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Il fenomeno dell’immigrazione, per dimensione e drammaticità, assume oggi un significato ben diverso da quello dei flussi migratori sempre presenti nel capitalismo.
Le migliaia di morti in mare, nelle estenuanti traversate via terra, lungo la frontiera tra Messico e Stati Uniti, non possono che suscitare dolore e indignazione per la sorte di esseri umani costretti a rischiare la propria vita e quella dei loro figli nel tentativo di sfuggire a una morte certa sotto le bombe, sotto il tiro incrociato degli eserciti e fazioni rivali o per la fame e le malattie frutto di questo inferno.
Ma tutto questo orrore ci pone anche delle domande:
- Quale è la causa di tutto questo? E’ solo la follia omicida di fanatici di etnie e religioni diverse o piuttosto la vera causa di questo dramma sta nella decomposizione di un sistema fatto di crescente sfruttamento, miseria e guerra?
- I media non cercano di dissimulare l’orrore di questa situazione. Al contrario, ne parlano continuamente mostrandoci immagini sempre più scioccanti, come quella del bambino di tre anni annegato. Perché? Quale è il messaggio che vogliono trasmetterci ?
- Come spiegare il cambiamento di comportamento degli Stati europei, primo tra tutti la Germania, rispetto ai rifugiati? Più in generale, le loro politiche più o meno “aperte” verso questa ondata di immigrazione da cosa sono dettate?
In Italia, in Germania, e in diversi altri paesi c’è stata una significativa reazione di solidarietà da parte della popolazione civile verso gli immigrati che arrivavano nel loro paese, in contrapposizione a episodi brutali di xenofobia. Questa solidarietà ha costretto una Merkel, ad esempio, ad ammorbidire l’atteggiamento di netta chiusura delle frontiere.
Ma la sola constatazione di queste azioni di solidarietà non basta. Occorre sviluppare una riflessione su qual è l’impatto di questo fenomeno di immigrazione di massa sul proletariato e sulla sua lotta. Quali sono gli effetti sul proletariato dei paesi da cui fuggono i migranti e sui migranti stessi, quali quelli sul proletariato dei paesi europei. Come la solidarietà umana, espressa fino ad ora, può trasformarsi in solidarietà di classe, dove rifugiati e autoctoni sentono di avere gli stessi interessi; comprendono di poter agire come un insieme rispetto ad una società che non offre alcuna prospettiva né agli uni né agli altri.
Porci queste questioni può aiutarci a capire quali sono gli ostacoli, le illusioni e le trappole a cui il proletariato deve far fronte nella sua lotta.
La CCI ti invita a discuterne insieme alla
Riunione Pubblica
che si terra a Napoli venerdì 30 ottobre, dalle 17.00 alle 20.00
presso il Centro Culturale: LA CITTÀ DEL SOLE, ex-asilo Filangieri,
Vico Giuseppe Maffei, 4 – 80138 Napoli
Articoli sull’argomento sul nostro sito: “L’immigrazione e il movimento operaio”, “Migranti e rifugiati: la crudeltà e l’ipocrisia della classe dominante”.