Inviato da RivoluzioneInte... il
Nello scorso numero di questo giornale abbiamo visto come, di fronte al crescere delle tensioni guerriere, il cosiddetto pacifismo si dimostri complice dei guerrafondai e abbiamo ricordato che di fronte a questa tendenza ineluttabile del capitalismo solo la lotta contro questo sistema può costituire un vero freno alla guerra, come dimostrato dalla rivoluzione russa del 1917, che spinse la borghesia mondiale a mettere fine alla prima guerra mondiale prima che questa arrivasse agli estremi della sua furia distruttiva. Questa posizione, che viene definita dell’internazionalismo proletario perché basata sul fatto che i proletari non hanno un fronte da scegliere, ma un capitale internazionale da combattere, si sta diffondendo a livello internazionale e costituisce, oggi come oggi, assieme ad una rinata tendenza alla solidarietà all’interno delle lotte che si sviluppano nei vari paesi, un elemento caratterizzante e qualificante delle nuove leve di rivoluzionari che emergono ai quattro lati del pianeta.
Per dare una testimonianza dell’emergere di queste nuove leve di rivoluzionari abbiamo già pubblicato sul nostro sito web, nella rubrica ICC on line, la Dichiarazione Internazionalista fatta da una conferenza di gruppi riuniti nella Corea del sud. (1) Qui di seguito riportiamo invece, preceduto da una introduzione, un volantino contro la recente guerra in Libano prodotto da una formazione politica di compagni turchi.
Mentre l'orizzonte politico sembra oscurato dalla guerra e la barbarie, la prospettiva proletaria vive e si sviluppa. Lo dimostrano non soltanto lo sviluppo delle lotte della classe operaia in varie parti del mondo, ma anche la comparsa in vari paesi di piccoli gruppi ed elementi politicizzati che cercano di difendere le posizioni internazionaliste che sono il segno distintivo della politica proletaria. Il gruppo “Enternasyonalist Komunist Sol” (“Sinistra comunista internazionale”) in Turchia è un'espressione di questa tendenza. Riproduciamo qui un volantino che questo gruppo ha prodotto in risposta alla guerra in Libano. L'emergere di questa voce internazionalista in Turchia è tanto più significativa in quanto il nazionalismo (diffuso in particolare dalla sinistra del capitale) è particolarmente forte in questo paese. Inoltre la Turchia è profondamente implicata nelle rivalità interimperialiste che devastano questa regione. Lo Stato turco è sul punto di lanciare una nuova offensiva contro i nazionalisti kurdi del PKK - campagna militare che sarà certamente giustificata ideologicamente dalla recente ondata di attacchi terroristici in molte città turche, attribuite alle fazioni nazionalistiche kurde. La questione kurda è direttamente legata alla situazione in Iraq ed in Siria, e la Turchia è uno di quegli Stati ad avere stretti legami con Israele. La guerra in Libano ha un forte peso sugli operai in Turchia; allo stesso tempo, la classe operaia turca, che ha una lunga tradizione di lotte combattive, potrebbe svolgere un ruolo importante nello sviluppo di un'alternativa proletaria alla guerra imperialista in questa regione.
Il volantino di EKS sulla situazione in Libano ed in Palestina
Il 12 luglio, subito dopo il rapimento dei soldati israeliani da parte di Hezbollah, il presidente israeliano Ehoud Olmert ha promesso ai libanesi una “risposta molto dolorosa e di grande ampiezza”. Il 3 luglio all'alba, lo Stato di Israele cominciava un'invasione e spingeva la sua classe operaia in una nuova guerra nazionalista ed imperialista. Lo Stato di Israele ha lanciato quest'invasione per i suoi propri interessi e senza preoccuparsi del sangue che poteva essere versato. In 15 giorni circa 400 civili libanesi hanno perso la vita. La recente tregua non garantisce che i massacri non ricominceranno poiché lo Stato di Israele ha mostrato che è pronto a distruggere tutto quello che minaccia i suoi interessi, non soltanto nell'ultimo conflitto ma anche attraverso la continua tortura dei palestinesi.
Tuttavia non dobbiamo dimenticare che Israele non è il solo responsabile di questo conflitto. Né Hezbollah, che attualmente attira l'attenzione del mondo per gli attacchi che sferra contro gli Israeliani con una violenza che eguaglia la loro, né l’OLP ed Hamas, che da anni conducono una guerra nazionalista in Palestina, possono essere considerati dei “puri”. Hezbollah, che Israele ha messo all’indice davanti al mondo prima dell'inizio del conflitto, ha ucciso civili israeliani con razzi che provengono dalla Siria e dall’Iran, durante tutta la guerra. Hezbollah è un'organizzazione antisemita e fondamentalista. Più importante ancora, contrariamente a ciò che pensano alcuni, Hezbollah non si è battuto per proteggere il Libano. Al contrario, è per i propri interessi che ha forzato la classe operaia libanese a raggiungere il fronte nazionalista e si è battuto soltanto per difendere i territori che controlla e l'autorità che detiene. L’OLP, che ha spinto gli operai palestinesi dal terreno della lotta di classe alle grinfie della loro borghesia nazionale, ed Hamas che è altrettanto reazionario, violento, antisemita e fondamentalista quanto Hezbollah, anche loro non fanno che difendere i loro interessi. Qui è necessario descrivere brevemente cosa è l’imperialismo. Contrariamente a ciò che molta gente pensa, l’imperialismo non è una politica che esercitano i potenti Stati nazionali allo scopo di prendere il controllo delle risorse degli Stati nazionali più deboli. Al contrario, si tratta della politica di ogni Stato nazionale, o di organizzazioni che funzionano come uno Stato nazionale, che controllano una certa zona, le risorse di questa e che esercitano la loro autorità sulla popolazione di questo territorio. Più semplicemente, l’imperialismo è la politica naturale che pratica qualsiasi Stato nazionale o qualsiasi organizzazione che funziona come uno Stato nazionale. Come abbiamo visto nell'ultimo conflitto tra Israele ed Hezbollah, in alcune situazioni, gli Stati nazionali o le organizzazioni che funzionano come uno Stato nazionale, hanno conflitti d'interesse e questi conflitti sfociano in una guerra interimperialista.
In una tale situazione, ciò che dicono i gauchistes in Turchia e nel mondo, risulta ancora più ridicolo ed incoerente. In Turchia come nel mondo, la maggior parte dei gauchistes hanno dato il loro sostegno totale all’OLP e ad Hamas. Rispetto all'ultimo conflitto, si sono espressi unanimemente per dire “siamo tutti Hezbollah”. Seguendo questa logica, secondo la quale “il nemico del mio nemico è mio amico”, hanno interamente sostenuto questa violenta organizzazione che ha spinto la classe operaia in una disastrosa guerra nazionalista.
Il sostegno dei gauchistes al nazionalismo ci mostra perché questi non hanno molto di diverso da dire rispetto a quello che dice l’MPH (partito del movimento nazionale - i Lupi grigi fascisti) non solo su Hezbollah, OLP ed Hamas ma anche su altri argomenti. In Turchia, in particolare, i gauchistes non hanno alcuna idea di ciò di cui parlano.
La guerra tra Hezbollah ed Israele e la guerra in Palestina sono entrambe guerre interimperialiste, ed i diversi campi in gioco utilizzano, tutti, il nazionalismo per trascinare la classe operaia della loro regione nel proprio campo. Più gli operai sono risucchiati nel nazionalismo, più perderanno la loro capacità ad agire come classe. È per questo che né Israele, né Hezbollah, né OLP, né Hamas devono essere sostenuti, in nessun caso. Ciò che deve ricevere un sostegno in questo conflitto, è la lotta dei lavoratori per sopravvivere, non le organizzazioni nazionaliste o gli Stati che li fanno uccidere. E ancora più importante, ciò che si deve fare in Turchia è operare per la coscienza di classe e la lotta di classe che si svilupperanno qui. L’imperialismo ed il capitalismo incatenano i paesi gli uni agli altri; per questo l'indipendenza nazionale è impossibile. Solo la lotta della classe operaia per i propri bisogni può offrire una risposta.
Per l’internazionalismo e la lotta di classe!
Enternasyonalist Komunist Sol
1. Dalla nostra introduzione alla dichiarazione internazionalista dalla Corea: “Alla fine di ottobre 2006, l’Alleanza Politica Socialista (SPA) ha convocato una conferenza di organizzazioni, gruppi e militanti internazionalisti nelle città coreane del sud di Seul e di Ulsan. Per quanto modesti fossero i numeri delle persone presenti, l’SPA, per quanto ne sappiamo, è la prima espressione organizzata nell’Estremo-Oriente dei principi della Sinistra Comunista e questa conferenza era certamente la prima del genere. Come tale, essa ha un’importanza storica e la CCI le ha dato il suo pieno e convinto sostegno inviando una delegazione per parteciparvi.”