Anche in l'Italia la lotta è davanti a noi

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Oggi la barbarie della guerra infuria nella Striscia di Gaza e continua in Ucraina.  Continua anche la crisi ecologica, con nuovi record quest'anno in termini di consumo di combustibili fossili, nonostante tutti i discorsi di tutti gli Stati. Questi sono tutti sintomi e l'ennesima illustrazione della dinamica mortale in cui il capitalismo sta affondando la società e minacciando la vita di tutta l'umanità!

Lungi dal contrastare questa barbarie, la borghesia cerca dappertutto di farcela pagare. Cerca di imporci i suoi sforzi militari attraverso un'economia di guerra in cui l'attacco alle nostre condizioni di vita e di lavoro è all'ordine del giorno. 

  Dappertutto, la classe operaia sta alzando la testa di fronte a questa violenza della crisi, di fronte all'aumento vertiginoso dei prezzi, alla precarietà sistematica e alla disoccupazione di massa.

Negli ultimi anni, importanti lotte operaie sono esplose nei paesi centrali del capitalismo e in tutto il mondo e continuano ad emergere... Dal Regno Unito, durante l'estate del 2022, passando per le lotte in Francia, negli Stati Uniti ultimamente, in Spagna, Germania, Spagna, Corea, Grecia, Italia, Bangladesh oggi... Dappertutto, la classe operaia afferma che "quando è troppo è troppo" e si alza in piedi, non come cittadini che chiedono "diritti" e "giustizia", ma come sfruttati contro i propri sfruttatori. Da tre decenni, il mondo non vedeva una tale ondata di lotte simultanee in così tanti paesi o in un periodo di tempo così lungo.

Ma questa lista non indica solo il crescente livello di malcontento e di combattività della nostra classe. Rivela anche la più grande debolezza del nostro movimento oggi: nonostante la crescente solidarietà, le nostre lotte rimangono separate l'una dall'altra.

Sotto tutti gli aspetti, la situazione in Italia non fa eccezione...

Gli elettori che hanno votato per il partito di Meloni, Fratelli d'Italia, sperando in una politica diversa da quella di Draghi, con meno attacchi ai salari, alle pensioni, con meno tasse, con più investimenti nel sistema sanitario ecc. stanno pagando a loro spese questo anno di governo Meloni.

Era facile illudersi, immaginare una politica diversa visto il clamore mediatico: Fratelli d'Italia è stato l'unico partito a non appoggiare il governo Draghi! Meloni è una maestra del settore, un vero e proprio "camaleonte" come lo ha definito il quotidiano Politico Europe.

La realtà è diversa. Nel numero precedente del nostro giornale, nel sottotitolo "Cosa possono aspettarsi i proletari dal governo Meloni", abbiamo detto che "sul piano dell'economia e delle condizioni di vita, nient'altro che deterioramento. Qualche sussidio per le famiglie povere, una riduzione dell'Iva al 5% su alcuni prodotti non impediranno un ulteriore impoverimento delle famiglie a fronte di un'inflazione dell'11,8%! Così come la riduzione del reddito di cittadinanza, che già non ha fatto nulla per prevenire la precarietà e la miseria, è un'ulteriore provocazione per tante famiglie che si ritrovano senza assegno e senza reddito. "

Mentre il costo della vita è aumentato in modo sproporzionato, con un'inflazione all'8,1% l'anno scorso, e al 5,7% attualmente, i salari dei lavoratori italiani sono gli stessi di 20 anni fa! 

In prospettiva, nel disegno di legge finanziaria 2024, si parla di ridurre le pensioni dei lavoratori del settore pubblico, soprattutto in ambito sanitario, di aumentare l'IVA dal 5 al 10% per i prodotti di base, al 22%, di aumentare la tassa sulle sigarette,  per aumentare l'età e gli anni di servizio per andare in pensione mentre Salvini aveva promesso di abolire il Fornero.

 

Il quadro sociale italiano mostra un aumento spaventoso della povertà. Secondo il rapporto 2023 di Caritas Italiana sulla povertà e l'esclusione sociale (17/11/23), i dati confermano che – con oltre 5,6 milioni di poveri assoluti (il 9,7% della popolazione) – la povertà in Italia è un fenomeno strutturale e non più residuale come in passato. Una povertà che oggi presenta sempre più i connotati dell'"ereditarietà". L'Italia è il paese in Europa in cui la trasmissione intergenerazionale di condizioni di vita sfavorevoli è più intensa. E l'impennata dell'inflazione non fa che esacerbare questa situazione insostenibile per la maggior parte delle famiglie della classe operaia.

È sorprendente notare che quasi la metà delle famiglie in situazione di povertà assoluta ha un "capofamiglia" occupato! Questo significa che il lavoro non garantisce più una vita dignitosa e molti sono costretti ad accettare un secondo lavoro o a ridurre drasticamente le spese per cibo, alloggio, assistenza sanitaria o energia. È chiaro che i proletari devono fare delle scelte! E tutto questo contribuisce anche all'aumento dei conflitti familiari e sociali, portando a un degrado sociale dove i femminicidi si contano a decine.

La crisi energetica, nel contesto generale della crisi economica globale, ha spinto molte aziende a chiudere o ridurre la propria forza lavoro: 12.000 fallimenti o chiusure nel 2023. Anche se i licenziamenti sono "spettacolari" in grandi aziende come Alitalia, Electrolux, Whirpool, le aree e i settori più colpiti sono soprattutto le piccole e medie imprese. 12.000 aziende hanno chiuso o sono in crisi; Nell'acciaieria di Taranto c'è un alto rischio di chiusura, e lì si parla di 10.700 posti di lavoro diretti, più le decine di migliaia di piccole imprese dell’indotto.

Ma, sì, la classe operaia in Italia sta reagendo! La sua combattività diventa più visibile e le mobilitazioni di questi settori attraverso scioperi e manifestazioni sono permanenti.  Questo vale anche per il settore sanitario, e per quanto riguarda i trasporti anche i ferrovieri sono in costante lotta a causa della mancanza di misure di sicurezza sul posto di lavoro e degli incidenti che continuano a verificarsi. Le loro reazioni al disastro ferroviario della fine di agosto, che ha ucciso cinque ferrovieri, hanno seguito reazioni analoghe in Grecia, dove gli operai hanno rifiutato le lamentele ipocrite di tutti i borghesi e hanno denunciato il deterioramento di tutte le condizioni di sicurezza sul lavoro! Nel trasporto aereo, la combattività si sta affermando sia per il personale di terra che per quello aereo.

I sindacati si vantano di difendere i lavoratori e sono in costante "conflitto" con i vari imprenditori e il governo. Partecipano a tavoli di mediazione, dialogano con i ministri, a volte si danno una postura radicale, un'immagine di difensori incondizionati della classe operaia, ma gli attacchi economici piovono sempre di più sulle nostre teste!! Il loro obiettivo è quindi quello di percepire lo stato d'animo della classe operaia, il suo livello di malcontento... Per dargli una prospettiva? No! Per deviare, sistematicamente... E quando la nostra rabbia ribolle, ci mobilitano uno dopo l'altro in uno sterile isolamento nel caso in cui ci siano tendenze all'unità. Sabotano costantemente il nostro bisogno di solidarietà, il bisogno di allargare questo spirito combattivo per essere più forti, per ritrovare la fiducia in noi stessi. E per rafforzare il loro ruolo di guardiani del sistema capitalista, di poliziotti sociali nelle aziende, si spingono fino a proporre ai padroni sistemi organizzativi migliori, come l'introduzione in Italia, sul modello britannico, della settimana corta di 4 giorni, a parità di retribuzione, per "ridistribuire i profitti e i guadagni di produttività della rivoluzione tecnologica (Landini, CGIL, febbraio 2023). È chiaro che i sindacati, in tutto il mondo, vogliono essere e sono organi attivi dello sfruttamento dei lavoratori!

La borghesia non può lasciare gli operai liberi di organizzarsi e difendersi dagli attacchi dei padroni, contro lo Stato. Crea costantemente nuove organizzazioni sindacali pronte a prendere il posto dei sindacati discreditati. USB, Cobas..., una serie di sindacati di "base" che si presentano come più radicali, ma la cui prima preoccupazione è quella di lasciare che ogni lotta rimanga isolata dalle altre.

Oltre ai sindacati, anche i partiti borghesi cercano di reagire a questo aumento della combattività operaia: il Partito Democratico, il Movimento 5 stelle e tutti i piccoli partiti contestano le varie leggi e progetti di legge che vengono presentati al parlamento, i vari decreti che dovrebbero sconvolgere la vita del paese,  Queste misure sono infatti solo una continuazione delle scelte economiche dei governi precedenti. È vero che i Fratelli d'Italia della Meloni hanno votato contro le misure del governo Draghi, a differenza di tutti gli altri partiti, ma la Meloni non può fare altro che continuare le scelte economiche precedenti, e persino peggiorarle. A complicare la situazione c'è l'enorme debito pubblico, dell'ordine di 2850 miliardi, pari al 143% del PIL.

Questi partiti, PD, Movimento 5stelle, ecc. hanno adottato politiche simili a quella della Meloni e ora la criticano per una legge di bilancio che non dà soldi al sistema sanitario, alle scuole, ecc.

Per Rifondazione Comunista, la soluzione ai padroni e alla Meloni sarebbe quella di "imporre" allo Stato la difesa dei lavoratori con la proposta di nazionalizzare l'ex Ilva ad esempio: " Se non vogliono essere responsabili del disastro annunciato, i nostri sovranisti dovrebbero prendere rapidamente l'unica decisione conforme agli interessi del Paese che consentirebbe la conservazione della produzione strategica,  la riconversione ecologica della produzione, il completo recupero del sito produttivo e l'occupazione di tutti i lavoratori: la nazionalizzazione delle Acciaierie d'Italia ". C’è tutto quì! Difesa della produzione nazionale, della strategia statale avvolta in una patina ecologica "nazionale" (Cercate l'errore!) da parte di uno Stato che dovrebbe rappresentare gli interessi dei lavoratori mentre ci attacca ogni giorno con una violenza inaudita! Non ci sono nemici peggiori di quelli che si presentano come nostri amici nel modo più spudorato! Fanno finta di non sapere che anche l’Alitalia è stata “salvata” (con decine di miliardi di euro) dallo Stato, con il risultato che oggi licenzia i poco pi di 2.000 lavoratori rimasti. Nel capitalismo il destino di un’azienda, e dei posti di lavoro, non è decisa da quale è la proprietà, pubblica o privata, ma dalle leggi del mercato: se non produce profitto chiude, punto e basta!

Un senso di solidarietà sta gradualmente crescendo nella classe operaia man mano che capiamo che siamo  "tutti sulla stessa barca" di fronte agli implacabili attacchi economici. C'è anche un crescente rifiuto di stringere la cinghia in nome dell'economia di guerra. Invece di moltiplicare le lotte locali e corporative, isolate l'una dall'altra, abbiamo bisogno di riunirci in massa, discutere la prospettiva delle lotte. Anche se questa prospettiva è ancora fragile, è questa dinamica che è contenuta in tutte le lotte operaie di oggi.

Tutti gli scioperi, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, dimostrano che è in corso una vera e propria rottura nella dinamica della lotta operaia.  Una rottura dopo decenni di apatia dell classe. Se non ci sono esplosioni spettacolari, sistematiche e simultanee lotte operaie, ovunque nel mondo è in atto tutta una maturazione della coscienza, in particolare in Europa, Italia compresa, una maturazione che si manifesta con la crescita della combattività, ma anche con un processo di riflessione più profondo, più sotterraneo, su come reagire a questa situazione di deterioramento delle condizioni di vita.

In Europa, fino ad ora, sono stati in gran parte i dipendenti del settore pubblico a mobilitarsi, la paura di perdere il lavoro è stata un ostacolo decisivo per i dipendenti delle aziende private. Ma, di fronte a condizioni di sfruttamento sempre più insostenibili, saremo tutti spinti alla lotta. La borghesia si sta preparando e noi dovremo affrontarla nella lotta, contro i sindacati.

I lavoratori devono contare sulla loro forza, sulla loro comune natura di classe sfruttata, sul prendere in mano le lotte, solo così potranno difendere i loro interessi. 

Oblomov, dicembre 2023

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