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Nel mese di marzo scorso è apparsa sul forum di BC una segnalazione, da parte di un simpatizzante di questo gruppo, di una “aggressione della CCI contro la FICCI” che sarebbe avvenuta l’11 marzo a Parigi. Questo compagno, dopo aver riportato delle informazioni a proposito di una reale aggressione di Lotta Comunista nei confronti di suoi ex militanti, ha fatto sapere di aver letto che “delle cose simili succedono anche in Francia con delle aggressioni della CCI contro la FICCI e delle persone trascinate con la forza” (14 marzo 2006).
Avendo preso conoscenza di questo intervento sul forum di Battaglia, ci siamo affrettati a scrivere al compagno - che peraltro conosciamo perché anche nostro lettore ed in contatto con noi tramite corrispondenza mail - per presentargli i fatti così come erano realmente accaduti (1) e invitandolo a riflettere bene e responsabilmente sulle cose che gli avevamo comunicato. Alla fine della lettera che gli abbiamo inviato concludevamo dicendo di avere “piena fiducia in te, anche se le cose che ti abbiamo detto in questa lettera possono non convincerti del tutto. Reciprocamente ti chiediamo di avere un minimo di fiducia in noi e di avere la pazienza di comprendere la nostra posizione. Siamo naturalmente disponibili a rispondere a tutti i quesiti che tu vorrai porci sulla questione”. Non avevamo naturalmente la pretesa di cambiare completamente il giudizio del compagno con una sola lettera, ma il nostro intervento ha fatto sì che questo compagno, con atteggiamento molto responsabile, inviasse subito un messaggio di scusa a noi e uno sul forum di BC per dire “Certo, di quello che è successo in Francia abbiamo solo la versione di una delle parti. Ho ricevuto una e-mail della CCI dove mi critica per aver pubblicato il messaggio senza prima chiedere la loro versione. Non hanno torto.”
Purtroppo l’atteggiamento del gestore del forum, ovvero Battaglia Comunista, non è stato altrettanto responsabile come si può constatare dalla risposta data all’intervento appena menzionato:
“Ciao Raes,
sì, formalmente si doveva sentire anche cosa diceva la CCI, cioè l’altra campana, ma, dopo aver appurato i fatti, la sostanza è stata confermata, ossia che militanti della CCI hanno strattonato "rudemente" i compagni della Ficci, trascinandoli lontani dal luogo della riunione, con i soliti pazzeschi insulti (spie, canaglie, ladri, nonché leccaculo del BIPR). Da notare che il tutto è avvenuto sulla pubblica via, non nella sala dove la CCI teneva la riunione. Insomma, un comportamento alla Lotta (2) o come i gruppetti anni '70 che, in mancanza di argomenti politici, ricorrevano ai muscoli. Niente di nuovo, se non che protagonista di un simile episodio è un’organizzazione che si richiama alla “Sinistra Comunista”, dove tali metodi staliniani non hanno mai avuto diritto di cittadinanza. Vista l’abituale propensione alla deformazione dei fatti e delle posizioni altrui, è possibile che la CCI sfrutti il tuo intervento per imbastire chissà quale telenovela (assai scadente, per altro, com’è nel suo costume).
Ciao Raes, Smirnov, 26 marzo 2006.”
Anzitutto questa risposta mette in evidenza tutta la disonestà di Battaglia Comunista. Infatti, di fronte alle argomentazioni del compagno Raes prima si dice che sarebbe stato opportuno sentire anche l’altra campana, ovvero la CCI, per poi aggiungere che, “dopo aver verificato i fatti”, si deve concludere che la CCI non ha alcun diritto di reclamarsi alla sinistra comunista. Ma quando sono stati verificati questi fatti? E soprattutto come??? BC lascia intendere che c’è stata una verifica dei fatti laddove invece è rimasta, in tutta evidenza, alle fandonie del comunicato della Ficci visto che la CCI non è stata mai interpellata. Ed è proprio per coprire questa enorme mancanza del pur minimo principio del diritto di replica, concesso finanche dalla democrazia borghese, che BC si spinge a teorizzare che ascoltare l’altra campana non diventa più necessario “vista l’abituale propensione alla deformazione dei fatti e delle posizioni altrui” della CCI. In questo modo, per evitare di fare i conti con la CCI, si preferisce alzare ancora più il tiro delle accuse senza fornire, lo ripetiamo, la benché minima possibilità di esporre la propria versione dei fatti. In più risulta particolarmente odiosa la battuta finale in cui si mette in guardia il compagno Raes da una nostra possibile manipolazione dell’intervento fatto da questi sul forum di BC che, oltre ad essere un’ulteriore accusa gratuita finalizzata solo a creare un’enorme polverone per distrarre i lettori dalle questioni in gioco, è anche una maniera per allontanare subdolamente il compagno - che è anche un nostro lettore - dalla CCI.
Questo intervento è anche l’espressione dell’assenza totale di responsabilità politica da parte di BC nella misura in cui si fanno passare delle risposte su un soggetto così delicato, come la messa sotto accusa di un’altra organizzazione politica, attraverso l’intervento di un suo militante che visibilmente è il moderatore del sito ma che non si presenta neanche ufficialmente come militante di BC. Questo significa che BC ha perso completamente il rispetto della tradizione del movimento operaio e della sinistra comunista che vuole che il confronto tra organizzazioni che combattono dalla parte del proletariato contro la borghesia, per quanto distanti siano le loro reciproche posizioni, avvenga sempre su un piano di aperto ed esplicito confronto di posizioni, a volte anche scontro, ma sempre su un piano di correttezza politica e di leale confronto.
La presa di posizione di BC ha inoltre un carattere deliberatamente calunniatore poiché lascia pensare che è per dei motivi di disaccordo politico (“…in mancanza di argomenti politici…”) che la CCI proibisce l’accesso alle proprie riunioni pubbliche agli elementi della Ficci, mentre BC sa bene che non si tratta di questo ma del loro comportamento indegno di militanti di un’organizzazione rivoluzionaria. BC si concede anche il lusso di mettere sullo stesso piano le nostre pratiche con quelle dei gruppi gauchiste (“…insomma, un comportamento alla Lotta o come i gruppetti anni '70, che in mancanza di argomenti politici ricorrevano ai muscoli…”). Battaglia ha evidentemente tutto il diritto di pensare che il furto, il ricatto, lo spionaggio, le minacce fisiche – che sono i metodi adottati finora dalla Ficci (3) - siano delle pratiche proletarie, visto che ha rapporti cordiali e camerateschi con questi individui, ma almeno cerchi di non immischiarci in queste porcherie che sono metodi che non ci appartengono e che abbiamo sempre risolutamente rigettato.
Ancora, quando BC invoca la ben nota cattiva fede della CCI (“…l’abituale propensione alla deformazione dei fatti e delle posizioni altrui…”), il minimo sarebbe stato assumersi la responsabilità di fornire uno straccio di argomento a sostegno di quanto affermato. Ma anche qui niente di tutto questo. Di fatto la politica di BC è quella di attribuire agli altri la sua condotta politica che consiste nello snaturare sistematicamente le posizioni dell’avversario per poterle più comodamente combattere, pratica che per BC non costituisce purtroppo una novità (4). In particolare BC attribuisce alla CCI il suo stesso atteggiamento di rifiuto del dibattito ben illustrato dal suo sabotaggio delle conferenze della Sinistra Comunista nel 1980 (5) o dal suo comunicato in cui si afferma appunto che il BIPR rifiuta ormai di rispondere alle “accuse della CCI” (6).
Purtroppo le cose che abbiamo denunciato in questo articolo non sono una novità per Battaglia. A partire dall’ottobre 2004 abbiamo svelato e denunciato in maniera precisa una manovra congiunta che vedeva riuniti la Ficci, un fantomatico quanto inesistente Circulo de Comunistas Internacionalistas d’Argentina e la pavida Battaglia Comunista che si era prestata, nella sua storica paura del confronto con la nostra organizzazione, a reggere il gioco pericoloso dei due precedenti gruppi di parassiti e avventurieri. Il BIPR aveva infatti pubblicato in diverse lingue il comunicato del “Circulo” del 12 ottobre 2004 intitolato “Dichiarazione del Circulo de Comunistas Internacionalistas (Argentina): contro il metodo nauseabondo della Corrente Comunista Internazionale” che ci accusava di impiegare dei “metodi stalinisti” nei confronti dei membri del NCI che sarebbero stati molestati da noi a colpi di telefonate continue, vedi in nota il testo in questione (7).
La vergogna di Battaglia Comunista per aver sostenuto incautamente la politica della Ficci si è potuta ridurre solo in parte cancellando frettolosamente dal suo sito la serie di articoli infamanti nei nostri confronti che il Circolo d’Argentina aveva provveduto a inviare in gran quantità a BC e dichiarando incredibilmente che loro, il grande partito, non avrebbero mai più risposto agli “attacchi violenti e volgari da parte della CCI”, una maniera ancora una volta di non assumersi le responsabilità politiche che la situazione comportava. Noi chiediamo solo ai compagni onesti e privi di preconcetti di prendere visione di tutto il materiale che esiste (8) e di sottoporci a tutte le domande che desiderano. La prospettiva rivoluzionaria richiede che si liberi la strada il più velocemente possibile da atteggiamenti opportunisti e disonesti.
Ezechiele, 4 settembre 2006
1. I fatti sono ampiamente riportati in altri articoli già presenti da tempo sul nostro sito web:
- Calunnie e delazione, le due espressioni della politica della FICCI verso la CCI (ICC on line, 18 maggio 2006);
- La Ficci all’opera: menzogne e comportamenti da canaglia (ICC on line, 2 giugno 2006);
- La Ficci riceve la solidarietà che merita (ICC on line, 18 maggio 2006).
2. Con Lotta il compagno si riferisce al gruppo Lotta Comunista.
3. Va peraltro ricordato che il BIPR ha esplicitamente giustificato il furto di materiale della CCI da parte di un membro della FICCI, come è documentato dall’articolo Risposta al BIPR. Il furto e la calunnia non sono metodi della classe operaia! (18 novembre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n. 137).
4. Vedi a tale proposito l’articolo Di calunnia in menzogna, il BIPR si allontana dalla causa del proletariato su Rivoluzione Internazionale n. 140.
5. Vedi Polémique avec le BIPR sur la 4e conférence des groupes de la Gauche communiste : Une triste mascarade ... pubblicato sulla Revue Internationale n. 124, I trimestre 2006, o ancora Les conférences internationales de la Gauche Communiste (1976-1980) - Leçons d'une expérience pour le milieu prolétarien, Revue Internationale n. 122, III trimestre 2005.
6. Vedi Di calunnia in menzogna, il BIPR si allontana dalla causa del proletariato (sito web, archivio, aprile 2005).
7. “Chi non è con me merita di essere distrutto. Ecco la sentenza pronunciata dall’attuale CCI contro tutti quelli che non sono d’accordo con i suoi orientamenti politici fondamentali, o che si decidono a rompere con questo gruppo per dei disaccordi politici, o che ancora si rifiutano di accettare degli appellativi assurdi contro gli altri gruppi e/o compagni della sinistra comunista. Questi meritano di essere distrutti e scomparire per sempre. Benché ciò possa sembrare una menzogna, questa è la posizione che la CCI ha adottato ed è la ragione per la quale si è immessa in una dinamica di distruzione non solamente contro coloro che si arrischiano a sfidare le “leggi e le teorie immutabili” dei guru di questa corrente, ma anche contro tutti quelli che tentano di pensare con la propria testa e dicono NO alle minacce della CCI.
Perché diciamo questo?
Diciamo questo in seguito ad una serie di denunce fatte da militanti del Circulo de comunistas internacionalistas, e su loro richiesta, che testimoniano di essere stati chiamati per telefono dalla CCI. Queste telefonate tuttavia non erano innocenti. Avevano lo scopo subdolo di distruggere il nostro piccolo nucleo, dove i loro militanti, in maniera individuale, provocavano la mutua diffidenza e seminavano i germi della divisione tra i ranghi del nostro piccolo gruppo.
E’ così che, messi in allarme su questo metodo nauseabondo da parte dell’attuale direzione della CCI, noi, militanti del Circulo de comunistas internacionalista, per decisione unanime di tutti i militanti del nostro piccolo nucleo, denunciamo la CCI non solamente per questo metodo, ma anche per l’utilizzazione di pratiche che non corrispondono all’eredità lasciataci dalla Sinistra Comunista, ma piuttosto ai metodi propri della sinistra borghese e dello stalinismo.
Perché una Corrente riconosciuta internazionalmente se la prende con un piccolo gruppo?
La risposta a questa domanda deve essere ricercata all’interno stesso della CCI, perché il “fiasco” con il nostro gruppo ha costretto la frazione dirigente della CCI a mettere avanti dei nuovi pericoli esterni – il BIPR, la FICCI, e oggi il Circolo – per poter imporre l’ordine all’interno.
Questo perché la politica attuale della CCI provoca dei dubbi ed un clima interno di sfiducia reciproca. Essa rende necessaria la tattica stalinista della “terra bruciata”, cioè non solo la distruzione del nostro piccolo e modesto gruppo, ma anche l’opposizione attiva ad ogni tentativo di raggruppamento rivoluzionario di cui non è alla testa la CCI, per le sue politiche settarie ed opportuniste. E per questo non esita ad utilizzare tutta una serie di astuzie ripugnanti che hanno lo scopo di demoralizzare i suoi oppositori e, anche, di poter eliminare un “nemico potenziale”.
Questa è una chiara dimostrazione del fatto che l’attuale direzione della CCI non costituisce un fattore di unità e di raggruppamento rivoluzionario ma piuttosto un ostacolo a questo. Ciò è provato perfettamente dalle sue politiche di cricca, di setta e di tendenza nettamente opportunista. E di fronte ad ogni denuncia di ciò la risposta della cricca è sempre la stessa: o qualifica “parassiti” quelli che li denunciano o affibbia loro tutta una policromia di aggettivi qualificativi che provocano solo risa e scherno nel campo proletario, oltre a inquietudine perché la deriva nella quale si infogna la CCI costituisce un passo indietro per la classe operaia.
E’ così che, mancando l’adesione alle sue posizioni che non hanno niente a che vedere con la tradizione rivoluzionaria, la CCI tenta di sabotare ogni tentativo di raggruppamento rivoluzionario, come nel caso della Riunione Pubblica (del BIPR, ndr) del 20 ottobre 2004 a Parigi (Francia), e cerca oggi di distruggere il nostro piccolo gruppo d’Argentina.
Di fronte a tutto ciò, cosa ha deciso di fare il Circulo de Comunistas Internacionalistas?
Con atteggiamento unanime i compagni che la CCI ha chiamato al telefono per seminare i germi della sfiducia e della distruzione del nostro piccolo gruppo, propongono all’insieme dei membri del Circulo de comunistas internacionalistas il rigetto totale del metodo politico della CCI che loro considerano tipicamente stalinista ed il cui obiettivo centrale, obiettivo della direzione attuale della CCI, è impedire il raggruppamento rivoluzionario per il quale diverse correnti e gruppi lottano; e propongono di denunciare questi comportamenti di fronte all’insieme delle correnti che si dichiarano nella continuità della Sinistra comunista.
Buenos Aires, 12 ottobre 2004. Circulo de Comunistas Internacionalistas”
8. Riportiamo qui di seguito solo una selezione del materiale che riguarda questa triste storia: Lettera della CCI al BIPR (1 ottobre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n. 138); Il ‘Circulo de Comunistas Internacionalistas’ (Argentina): una strana apparizione; Il ‘Circulo de Comunistas Internacionalistas’: una nuova …strana apparizione (19 ottobre 2004); La CCI al BIPR (26 ottobre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n. 137); “Circolo di Comunisti Internazionalisti” (Argentina): impostura o realtà? (27 ottobre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n. 137); Dichiarazione del Nucleo Comunista Internacional a proposito delle dichiarazioni del “Circulo de Comunistas Internacionalistas” (27 ottobre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n.137); La CCI al BIPR (30 ottobre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n. 137); Corrispondenza tra la CCI e il BIPR: epilogo (3 novembre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n. 137); Ultime notizie dall’Argentina : Il NCI non ha rotto con la CCI! (17 novembre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n. 138); Lettera aperta della CCI ai militanti del BIPR (7 dicembre 2004) (sito web, archivio, Rivoluzione Internazionale n. 138); Minacce di morte contro la CCI. Solidarietà con i nostri militanti minacciati! (RzIz n. 140, aprile 2005); Corrispondenza, Apertura al confronto politico e fermezza nella difesa dei principi di classe (Rz 02/10/05).