosciuta che non può che rafforzare la fondatezza della nostra accusa. A questo proposito, Paul Frolich[2] riporta nella sua autobiografia un aneddoto edificante sul comportamento di uno dei redattori della stampa:

«Aveva un istinto per il comportamento tattico. Una volta io ero stato sorpreso dal fatto che egli non rispondesse ai ripetuti attacchi lanciati contro di lui da un altro giornale del partito: “E’ molto semplice – aveva risposto – io avevo torto su una questione importante e ora li lascio sgolare fino a che non diventino afoni e la storia non sia dimenticata. Fino allora, io resto sordo»[3].

Viceversa, ogni volta che dei rivoluzionari sono stati accusati di essere degli agenti provocatori o di collaborare con la borghesia, o semplicemente sospettati di comportamenti indegni, essi hanno dedicato tutte le loro energie per negarlo. Marx passò un anno a preparare un intero libro in risposta alle accuse di Herr Vogt secondo le quali sarebbe stato un agente infiltrato[4]. Ancora, un po’ più tardi con Engels, come si può vedere nella loro corrispondenza, Marx ha partecipato a tutte le battaglie necessarie contro il tentativo di discreditare l’AIT e loro stessi.

Bebel fu accusato di aver rubato del denaro dalla cassa dell’ADAV (Associazione Generale dei lavoratori tedeschi) e non cessò di battersi fino a quando non poté dimostrare la falsità di queste accuse.

Trotsky, completamente isolato e perseguitato da Stalin, raccolse ancora abbastanza forze per profittare del poco terreno che gli restava e convocare la commissione Dewey per la sua difesa[5], e potremmo continuare.

Al contrario, i veri avventurieri e provocatori hanno sempre fatto di tutto per eclissarsi o nascondersi al fine di scivolare tra le maglie della ricerca della verità.

Un silenzio assordante

Bakunin, per esempio, di fronte alla circolare interna dell’AIT sulle “Pretese scissioni nell’Internazionale” riconobbe, con un apparente tono scandalizzato, che non aveva potuto fare altro che opporvi… un silenzio prolungato: “Per due anni e mezzo abbiamo sopportato in silenzio questa immonda aggressione. I nostri calunniatori hanno prima cominciato con delle accuse vaghe, mescolate a vigliacche reticenze e ad insinuazioni velenose, ma allo stesso tempo così stupide che, anche senza altre ragioni per tacere, il cattivo gusto insieme al disprezzo che esse avevano provocato nel mio ritiro sarebbe bastato per spiegare e legittimare il mio silenzio.”[6]

Sarebbe vano cercare in questa lettera l’esistenza di un argomento, che invece brilla per la sua assenza. Ciononostante Bakunin aveva annunciato che avrebbe convocato un jurì d’onore e che avrebbe scritto un articolo prima del Congresso dell’Aia del 1872: “D’altra parte, io mi sono riservato il diritto di convocare tutti i miei calunniatori davanti a un jurì d’onore, cosa che il prossimo Congresso certo non mi rifiuterà. Bisogna ristabilire la verità, contribuendo nella misura del possibile alla demolizione dell’intreccio di menzogne costruito da Marx e dai suoi accoliti, questo sarà lo scopo di una comunicazione che intendo pubblicare prima dello svolgimento del Congresso.

E’ inutile dire che Bakunin non ha mai convocato questo jurì d’onore, né scritto alcun articolo in proposito. Al contrario, venendo a sapere della pubblicazione, da parte dell’Internazionale[7], del rapporto sull’Alleanza della Democrazia Socialista, la struttura segreta da lui costruita, il 25 settembre 1873 scrisse una lettera al Giornale di Ginevra in cui, oltre agli insulti contro Marx, citato allo stesso tempo come “comunista, tedesco ed ebreo”, espresse una capitolazione: “Confesso che tutto ciò mi ha profondamente sconvolto nella vita pubblica. Ne ho abbastanza. Dopo aver passato tutta la mia vita a combattere sono stanco. Ho più di sessanta anni e un problema cardiaco che si aggrava con l’età e rende la mia esistenza sempre più difficile. Che altri più giovani si mettano al lavoro. Quanto a me, non sento più la forza, né forse la fiducia, di continuare a spingere questo macigno di Sisifo contro la reazione trionfante. Mi ritiro dunque dalla lotta e non chiedo altro ai miei cari contemporanei che una cosa: l’oblio.[8]

Qui Bakunin mette in atto un’altra delle strategie classiche degli avventurieri, che consiste nel presentarsi come delle sventurate vittime quando il proprio comportamento è stato smascherato.

Alla stessa maniera, quando Schwitzer[9] fu accusato di aver rubato e distolto denaro dalla cassa di sostegno ai lavoratori malati che non potevano più lavorare, per spenderlo in champagne e antipasti, contrariamente a Bebel, non è mai stato capace di difendersi: « Schweitzer è stato pubblicamente accusato più di una volta di questa azione ignominiosa, ma non ha mai osato difendersi.”[10]

Ancora, quando Bebel e Wilhelm Liebnecht lo hanno denunciato come agente del governo durante il congresso di Barmen-Elberfeld (provincia del Wuppertal), lui, che era presente nello stesso posto seduto dietro di loro, non disse niente, lasciando che i suoi accoliti proferissero insulti e minacce: “I nostri discorsi contenevano un riassunto di tutte le accuse che abbiamo avanzato contro Schweitzer: Ci sono parecchie interruzioni violente, soprattutto quando l’abbiamo accusato di essere un agente del governo; ma io ho rifiutato di ritirare qualcosa… Schweitzer, che era seduto dietro di noi quando abbiamo parlato, non ha pronunciato una sola parola. Siamo usciti protetti da alcuni delegati rispetto agli assalti dei difensori fanatici di Schweitzer, in mezzo a una tempesta d’imprecazioni e d’insulti come ‘lacchè!’, ‘traditori!’, ‘pagliacci!’, ecc. Sulla porta abbiamo ritrovato i nostri amici che ci hanno scortato sotto la loro protezione per farci arrivare all’hotel in tutta sicurezza.[11]

Si può ancora citare l’esempio storico di Parvus, accusato da Gorki di aver sottratto dei soldi dagli incassi del suo pezzo teatrale I bassifondi in Germania, denunciato come avventuriero e socialpatriota da Trotsky[12], che era stato suo amico, rifiutato da Rosa Luxemburg, Clara Zetkin e Leo Jogiches per aver cercato di vendersi all’imperialismo tedesco, e che Lenin impedì di tornare a Pietrogrado dopo la rivoluzione perché aveva “le mani sporche”. Ebbene, Parvus non si è mai preso la pena di difendersi contro tutte queste accuse, lasciando ad altri (Radek in particolare) la preoccupazione di difenderlo nell’ambiente degli esiliati in Svizzera.

E si potrebbe continuare: Lassalle, Azev, ecc., hanno tutti cercato di far dimenticare le accuse che erano state portate contro di loro innalzando un muro di silenzio, sparendo, o, come Parvus, facendo finta di niente.

Ma non è necessario andare così lontano. Nel 2005 abbiamo visto come il “cittadino B”, che si è proclamato “all’unanimità” (visto che c’era solo lui) “Circolo dei comunisti internazionalisti” d’Argentina, mettendosi al servizio della FICCI[13] (oggi Gruppo Internazionale della sinistra comunista –GIGC) per denigrare la CCI, ha poi disertato il forum dopo che noi abbiamo denunciato la sua impostura.[14]

Ci sono altri esempi di silenzio assordante che si sono avuti in occasione della denuncia della CCI di avventurieri tra i suoi ranghi. Come nel caso della scoperta delle manovre del militante conosciuto con il nome di Simon[15] a cui seguì una sanzione alla quale lui rispose con un silenzio ostinato che provocò anche una “Risoluzione sul silenzio del compagno Simon”, in cui si diceva “Dopo che il compagno Simon si è ritirato dalla vita della CCI alla fine del mese di agosto 1994, egli non ha mai risposto alla richiesta dell’organizzazione di far conoscere, per iscritto, i disaccordi che aveva con le sue analisi e le sue prese di posizione, che avevano, a suo dire, in parte motivato il suo ritiro… Questo silenzio di Simon è tanto più inammissibile dal momento che lui aveva dei disaccordi fondamentali con le due risoluzioni adottate dalla riunione allargata del Segretariato Internazionale del 3 dicembre 1994.

Ma questo silenzio ostinato degli avventurieri e degli elementi dubbi quando sono presi in flagranza di reato non è solo una conferma delle accuse portate contro di loro o una maniera per cercare di farsi dimenticare, è anche una strategia perché altri prendano le difese al loro posto.

Gli amici di Gaizka e compagnia

Se dopo la pubblicazione delle nostre accuse Gaizka non ha aperto bocca, i suoi amici non hanno perso tempo ad assumerne la difesa. Per esempio il GIGC ha pubblicato, solo 4 giorni dopo, una dichiarazione dal titolo: “Nuovo attacco della CCI contro il campo proletario internazionale.” Noi non siamo sorpresi che un gruppo di parassiti, dal comportamento da gangster e da teppisti, qual è il GIGC prenda le difese di un avventuriero. D’altra parte questo gruppo ha fatto la stessa cosa nel 2005, difendendo la causa del “cittadino argentino B”. Forse dovremmo cominciare a pensare che il GIGC ha dei poteri premonitori, visto che all’epoca pubblicò e distribuì un comunicato del “Circolo” d’Argentina, prima ancora che il “cittadino B” lo pubblicasse sul proprio sito web. La disgrazia è che il GIGC (all’epoca FICCI) ingannò il BIPR (ora TCI)[16] che, benché con discrezione, senza prendere direttamente la parola, pubblicò i comunicati della FICCI e del “cittadino B” che denigravano la CCI, incoraggiando così i comportamenti indegni da parte di questi due imbroglioni.

Ovviamente il GIGC nel suo comunicato non arreca nessuna smentita a quello che noi denunciamo nel nostro articolo, eccetto la dichiarazione secondo cui loro « non hanno rilevato niente » : “dobbiamo sottolineare che finora noi non abbiamo costatato nessuna provocazione, manovra, denigrazione, calunnia o insinuazione, lanciata da parte dei membri di Nuevo Curso, anche a titolo individuale, nè alcuna politica di distruzione contro altri gruppi o militanti rivoluzionari”. Dichiarazione su cui non vale la pena di soffermarsi nemmeno un secondo.

In realtà, l’obiettivo del comunicato è unicamente quello di attaccare la CCI, perché sarebbe questa “che ha sviluppato queste pratiche di nascosto, sotto la copertura della sua teoria della decomposizione e del parassitismo che ora riprende”. Inoltre, la CCI scivolerebbe “sul terreno putrido della personalizzazione delle questioni politiche”.

Il sito Pantopolis del dottor Bourrinet[17] ha immediatamente riprodotto l’articolo del GIGC preceduto da un’introduzione che fa concorrenza e supera pure il GIGC stesso quanto ad odio contro la CCI.

L’altro gruppo che ha condannato la nostra dichiarazione su Gaizka è il GCCF[18], che ha dichiarato[19]: “non possiamo che condannare questo assemblaggio scandaloso e immorale di rabbiose personalizzazioni completamente al di fuori di un terreno politico.”[20]

Riassumendo, ci sono due recriminazioni: 1) che non è Gaizka, ma la CCI che si comporterebbe in maniera indegna dal punto di vista proletario, che farebbe prova di denigrazione e provocazione; 2) che nella nostra denuncia le questioni politiche sono sostituite da questioni personali.

Non è la prima volta che, di fronte al rigore espresso nella difesa del campo politico proletario e nella denuncia di comportamenti indegni, le organizzazioni rivoluzionarie sono attaccate con calunnie per il loro presunto « autoritarismo » e le loro « manovre », come se esse adoperassero gli stessi strumenti degli avventurieri e dei provocatori smascherati. Fu così con l’AIT: “Cosciente del pericolo storico che le lezioni tirate dalla Prima Internazionale avrebbero rappresentato per i suoi interessi di classe, la borghesia, in risposta alle rivelazioni del Congresso dell’Aia, fece tutto quello che era in suo potere per discreditare questo sforzo. La stampa e i politici borghesi dichiararono che la lotta contro il bakuninismo non era una lotta per dei principi, ma una sordida lotta per il potere in seno all’Internazionale. Così Marx fu sospettato di aver eliminato il suo rivale Bakunin mediante una campagna di menzogne. In altri termini, la borghesia cercò di convincere la classe operaia che le sue organizzazioni utilizzavano gli stessi metodi e funzionavano esattamente nella stessa maniera dei suoi sfruttatori e quindi non erano migliori. Il fatto che una grande maggioranza dell’Internazionale appoggiasse Marx fu presentato come il ‘trionfo dello spirito dell’autoritarismo’ nei suoi ranghi e come la presunta tendenza alla paranoia dei suoi membri a vedere nemici dell’Associazione dappertutto. I bakuninisti e i lassalliani fecero anche circolare delle voci secondo cui Marx fosse un agente di Bismark”.[21]

Bakunin stesso non esitò a presentare la lotta dell’Internazionale per la difesa dei suoi statuti e del suo funzionamento contro lo spirito settario e i suoi intrighi come “una lotta fra sette”. Così, nelle Lettere ai fratelli di Spagna, Bakunin si lamentò che la risoluzione della Conferenza di Londra (1872) contro le società segrete fosse stata adottata dall’Internazionale solo “per aprire la via alla propria cospirazione di società segreta che esiste dal 1848 sotto la direzione di Marx, che è stata fondata da Marx, Engels e Wolff, ora morto, e che non è nient’altro che una società quasi esclusivamente tedesca di comunisti autoritari. (…) Bisogna riconoscere che la lotta che si è svolta nell’Internazionale non è nient’altro che una lotta fra due società segrete”.[22]

Nella visione del mondo di elementi come Bakunin, il GIGC o Gaizka, non c’è posto per l’onestà, i principi di organizzazione o la morale proletaria; essi non fanno che proiettare sugli altri la loro maniera di comportarsi. Come dice la saggezza popolare “il ladro crede che tutti siano come lui”.

Tuttavia, “quello che è più grave e molto più pericoloso, è che tali infamie trovano una certa eco nelle file dell’ambiente rivoluzionario stesso. Fu così, per esempio, nella biografia di Marx fatta da Franz Mehring. In questo libro, Mehring, che apparteneva all’ala sinistra combattiva della Seconda Internazionale, dichiara che l’opuscolo del Congresso dell’Aia contro l’Alleanza era ‘imperdonabile’ e ‘indegna dell’Internazionale’. Nel suo libro Mehring difende non solo Bakunin, ma anche Lassalle e Schweitzer, contro ‘le accuse di Marx e dei marxisti’[23]

Il discredito gettato da Mehring sulla lotta marxista contro il bakuninismo e il lassallismo ha avuto degli effetti devastanti sul movimento operaio nei decenni successivi, perché non solo ha portato a una certa riabilitazione di avventurieri politici come Bakunin e Lassalle, ma, soprattutto, ha permesso all’ala opportunista della socialdemocrazia di prima del 1914 di cancellare le lezioni delle grandi lotte per la difesa delle organizzazioni rivoluzionarie degli anni 1860 e 1870. Questo fu un fattore decisivo nella strategia opportunista mirante a isolare i bolscevichi nella Seconda Internazionale, laddove la loro lotta contro il menscevismo appartiene alla migliore tradizione della classe operaia. Anche la Terza Internazionale ha sofferto dell’eredità di Mehring. Nel 1921, un articolo di Stoecker (“Sul bakuninismo”), sempre basato sulle critiche di Mehring a Marx, giustificò gli aspetti più pericolosi e avventuristici della cosiddetta Azione di marzo del KPD (il partito comunista tedesco) in Germania. Il fatto che il BIPR si sia fatto trascinare dietro la FICCI e il “cittadino B” nel 2005 ha dato forza al parassitismo, rendendo più difficile la lotta contro di questo e la sua denuncia nell’ambiente proletario.

Ma veniamo alla seconda accusa, quella della personalizzazione delle questioni politiche. Per cominciare, la nostra accusa non era basata sulla diffusione di storie sulla vita privata, ma sulla messa in evidenza di un comportamento politico pubblico, che è largamente documentato. Quelli che noi abbiamo esposto su Gaizka sono dei fatti che appartengono alla sfera dell’attività pubblica dei politici borghesi, e quindi dovrebbero essere accuratamente presi in conto dai militanti comunisti. Che faceva nel campo della Sinistra comunista un individuo che aveva frequentato a più riprese i circoli politici di alto livello dello Stato borghese?

In secondo luogo, ci sono fatti « privati » (intrighi, manovre, contatti segreti, relazioni oscure, ecc.) che devono essere conosciuti per comprendere e poter denunciare le azioni distruttive contro il proletariato o contro le organizzazioni rivoluzionarie. Denunciarli non ha niente a che vedere con il pettegolezzo.

Invece che rispondere noi stessi, lo lasceremo fare ad Engels. In uno dei numerosi articoli che lui e Marx hanno dovuto scrivere per difendere l’AIT messa sotto accusa da tutta la stampa borghese, dagli agenti provocatori e dai partigiani di Bakunin. Interrogato da alcuni militanti indecisi, Engels risponde a un articolo di Piotr Lavrov[24], nel suo giornale Vpered[25], che metteva in discussione il rapporto della commissione del Congresso dell’Aia sulla “Alleanza della democrazia socialista e l’AIT”[26] perché non sarebbe stata che una “feroce disputa su delle questioni puramente personali e private con informazioni che non possono provenire che da pettegolezzi”.

Ecco come risponde : «La principale accusa [contro il rapporto sull’Alleanza] è che il rapporto è pieno di questioni personali la cui veridicità non potrebbe essere stabilita dagli autori, perché non avrebbero potuto raccoglierli che attraverso dei pettegolezzi. Non ci viene detto come “l’amico Pietro”[27] sappia che un’organizzazione come l’Internazionale, i cui organi ufficiali sono diffusi nel mondo intero, potrebbe raccogliere i fatti solo tramite pettegolezzi. La sua dichiarazione è in ogni caso fatta con leggerezza. I fatti in questione sono documentati con prove autentiche e le persone messe in questione non si sono prese la pena di rispondere.

Ma “l’amico Pietro” è dell’avviso che le questioni sulla vita privata, come le lettere personali, sono sacre e non dovrebbero essere pubblicate in dibattiti politici. Accettare la validità di questi argomenti significherebbe rendere impossibile scrivere la storia. Quindi, se si descrive la storia di una banda di gangster come l’Alleanza, in cui si trova un buon numero di scrocconi, di avventurieri, di ladri, di spie della polizia, d’imbroglioni e di sospetti, così come di quelli abusati da loro, bisogna forse falsificare questa storia nascondendo consapevolmente le bassezze individuali di questi signori come se fossero degli ‘affari privati’?

Quando il redattore di Vpered descrive il rapporto come una compilazione maldestra di questioni essenzialmente private, commette un atto difficile da caratterizzare. Chi scrive una tale cosa o non ha per niente letto il rapporto in questione, o è troppo limitato o troppo parziale per capirlo, oppure scrive deliberatamente qualcosa che sa che è falsa. Nessuno può leggere ‘Un complotto contro l’Internazionale’ senza essere convinto che le questioni private esposte ne costituiscono la parte più significativa, che esse sono delle illustrazioni per dare un’immagine più dettagliata dei personaggi coinvolti, e che non potrebbero essere soppresse senza rimettere in questione il punto principale del rapporto.

L’organizzazione di una società segreta il cui solo scopo è di sottomettere il movimento operaio in Europa alla dittatura nascosta di qualche avventuriero, le infamie commesse a questo scopo, in particolare da Necthaiev in Russia, sono il tema centrale del rapporto, e sostenere che tutto gira unicamente intorno a questioni private è perlomeno irresponsabile”.[28]

Conclusione

Il silenzio acido di Gaizka è una conferma della sua collaborazione con lo Stato borghese che noi abbiamo denunciato. La sua attività al servizio dei liberali e poi del PSOE[29], i suoi contatti con la Sinistra comunista e la sua sparizione al momento dell’inchiesta sugli aspetti problematici del suo comportamento per un militante comunista, costituiscono la traiettoria di un avventuriero.[30]

L’aspirazione di un gruppo formato intorno a questo elemento a essere considerato come parte della Sinistra comunista, se si dovesse realizzare anche occasionalmente, significherebbe l’introduzione di un cavallo di Troia il cui scopo non potrebbe essere altro che deformare e demolire l’eredità della tradizione della Sinistra comunista. E questo indipendentemente dall’onestà degli altri membri del gruppo di Gaizka che possono essere stati ingannati.

In questo senso, e fatte tutte le proporzioni del caso, proprio come Bakunin, come dice Engels, voleva imporre la sua dittatura all’Internazionale che raggruppava il movimento operaio in Europa, Gaizka vuole essere, nascondendosi sotto la copertura di un gruppo (Nuevo Curso) dove possono esserci anche elementi ingannati, un riferimento della Sinistra comunista, soprattutto per dei giovani elementi in ricerca di posizioni politiche proletarie. Ma il suo preteso legame con la Sinistra comunista non può che seminare confusioni sulle posizioni di quest’ultima facendo passare i principi e i metodi avventurosi della sinistra borghese o dello stalinismo per posizioni della Sinistra comunista.

In questa impresa criminale Gaizka ha il sostegno organizzato del gruppo di parassiti e teppisti del GIGC, che lo presenta precisamente come un campione del raggruppamento; ma egli beneficia anche del consenso tacito di altri gruppi del campo politico proletario che restano muti di fronte alle sue iniziative.

CCI, 11 aprile 2020

 

[1] Ci riferiamo al sedicente Gruppo Internazionale della Sinistra Comunista (GIGC) e al sito web del signor Bourrinet: Pantópolis. Ci torneremo in seguito.

[2] Membro della Sinistra di Brema durante le lotte rivoluzionarie in Germania. Fu anche il delegato inviato dai Comunisti Internazionalisti di Germania (IKD) al Congresso di fondazione del Partito Comunista Tedesco (KPD).

[3] Paul Frölich, “Im radikalen Lager” Politische Autobiografie 1890-1921, capitolo: “Leipzig”, Berlino (2013), p. 51. Frolich si riferisce a Paul Lensch (1873-1926), un personaggio dubbio rispetto al movimento operaio, che aveva lavorato con Frolich come redattore di talento nel giornale socialdemocratico Leipziger Volkszeitung, da lui stesso caratterizzato come un « bulldog dal corpo massiccio e dalle zampe forti, capace di azzannare senza pietà (…) che si compiaceva nel credere di avere l’eleganza di Mehring, ma il cui carattere brutale finiva sempre per emergere. Un fanfarone manovriero (…) senza niente che possa legarlo alla classe operaia.” Era anche capace di prendere una “posizione politica giusta” se questo serviva al suo carrierismo; nel 1910 faceva parte dell’ala sinistra della socialdemocrazia, ma ebbe un ruolo losco nell’affare Radek. In seguito era presente nell’appartamento di Rosa Luxemburg la notte del 4 agosto 1914 (con quelli che si opponevano alla guerra imperialista) e, poco tempo dopo, nel 1915 lo si ritrova con l’estrema destra della socialdemocrazia come difensore, a fianco di Cunow e Haenish, del “socialismo di guerra” (che difendeva la guerra con una argomentazione “marxista”) nella rivista Die Glocke di Parvus ed altri. Lensch non era semplicemente un socialdemocratico che si era lasciato trascinare dalla destra per finire a tradire il proletariato; pur essendo un individuo senza alcuna convinzione militante e non avendo alcuna fiducia nella classe operaia, era innanzitutto un carrierista disonesto che si nascondeva dietro una facciata marxista e che era capace di mantenere il silenzio quando lo giudicava necessario per i suoi interessi.

[4] In questo libro, costatogli un anno di lavoro, Marx non si è limitato a difendersi dalle accuse grossolane di Vogt, ma ha anche preso le difese della Lega dei Comunisti, anche se questa si era già dissolta. Difendere la tradizione che essa rappresentava, il Manifesto comunista, i principi di organizzazione, la continuità del movimento operaio, era di un’importanza vitale, contrariamente a tutti quelli che considerano che Marx avrebbe perso il suo tempo su dei dettagli, o anche che avrebbe sacrificato la chiarezza del suo giudizio politico e la sua devozione disinteressata alla lotta del proletariato.

[5] Poichè Stalin aveva massacrato ogni residuo del ceto operaio del periodo rivoluzionario, la Commissione dovette essere composta da membri dell’ambiente intellettuale e culturale riconosciuti per la loro indipendenza d’opinione e la loro integrità. Dewey fu uno di loro. Le sessioni della commissione ebbero luogo in Messico.

[6] In spagnolo: Jacques Freymond, La Primera Internacional, Ed. ZERO (1973), p. 355.

[7] Per il congresso dell’Aia dell’AIT (1872) era stata formata una commissione d’inchiesta per preparare un rapporto. Dopo aver ascoltato e discusso il rapporto, il Congresso prese la decisione di escludere Bakunin ed alcuni suoi discepoli dall’Internazionale.

[8] Fonte in portoghese, tradotto da noi: Bakunin por Bakunin – Lettres. “Lettre au Journal de Genève” ("Biblioteca Virtual Sit Inn") : “o Sr. Marx, o chefe dos comunistas alemães, que, sem dúvida por causa de seu tríplice caráter de comunista, alemão e judeu, me odiou”.“Eu vos confesso que tudo isso me enojou profundamente da vida pública. Estou farto de tudo isso. Após ter passado toda minha vida na luta, estou cansado. Já passei dos sesenta anos, e uma doença no coração, que piora com a idade, torna minha existência cada vez mais difícil. Que outros mais jovens ponham-se ao trabalho. Quanto a mim, não sinto mais a força, nem talvez a confiança necessária para empurrar por mais tempo a pedra de Sysipho contra a reação triunfante em todos os lugares. Retiro-me, pois, da liça, e peço a meus caros contemporâneos apenas uma coisa : o esquecimento”.

[10] Bebel, La mia vita, The University of Chicago press, The Baker & Taylor co., New York, p. 152. Pubblicato in inglese, tradotto da noi: “Schweitzer was more than once publicly accused of this shameful action, but he never dared to defend himself”.

[11] Ibid., p. 156: “Our speeches contained a summary of all the accusations we had levelled against Schweitzer. There were several violent interruptions, especially when we accused him of being a Government agent; but I refused to withdraw anything… Schweitzer, who sat behind us when we spoke, did not utter a Word in reply. We left at once, some of the delegates guarding us against assault from the fanatical supporters of Schweitzer, amid a storm of imprecations, such as “Knaves!” “Traitors!” “Rascals!” and so forth. At the doors our friends me thus and took us under their protection, escorting us in safety to our hotel”.

[12] Vedere in Nashe Slovo nº 2 : “Epitaphy for a living friend”.

[13] La presunta “Frazione interna della CCI” è un gruppo parassita che è stato escluso dalla CCI rifiutando di difendere le sue posizioni e le sue azioni davanti alla Commissione d’investigazione nominata dal 15° Congresso della CCI. Uno dei suoi eminenti membri, conosciuto sotto il nome di Jonas, era stato espulso in precedenza per comportamento indegno per un militante rivoluzionario.

[15] Simon fu escluso nell’ 11° Congresso della CCI per comportamenti incompatibili con la militanza comunista.

[16] Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario, erede della tendenza Damen del Partito Comunista Internazionalista, attualmente Tendenza Comunista Internazionalista (TCI).

[18] Gulf Coast Communist Fraction.

[19] Dobbiamo precisare che non abbiamo nessuna intenzione di mettere sullo stesso piano il GIGC/Bourrinet e la GCCF. Il GIGC è un gruppo parassita che non esiste che per attaccare la CCI. Anche se noi avessimo pubblicato un articolo per denunciare Mata Hari, avrebbe detto che “Noi non abbiamo rilevato niente” per poter passare direttamente all’attacco contro di noi. La stessa cosa si può dire di Bourrinet. La GCCF invece è un gruppo giovane senza esperienza e in cerca di chiarificazione, sensibile alle interessate adulazioni di Gaizka e del GIGC/Bourrinet.

[20] Tradotto dall’inglese da noi : “we have nothing but condemnation for this egregious and immoral hit-piece of personalized gossips completely removed from a political terrain”.

[21] Vedere il nostro articolo in francese: Questions d'organisation, IV : la lutte du marxisme contre l'aventurisme politique  Revue Internationale n° 88.

[22] Ibidem

[23] Ibidem

[24] Lavrov Pyotr Lavrovich (1823-1900) filosofo, sociologo e giornalista russo legato alla branca populista; fu membro della I Internazionale e partecipò alla Comune di Parigi.

[25] Vpered (Avanti!) era un giornale in lingua russa edito in Gran Bretagna, di tendenza narodniki (populisti).

[26] In Germania il rapporto era stato tradotto col titolo « Un complotto contro l’Internazionale » ed è per questo che nelle opere citate in lingua inglese Engels fa riferimento con questa denominazione al rapporto della commissione di investigazione dell’Aia, invece del titolo ”L’Alleanza della democrazia socialista e l’AIT”, ma si tratta dello stesso rapporto.

[27] Qui Engels fa riferimento a Pyotr Lavrov, ma come spiega all’inizio dell’articolo, al fine di mantenere l’anonimato che questo chiedeva di rispettare scrupolosamente e che ridicolizza, visto che il vero nome dell’editore di Vpered era ben conosciuto, tanto in Gran Bretagna quanto in Russia, indica l’autore con il soprannome di “amico Pietro”, nome molto diffuso in Russia.

[28] Engels, Refugiee Literature III, Marx/Engels Collected Works (2010), Lawrence & Wishart Electric Book, Vol. 24, pp. 21-22 (tradotto dall’inglese da noi) : “The main charge, however, is that the report is full of private matters the credibility of which could not have been indisputable for the authors, because they could only have been collected by hearsay. How Friend Peter knows that a society like the International, which has its official organs throughout the civilised world, can only collect such facts by hearsay is not stated. His assertion is, anyway, frivolous in the extreme. The facts in question are attested by authentic evidence, and those concerned took good care not to contest them. But Friend Peter is of the opinion that private matters, such as private letters, are sacred and should not be published in political debates. To accept the validity of this argument on any terms is to render the writing of all history impossible. Again, if one is describing the history of a gang like the Alliance, among whom there is such a large number of tricksters, adventurers, rogues, police spies, swindlers and cowards alongside those they have duped, should one falsify this history by knowingly concealing theindividual villainies of these gentlemen as “private matters”?… When, however, the Forward describes the report as a clumsy concoction of essentially private facts, it is committing an act that ishard to characterise. Anyone who could write such a thing had either not read the report in question at all ; or he was too limited or prejudiced to understand it ; or else he was writing something he knew to be incorrect. Nobody can read the “Komplott gegen die Internationale” without being convinced that the private matters interspersed in it are the most insignificant part of it, are illustrations meant to provide a more detailed picture of the characters involved, and that they could all be cut without jeopardising the main point of the report. The organisation of a secret society, with the sole aim of subjecting the European labour movement to a hidden dictatorship of a few adventurers, the infamies committed to further this aim, particularly by Nechayev in Russia – this is the central theme of the book, and to maintain that it all revolves around private matters is, to say the least, irresponsible”.

[29] Partito Socialista Operaio Spagnolo, attualmente al governo.