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In Cina esplosioni e crolli di gallerie si succedono ad un ritmo spaventoso. Nello scorso mese di agosto, nella provincia di Guangdong, 101 minatori sono rimasti bloccati in una miniera allagata da milioni di metri cubi di acqua. Nello stesso momento una esplosione in una miniera della provincia di Guizhou uccideva 14 operai. Recentemente, una nuova esplosione in una miniera a nord della Cina nella provincia di Dong fend è costata la vita, di nuovo, a 134 minatori. Questo autunno, gli incidenti hanno colpito questo settore in pratica quotidianamente. Questi incidenti a ripetizione fanno delle miniere cinesi le più pericolose del mondo, ufficialmente 6000 morti all' anno, probabilmente vicino a 20.000 secondo fonti indipendenti. 45 volte più di quelle dell'Africa meridionale, e cento volte di più di quelle degli Stati Uniti. L'esempio delle miniere di carbone dimostra drammaticamente la realtà barbara che si nasconde dietro i famosi tassi di crescita del capitalismo cinese. Nelle province di Stianxi, di Hebei, del Heilongjiang ed in Mongolia interna, le risorse carbonifere sono abbondanti. Da 10 anni, il governo, per aumentare ad ogni prezzo la produzione, ha privatizzato massicciamente le miniere. Risultato, la licenza si acquista a buon prezzo da funzionari sensibili alle tangenti. In queste miniere, vi si entra e si lavora bocconi, senza attrezzatura di sicurezza. In queste condizioni di sfruttamento feroce, le catastrofi possono solamente moltiplicarsi. "Nel 2005, il numero di morti supera quello del 2004: 717 morti per i primi 6 mesi dell'anno, contro 347 dello stesso periodo l'anno scorso (Secondo il Bollettino di informazione della commissione di sicurezza di stato)" (1). I minatori in Cina conoscono molto bene tutti i rischi, ma per essi non c'è scelta. O accettare questo rischio o vedere la propria famiglia morire di fame. E per uno stipendio da fame di 1 dollaro per giorno, 7 giorni su 7, in condizioni disumane. Le condizioni di sfruttamento e di lavoro non sono migliori nelle miniere pubbliche, dove tutto è sacrificato alla redditività. I funzionari, responsabili provinciali e governativi, marci dalla corruzione, nascondono la realtà con tutti i mezzi possibili ed immaginabili. In Francia c’è la buona politica di tentare di trascinare gli operai nella difesa del servizio pubblico. La Cina dimostra che quando la possibilità lo permette il capitalismo non fa nessuna differenza tra settore pubblico e settori privati. Così, nei grandi siti carboniferi pubblici: "Bu Guishing conferma che certi funzionari locali si affrettano a chiudere gli sfruttamenti pericolosi appena hanno sentore di una visita di ispezione delle autorità provinciali. Queste ultime trovano delle macchine ancora calde, ma la miniera è svuotata del suo personale, ciò che rende ogni ispezione impossibile". (2) In Cina, si può valutare la classe operaia a 100 milioni di abitanti, senza contare "gli operai contadini", con una precarizzazione che non smette di accelerarsi ed un tasso di disoccupazione di più del 50%. Gli operai licenziati vengono chiamati i xiapangs (scesi dal posto). Le condizioni di vita spaventose, in cui ogni giorno la classe operaia deve rischiare la sua vita per non morire di fame, provocano, malgrado la repressione, esplosioni di collera spesso violente. "Quasi ogni giorno, proteste, scioperi operai o agitazioni contadine di ampiezza più o meno grande, hanno luogo in Cina. Ween Tiejun, uno specialista delle questioni sociali, le valuta in 60.000 all'anno". (1)
Il disprezzo della borghesia per la vita dei proletari"Avviso alla popolazione di Harbin: in risposta ai timori dell'inquinamento del fiume Song in seguito ad un'esplosione verificatasi in una fabbrica chimica della città di Jilin, l'ufficio dell'ambiente naturale di Jilin ha dichiarato che nessuna traccia di inquinamento era ancora stata scoperta". (2). Come tutte le borghesie del mondo, la borghesia cinese pratica la menzogna sfrontata in materia di informazione, nel disprezzo totale della vita umana. La catastrofe è stata riconosciuta solamente il 22 novembre, mentre questa ha avuto luogo effettivamente il 13 novembre. Le prime dichiarazioni delle autorità per giustificare i tagli all’erogazione di acqua, parlano di "manovre di manutenzione”. Harbin è un'agglomerazione di 9 milioni di abitanti, situata sul corso inferiore del Song hua, da cui questa importante città attinge da centinaia di anni l'acqua necessaria alla popolazione. L'inquinamento di benzene, prodotto estremamente pericoloso per la vita umana, ha colpito tutto il corso superiore del fiume, la strato di inquinamento si estende su più di 80 km. Ma peggio ancora, l'inquinamento del corso superiore del Song hua va a causare obbligatoriamente un disastro umano in tutte le città e distretti situati a valle, come Harbin, ma anche Mulan, Tonghe e Jiamusi.
A fine novembre, una nuova esplosione chimica colpiva il sud-ovest del paese, senza che fino ad oggi nessuna notizia affidabile sia uscita dalla Cina. E' così che possiamo leggere su Libération del 28 novembre: "Le vittime delle miniere di Dong feng, come i danni ambientali, ancora difficili da valutare nell'opacità generale della catastrofe di Jalin, si aggiungono ad un elenco che si allunga quotidianamente".
La necessaria solidarietà di classe con gli operai in CinaQuesta successione di catastrofi in Cina rivela agli occhi del proletariato del mondo intero la realtà del "miracolo economico cinese". I tassi di crescita vicini al 10% nascondono lo sfruttamento feroce degli operai in questo paese, così come il disprezzo totale per la vita umana da parte della borghesia cinese, ad immagine della borghesia di tutti i paesi del mondo. La Cina è un mastodonte economico costruito su della sabbia che si sviluppa succhiando per il momento, come un vampiro, il sangue del proletariato e distruggendo in modo accelerato le risorse e l'ambiente naturale. Di fronte alla miseria ed ai pericoli ai quali espone il suo proletariato, le esplosioni di collera, spesso represse molto violentemente, possono solo moltiplicarsi in futuro. "Proprio il 26 giugno 2005, 10.000 persone che sfilano nelle vie di Cizhou, provincia di Anhui, danno fuoco alle automobili della polizia e al commissariato. Il fatto è stato provocato da un semplice scontro con uno di questi nuovi ricchi che conta la Cina di oggi che ha investito un liceale. L'incidente si è trasformato in sommossa quando la polizia si è schierata dalla parte del conducente". (1).
Gli operai di tutti i paesi, anche loro sfruttati dalla propria borghesia, devono sentirsi solidali con i loro fratelli di classe in Cina. La borghesia dei paesi più evoluti versa continuamente lacrime di coccodrillo sulla sorte degli operai cinesi. In realtà quest'ultima utilizza al massimo il fatto che gli operai in questo paese sono costretti, per sopravvivere, a lavorare in condizioni particolarmente dure, permettendo uno sfruttamento feroce per installare delle imprese a redditività massima. Inoltre si serve di questo sfruttamento feroce per giustificare in paesi come la Francia o l’Italia la necessità di accettare abbassamenti di stipendio crescenti per evitare le delocalizzazioni, tentando così di aizzare ipocritamente una parte del proletariato contro un'altra. In verità sola la classe operaia, in quanto classe internazionale, difendendo dovunque i suoi stessi interessi, può sentire nella sua carne le condizioni di vita degradata che subiscono gli operai in Cina. In questo paese, malgrado tutta la volontà di battersi, la classe operaia è immersa in una marea umana di popolazione senza lavoro che subisce la repressione violenta dell'apparato di Stato cinese. Tocca agli operai dall'Europa attraverso lo sviluppo della loro lotta di classe di offrire una prospettiva al proletariato in Cina; è la sola via di fronte a questo avvenire capitalista fatto di catastrofi e di barbarie.
Tony
1." Cina, il rovescio della potenza", di Cai Chongguo.
2. Courrier International : La fortuna è fuori dai pozzi