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Gli eventi della primavera del 1968 hanno avuto una dimensione internazionale, sia nelle loro radici che nelle loro conseguenze. Alla loro base c’erano i riflessi dei primi sintomi della crisi economica mondiale, che stava riapparendo dopo ben oltre un decennio di prosperità capitalista, sulla classe operaia.
Dopo decenni di sconfitte, disorientamento e sottomissione, nel maggio 1968 la classe operaia ritorna sulla scena della storia. Mentre l’agitazione studentesca - che si era sviluppata in Francia dall'inizio della primavera - e le lotte radicali dei lavoratori - scoppiate l'anno precedente - avevano già cambiato l'atmosfera sociale, l'ingresso in massa della lotta di classe (10 milioni in sciopero) ha sconvolto l'intero panorama sociale.
Molto presto altri settori nazionali della classe operaia mondiale entreranno in lotta. Le stesse lotte operaie in Italia nel ‘68, le lotte in Argentina (il Cordobazo) e l’Autunno caldo in Italia nel ‘69, gli scioperi in Polonia del ’70 e molte altre lotte in diversi paesi del mondo segnano la fine del periodo di controrivoluzione seguito alla seconda Guerra mondiale. A differenza di quella del 1929, la crisi che si stava sviluppando non avrebbe portato a una guerra mondiale, ma a uno sviluppo di lotte di classe che avrebbero impedito alla classe dominante di imporre una nuova carneficina mondiale come risposta alle convulsioni della sua economia.
Per discutere di questo importante momento della storia della classe lavoratrice a cinquant’anni dal suo sviluppo, il suo significato e gli insegnamenti che possiamo trarre per la prospettiva di cambiamento radicale della società, la Corrente Comunista Internazionale organizza
Un incontro di riflessione e dibattito sulle lotte operaie del maggio ‘68
Venerdì 12 ottobre 2018, alle ore 17.30
presso la Libreria Calusca, via Conchetta 18 Milano
(tram 3, bus 59, 90, 91, Metrò 2 stazione Romolo, tel. 02.58.10.56.88)