Ambiente

Nuove "marce per il clima": Il capitalismo sta distruggendo il pianeta!

Da diversi mesi i disastri climatici si stanno verificando a un ritmo frenetico in tutto il mondo: siccità, enormi incendi, piogge torrenziali, smottamenti, inondazioni... Mentre le vittime della crisi ambientale si contano a milioni ogni anno e anche gli Stati più potenti si dimostrano sempre più incapaci di affrontare i disastri, l'ultimo rapporto dell'IPCC (gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) ha confermato che il cambiamento climatico raggiungerà proporzioni incontrollabili nel prossimo decennio.

Covid, disastri climatici, caos in Afghanistan... La crisi storica del capitalismo sta inesorabilmente accelerando!

La pandemia globale di Covid-19 continua, di fronte all’incapacità di tutti gli Stati di coordinare i loro sforzi, a devastare ogni continente. E i principali eventi degli ultimi due mesi confermano la dinamica mortale in cui il capitalismo sta precipitando la civiltà.

Cataclismi climatici a ripetizione

Inondazioni, siccità, incendi... Il capitalismo sta portando l’umanità verso un cataclisma planetario!

In poche settimane, in tutto il pianeta, le catastrofi climatiche si sono susseguite a un ritmo spaventoso. Negli Stati Uniti, in Pakistan, in Spagna o in Canada, le temperature si aggiravano intorno ai 50°C, nel nord dell'India il caldo ha causato diverse migliaia di morti. 800.000 ettari di foreste siberiane, in una delle regioni più fredde del mondo, sono già andati in fumo. Nel Nord America l’ormai tradizionale stagione degli incendi delle foreste giganti è già iniziata: nella sola Columbia Britannica sono già bruciati più di 150.000 ettari!

Il futuro del pianeta non può essere lasciato nelle mani della classe capitalista

La civiltà capitalista - questo sistema mondiale basato sul lavoro salariato e su una produzione fatta per il solo profitto - sta morendo. Come l’antico sistema schiavistico di Roma o la servitù feudale, è destinata a sparire. Ma, a differenza dei sistemi precedenti, minaccia di trascinare con sé nel baratro l’intera umanità. Per oltre cento anni i sintomi del suo declino sono diventati sempre più evidenti.

Può esistere un capitalismo “verde”

Ogni giorno le prove della catastrofe ambientale diventano sempre più allarmanti: scioglimento dei ghiacciai, incendi e inondazioni legati al riscaldamento globale, massiccia estinzione di specie, aria irrespirabile nelle città, accumulo di rifiuti plastici negli oceani. E’ quasi impossibile tenere il passo con le notizie dei media e della stampa.

Di fronte alla distruzione dell'ambiente: l'ideologia "verde" al servizio del capitalismo!

Moltiplicazione di catastrofi climatiche, zone contaminate, distruzione di foreste, frane di fango rosso, inquinamento atmosferico, massiccia scomparsa di specie ... Ogni giorno, le catastrofi ambientali fanno notizia. Ognuno di questi articoli finisce invariabilmente con un appello alla "determinazione" dei governi a salvare il pianeta o alla responsabilità individuale dei "cittadini del mondo" che dovrebbero usare correttamente il proprio voto. In breve: salva il pianeta con lo Stato borghese!

Tianjin: imparare da ogni cosa, non dimenticare niente

Pubblichiamo qui la reazione di un nostro contatto in spagna che esprime bene l'indignazione e la collera che tutti i proletari e i rivoluzionari devono sentire di fronte a questo avvenimento che ha provocato la morte e intossicato centinaia di operai in Cina (dove un'altra esplosione, il 23 agosto, in una fabbrica di prodotti chimici nel sud del paese, vicino alla città di Zibo, ha provocato un altro morto e altri 9 feriti) e che costituiscono, come il nostro simpatizzante dice, un odioso assassinio perpetrato dal sistema capitalista in fase di decomposizione.

Una denuncia dei danni prodotti dal capitalismo sulla salute dei lavoratori (corrispondenza di lettori)

Pubblichiamo un contributo firmato da “Compagni algerini (Lettori di RI)”. Partendo da un argomento riguardante i problemi di salute, i compagni pongono uno sguardo storico e critico che porta in modo militante alla rimessa in discussione del sistema capitalista: "Le malattie non sono delle calamità naturali, ma catastrofi sociali legate al modo di produzione capitalista". Noi condividiamo l'indignazione dei compagni, salutiamo la loro volontà di fare appello alla riflessione, alla coscienza rivoluzionaria degli operai ed incoraggiamo a proseguire questo lavoro prezioso.

Recensione del libro Il mito dell’economia verde, di A. Kennis e M. Lievens

Anche se il libro non ci risulta essere stato pubblicato in Italia, pensiamo che quest’articolo, scritto dai nostri compagni in Belgio, possa costituire comunque un utile contributo alla riflessione sul problema del degrado ambientale e sulla risposta che questo richiede.

Terremoto in Emilia: la vera catastrofe non è la “natura” ma il capitalismo

Di nuovo morti sotto le macerie, di nuovo migliaia di famiglie ridotte allo stremo delle forze fisiche e psicologiche, impaurite dalle continue scosse ma anche, e soprattutto, dalla prospettiva di non poter avere più una casa, un lavoro, una vita “normale”.

Fukushima, un anno dopo (II): Il peggio deve ancora venire

Pubblichiamo la traduzione della seconda parte dell’articolo di Welt Revolution, organo di stampa della CCI in Germania, in cui viene tracciato, ad un anno dalla catastrofe nucleare di Fukushima, un primo bilancio. Nella prima parte di questo articolo, i nostri compagni sottolineavano la gravità dell’avvenimento e le incurie della classe dominante che al disastro in atto ha saputo opporre soltanto le sue menzogne e le sue manipolazioni. Ora, si vuole mostrare che il peggio, per il pianeta e l’umanità, deve ancora venire.

Energia nucleare, capitalismo e comunismo (II parte): quale prospettiva? L’energia all’alba del capitalismo

La prima parte di questo articolo, consacrata allo studio del rapporto dell’uomo con la natura, mostrava che La specie umana è stata sempre condotta, per vivere, a trasformare la natura. Ma il Capitale pone oggi un nuovo problema: questo sistema non produce per soddisfare i bisogni dell’umanità ma per il profitto”.

Questa seconda parte affronta il ruolo che hanno giocato il carbone, il petrolio e poi il nucleare nel capitalismo e si interroga sul posto dell’energia nella società futura.

Fukushima: un anno dopo, I parte. Una catastrofe planetaria

L’11 marzo 2011, uno tsunami gigantesco inonda le coste orientali del Giappone. Onde alte da 12 a 15 metri causano danni incredibili. Più di 20.000 persone vengono uccise mentre migliaia di altre vengono ancora oggi date per disperse. Un numero incalcolabile di persone ha perso la casa. Ma il peggio doveva ancora venire con la catastrofe nucleare di Fukushima. Un anno dopo possiamo affermare che questa è una catastrofe mondiale ancora in corso.

Energia nucleare, capitalismo e comunismo (I parte): l’uomo e la natura

La storia dell’umanità e dei diversi modi di produzione è anche la storia dell’energia. Le prime società di cacciatori-raccoglitori vivevano principalmente dell’energia umana come di quella degli animali e delle piante prodotte dalla natura con un intervento piuttosto moderato, anche se alcune pratiche prevedevano l’uso del fuoco nella deforestazione per le colture o per abbattere gli alberi.

Energia nucleare, capitalismo e comunismo

L’ampiezza della catastrofe avvenuta a Fukushima rivela ancora una volta lo sfruttamento predatorio della natura da parte del capitalismo. La specie umana è stata sempre condotta, per vivere, a trasformare la natura. Ma il Capitale pone oggi un nuovo problema: questo sistema non produce per soddisfare i bisogni dell’umanità ma per il profitto. Ed è pronto a tutto per questo. Lasciato alla sua sola logica, questo sistema finirà dunque per distruggere il pianeta.

Terremoti, tsunami e incidenti nucleari in Giappone: il capitalismo è un orrore

"Il peggio è la paura!”. Questo è il messaggio che si diffonde adesso su tutte le pagine dei giornali, in tutti i mass-media così come sulla bocca degli stessi leader mondiali. Ma il peggio è già qui! Perché con il terremoto e lo tsunami e poi con gli incidenti nucleari che non finiscono mai, la popolazione giapponese vive una situazione terribile. Ma anche perché milioni di altre persone sul pianeta da oggi vivono sotto la spada di Damocle della nube nucleare fuoriuscita dai reattori di Fukushima.

2010: l’inflazione …. delle catastrofi

Il 2010 è stato riconosciuto dalla stessa stampa borghese come l’anno “record” delle catastrofi. Inoltre, dagli tsunami agli uragani, dall’enorme inquinamento al disastro ecologico, il secolo scorso e ancora di più l’inizio del XXI secolo non sono stati avari di morti e di sbalorditivi deterioramenti dell’ambiente insieme a massacri di ogni genere dovuti ai “prodigi” dei cosiddetti “operatori di pace” nel mondo. Il primo decennio di questo secolo, che ci avevano promesso come una nuova era di modernità, cambiamento, ecc, si conclude con questa constatazione: un incredibile numero di disastri, “naturali” e non verificatisi un po’ dappertutto nel mondo.

Pesante inquinamento in Ungheria: quando il Valzer del Danubio blu diventa una danza macabra

Si tratta del più grave inquinamento che l’Ungheria abbia conosciuto nella sua storia! Sono migliaia i metri cubi di fango tossico che sono stati riversati nella natura. Tuttavia, al di là delle immagini spettacolari del paesaggio devastato dei primi servizi televisivi, un’altra realtà altrettanto scioccante, ma molto meno pubblicizzata, si faceva strada tra le righe dei comunicati ufficiali: quella delle persone morte, nell’immediato e successivamente.

Marea nera nel golfo del Messico: il capitalismo é una catastrofe

Dall’affondamento della piattaforma petrolifera della BP “Deepwater Horizon”, il 22 aprile scorso, durante il quale sono morti undici operai, almeno 800.000 litri di petrolio greggio si versano ogni giorno nel golfo del Messico contaminando le coste per centinaia di chilometri e formando uno strato enorme di petrolio nel golfo stesso.

Vertice di Copenaghen. Per salvare il pianeta, bisogna distruggere il capitalismo!

Tutte le riunioni internazionali, i comitati, i vertici, come quello di Rio de Janeiro nel 1992 o quello di Kyoto nel 1997, sono sempre stati delle foglie di fico, cerimonie teatralizzate per fare credere che i “grandi di questo mondo” si preoccupano dell’avvenire del pianeta.

Il mondo sulla soglia di un collasso ambientale (II). Di chi è la responsabilità?

Proseguiamo con questo secondo articolo in cui cercheremo di mostrare come i problemi ambientali non possano essere attribuiti a singole persone o a singole aziende che non rispetterebbero la legge - benché esistano anche chiare responsabilità personali o aziendali - ma che è il capitalismo il vero responsabile con la sua logica del massimo profitto.

Conferenza di Copenaghen: crisi economica, crisi ecologica, il capitalismo non ha soluzioni

I rapporti che hanno accompagnato il Congresso Scientifico Internazionale sui Cambiamenti Climatici a Copenaghen sono più negativi che mai. Essi mostrano che gli scenari più catastrofici sul previsto riscaldamento globale si stanno realizzando con la previsione della distruzione dell’85% della foresta pluviale dell’Amazzonia e avvertono che il clima potrebbe raggiungere un punto critico. Ancora una volta, la logica del capitale della competizione tra le nazioni spinge nella direzione opposta persino le “migliori intenzioni” della borghesia. La crisi economica, pur riducendo il livello di produzione, porterà ulteriori stress a livello ecologico in tutti i paesi che cercheranno di rimanere competitivi. Anche le raccomandazioni degli esperti mondiali sui cambiamenti climatici sono intrappolate nel quadro capitalista.

Disastri ambientali, inquinamento, variazioni climatiche. Il mondo sulla soglia di un collasso ambientale. 1a parte

«La fame si sviluppa nei paesi del terzo mondo e ben presto raggiungerà i paesi che si pretendevano “socialisti”, mentre in Europa occidentale e nel Nord America si distruggono stock di prodotti agricoli, si pagano i contadini perché coltivino sempre meno terra, si penalizzano se producono più delle quote imposte. In America Latina, le epidemie, come quella del colera, uccidono migliaia di persone, mentre questo flagello era stato vinto da tempo. Per tutto il mondo inondazioni o terremoti uccidono decine di migliaia di individui in poche ore proprio quando la società è perfettamente in grado di costruire dighe e case che potrebbero evitare una simile ecatombe. Non si può neanche invocare la “fatalità” o i “capricci della natura” quando a Chernobyl, nel 1986, l’esplosione di una centrale atomica uccise centinaia (se non migliaia) di persone e contaminò parecchie province, quando, nei paesi più sviluppati, assistiamo a catastrofi micidiali nel cuore stesso delle grandi città: 60 morti in una stazione parigina, più di 100 morti in un incendio della metropolitana a Londra non molto tempo fa. Ugualmente questo sistema si rivela incapace di contrastare il degrado dell’ambiente, le piogge acide, l’inquinamento di tutti i generi e soprattutto nucleare, l’effetto serra, la desertificazione, cose che mettono in gioco la stessa sopravvivenza della specie umana.»

La risposta dello Stato all’emergenza rifiuti in Campania: repressione e disprezzo per l’ambiente e la vita umana

A più di sette mesi dallo scoppio dell’emergenza rifiuti in Campania nulla è stato risolto, anzi la situazione è peggiorata. Tonnellate di spazzatura continuano ad invadere le città campane, 2.500 solo a Napoli, e vanno in putrefazione sotto un sole cocente, un paradiso per ratti e scarafaggi; le settemila tonnellate di false eco balle continuano a troneggiare nelle campagne mentre le vecchie discariche, abusive e non,

Dalle riunioni pubbliche della CCI. L’Emergenza rifiuti in Campania: un sintomo del degrado del capitalismo

Dopo tre mesi dallo scoppio dell’emergenza rifiuti la situazione in Campania continua ad essere critica. La città di Napoli è stata in parte ripulita, ma nella periferia esistono cumuli di rifiuti ormai in piena fermentazione da prima di Natale che continuano ad invadere le strade e le “soluzioni” del commissario De Gennaro non fanno che esasperare ancora di più la popolazione. Intanto le 7mila pseudo eco-balle sparse sul

L’emergenza rifiuti è solo in Campania? Una “zuppa di plastica” nell’Oceano Pacifico

“Lo chiamano Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura dell’Oceano Pacifico che ha un diametro di circa 2500 chilometri, è profondo 30 metri ed è composto per l'80% da plastica e il resto da altri rifiuti che giungono da ogni dove. “E' come se fosse un’immensa isola nel mezzo dell’Oceano Pacifico composta da spazzatura

Più parlano di ecologia, più distruggono il pianeta

L’ex vice presidente americano Al Gore ha vinto il premio Nobel per la pace 2007 insieme al Comitato intergovernativo per i mutamenti climatici (IPCC) dell’ONU. La motivazione del comitato per il Nobel per la pace riporta “gli sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti”.

Al Gore, candidato democratico alla presidenza Usa e sconfitto nel 2000 da George W. Bush, quello che ha girato il film-documentario Una scomoda verità (1) sul riscaldamento terrestre, sarebbe dunque l’eroe del momento, colui che starebbe rivoluzionando la concezione del mondo sulle questioni ambientali.

Ma vediamo un po’ di quale rivoluzione si tratta.

Sul film “Una scomoda verità”. Sconvolgimento del clima: il capitalismo è responsabile del riscaldamento del pianeta

La gravità del riscaldamento climatico legato all'emissione di gas a effetto serra è “una scomoda verità”. Almeno, è ciò che ci dice Al Gore, l’ex-vice presidente degli Stati Uniti che, dopo il suo fiasco elettorale nel 2000, vola di conferenza in conferenza (dagli Stati Uniti, al Giappone, dalla Cina, alla Germania...) per rivelare al mondo, come un uccello del malaugurio, questa “scomoda” verità. E’ logico quindi che il regista pro-democratico Davis Guggenheim abbia messo in scena una di queste innumerevoli conferenze in un documentario al titolo: Una scomoda verità.

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