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Abbiamo incontrato alcuni elementi di Pagine Marxiste ad una nostra Riunione Pubblica a Milano. La discussione che abbiamo avuto con loro ci ha bene impressionati perché abbiamo avuto la netta sensazione di discutere con elementi interessati a difendere le posizioni di classe e desiderosi di collocarsi su un autentico terreno proletario. Dopo questo incontro abbiamo riletto con maggiore attenzione il primo numero della loro rivista Pagine Marxiste n. 1, ed in particolare l’articolo Le ragioni di una rottura (perché siamo usciti da Lotta Comunista), nel quale si rivendicano come ragioni della rottura:
· alcune di ordine teorico, in particolare la negazione “di fatto (de) il processo di determinazione della struttura economico-sociale sulla sovrastruttura politica” da parte di Lotta Comunista “attuale”;
·altre di ordine strategico, ovvero l’assolutizzazione, sempre da parte del gruppo di origine, de “la tendenza alla centralizzazione politica dell’imperialismo europeo, fino a sostenere che ha già assunto il tratto caratteristico dello Stato…”;
· altre ancora di natura politica, come il mettere in “sordina le iniziative militari dell’imperialismo italiano: in Somalia, in Albania, in Serbia-Kosovo, in Afghanistan, in Irak. La mancata denuncia di queste azioni imperialistiche è oggettivamente una forma di opportunismo – poco ci interessano le motivazioni soggettive”;
· per finire con quelle di tipo organizzativo, affermando che “i rapporti regolari [all’interno di Lotta Comunista, ndr] tra il Centro e il quadro attivo sono stati interrotti dal 1988. (…) La fedeltà personale (non alla causa e neanche al partito) è stata assunta quale criterio principe nella responsabilizzazione dei quadri, in luogo dell’impegno militante e delle capacità teoriche e politiche. L’avanzare ipotesi scientifiche pur sulla base del metodo marxista è divenuto motivo di sospetto, isolamento e allontanamento. La tendenza a ripetere acriticamente è esaltata, la capacità di analizzare frustrata. Grandi capacità e disponibilità all’impegno sono state e vengono in questo modo respinte e bruciate. Il confronto politico è bandito”.
Per quanto ci riguarda, noi abbiamo già espresso un giudizio del tutto negativo su Lotta Comunista come gruppo politico in quanto la riteniamo una formazione falsamente internazionalista, di fatto controrivoluzionaria, dedita in gran parte a curare i propri interessi di burocrazia sindacale all’interno della CGIL (1). Gli elementi di critica di Pagine Marxiste non ci trovano dunque impreparati, ed in particolare comprendiamo la difficoltà a condurre qualunque discussione in quanto “il confronto politico è bandito”, nota caratteristica questa di qualunque gruppo sclerotizzato e di qualunque gruppo controrivoluzionario.
Vogliamo però mettere in guardia gli elementi di Pagine Marxiste dall’utilizzare Lotta Comunista e la sua tradizione di organizzazione come unico elemento di riferimento. E’ vero che la loro stessa partecipazione alla nostra riunione pubblica mostra una chiara volontà di apertura politica, ma questo può non bastare se si ha la pretesa di diventare i veri continuatori di Lotta Comunista e di ricercare la soluzione ai problemi politici in una rilettura dei testi classici della stessa Lotta Comunista che altri avrebbero tradito. Comprendiamo che questo può suonare strano, sbagliato e del tutto non ricevibile per chi ha speso anni e anni in un’organizzazione credendo di stare dalla parte giusta, dalla parte della classe operaia. Ma anche la militanza in Lotta Comunista, che immaginiamo per anni non essere stata messa in discussione, alla fine ha dovuto subire un taglio netto per incompatibilità. Per cui, se proprio si deve ricominciare da capo, tanto vale guardarsi intorno cercando di avere la visuale la più ampia possibile all’interno, evidentemente, di una visione marxista del mondo.
Ci sono altri due elementi che noi riteniamo critici nel processo di riflessione che gli elementi di Pagine Marxiste stanno svolgendo in questa fase, il pericolo di sottovalutare il dibattito sulla storia del movimento operaio a favore di un dibattito sull’attualità e il rifiuto dell’analisi sulla crisi economica del capitalismo.
L’importanza del dibattito sulla storia del movimento operaio
Durante la citata riunione pubblica, gli elementi di Pagine Marxiste a più riprese ci hanno invitato a sviluppare il confronto con loro sulle “strategie per andare avanti piuttosto che sui dibattiti del passato…”, affermando che “le divisioni del passato erano su posizioni dell’epoca…”, e che “oggi la migliore ricetta di qualsiasi gruppo per evitare la deriva opportunista è quella di scontrarsi e portare avanti nei dibattiti le letture marxiste di oggi”. Anche se evidentemente il confronto sui problemi del momento costituisce la migliore verifica della capacità di un’organizzazione rivoluzionaria di essere all’altezza dei suoi compiti, questa capacità non la si acquisisce dal niente ma proprio dalla riflessione e dallo studio di quella che è stata l’esperienza storica del movimento operaio, in particolare attraverso la lettura critica del contributo delle sue avanguardie. E’ per questo motivo che, ad esempio, avevamo promosso la riunione pubblica di presentazione del nostro ultimo opuscolo su “La Frazione di sinistra del PCd’Italia e l’Opposizione internazionale di sinistra, 1929-1933”, da cui avevamo colto l’occasione per trarre alcune lezioni sulla lotta all’opportunismo nel processo di costruzione del partito di classe. Capire le lezioni del passato significa evitare di ripetere gli stessi errori oggi. Questo perché il marxismo non è una bibbia che basterebbe leggere e interpretare ma è un approccio (di classe!) alla comprensione della realtà, che richiede dunque uno sforzo continuo per capire come si muove questa realtà per una corretta collocazione nei suoi confronti. Da questa difficoltà a fare i conti con il passato, dall’eredità che gli elementi di Pagine Marxiste hanno ricevuto da Lotta Comunista, derivano oggi debolezze importanti a livello di analisi della realtà. In particolare, sebbene ci siano spunti ed elementi interessanti a livello di analisi della situazione internazionale, la visione di Pagine Marxiste viene fortemente compromessa dalla incomprensione del problema della crisi economica e della fase di difficoltà storica in cui si trova il capitalismo a partire dalla prima guerra mondiale.
Il nodo della crisi economica
“Io non condivido l’opinione di una crisi del capitalismo che marcia con un’accumulazione elevata: mi pare che il capitalismo stia marciando bene a livello mondiale. Mi preoccuperei del marxismo se così non fosse perché dalle crisi dovrebbero sorgere le lotte di classe” (2) .
Questa frase, pronunciata da uno degli elementi di Pagine Marxiste presenti alla nostra riunione pubblica, mostra emblematicamente il rifiuto di riconoscere una realtà che finanche gli economisti borghesi sono costretti ad ammettere. D’altra parte l’idea che la controprova dell’assenza della crisi possa essere l’assenza della lotta di classe dimostra una visione alquanto meccanicistica che, ad ogni azione (del capitale), vuole una reazione (della classe operaia). Non abbiamo qui lo spazio per sviluppare a fondo questo argomento, ma i compagni possono fare riferimento ai nostri numerosi articoli e in particolare al nostro opuscolo sulla Decadenza del capitalismo. Quello che vogliamo fare presente qui ai compagni di Pagine Marxiste e a tutti i compagni che sono influenzati dalla posizione di un’assenza di crisi nel capitalismo in questa fase storica, è che l’attuale sistema sociale capitalista che risulta incapace:
- di favorire il decollo di nuove potenze economiche sullo scacchiere mondiale (3),
- di integrare nuova forza lavoro respingendo alle frontiere dell’unione europea decine di migliaia di immigrati provenienti da paesi ormai senza più alcuna risorsa;
- di garantire una benché minima garanzia finanche ai proletari dei paesi avanzati che viceversa si vedono confrontati ad un regime di vita sempre più incerto, di sacrifici e di insicurezza;
- di garantire un minimo di controllo sull’insieme della società che vive momenti di precarietà crescenti, dove l’incolumità personale e collettiva, il rischio di attentati e di violenze, sono all’ordine del giorno, è un sistema sociale che non ha più molto da dire all’umanità e che i tempi storici di un suo superamento sono giunti da un bel pezzo.
Ma per questo, e molte altre cose, ci auguriamo che ci sia tutto il tempo per parlare direttamente con i compagni di Pagine Marxiste nel prossimo futuro.
Ezechiele,10 aprile 2004
1. Vedi l’articolo Lotta Comunista: un puntello dei sindacati in Rivoluzione Internazionale n. 29, ottobre 1982.
2. Dall’intervento di un militante di Pagine Marxiste. Naturalmente né questa né i passaggi precedenti sono letterali, ma ci auguriamo di non aver alterato in nessun modo il senso politico di quello che i compagni volevano intendere.
3. L’effimera crescita di paesi quali i dragoni e le tigri dell’est, così come quella dei paesi sudamericani quali il Messico, si sono risolti tutti con la bancarotta dell’intera economia statale.